polito.it
Politecnico di Torino (logo)

Carattere e pittoresco in architettura

Ivo Montaldo

Carattere e pittoresco in architettura.

Rel. Marco Trisciuoglio. Politecnico di Torino, Corso di laurea in Architettura, 2007

Abstract:

Idee ispiratrici

I nostri anni sembrano registrare il ritomo all'idea di carattere, una ricomparsa che

pare trovare nuova linfa vitale, tanto che G. GRASSI ( // carattere degli edifici, in

"Casabella", n. 722/2004 (pp. 4-15), Milano) affronta l'argomento alla lezione

inaugurale dell'Anno Accademico presso la Facoltà di Architettura civile del

Politecnico di Milano. In questo passo interessante, da cui prende il via il presente

lavoro, si fa riferimento a L. SEMERANI {Dizionario critico illustrato delle voci più

utili all'architettura, C.E.L.L, Faenza 1993), grazie al quale si può avere un'altra idea

contemporanea per il termine carattere. Qui, l'idea stessa, è inserita in una più ampia

trattazione, posta all'intemo di un dizionario moderno degli idiomi architettonici.

Nello stesso filone si può annoverare il prezioso contributo di A. FORTY (Words and

Building: A Vocabulary of Modern Architecture, Thames & Hudson, London 2000)

che, nella stessa ottica di Semerani, affronta sotto forma di raccolta di vocaboli

architettonici lo stesso argomento, rimpolpandolo però con un percorso storico che va

alle radici dell'idea di carattere. Grazie a tale testo, con il quale Forty fornisce il suo

punto di vista, si può comprendere come il carattere abbia origini già nel primo

Settecento, secolo in cui si registra il formarsi e il fiorire anche dell'idea di pittoresco,

la quale andrà a intrecciarsi evidentemente con l'idea ispiratrice del presente lavoro.

Tale intreccio di idee vede un Settecento architettonico ricco di teorie, tutte sfocianti

in una miriade di trattati, di saggi e di dizionari; a tal proposito, M. TRISCIUOGLIO (//

muratore e il latino. Introduzione alla teoria dell'architettura, Celid, Torino 2000)

introduce alla teoria architettonica stessa, attraverso quelli che sono, appunto, gli

strumenti del discorso architettonico. In tale testo si possono conoscere alcune delle

ragioni e degli autori che tanto hanno infiammato il dibattito del XVIII secolo.

Si evince, allora, che più dei manufatti si tratta di parole, di pensieri, di emozioni, di

idee che hanno origine nei termini architettonici, quindi V. UGO (Architectura ad

vocem... Verso un glossario dei termini di architettura, Guerini Studio, Milano 1996)

approfondisce questa concezione di architettura "parlata", o se si vuole, scritta.

In questa dirczione esistono testi che si occupano esclusivamente della teoria

architettonica, come per il Settecento si possono trovare A. GAMBUTI (// dibattito

sull'architettura nel Settecento europeo. Alinea editrice, Firenze 1981), L. PATETTA

(Storia dell'architettura. Antologia critica, Etaslibri, Milano 1991) e E. KAUFFMANN

con il suo Architecture in thè Age of Reason, Baroque and Post-Baroque in England,

Italy and Franco (1955), tr. it. a cura di R. Pedio, L'architettura dell'Illuminismo,

Giulio Einaudi editore, Torino 1966), i quali in linea generale esplicano quali fossero i

cambiamenti concettuali allora in atto.

