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Percezione delle trasformazioni urbane

Stefania Ferrero

Percezione delle trasformazioni urbane.

Rel. Luca Davico. Politecnico di Torino, Corso di laurea in Architettura, 2005

Abstract:

Percezione delle trasformazioni urbane. La tesi si pone l'obiettivo di indagare come le tematiche teoriche della percezione della città, delle trasformazioni urbane che la interessano, siano una delle aree di interesse dalla quale si sviluppano i metodi alla base dei progetti di recupero urbano di tipo integrato e partecipativo che fanno parte dei programmi complessi (PRU, Contratti di Quartiere, Azioni di Sviluppo Locale Partecipato, Urban) che interessano le periferie torinesi. Ad una prima parte, in cui vengono esposti alcuni concetti teorici che sono oggetto di indagine di discipline quali l'antropologia, la psicologia, ma soprattutto la sociologia urbana, si affianca un'analisi delle principali trasformazioni urbane nelle periferie di Torino, che fa riferimento ai temi della progettazione partecipata e integrata. Le tematiche che emergono dall'analisi di tali progetti si rifanno ai temi emergenti nella prima parte, ossia alla percezione personale dell'individuo della propria città, alla sua integrazione al suo interno come membro attivo e protagonista delle vicissitudini che la interessano, alla promozione del senso di appartenenza al proprio quartiere e al proprio ambito territoriale. Queste tematiche sono alla base dei progetti di riqualificazione urbana studiati, che si prefiggono di promuovere un processo di trasformazione che non interessi solamente la città da un punto di vista urbanistico ma che interessano anche la sfera sociale, culturale ed economica, con una attenzione particolare per la comunicazione delle proposte, delle decisioni e dei risultati. Questo metodo relativamente nuovo di affrontare il problema della riqualificazione urbana, di grande attualità, permette di avvicinarsi maggiormente ai reali bisogni della gente per modellare gli spazi e il tessuto urbano secondo le loro reali necessità. Il tema di fondo quindi è che, proprio comprendendo i meccanismi della percezione della città da parte dei suoi abitanti, di ciò che entra a far parte dell'immaginario collettivo dei cittadini, sia possibile realizzare metodi di progettazione che maggiormente si avvicinano a ciò che gli abitanti sentono verso se stessi e verso la propria città, a ciò che essi sognano per lei e per se stessi. Le realtà cittadine con cui sono entrata in contatto nel corso dell'analisi, cioè alcuni quartieri periferici di Torino, vivono una realtà fatta anche di esclusione sociale ed economica, di scarsa integrazione, di degrado urbano. I progetti di riqualificazione si pongono l'obiettivo di "riagganciare" queste parti al resto della città, secondo una metodologia che parta dal basso, dai cittadini, verso l'alto, le istituzioni, seguendo l'idea che è solo in questa maniera, cioè legando le persone alle trasformazioni, rendendoli protagonisti dei cambiamenti che questi possono avere un effetto duraturo e positivo. Per ottenere ciò è necessario lavorare in prima persona con le persone, mantenendo un contatto diretto con i loro bisogni, le loro idee, la loro voglia di cambiare. Per questo motivo, ad un'analisi teorica di alcuni temi della percezione della città e ad una analisi dei principali progetti di recupero urbano della città di Torino segue una analisi delle interviste agli addetti ai lavori che a vario titolo sono coinvolti nei progetti di recupero urbano e dalle cui parole emerge come i temi del protagonismo dei cittadini nelle fasi della trasformazione siano alla base delle metodologie che guidano tali progetti. I soggetti intervistati non appartengono ad un'unica categoria, poiché ho cercato, pur nei limiti più che visibili di tempo e di metodo, di conoscere i punti di vista di operatori che affrontavano i progetti di riqualificazione da ambiti differenti. Ecco quindi che sono stati contattati sia operatori culturali delle circoscrizioni di Torino e dei Piani di Accompagnamento Sociale ai piani di riqualificazione urbana, sia educatori impegnati nei vari progetti di assistenza familiare organizzati dal Comune e dalle circoscrizioni, sia operatori culturali di associazioni e cooperative molto radicate nel territorio, sia infine operatori culturali di realtà museali relativamente nuove come quelle