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Slow Tech Systems

Alessandro Marchis

Slow Tech Systems.

Rel. Jean Marc Christian Tulliani, Roberto Giordano, Marco Sangermano. Politecnico di Torino, Corso di laurea specialistica in Architettura, 2009

Questa è la versione più aggiornata di questo documento.

Abstract:

L'esplosione della questione ambientale nella seconda metà del secolo ha posto in evidenza l'esigenza della conservazione delle risorse vitali per l'uomo.

Tale conservazione non deve avere un carattere meramente difensivo, ma deve caricarsi di una forte tensione progettuale per rimuovere le cause strutturali di degrado e proseguire nuovi equilibri tra società e ambiente, in modo che non vi sia più contrapposizione tra sviluppo e conservazione, bensì una ricerca più articolata e complessa, che viene riassunta dal concetto di sviluppo sostenibile.

[...]Il nuovo modello sociale deve avere un approccio culturale diverso, che porti alla riduzione dei consumi dei paesi occidentali, piuttosto che alla pianificazione del controllo delle nascite nei paesi dotati di risorse scarse, la società sostenibile è a basso spreco, basata sul riciclaggio di energia e materiali, sul riciclo e riuso di risorse non rinnovabili, sull'utilizzo efficiente ed efficace delle risorse, sul contenimento dei consumi energetici, sull'adozione di tecnologie pulite per prevenire e ridurre l'inquinamento, sulla riduzione della produzione di rifiuti, sull'utilizzo consapevole delle risorse non rinnovabili e sul controllo della crescita della popolazione.

Il Rapporto Brundtland, nella sua definizione di sviluppo sostenibile, afferma che l'odierno consumo di massa non sarà possibile all'infinito e che, se a società continuerà a sfruttare come attualmente le risorse non rinnovabili, è probabile che non ve ne saranno per il futuro.

Ma più del consumo in se stesso sottolinea che sono i danni irreparabili causati da tale consumo che devono far temere di non poter addirittura più vivere sulla terra in futuro.

Il Rapporto conclude affermando che in una prospettiva di lungo termine esiste la possibilità di rendere compatibili lo sviluppo economico e la protezione ambientale, a patto che venga attuato un radicale cambiamento deIla gestione economica in tutto il mondo.

Per l'attuazione di tale cambiamento bisogna che vengano recepite da tutti i soggetti economici attivi le seguenti esigenze:

L'ambiente deve essere valorizzato e diventare parte integrante del processo economico, senza essere ulteriormente sfruttato come bene gratuito.

Si devono improrogabilmente equilibrare gli standard di vita dei paesi in via di sviluppo rispetto a quelli dei paesi industrializzati, in quanto non vi può essere sostenibilità finché perdurano la povertà e la fame nel mondo. È però necessario che tale equità sia raggiunta con la consapevolezza che il Sud non deve assumere gli stessi modi di vita e di consumo del Nord, poiché ciò porterebbe a un vero e proprio disastro ambientale.

Bisogna cambiare la scala temporale di riferimento e sostituire la logica del massimo profitto immediato con una prospettiva più ampia, che tenga conto delle esigenze del futuro e che contempli l'adozione della pianificazione di lungo termine all'interno della politica aziendale.

Il rapporto Brundtland dichiara apertamente che oggi queste tre condizioni non sono rispettate e che la situazione corrente ha come unico modello e riferimento quello della crescita economica indifferenziata e non pianificata. E' comunque l'esigenza ambientale ad essere drammatica: se i paesi in via di sviluppo dovessero portare il loro consumo energetico al livello dei paesi industrializzati, il consumo energetico totale verrebbe incrementato di 5 volte, Utilizzando le stesso fonti energetiche attuali ciò comporterebbe un impatto insostenibile in termini di emissioni gassose di anidride solforosa e anidride carbonica.

