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Il ponte sul Cenischia a Susa: identità e conservazione

Valentina Farassino

Il ponte sul Cenischia a Susa: identità e conservazione.

Rel. Luciano Re. Politecnico di Torino, Corso di laurea in Architettura, 2010

Abstract:

Nel Sei-Settecento, i ponti in muratura continuano a non discostarsi dalla pratica delle costruzioni più antiche che spesso risalgono al medioevo (e che le tradizioni definiscono ponti "romani", termine da intendere come definizione di un tipo piuttosto che non di riferimento cronologico). La struttura è in pietrame di spacco, con elementi più grandi e relativamente regolari nelle armille, e nelle volte di pietrame misto a pietre a spacco e ciottoli in ragione dei materiali reperibili in loco, con abbondanti giunti di malta di calce in parte di rabbocco, in parte di per colatura delle "laccature" praticate sull'estradosso.(CR) Comunque, le volte risultano di fatto monolitiche, senza articolazioni, e all'estradosso si integrano nei rinfianchi e nei riempimenti. Questi sono modellati come raccordi con le sponde o tra le arcate, da cui i caratteristici profili "a schiena d'asino", in ragione anche della varietà e delle dissimmetrie tra le arcate, e che caratterizzano la maggior parte dei ponti della tradizione. Nella pratica piemontese, solo il trattato di Vittone avrebbe distinto nella struttura del ponte il rinfianco, destinato a dare consistenza e stabilità all'arco, dal riempimento di modellazione del profilo stradale, nella sua definizione della "digradazione equilibrica".(CR) L'innovazione è comportata principalmente dall'intensificazione dei transiti e dall'affermazione dei trasporti con carri, in luogo del someggio. Ciò rende insufficienti gli stretti ponti medievali, che sussistono prevalentemente nei percorsi montani, e che avevano una larghezza sovente non maggiore di pochi piedi, portando il nuovo standard ad almeno un trabucco, in modo da vere una sezione utile di circa due metri e mezzo, o meglio a una sezione netta di circa cinque metri, tale da consentire l'incrocio di due carri. Sia nei casi frequenti di allargamenti di ponti preesistenti, sia nelle nuove costruzioni, stante l'aumentata distanza tra le solide armille, la volta viene quindi rinsaldata trasversalmente da tiranti incassati costituiti da lame di ferro forgiato sigillati con malta, fissati a capichiave collocati a vista nelle fronti degli archivolti (talvolta, entro intagli nei cunei). Solitamente le chiavi vengono disposte ad intervalli regolari in numero dispari (tre/cinque) a mezzo spessore dell'armilla e della volta, predisponendole in fase di costruzione (i casi di consolidamento, si distinguono per avere le chiavi concentrate nella porzione superiore dell'arco e poste sull'estradosso delle volte, come nel ponte romano di Pont Saint Martin restaurato da D'Andrade.(CR) Tutte le indicazioni e prescrizioni circa i materiali da usare e il loro impiego, durante il corso del secolo, diventano sempre più minuziose e particolareggiate, dimostrando anche per i cantieri di queste opere la specificazione del ruolo del progettista - misuratore, architetto o ingegnere- da quella del capomastro che le realizza e la progressiva razionalizzazione del progetto, dalle semplici regole empiriche a una più complessa valutazione delle sue condizioni specifiche nel contesto delle sue molteplici ragioni (come è il caso dell'ambizioso progetto giovanile di Benedetto Alfieri per il ponte sul Borbore a Revignano presso Asti, o delle alternative ai progetti esposte nella relazione dell'ispezione in Savoia de Ignazio Bertola.

Relatori: Luciano Re
Tipo di pubblicazione: A stampa
Soggetti: R Restauro > RA Restauro Artchitettonico
A Architettura > AP Rilievo architettonico
S Scienze e Scienze Applicate > SJ Illuminotecnica
Corso di laurea: Corso di laurea in Architettura
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/1965
Capitoli:

1- I Ponti di struttura Settecentesca(CR) 2- Alberti e Milizia(CR) 3- La viabilità peri il Moncenisio nel XVIII secolo(CR) 4- La valle Cenischia(CR) Tavole di inquadramento territoriale(CR) 5- Relazione storica sul ponte Cenischia(CR) 6- Indirizzi tipologici di costruzioni coeve(CR) 7- Indagine conoscitiva e conservativa sul ponte Cenischia(CR) Tavole di rilievo e analisi del degrado(CR) 8- Progetto di conservazione e computo metrico(CR) 9- Computo metrico estimativo(CR) Tavole di progetto(CR) 10- Concept illuminotecnico(CR) Tavole progetto illuminotecnico(CR) 11- Il ponte sul Cenischia: un bene culturale da salvaguardare e valorizzare(CR) Raccolta fotografica(CR) 12- (APPENDICE) Costituzione e struttura del Genio Civile In Francia e negli Stati Sardi(CR) 13- (APPENDICE) Le trasformazioni del Genio Civile Negli Stati Sardi dalla restaurazione all' unità d' Italia(CR) Relazione fotografica(CR) Bibliografia

