Alberto Parola, Riccardo Rosso
La fabbrica dei vetri di Chiusa e di Torino: storia di una famiglia e di un distretto industriale ottocentesco.
Rel. Laura Palmucci. Politecnico di Torino, Corso di laurea in Architettura, 2007
Abstract: |
La presente tesi esamina, in una prima parte, il passaggio di una grande impresa di industriale di Stato, la Regia fabbrica dei Vetri e dei Cristalli, da Torino a Chiusa Pesio, avvenuta alla metà del XVIII secolo, con indicazioni sui motivi di tale scelta e con l'individuazione dei mutamenti apportati da tale localizzazione all'interno dell'abitato di Chiusa. Nella seconda parte viene trattato in modo più dettagliato il modificarsi dell'assetto fisico e organizzativo nella cittadina di Chiusa Pesio e, nella terza ed ultima parte, si è esaminato ciò che è l'architettura vera e propria della fabbrica, con l'aiuto di una documentazione in parte inedita, reperita da fonti recentemente donate al museo di Chiusa Pesio dall'ultimo discendente dei precedenti proprietari, dottor Mario Beria. La ricerca da noi effettuata è partita dalla rivisitazione di materiale di vario genere, come un primo studio di Augusto Cavallari Murat sulla vetreria (1942), alcune tesi di laurea, quali quelle di Arnaldo Morino (a.a. 1979-80) e di Eva Busca (a.a. 1998-99) , e ancora, articoli vari sia di Laura Palmucci Quaglino, sia di pubblicazioni disparate, redatte da studiosi locali come Roberto Albanese, Adriana Boidi Sassone. Ma il materiale più utile è stato quello reperito presso il "Museo della Regia Cristalleria e delle Ceramiche della Chiusa", istituito a Chiusa Pesio dal 2003 come riconoscimento dell'importanza della fabbrica dei Vetri e dei Cristalli, contenente materiale ancora inedito sotto forma di planimetrie e testi originari dell'epoca, donati al Museo da collezionisti e, come già detto, dall'erede della famiglia degli ultimi proprietari, e in ultimo, ma non per importanza, dallo studio del materiale custodito presso il Comune e l'Associazione "Chiusa Antica". Siamo partiti considerando il motivo dello spostamento di una fabbrica così importante per Torino a Chiusa nel 1759; dalla capitale dello Stato nella quale era stata aperta l'impresa nel 1694 con alterne vicende ad un centro a prevalenza artigianale ed agricolo ai piedi delle montagne, in una zona non ben collegata da percorsi viari da e verso le grandi città. Uno spostamento dovuto essenzialmente alla necessità di reperire legname, come fonte sostenitrice della produzione senza impoverire troppo i centri urbani di tale risorsa, con inevitabile innalzamento del prezzo del materiale, utilizzato sia come fonte per il funzionamento delle industrie, che per il riscaldamento e la vita domestica, ma anche dalla necessità di avviare una lavorazione che si presentava difficile nella collocazione urbana torinese, sulla via di Po ormai entrata con secondo ampliamento (1670) nel circuito della città, quella delle lastre "grandi" per finestre e specchi. Siamo passati a considerare quello che era il comune di Chiusa Pesio prima e dopo il grande momento, ovvero il 1759, quando la Fabbrica venne trasferita, confrontando l'assetto dell'abitato a fine Settecento (da una planimetria ottocentesca del concentrico di Chiusa custodita presso il Museo di Chiusa Pesio) con l'assetto successivo (una planimetria del 1904 custodita presso il Catasto di Cuneo). Dal confronto è emersa una sostanziale stasi edilizia, ma una notevole mutazione nell'assetto viario causato dalla necessità dei trasporti, sia dei materiali usati nella lavorazione (sabbia, frammenti di vetro, silice, ) sia dei prodotti finiti. La lettura del catasto ottocentesco ci ha permesso altresì di rilevare in Chiusa una discreta presenza di piccole manifatture che si giovavano della forza dell'acqua e della presenza di combustibile ligneo, quali forge, martinetti, fabbriche da stoviglie e di pasta, distribuite lungo canali derivati dal corso principale, il torrente Pesio, scorrenti sia ai limiti del concentrico che all'interno del paese: dalla "statistica delle manifatture" risulta