L'aspetto ambientale è quello in cui ognuno di noi può fare qualcosa per modificare l'atteggiamento presente e per determinare importanti risvolti sul mercato.

Infatti è necessario far crescere la consapevolezza della necessità di cambiamento, in modo che il mercato debba adeguarsi e chi sia già in questa nuova ottica si trovi avvantaggiato.

Relatori: Jean Marc Christian Tulliani, Roberto Giordano, Marco Sangermano
Tipo di pubblicazione: A stampa
Soggetti: T Tecnica e tecnologia delle costruzioni > TE Tecnologia dei materiali
A Architettura > AD Bioarchitettura
U Urbanistica > UL PVS Paesi in via di sviluppo
Corso di laurea: Corso di laurea specialistica in Architettura
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/1688
Capitoli:

Capitolo 1 LE POLITICHE AMBIENTALI INTERNAZIONALI E GLI STRUMENTI DI GESTIONE AMBIENTALE: LIFE CYCLE ASSESSMENT

Parte prima: Le politiche ambientali internazionali per lo sviluppo sostenibile

1.1 La definizione di sviluppo sostenibile

1.2 Il peso dei diversi settori economici sulle emissioni mondiali di CO2

1.3 Le politiche ambientali per lo sviluppo sostenibile e gli impegni intemazionali di riduzione delle emissioni

1.3.1 La Conferenza di Bali sul Clima

1.3.2 La Tabella di marcia adottata a Bali

1.3.3 Il ruolo dei Paesi in via di sviluppo nella riduzione di emissioni inquinanti

1.3.4 Le emissioni legate alla deforestazione nei Paesi in via di Sviluppo: un dibattito nuovo della Convenzione

Parte seconda: Life Cycle Assessment, uno strumento efficace di gestione ambientale