Bibliografia:

Amedeo BELLINI, Benedetto Alfieri: l'opera Astigiana, Lindau, Torino 1992(CR) Luciano RE, I ponti piemontesi progetti e cantieri, Celid, Torino 1999(CR) Luciano RE, Architettura e conservazione dei ponti Piemontesi, Celid, Torino, 1999.(CR) G. ORLANDI, traduttore del testo latino, e Paolo PORTOGHESI, autore dell'introduzione e delle note: l'Architettura (De re aedificatoria), Il Polifilo, Milano,1966;(CR) Francesco MILIZIA, Principj di Architettura Civile, Co' tipi di Vincenzo Fessario, Milano, 1832.(CR) Luca PATRIA - Alfredo GILIBERT, La comba di Susa e il Moncenisio, Melli, Borgone Susa 1996;(CR) Luciano RE, Questioni di conservazione, Celid,Torino 1999;(CR) Cristina SERTORIO LOMBARDI, Il Piemonte Antico e Moderno delineato e descritto da Clemente Rovere, Reale Mutua, Torino 1978;(CR) G. WATAGHIN, in Le reseau routier en Savoie et en Piemont - Aspects historique et contemporain, Chambery 1981;(CR) A. CROSETTO, C. DONZELLI e G. WATAGHIN, Per una carta archeologica della Valle di Susa in B.S.B.S., LXXIX (1981)(CR) Pier Giorgio CORINO - Livio DEZZANI, Una strada per il Moncenisio, Tripolito Melli, Susa 1986;(CR) CNR - IRPI Torino- "Processi di Mud - Debris Flow in Val Cenischia (Alpi Graie), Osservazioni nel bacino del T. Marderello", Studi sui Debris Flow, Supplemento a GEAM n. 20, 1996;(CR) AA.VV. "Atlante Geografico metodico De Agostini, Milano, 2010;(CR) TROPEANO & TRUCONI, "Alluvione del 14-16 Ottobre 2000 nell'Italia Nord- Ovest: Cronaca di Sintesi e Commenti", Speciale Alluvione Ottobre 2000, Nimbus n. 21-22, 2001;(CR) F. CESCON, Assetto Vegetazionale e Dissesto Idrogeologico dei Torrenti Marderello e Claretto, Rapporto Interno n. 6 /96, CNR-IRPI, Torino, 1996.(CR) Comunità Montana bassa val di Susa e Val Cenischia, Relazione illustrativa per la domanda di classifica della "bassa valle di Susa e val Cenischia" in comprensorio di bonifica montana, Torino, 1965;(CR) Andreaina GRISERI, Valle di Susa: tesori d'arte, Allemandi, Torino, 2005.(CR) Adriano PASTA, restauro conservativo e antisismico, Flaccovio, Palermo, 2006;(CR) Stefano F. MUSSO, Recupero e Restauro degli edifici storici: guida pratica al rilievo e alla diagnostica, EPC, Roma, 2010;(CR) Marco DEZZI BARDESCHI, La Conservazione del costruito: i materiali e le tecniche, Clup, Milano, 1981;(CR) Stella CASIELLO, Restauro dalla teoria alla prassi, Electa, Napoli, 2000;(CR) Maria Adriana GIUSTI, Temi di restauro, Celid, Torino , 2000; Giovanni CARBONARA, Atlante del restauro, UTET, Torino, 2004;(CR) Luciano RE, Barbara VINARDI DE VECCHI ( a cura dì ), Istruzioni di restauro:compendio elementare per la conservazione del costruito, Celid, Torino, 2004(CR) Paolo FANCELLI, Il progetto di conservazione, Giudotti, Roma, 1983;(CR) Emanuele ROMEO, Il monumento e la sua conservazione: note sulla metodologia del progetto di restauro, Celid, Torino, 2004.(CR) Prezzario di riferimento della Regione Piemonte, 18/06/2010.(CR) UNI 10380, Illuminotecnica - Illuminazione di interni con luce artificiale, 2000;(CR) Al DI, Illuminazione delle opere d'arte: selezione di articoli italiani e stranieri pubblicati tra il 1990-1993;(CR) G. De Angelis, B. Toscano, Spoleto, argomenti di storia urbana, 1982;(CR) G. MONCADA, A. de LIETO VOLLARO, Illuminotecnica, ESA Milano, 1996.

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