Per poter portare a termine il percorso, però, è utile anche conoscerne i successivi

sviluppi, ossia se tali idee abbiano davvero condotto all'architettura moderna o se tale

periodo è rimasto fine a se stesso; quindi si possono indagare le teorie ottocentesche

rintracciabili nelle opere di R. MIDDLETON, D. WATKIN {Architettura

dell'Ottocento, Electa, Milano 1980), H.-R. HITCHCOOK (Architecture: Nineteenth

and Twentieth Centuries, Yale University Press, London 1958), H.-W. KRUFT

(Geschichte der Archutekturtheorie von der Antike bis zur Gegenwart (1985), tr. it. a

cura di M. Testi-Croce, Storia delle teorie architettoniche dall'Ottocento a oggi,

Laterza, Bari 1987) e quelle novecentesche analizzate da M. P. ARRED (Caratteri

dell'architettura del '900, Lanna Editore, Roma 1994) e da W. J. R. CURTIS

(L'architettura moderna del Novecento, Bruno Mondatori, Milano 1999).

Idee di carattere

Per scoprire più a fondo l'idea di carattere è utile partire da testi di ampio respiro, così

come viene affrontata da W. SZAMBIEN nel suo Symétrie, Goùt, Caractère. Théorie et

terminologie de l'architecture a l'ago classique, 1550-1800, Picard, Paris 1986 e, per la

corrispondente idea in Inghilterra, C. ROWE (Thè mathematics of thè ideai villa and

other essays (1955), tr. it. a cura di P. Berdini, La matematica della villa ideale e altri

scritti, Zanichelli, Bologna 1990). Soprattutto Szambien fa emergere una tradizioni di

autori francesi settecenteschi, dai quali nasce il concetto stesso di carattere, come J.-F.

BLONDEL (Encyclopédie, ou Dictionnaire raisonné des Sciences, des arts et métiers,

par une société de gens de lettres (1751-1765), tr. it. a cura di M. Modica, L'estetica

dell'Encyclopédie, Editori Riuniti, Roma 1968), A. C. QUATRÈMERE DE QUINCY

(Dizionario storico di architettura. Le voci teoriche (a cura di V. Farinati e G. Teyssot),

Marsilio, Venezia 1985) e E. VIOLLET-LE-DUC (L'architettura ragionata. Estratti

dal Dizionario (a cura di M. A. Grippa), Jaca Book, Milano 1981).

Idee di pittoresco

L'altro cardine della presente ricerca, l'idea di pittoresco, viene ampiamente trattato

da T. GALVANO (Viaggio nel Pittoresco. Il giardino inglese tra arte e natura,

Donzelli, Roma 1996), J. DIXON HUNT {Gardens and thè Picturesque. Studies in thè

History of Landscape Architecture, Thè MIT Press, London 1992), R. MILANI (//

Pittoresco. L'evoluzione del Gusto tra classico e romantico, Laterza, Roma-Bari 1996)

e D. WATKIN con Thè English Vision. Thè Picturesque in Architecture, Lanscape and

Garden Design, John Murray, London 1982. Inoltre, M. BARIDON (Les Jardins.

Paysagistes-Jardiniers-Poètes, Editions Robert Laffont, Paris 1998) approfondisce tale

idea tramite I personaggi che tanto l'hanno resa celebre e viva.

Incroci di idee

II periodo qui analizzato, quello che va dal 1753 al 1851, non risulta però solamente

incardinato sui concetti di carattere e di pittoresco, infatti queste due idee si

inseriscono in un filone delle teorie architettoniche ben più ampio, basato ora

sull'imitazione, analizzata da G. PIGAFETTA (Architettura dell'imitazione. Teoria

dell 'arte e architettura fra XV e XX secolo. Alinea editrice, Firenze 2005), ora sulla

concezione puramente estetica, ben descritta nei testi di E. FRANZINI (L'estetica del

Settecento, il Mulino, Bologna 1995) e di R. MASIERO (Estetica dell'architettura, il

Mulino, Bologna 1999); oppure, sempre in linea generale, è utile il lavoro di J.

STAROBINSKY (L'invention de la liberto (1964), tr. it. La scoperta della libertà,

Skira-Fabbri, Genève 1965), ottimo compendio per meglio comprendere in quale

dirczione si muovessero le idee architettoniche settecentesche.

