Simone Bottino
Gestione e trattamento delle acque reflue nei rifugi alpini = Alpine huts wastewater treatment and management.
Rel. Stefania Tamea, Silvia Fiore. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Ingegneria Per L'Ambiente E Il Territorio, 2020
|
PDF (Tesi_di_laurea)
- Tesi
Licenza: Creative Commons Attribution Non-commercial No Derivatives. Download (10MB) | Preview |
|
Archive (ZIP) (Documenti_allegati)
- Altro
Licenza: Creative Commons Attribution Non-commercial No Derivatives. Download (619kB) |
Abstract: |
La gestione ed il trattamento delle acque reflue nei rifugi alpini dipendono da molteplici fattori che presentano considerevoli problematiche rispetto alla depurazione effettuata in zone urbane. I rifugi montani sono infatti piccole utenze molto spesso isolate, con difficoltà di approvvigionamento idrico ed energetico, aventi ridotti spazi a disposizione e gestiti in maniera discontinua nell'arco dell'anno. Inoltre, il trattamento delle acque reflue è soggetto a basse temperature che ne abbassano le rese depurative, ed i sistemi presenti sono nel tempo sottoposti a forti differenze di carico idraulico ed inquinante a causa della variazione dei flussi turistici. I principali parametri che entrano in gioco nella scelta dell'idoneo trattamento sono la quota di ubicazione e gli abitanti serviti, esprimibili in funzione dei posti letto della struttura. A valle dei pretrattamenti volti alla rimozione dei grassi e dei corpi grossolani trovano spazio i trattamenti primari che, previo corretto dimensionamento, hanno lo scopo di ridurre i componenti sedimentabili. Successivamente, a basse quote e per qualsiasi taglia dell'impianto appare più idoneo servirsi di tecniche naturali come la fitodepurazione o la dispersione nel terreno per sub-irrigazione, mentre all'aumentare della quota, a causa delle basse temperature, si rendono necessarie soluzioni impiantistiche più complesse quali filtri biologici o processi a membrana. Dall'analisi dei dati raccolti in 32 rifugi piemontesi, posti a differenti quote e con numero di posti letto variabile, emerge un largo utilizzo di degrassatori, di fosse Imhoff (82%) per quanto riguarda il trattamento primario ed infine la tendenza a scaricare nel terreno tramite pozzi perdenti (36%) e per sub-irrigazione (33%). Solamente due sono i casi di fitodepurazione e tre le soluzioni impiantistiche. Appare problematica la gestione dei fanghi: unicamente in tre casi vengono effettuati trattamenti. |
---|---|
Relatori: | Stefania Tamea, Silvia Fiore |
Anno accademico: | 2020/21 |
Tipo di pubblicazione: | Elettronica |
Numero di pagine: | 156 |
Soggetti: | |
Corso di laurea: | Corso di laurea magistrale in Ingegneria Per L'Ambiente E Il Territorio |
Classe di laurea: | Nuovo ordinamento > Laurea magistrale > LM-35 - INGEGNERIA PER L'AMBIENTE E IL TERRITORIO |
Aziende collaboratrici: | NON SPECIFICATO |
URI: | http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/16253 |
Modifica (riservato agli operatori) |