degli Ecomusei urbani. Questo perchè è particolarmente interessante conoscere i punti di vista sia di coloro che occupandosi della coordinazione delle azioni, ascoltano i vari punti di vista ma non interagiscono direttamente con gli abitanti, sia di coloro che invece, operando all'interno di centri culturali, di istituzioni museali particolari, di associazioni culturali, entrano più direttamente in contatto con le persone, parlano e instaurano dei rapporti personali, ne ascoltano i bisogni e le richieste, ma d'altro canto ne colgono anche la soddisfazione e la fiducia. In queste interviste sono stati messi in luce gli obiettivi e gli strumenti utilizzati dagli operatori, la tipologia delle iniziative organizzate e le loro finalità, al fine di conoscere in maniera più approfondita quale sia anche l'atteggiamento con cui ci si pone di fronte a certe iniziative ma soprattutto ciò che si è voluto indagare è quale sia l'atteggiamento dei cittadini nei confronti di tali iniziative, quale la loro partecipazione, a quali categorie si rivolgevano e chi maggiormente si lasciava coinvolgere. Particolare attenzione è stata rivolta poi alla percezione dei bisogni che emergeva presso gli operatori, cioè a quali necessità rispondevano le iniziative da loro organizzate o coordinate. Sono emerse considerazioni interessanti sia sulle metodologie utilizzate, sia d'altro canto sui problemi nel rapporto fra privati e istituzioni, che nonostante i tentativi di raivvicinamento spesso sono ancora problematiche e difficoltose. Nel primo capitolo quindi è stato quindi affrontato il tema del processo percettivo secondo le sue dinamiche fisiche e facendo un breve escursus sui differenti livelli di percezione nel bambino e nell'adulto e agli studi sulle mappe mentali. Nel secondo capitolo invece sono state trattate le componenti socioculturali che influenzano la percezione della città, facendo brevi riferimenti ai temi della territorialità, dei comportamenti in pubblico e delle differenti percezioni dell'ambiente urbano, dei suoi sentimenti verso la città, dell'influenza reciproca che vi è fra cittadino e città. Nel terzo capitolo è stato trattato il tema della memoria storica e della memoria collettiva, e quindi in questi primi tre capitoli iniziali, pur sapendo di non poter assolutamente esaurire temi di così vaste dimensioni, ho cercato semplicemente di fornire un idea di come la percezione della città, la memoria storica e collettiva contribuiscano a "creare" il cittadino che vi vive, come i suoi comportamenti siano prodotto della realtà che vive e percepisce ogni giorno. In particolare il tema della memoria contribuisce a creare un senso dì appartenenza del cittadino alla propria città, quasi un legame affettivo con il territorio in cui vive ogni giorno. Per questo la partecipazione degli abitanti e il loro protagonismo è un tema così importante nella creazione dei progetti di recupero urbano. AI tema della progettazione partecipata è dedicato il quarto capitolo, in cui vengono messi in luce alcune delle metodologie utilizzate nei progetti di progettazione partecipata per favorire la comunicazione con gli abitanti e la loro partecipazione, ma soprattutto per facilitare il confronto fra un linguaggio tecnico tipico degli "addetti ai lavori"e quello più semplice delle persone comuni. Quindi i metodi con cui la comunicazione viene facilitata, con cui si cerca di "rendere "le idee dei cittadini, con cui esprimere i loro bisogni per modellare un territorio il più possibile vicino alle loro esigenze. Nel capitolo cinque viene fatta una breve analisi dei progetti di recupero urbano che interessano le periferie torinesi cercando di mettere in luce gli obiettivi e le metodologie del Progetto Speciale Periferie del Comune di Torino e quindi dei diversi tipi di intervento. Il sesto capitolo è una analisi più dettagliata di tutti gli interventi, suddivisi per tipologia di progetto, che interessano alcune aree della città, sottolineando ambiti di intervento, obiettivi e azioni. II capitolo sette infine si struttura su un'analisi delle interviste fatte a testimoni qualificati, in forma anonima e in corsivo, che permette di sottolineare le gli obiettivi e le metodologie che hanno guidato e guidano gli interventi di accompagnamento e le varie iniziative culturali che sono state analizzate. Dalle parole degli operatori culturali della pubblica amministrazione e in particolare