Una citazione a parte è rappresentata dal testo di J. RYKWERT {Thè first Moderns

(1980), tr. it. I Primi moderni. Edizioni Comunità, Milano 1986), il quale descrive i

protagonisti effettivamente autori del distacco dalle teorie di base della tradizione

architettonica.

Le idee degli attori

Analizzate tutte le linee guida e quelle a cui esse fanno riferimento, vale a dire il

carattere, il pittoresco, la visione emotiva e quella formale, è utile comprendere come

queste si siano mescolate e siano andate a creare il corpus di molti scritti i cui autori

rappresentano l'ossatura del presente lavoro.

A partire dal 1753 troviamo M.-A. LAUGIER (Essai sur l'Architecture (1755), tr. it.

a cura di V. Ugo, Saggio sull'architettura, Aesthetica, Palermo 1987), con il quale si

verifica un primo, seppur non palesemente voluto, distacco dalle teorie della tradizione

architettonica. L'approfondimento è affidato a W. HERRMANN (Laugier and eighteen

Century French Theory, A. Zwemmer LTD, London 1962) e, soprattutto, a V. UGO ((a

cura di), Laugier e la dimensione teorica dell'architettura. Edizioni Dedalo, Bari

1990), in virtù del quale si può scoprire la vera importanza della concezione di Laugier,

qui assunto quale capostipite di un pensiero lungo un secolo.

L'apporto italiano ci è offerto da G.B. PIRANESI con il suo Parere sull'architettura

(1765) (a cura di S. Raffone, Clean, Napoli 1993), contributo eccellente per quantità di

immagini e parole efficaci. A sostegno di tali idee vi è la raccolta di L. FICACCI

(Piranesi. Catalogo completo delle acqueforti, Taschen, Colonia 2000) e il particolare

testo di M. TAFURI (La sfora o il labirinto. Avanguardie e architettura da Piranesi

agli anni '70, Einaudi, Torino 1980), comunque utile per comprendere l'estremismo

teorico e la curiosità che ancora oggi Piranesi suscita. Oltre ai testi citati, non si può

non conoscereuna grande opera di Piranesi, ossia Della Magnificenza ed Architettura

de' Romani (1761). Un lavoro che descrive la commistione di idee, ovvero tra parole,

disegni e teorie è quello di G. CONTESSI (Scritture disegnate. Arte, architettura e

didattica da Piranesi a Ruskin, Edizioni Dedalo, Bari 2000), dove l'autore, già con il

solo titolo, esprime quello che è il concetto teorico fondamentale da Piranesi in avanti.

Un curioso ma utilissimo manifesto del pittoresco è rappresentato da R.L. DE

GIRARDIN con De la Composition des paysages ou des moyens d'embellir la nature

autour des habitations, en joignant l'agréable a l'utile (1777) (Editions du Champ

urbain, Paris 1979), dal quale si evince come il Landscape Gardening e l'idea di

carattere si siano fusi nell'Inghilterra del Settecento e dell?0ttocento. A parlare del

personaggio è M.H. CONAN (René-Louis de Girardin, in Postface, Paris 1979), sorta

di indagine sull'opera del marchese e della sua passione messa a disposizione di

Ermenonville. Per lo stesso autore, per approfondirne lo slancio emotivo, è necessario

citare J.J. ROUSSEAU con la Nouvelle Héloìse (1761), non solo per essere stato ospite

della tenuta e per aver trovato lì l'ispirazione, ma anche per l'influenza che questi ha

prodotto nei confronti di De Girardin per la strutturazione del suo manuale.

Un'altra teoria francese è rappresentata da C.-N. LEDOUX con L'architecture

considérée sous le rapport de l'art, des mceurs et de la legislation (1804), il quale,

seppur in un'ottica più riformatrice, fa del carattere e dei sentimenti personali le basi

della sua concezione architettonica. Accostato da E. KAUFMANN (Three

Revolutionary Architects, Boullée, Ledoux and Lequeu, Thè American Philophical

Society, Philadelphia 1952) agli architetti rivoluzionari di un'architettura "parlante",

sembra lecito citare M. POGACNIK (Sulla nozione di spazio in Claude-Nicolas

Ledoux, in Annali di architettura, n°16, Vicenza 2004), se non altro per meglio

percepire la logica ledouxiana in termini di creazioni e visioni architettoniche.

