Simulazioni multibody per la biomeccanica forense: analisi di un incidente sul lavoro con decesso da schiacciamento = Multibody simulations for forensic biomechanics: analysis of an accident at work where death is caused by crushing

Nel presente studio viene analizzato il caso di un incidente realmente accaduto sul luogo di lavoro. I dati oggettivi esaminati lasciano ipotizzare una dinamica compatibile con la caduta di un grave sul corpo della vittima. La causa mortis identificata è lo schiacciamento propriamente detto, mentre la dinamica degli eventi accaduti è risultata incerta. In questo lavoro si valutano quindi due dinamiche incidentali, identificate come scenario A e scenario B. Nello scenario A, si ipotizza la caduta di un grave di massa compresa tra 249 kg e 350 kg, da un’altezza di circa 2.7 m, essendo stato impilato all’interno di un camion, e si assume che l’impatto con la vittima si sia verificato in un’area sinistra al lato posteriore del camion stesso. Nello scenario B, si ipotizza che un carrello elevatore addetto al trasporto di due gravi, l’uno sovrapposto all’altro, abbia investito e travolto la vittima con il grave collocato sul piano superiore, in seguito ad uno sbilanciamento indotto da una brusca frenata. Nello scenario B, il grave ha una massa approssimativa pari a 1000 kg. Le dinamiche dei due scenari sono state ricostruite mediante simulazioni numeriche di tipo multibody, all’interno delle quali è stata prevista la possibilità di collisione tra più oggetti, mentre la vittima è stata modellizzata per mezzo di un androide . È stato così possibile studiare le traiettorie e le forze di impatto. Dai risultati delle simulazioni è emerso che lo scenario A è plausibile se il grave, cadendo sul lato sinistro del camion, vada ad urtare le forche del carrello elevatore addetto al carico. Al contrario, lo scenario B è risultato poco verosimile: anche ammettendo le condizioni più sfavorevoli, il grave superiore non cade mai in seguito alla frenata del mezzo adibito a trasportarlo. Tale risultato è stato validato con una prova sperimentale. Nelle simulazioni dello scenario B è stato quindi necessario prevedere una modalità di carico impropria al fine di rendere possibile la caduta del grave. I due scenari sono stati confrontati anche in relazione alle lesioni rinvenute sul corpo della vittima. Nello specifico, i punti di impatto dovuti alla dinamica risultano coerenti con quelli evidenziati sulla vittima cioè testa, torace e femore. Inoltre, l’entità delle forze scambiate durante la collisione può essere tale da procurare lesioni di frattura su tutti i distretti corporei coinvolti. Tuttavia, le assunzioni per la stima dei parametri specifici nella simulazione dei contatti, in primis la rigidezza dei gravi in caduta, introduce una forte incertezza nei valori assoluti delle forze di impatto. E’ tuttavia possibile concludere che le forze di impatto nello scenario B sono maggiori rispetto a quelle dello scenario A e avrebbero comportato lesioni di tutt’altra gravità. In conclusione, il caso proposto è un esempio di come la biomeccanica forense possa essere supportata da simulazioni computazionali multibody, ottenendo informazioni difficilmente reperibili in altro modo. L’accuratezza delle simulazioni può essere migliorata, programmando prove sperimentali mirate all’identificazione dei parametri più influenti.