Completare (per gestire) le Opere Incompiute. Verifiche preliminari di fattibilità per l'ex bocciodromo di Montelupone. = Complete (to manage) Unfinished Works. Preliminary feasibility checks for the former bowling green of Montelupone.

Se si considera il numero di opere incompiute presenti sul territorio nazionale l’Italia, come riporta ilgiornale.it, perde il confronto oltre che con i grandi paesi europei (la Francia, la Germania, il Portogallo e la Spagna) anche con alcuni paesi africani e dell’America meridionale. Tutto ciò perché, da nord a sud dello stivale, le opere pubbliche fantasma sono centinaia e centinaia con tempi di attesa che arrivano a diversi decenni, con miliardi (attualmente più di 2mld) di euro sprecati e migliaia di ettari di suolo cementificati. La tesi inizia con la definizione che la normativa fornisce al concetto di “opera pubblica incompiuta”, ampliandola anche alle cause che sono alla base dell’incompiutezza, e con l’analisi della normativa stessa e del percorso che il legislatore ha intrapreso a partire dalla legge Merloni, del 1994, che vigilando sulle opere pubbliche cerca di garantirne indirettamente anche la compiutezza, per arrivare al Decreto Legislativo n° 50, del 2016, che porta ad inserite le incompiute nella programmazione triennale, senza tralasciare due passi fondamentali corrispondenti al Decreto Legge n° 201/2011 ed il suo regolamento, il Decreto Ministeriale n° 42/2013, che trattano ampiamente l’argomento. Vengono poi elaborati i dati ricavati dell’elenco-anagrafe delle opere incompiute, sia a livello nazionale che regionale, per le 8 pubblicazioni (dal 2013 al 2020) avvenute fino ad oggi attraverso l’ausilio di tabelle riassuntive e grafici che aiutino la lettura del fenomeno a cui siamo di fronte. Questo è stato fatto analizzando il numero delle opere incompiute, il totale degli interventi riferiti all’ultimo quadro economico, la stima degli oneri ancora necessari al loro completamento e altri dati ancora. Dai dati raccolti nei monitoraggi annui risulta una tendenza decrescente delle opere pubbliche incompiute dovuta o al naturale completamento delle opere o al risultato dello strumento di controllo introdotto dal legislatore. La tesi sposta poi l’attenzione alla regione Marche, dove si trova il caso studio, proponendo un’analisi dei dati (principalmente numero di opere ed importi) attraverso tabelle e grafici per una comprensione approfondita della situazione regionale. Il caso studio è la realizzazione del nuovo bocciodromo comunale a Montelupone (provincia di Macerata) fermatosi una prima volta nel 2009 per il ritrovamento di reperti archeologici durante gli scavi e poi definitivamente nel 2012, ed oggi questo progetto non è più in linea con le esigenze e capacità attuali del comune. La tesi parte dal business model Canvas, applicato al caso in esame, redatto in una precedente tesi gestionale; essendo però il Canvas puramente qualitativo, si è poi sviluppata, dopo uno studio del contesto, un’alternativa che comprendesse tra le destinazioni d’uso future del manufatto il motivo per cui i lavori si sono interrotti, valorizzando quindi i reperti trovati, ma affiancando a questo anche destinazioni economicamente appetibili così da garantire la solidità economica e finanziaria al progetto. Definita e scelta la proposta di Canvas, è stata verifica tramite la redazione di un piano economico finanziario (PEF) della durata di 30 anni per ipotizzare un suo possibile completamento ma anche per tenere in considerazione e indagare la fase di gestione dell’opera, e non la sola conclusione che risulterebbe fine a sé stessa.