Il punto più alto per l'idea di pittoresco, e forse la fine del correlato Landscape

Gardening emozionale, è rappresentato da H. REPTON con il suo Observation on thè

theory and practice of landscape gardening (1803) (Phaidon Press, Oxford 1980),

personaggio tenace e a volte discusso, tuttavia estremamente prolifico. Dell'autore

troviamo, oltre ai Red Books, opere come Sketches and Hints on Landscape Gardening

(1794) e Theory and Practice of Landscape Gardening (1840); la descrizione delle

teorie di Repton emerge dai lavori di S. DANIELS (Humphry Repton: landscape

gardening and thè geography ofGeorgian England, Yale University Press, New Haven

& London 1999) e di J. C. LOUDON (Thè Landscape Gardening and Landscape

Architecture ofthe late Humphry Repton, Esq. (1840), Gregg, Farnborough 1969) che

delineano la visione del paesaggista inglese.

Un diverso apporto teorico anglosassone ci è dato da J. RUSKIN con Thè Stones of

Venice (1893) (tr. it. a cura di J. D. Rosemberg, Le pietre di Venezia, Rizzoli, Milano

1987), il cui goticismo, però, ben si sposa con la costruzione delle dimore inglesi in

ambito paesaggistico. Le opere Thè Seven Lamps of Architecture (1849) e Thè Works of

John Ruskin ( a cura di E.T. COOK-A. WEDDERBURN, G. Allen, London 1903-

1912) mettono ulteriormente in luce la visione di Ruskin. Un viaggio all'interno del

pensiero ruskiniano ci è offerto da G. LEONI (a cura di) con Opere (Laterza, Roma-

Bari 1987), attraverso le migliori immagini e le parole più efficaci. Accostato a Ruskin,

A. WELBY PUGIN con Contrasts or a Parallel Between thè Noble Edifices of thè

Fourteenth and Fifteenth Centuries, and Similar Buildings ofthe Present Day; shemng

thè Present Decay of Toste: Accompanied by appropriate Text (1836) (tr. it. a cura di

C. Acidini, Contrasti: ovvero un confronto tra i nobili edifici dei secoli XIV e XV secolo

e i corrispondenti edifico di oggi, che dimostrano la decadenza del gusto odierno,

Uniedit, Firenze 1978) e con Thè True Principles ofPointed or Christian Architecture

(1841), chiarisce le idee architettoniche che si ispirano al gotico. Ulteriore supporto è

rappresentato da B. FERREY (Recollections ofPugin, Thè Scolar Press, London 1978);

inoltre L. PALETTA (L'architettura dell'Eclettismo, fonti, teorie, modelli, 1750-1900,

Mazzetta, Milano 1975) rinfocola, tramite ulteriori elementi, la teoria architettonica in

questione.

Il canovaccio è completato, con il ritorno al funzionalismo, da G. SEMPER (Die vier

Elemento der Baukunst. Ein Beitrag zur vergleichenden Baukunde (1851), tr. it. a cura

di D. Rescaldani, / quattro elementi dell'architettura, Jaca Book, Milano 1991).