1.4 Gli strumenti per la gestione ambientale

1.5 Le tecnologie pulite

1.6 Lo studio LCA, Life Cycle Assessment

1.6.1 Aspetti metodologici

1.6.2 Campi di applicazione della LCA

1.6.2.1 Le dichiarazioni ambientali di prodotto (EPD, Dichiar_A)

1.6.3 Le origini e lo sviluppo della LCA

1.6.4 Le Norme della serie ISO 14040:2006

1.6.5 La struttura della LCA

1.6.5.1 Definizione degli scopi e degli obiettivi

1.6.5.2 Analisi dell'inventario

1.6.5.3 Analisi degli impatti

1.6.5.4 Interpretazione e miglioramento

Bibliografia

Capitolo 2 CASE STUDY: LA TAGUA

Introduzione: l'Ecuador e la tagua

2.1 Il Paese

2.2 Le condizioni climatiche

2.3 Contesto Macroeconomico

2.4 L'Ecuador e la Tagua

2.4.1 Il mercato internazionale

2.4.2 Le esportazioni

Parte prima: Avorio Vegetale: La Tagua

2.5 Sviluppo dei prodotti forestali non legnosi (PFNL), in America Latina e nei Caraibi

2.5.1 I prodotti forestali non legnosi

2.5.2 Ostacoli per lo sviluppo dei PFNL

2.5.3 Appoggio istituzionale per lo sviluppo dei PFNL

2.5.4 Utilizzo integrato dei boschi naturali

2.5.5 Coltivazione dei PFNL

2.5.6 Mercati e commercializzazione dei PFNL

2.5.7 Elenco dei PFNL

2.5.7.1 Le resine

2.5.7.2 Le tinte e i coloranti

2.5.7.3 Le fibre

2.5.7.4 Piante multiuso, ornamentali, semi, avorio

2.5.7.5 I materiali da costruzione

2.6 La Tagua - caratteristiche prestazionali

2.6.1 Descrizione botanica

2.6.2 Tassonometria

2.6.3 Specie equtoriana di Tagua

2.6.4 Nomi comuni delle Tagua

2.6.5 Etimologia

2.6.6 Descrizione organografica della pianta

2.6.7 La storia

2.6.8 Habitat e aree di distribuzione

2.6.9 Sviluppo vegetativo e produzione

2.6.10 La coltivazione

2.6.11 La raccolta

2.6.12 Plaghe e Infermità della Tagua

2.6.13 Usi della Tagua

Bibliografia

Capitolo 3 IVORY CONTEXT

Parte prima: Caratterizzazioni fisico tecniche dell'Avorio vegetale

3.1 Analisi termiche

3.1.1 Analisi termogravimetrica

3.1.1.1 La termobilancia

3.1.1.2 Il fornetto

3.1.1.3 Controllo dello strumento e trattamento dei dati

3.1.2 Analisi termica differenziale

3.2 Analisi TGA/DTA Avorio vegetale

3.3 Prove di assorbimento all'acqua

3.4 Tabelle di Analisi

Parte seconda: Studio LCA di un rivestimento in avorio vegetale

3.5 Prima fase: definizione degli scopi e degli obiettivi

3.5.1 Definizione del sistema e dei suoi confini

3.5.2 Scelta dell'unità funzionale

3.5.3 La qualità dei dati

3.5.4 La descrizione del processo produttivo delle superfici in avorio vegetale

3.5.4.1 Subsistema

3.5.4.2 Complemento produttivo

3.5.4.3 Processo di lavorazione in Ecuador per le superfici in avorio vegetale

3.5.4.4 Processo di lavorazione Ivory Forest per le superfici in avorio vegetale

3.5.5 La descrizione del processo produttivo di anime di bottoni in avorio vegetale

3.5.6 Il processo di lavorazione artigianale dell'avorio vegetale

3.5.7 Il processo industriale di finltura per la produzione di bottoni in avorio vegetale

3.5.8 Implicazioni positive per il sistema di produzione delle superfici in avorio vegetale

3.5.9 Implicazioni negative per il sistema di produzione delle superfici in avorio vegetale

3.6 Seconda fase: analisi di inventario

3.6.1 Delineazione del diagramma di flusso

3.6.2 La questione energetica

3.6.3 L'inventario dei dati

3.6.4 Elaborazioni del software Boustead Model

3.7 Terza fase: analisi degli impatti

3.8 Quarta fase: interpretazione e miglioramento

3.9 Scheda di sintesi: la pagella ambientale

Parte terza: Analisi chimiche sperimentali sulle resine

3.10 La sperimentazione chimica

3.10.1 Elaborazione dei dati ottenuti in laboratorio

ALLEGAT0 1 ELABORAZIONI MEDIANTE IL BOUSTEAS MODEL

ALLEGATO 2 ANALISI DEGLI IMPATTI

Bibliografia

Capitolo 4 Studi preliminari sull'utilizzo di nuovi materiali naturali applicabili come rivestimenti per l'interior design Introduzione Parte prima: Le materie plastiche

4.1 I polimeri

4.1.1 Cenni storici

4.1.2 Famiglie delle materie plastiche

4.1.3 Le resine termoindurenti

4.1.4 Le resine epossidiche

4.1.5 I materiali compositi o "Fiber Reinforced Polymers",FRP

4.1.6 Le resine poliestere insature

4.1.6 Le resine naturali

Parte seconda: i semi del Sud America

4.2 Ecodesign

4.2 I semi del Sud America

4.3.1 Semi di palma

4.3.1.1 Pambil

4.3.1.2 Palmito

4.4.2 Altri semi

4.4.2.1 Guarango

4.4.2.2 Lagrima de San Pedro

4.4.2.3 Achira

4.4.2.4 Urku

4.5 Descrizione delle tecnologie utilizzate

4.5 Esempi di utilizzo

Parte terza: Slow Tech System

4.6 Riutilizzo di scarti industriali

4.7 Le corna dei bovini piemontesi

4.8 Esempi di utilizzo

Conclusioni

Allegati

Bibliografia:

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