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La gestione dei tensioattivi anionici fluorurati da acque reflue di processo = The management of fluorinated anionic surfactants from process wastewater

Marco Marieni

La gestione dei tensioattivi anionici fluorurati da acque reflue di processo = The management of fluorinated anionic surfactants from process wastewater.

Rel. Fabio Alessandro Deorsola, Samir Bensaid. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Ingegneria Chimica E Dei Processi Sostenibili, 2020

Abstract:

I tensioattivi fluorurati sono sostanze chimiche non presenti in natura che vengono spesso identificate come ‘PFAS’, nonostante quest’ultimo sia il gruppo di composti di cui fanno parte. Esse sono indispensabili in numerose applicazioni; tuttavia, a causa della loro resistenza ai tipici processi di degradazione, stanno contaminando ogni parte del mondo causando effetti dannosi sulla salute umana e sull’ambiente. Siccome gli impianti produttori di composti fluorurati sono una delle principali sorgenti di inquinamento, l’obiettivo di questo progetto è proporre un nuovo processo per il trattamento delle acque reflue industriali contenenti PFAS, in modo da rispettare le norme vigenti e salvaguardare l’ambiente. Attraverso un percorso di indagine e utilizzando un criterio tecnico/economico per la selezione delle alternative idonee, è stato ricercato il miglior compromesso tra costi e benefici. La tecnologia che è risultata essere più efficiente in questi termini per il primo step di trattamento è un sistema multistadio a membrane, che permette di concentrare il refluo di partenza contenente un tensioattivo anionico fluorurato di nuova generazione e di ottenere un refluo concentrato più semplice da gestire. In seguito, il refluo concentrato subisce un processo di decomposizione termica volto ad abbattere il PFAS di nuova generazione, che si è dimostrato essere molto più instabile termicamente rispetto a quelli più persistenti (PFOA e PFOS). L’ottimizzazione delle condizioni operative ha evidenziato diversi vantaggi nel condurre il processo a 230 °C e nell’effettuare un elevato recupero termico; inoltre, a valle della fase di progettazione delle apparecchiature necessarie, la stima dei costi di capitale suggerisce l’impiego di un reattore PFR piuttosto che di due reattori CSTR in serie. Eventuali sviluppi futuri potrebbero riguardare la congruenza dei risultati ottenuti con la decomposizione termica di altri tensioattivi fluorurati di nuova generazione, in modo da verificare l’efficacia del progetto su altri casi. Infine, è possibile esaminare la validità degli esiti conseguiti al variare della portata e della concentrazione in ingresso, essendo comprensibilmente impossibile che il processo sia indipendente da essi, seppur utilizzando lo stesso PFAS.

Relatori: Fabio Alessandro Deorsola, Samir Bensaid
Anno accademico: 2020/21
Tipo di pubblicazione: Elettronica
Numero di pagine: 113
Informazioni aggiuntive: Tesi secretata. Fulltext non presente
Soggetti:
Corso di laurea: Corso di laurea magistrale in Ingegneria Chimica E Dei Processi Sostenibili
Classe di laurea: Nuovo ordinamento > Laurea magistrale > LM-22 - INGEGNERIA CHIMICA
Ente in cotutela: IOWA STATE UNIVERSITY (STATI UNITI D'AMERICA)
Aziende collaboratrici: Solvay Specialty Polymers S.p.A.
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/16302
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