delle circoscrizioni e emerso come essi si siano impegnati in prima persona per cercare di cogliere una visione completa dei quartieri in cui operano e di offrire soluzioni e bisogni che siano su misura, che rispondano alle reali necessità del quartiere e dei suoi abitanti e che siano, proprio per questo, flessibili e modificabili anche in corso d'opera. Allo stesso modo, gli operatori dei centri culturali con cui ho parlato, comunicano il bisogno che emerge nelle persone di creare, di confrontarsi, di costruire "cose"assieme e come questi processi creino dei legami forti fra i cittadini e con la città, come la città sembri offrire nuove possibilità di crescita e di sviluppo. Anche i Piani di Accompagnamento Sociale infine cercano di trasmettere ai cittadini le stesse intenzioni. Una crescita che sia comunitaria, che non lasci indietro nessuno, che si autogestica e che prenda coscienza della propria importanza e della propria autonomia. Note metodologiche. L'indagine sul campo è stata effettuata attraverso la realizzazione di una serie di interviste a testimoni qualificati secondo un approccio basato sull'analisi qualitativa e sull'utilizzo di una traccia comune di argomenti dell'intervista posti sotto forma di questionario, sottoposto agli intervistati non in maniera rigida, ma aperta, poiché la complessità di certi argomenti trattati, quali per esempio le metodologie di approccio o i temi della partecipazione, sarebbero stati altrimenti sacrificati. L'intervista sotto forma di dialogo aperto seguendo una traccia di argomenti ha permesso l'emergere di considerazioni personali interessanti che la semplice risposta alla domanda fatta non avrebbe permesso. In quest'ottica infatti sono state colte le idee e le espressioni più interessanti, che veramente coglievano il cuore dell'argomento trattato. I testimoni qualificati intervistati appartengono a realtà differenti, anche se per ragioni organizzative e di tempo sono in numero limitato, ho cercato di coprire il più possibile in campi dei progetti di riqualificazione analizzati, partendo cioè con le considerazioni di operatori culturali appartenenti alle varie circoscrizioni e con un ruolo soprattutto di coordinamento delle varie iniziative per raggiungere quindi gli operatori di associazioni culturali incaricate di realizzare tal iniziative e quindi a stretto contatto con gli abitanti e realmente in grado di considerarne il successo o l'insuccesso, di raccogliere le opinioni delle persone cui sono rivolte. Le persone ascoltate appartengono a differenti realtà: - circoscrizioni - associazioni e cooperative culturali ecomusei urbani - Piani di accompagnamento sociale - Sportelli e associazioni al servizio del cittadino. Sono stati ascoltati : Barbara Rivoria (funzionario comunale circoscrizione tre), Antonio Pizzarelli (responsabile culturale circoscrizione uno), Marina di Franco (funzionario comunale circoscrizione cinque ) , Virginia Cristiano (funzionario comunale circoscrizione cinque ), Valeria Marchetto (funzionario comunale circoscrizione cinque ), Elisabetta Succo (funzionario comunale circoscrizione cinque ), Angelo Penna (politico circoscrizione cinque), Gloriana Pavese (funzionario comunale circoscrizione nove), Maurizio Trombotto (presidente circoscrizione dieci), Elisabetta Pesce (funzionario comunale circoscrizione uno ), Antonio Sacchi (presidente ecomuseo circoscrizione cinque), Carmelo Seminara, (volontario ecomuseo urbano circoscrizione sei e presidente associazione Officina della Memoria), Maria Teresa Festa ( insegnante circoscrizione nove), Renato Bergamin (responsabile settore culturale programma Urban li), Sara Cucco (operatrice Pas via Ivrea), responsabile Pas via Artom, Carla Parsani Motti (presidentessa associazione culturale Volarte), Johnny Lapio (educatore centro culturale Checchi point), Katia Bouc (operatrice culturale centro EI Barrio), Massimo Bonato ( ufficio stampa dell'associazione culturale Parole Moleste). Le loro interviste sono riportate in forma anonima e virgolettate.

Relatori: Luca Davico
Tipo di pubblicazione: A stampa
Numero di pagine: 316
Parole chiave: percezione - trasformazioni urbane
Soggetti: U Urbanistica > UK Pianificazione urbana
U Urbanistica > UH Pianificazione regionale
Corso di laurea: Corso di laurea in Architettura
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/181
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