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Silice mesoporosa contenente acido tranexamico come agente emostatico = Mesoporous silica containing tranexamic acid as a hemostatic agent

Alberto Gambino

Silice mesoporosa contenente acido tranexamico come agente emostatico = Mesoporous silica containing tranexamic acid as a hemostatic agent.

Rel. Barbara Onida, Silvia Maria Ronchetti. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Ingegneria Chimica E Dei Processi Sostenibili, 2021

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Abstract:

Silice mesoporosa contenente acido tranexamico come agente emostatico. Le silici mesoporose sono state investigate negli ultimi venti anni come carrier per il rilascio controllato di farmaci grazie alle loro proprietà chimico fisiche. Recentemente sono state studiate come agenti emostatici grazie alla loro capacità di concentrare gli emocomponenti adsorbendo l’acqua contenuta nel sangue e di attivare il fattore XII della coagulazione, che è in grado di stabilizzare il coagulo. In questa tesi si è deciso di combinare l’azione procoagulante della silice con le proprietà dell’acido tranexamico. Quest’ultimo è un farmaco che evita la rottura dei reticoli di fibrina, che compongono i coaguli, agendo come inibitore competitivo della fibrinolisi. Risulta molto efficace nel contrastare l’iperfibrinolisi, ovvero l’eccesso fibrinolisi che il corpo attua per evitare la formazione di trombi, portando però il paziente a dissanguarsi. La silice impiegata è una SBA-15 modificata con l’obiettivo di ottenere particelle sferiche con pori di almeno 10 nm. Una volta caratterizzato il materiale e confermato il raggiungimento delle proprietà richieste si è proceduto all’impregnazione del materiale. Si è impiegato il metodo chiamato Incipent Wetness Impregnation che prevede di dissolvere il farmaco in un volume di soluzione pari a quello dei pori. Riducendo in questo modo la quantità di principio attivo da impiegare, quindi i costi, e rendendo il processo molto più rapido. Il risultato è una silice impregnata al 5% w/w con acido tranexamico, il farmaco è in forma amorfa e quindi in condizioni ideali per il rilascio. I test di rilascio sono stati effettuati sia tramite immersione della polvere in acqua deionizza che tramite cella di Franz. I risultati hanno indicato un rilascio quasi totale, più del 90% del farmaco viene rilasciato in un’ora. Questo risultato è molto promettente in quanto un’ora è il limite massimo entro il quale il farmaco deve essere somministrato al paziente per ottenere la massima efficacia, incrementando di molto la probabilità che egli sopravviva.

Relatori: Barbara Onida, Silvia Maria Ronchetti
Anno accademico: 2020/21
Tipo di pubblicazione: Elettronica
Numero di pagine: 71
Soggetti:
Corso di laurea: Corso di laurea magistrale in Ingegneria Chimica E Dei Processi Sostenibili
Classe di laurea: Nuovo ordinamento > Laurea magistrale > LM-22 - INGEGNERIA CHIMICA
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/17292
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