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La città abusiva nella città pubblica: Spazi occupati nel quartiere Laurentino di Roma = The unauthorized city in the public city: squatted spaces in Rome's Laurentino neighborhood

Dario Cangani

La città abusiva nella città pubblica: Spazi occupati nel quartiere Laurentino di Roma = The unauthorized city in the public city: squatted spaces in Rome's Laurentino neighborhood.

Rel. Angelo Sampieri. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Progetto Sostenibile, 2020

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Abstract:

Una città satellite, autosufficiente rispetto a Roma, un quartiere con morfologia e funzioni autonome, di conformazione unitaria, che viene strutturato secondo un asse viario principale, dove sorgono sei settori, quattro dei quali vengono organizzati in insulae, “vertebre” del quartiere che si ripetono secondo uno stesso schema architettonico. E’ il quartiere Laurentino dell’architetto Pietro Barucci, realizzato tra il 1976 ed il 1984 nella periferia Sud di Roma. Un’accentuata idea di degrado abitativo, dalla quale cerca faticosamente di liberarsi tutt’oggi, connota il quartiere sin dalle prime fasi costruttive. Infatti, prima del completamento effettivo del quartiere, in un momento in cui risultavano essere realizzati alcuni edifici ponte (di collegamento tra i due fronti del principale asse viario ed avente funzione di servizi ed attività commerciali), il Comune di Roma decise di trasferire negli stessi, un centinaio di famiglie che occupavano abusivamente l’Hotel Continental di fronte alla Stazione Roma Termini. Tale scelta segna l’inizio del conflitto tra la pubblica amministrazione e l’Istituto Autonomo Case Popolari, nessuno dei quali volle farsi carico della gestione dei locali costruiti e di organizzare i servizi, addebitando all’ altro le mansioni e gli oneri relativi. Così molte decine di migliaia di metri cubi realizzati con destinazione a servizi primari sono stati lasciati in abbandono, poi depredati o vandalizzati, infine occupati abusivamente. Tali problemi sono oggi principalmente concentrati nel settore nord ovest del quartiere, dove gli edifici ponte, qui ancora occupati abusivamente, hanno ormai consolidato il loro assetto, definendo una sequenza di spazi ad uso privato e collettivo che è difficile immaginare di poter modificare. Essi fanno parte di un quartiere di edilizia pubblica, pur rispondendo a logiche e regole diverse, auto prodotte, in parte private, in parte comunitarie. Il contributo si propone di indagare forme e modi di abitare queste ambigue centralità della città pubblica del secondo Novecento e considerando l’occupazione abusive come una realtà di difficile estirpazione nel quartiere, propone uno scenario che possa regolarizzare tale realtà, anche in ottica di sostegno ed assistenza.

Relatori: Angelo Sampieri
Anno accademico: 2019/20
Tipo di pubblicazione: Elettronica
Numero di pagine: 116
Soggetti:
Corso di laurea: Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Progetto Sostenibile
Classe di laurea: Nuovo ordinamento > Laurea magistrale > LM-04 - ARCHITETTURA E INGEGNERIA EDILE-ARCHITETTURA
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/13606
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