Semper, prolifico in termini di idee, sembra chiudere il ciclo con Der Stil in den

technischen und tektonischen kùnsten der praktische Àsthetik. Ein Handbuch fur

Techniker, Kùnstler und Kunstfreunde (1853) (ed. it. a cura di A.R. Burelli, C. Cresti,

B. Gravagnuolo, F. Tentori, Lo stile nelle arti tecniche e tettoniche o estetica pratica.

Manuale per tecnici, artisti e amatori, Laterza, Roma-Bari 1992), un'opera immensa e

di grande interesse pratico. Sull'autore tedesco compaiono molti scritti, necessari per

conoscerne le concezioni e le teorie, come quelli di M. FRASCATI (Semper e le trame

dell'architettura, in "Casabella", n. 579/1991, Milano), W. HERRMANN (Gottfried

Semper in Exil. Paris, London 1849 bis 1855. Zur Entwickiungsgeschichte des "Stil"

1840 bis 1877 (1978), tr. it. a cura di C. Cossio-E. Gottardo, Gottfried Semper.

Architettura e teoria, Electa, Milano 1990) e H. QUITZSCH (Die àstehetischen

Auschauungen Gottfried Sempers (1962), tr. it. a cura di D. Rescaldoni, La visione

estetica di Semper, Jaca Book, Milano 1990).

Idee fìlosofìche

La conclusione, a differenza della prefazione, riporta alcuni aforismi e alcune

concezioni sulla teoria scientifica di K. POPPER con Logica della scoperta scientifica

(Einaudi, Torino 1970) e Verità, razionalità e accrescersi della conoscenza scientifica

(in Congetture e confutazioni. II Mulino, Bologna 1969).

Idee antologiche

Per l'antologia si sono riportati alla lettera alcuni passi fondamentali tratti dagli scritti

principali di ogni autore, al fine di far ulteriormente rivivere i personaggi che hanno

"parlato" in tutto il presente lavoro. Ai titoli già riportati è utile aggiungere, per

completare in modo esaustivo l'antologia, la raccolta di J.P. LE DANTEC (Jardins et

Paysages. Textes essentieis, Larousse, Paris 1996).

Relatori: Marco Trisciuoglio
Tipo di pubblicazione: A stampa
Soggetti: A Architettura > AO Progettazione
T Tecnica e tecnologia delle costruzioni > TE Tecnologia dei materiali
A Architettura > AB Architettura degli interni
Corso di laurea: Corso di laurea in Architettura
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/1043
Capitoli:

INDICE

Prefazione

Gli alberi di Laugier

I. Le tracce de\VEssai

II. L'inizio di tutto

III. Le chiese invisibili

IV. Esempi mancanti: le città

IV.i. Gli ingressi

IV.2. Le strade

IV.3. Il decoro

V. I giardini

VI. Un'aggiunta evasiva

I "cammini" di Piranesi

I. I tratti dell'opera piranesiana

II. Per cominciare...

III. L'eccezione dissimula la regola

IV. Frammenti di città

V. Contro natura

VI. Aspirazione all'inedito

I giardini di Ermenonville

I. Una storia diversa

II. I prestiti del marchese

III. L'apporto di Rousseau

IV. Curiosità

V. Contenuti politici o di parte?

VI. Un'arte raccomandabile

VII. Il pittoresco e il carattere come salvezza

Le sfere di Ledoux

I. Il cammino vorticoso di Ledoux

II. A colpo d'occhio

III. La città che funziona

IV. La ricerca dell'insolito

V. Un po' di sentimentalismo

I taccuini di Repton

I. Il mercante che stupisce

II. Repton il moderato

III. La dozzina della felicità

IV. Mestiere e teoria: binomio inscuidibile

Le lampade di Ruskin

I. Il disegno di Ruskin

II. Pugin? Chi era costui?

III. Commenti, non affermazioni

IV. Al di là di ogni immaginazione

V. La mano di Dio

VI. Meglio il gotico

II tappeto di Semper

I. Gli stadi dello sviluppo di Semper

II. Tra il vecchio e il nuovo

III. Tendenze cosmopolite

IV. Una certa regolarità

V. Nuove forme... funzionali

VI. La trama del tessuto

VII. La capanna primitiva

Conclusione

Antologia

Raccolta di immagini

Bibliografìa

Bibliografia:

La bibliografia non è presente

Modifica (riservato agli operatori) Modifica (riservato agli operatori)