Valutazione dei volumi irrigui e dell’impronta idrica delle coltivazioni a scala globale = Evaluation of irrigation volumes and water footprint of crops on a global scale

L’agricoltura è il più grande consumatore di acqua al mondo e l’irrigazione rappresenta il 70% dei prelievi di acqua. La diminuzione delle precipitazioni dovuta al cambiamento climatico e le attuali abitudini di vita dell’uomo fanno sì che le riserve idriche diminuiscano in modo allarmante da creare una serie di problematiche complesse nella gestione di questa risorsa naturale e una difficoltà a soddisfare il fabbisogno idrico in tutti i settori, primo fra tutti l’agricoltura. Il fabbisogno idrico di una coltura coincide con l’evapotraspirazione effettiva e per soddisfarlo è necessario somministrare artificialmente una quantità di acqua con l’irrigazione come integrazione agli apporti naturali. Una scarsità di acqua alle coltivazioni può causare una diminuzione della produzione e della resa; si deve puntare a un migliore utilizzo di questa risorsa implementando una gestione più efficace dell’irrigazione, specifica per le diverse tipologie di colture e i diversi Paesi del mondo. Questa risorsa sempre più incerta sta cambiando sia nel tempo che nello spazio; nasce quindi la necessità di conoscere la condizione passata e attuale per poter provare a proiettare situazioni future e adottare misure adeguate atte a garantire la conservazione di questa risorsa per le prossime generazioni. La conoscenza dell’estensione dei terreni irrigati e dei volumi di acqua utilizzata è importante per la valutazione dell’uso e della gestione della risorsa acqua. Le principali variabili prese in considerazione, riguardanti l’irrigazione, sono state i valori volumetrici di prelievi di acqua destinata alle colture e i valori di superficie, irrigate e coltivate, riferiti a tutto il mondo. Si è voluto analizzare il problema secondo la sua variazione temporale, spaziale e la suddivisione per tipo di coltura. I dati di volumi irrigui non sono molto frequenti su scala globale e soprattutto riferiti alle diverse tipologie di colture, pertanto, si è ritenuto necessario applicare delle semplificazioni per poter ottenere delle stime di volume irriguo a livello di coltivazione. Un altro dato analizzato in questo studio riguarda l’impronta idrica blu (WFblue), che indica il volume di acqua dolce prelevato dai corpi idrici superficiali e dalle falde acquifere, utilizzato per l’irrigazione. Grazie all’integrazione di diverse banche dati, si è potuto creare un nuovo database dei volumi irrigui espressi in milioni di metri cubi per 255 Paesi del mondo riferito al periodo 1970-2016. Tramite il test t-Student si è studiato l’andamento delle serie temporali. Successivamente, ipotizzando lo stesso fabbisogno irriguo per 23 colture principali ricavate dal database di MIRCA2000, si è potuta stimare la quantità di acqua necessaria per l’irrigazione, tenendo conto dell’area irrigata o coltivata e del volume irriguo per un determinato Paese e per un anno specifico. Infine, partendo dal database delle impronte idriche unitarie di Hoekstra, riferito al periodo 1996-2005, si sono potuti calcolare i valori di impronta idrica blu per le 23 colture e per i diversi Paesi del mondo, considerando l’area irrigata o coltivata e la resa della coltivazione. Questi valori sono stati poi confrontati con i volumi irrigui calcolati precedentemente in modo da trarre alcune considerazioni riguardanti l’affidabilità dei dati e il problema della scarsità di acqua in diversi Paesi.