la presenza di mulini (circa 20 nell'intero territorio, da citare quelli delle famiglie Garello, Baudino e Carle), di forge ( una è quella della famiglia Pepino) e di martinetti, di fabbriche di pasta e stoviglie (dalla "statistica delle manifatture" del 1822 ne risultavano 14 di queste ultime, delle quali da citare quelle delle famiglie Baudena, Corso e Gastaldi, mentre dal 1870 è citata come la più importante quella dei fratelli Gabutti); queste ultime distribuite all'interno del centro urbano, forse per assicurare un maggior utilizzo da parte degli abitanti. Ma soprattutto emerge la diffusione di un "distretto della cermica" che unisce Chiusa a Mondovì con le sue otto fabbriche di "stoviglie comuni" dotate di 8 forni ad una bocca, (tra le più famose quelle del Besio cavalier Giuseppe, Mario cavalier Magliano e Musso cavalier Alessandro) richiamate in un documento del 1858, insieme alle due fabbriche di Mondovì di maiolica bianca dotate di due forni, che, insieme alle due fabbriche di terraglie o stoviglie, delineano e qualificano dal punto di vista industriale il Piemonte meridionale tra Ottocento e Novecento. Su questa polverizzazione di imprese emerge invece il grande complesso industriale della fabbrica dei Vetri e Cristalli, con il suo assetto imponente, caratterizzato da un fabbricato elevato, posto sulla sommità del paese con fornaci, depositi, abitazioni per gli operai e la casa per il direttore a cui è annesso il parco verso la collina del Mombrisone. La vita della Real fabbrica dei Vetri e Cristalli fu relativamente breve: passata dalle Regie finanze a privati alla fine del Settecento, divenne proprietà della famiglia Avena con la Restaurazione che, con Giovanni Maria Avena, direttore e socio di maggiornaza fino dal 1797, apportò notevoli migliorie, anche nel Comune di Chiusa, istituendo un asilo, costruendo un piccolo villino per la caccia e prendendo in gestione per alcuni anni il complesso termale della Certosa di Pesio, organizzandovi uno stabilimento termale per i ceti abbienti del circondario. Rispetto alla struttura del territorio, la presenza della Real Fabbrica di Vetri e Cristalli, influì col tracciamento di nuove strade per rendere più comodi i contatti col Savonese e Altare, sia per l'importazione delle materie prime che per l'esportazione dei manufatti; si ridisegnarono la direttirce viaria tra Cuneo e l'alta Val Pesio e il corso d'acqua della Bealera Prata, ancor oggi visibile. Esso era stato studiato e progettato per portate dal torrente Pesio alla fabbrica, fino all'interno del recinto dove erano presenti le fornaci, il legno da usare nei forni. A Torino invece, dove rimase un magazzino, una fornace per gli oggetti piccoli e per le lastre di piccole dimensioni con un deposito per il materiale prodotto a Chiusa Pesio, la fabbrica venne trasferita dalla via Po ad altri edifici oltre Po già nel Settecento e, infine, sul bastione di sant'Antonio. Col primo Ottocento, quando la ditta raggiunse il massimo sviluppo, venne ridisegnato l'edificio dove si attuava la vendita dei prodotti della fabbrica di Chiusa Pesio, su disegno di Benedetto Brunati, nel 1832 (spazio oggi occupato dalla Biblioteca della facoltà di lettere in un elegante disegno neoclassicheggiante). Interessante notare che all'interno del negozio è ancora presente l'insegna lignea originaria della Real fabbrica dei Vetri e Cristalli, riportante la grand'arma del Re di Sardegna, che figura su un lato dell'insegna, potendosi fregiare di tale onoreficenza proprio in quanto la fabbrica era regia. |
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Relatori: | Laura Palmucci |
Tipo di pubblicazione: | A stampa |
Numero di pagine: | 125 |
Soggetti: | G Geografia, Antropologia e Luoghi geografici > GG Piemonte A Architettura > AK Edifici e attrezzature per l'industria |
Corso di laurea: | Corso di laurea in Architettura |
Classe di laurea: | NON SPECIFICATO |
Aziende collaboratrici: | NON SPECIFICATO |
URI: | http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/1034 |
Capitoli: | Pag. Premessa 3
Parte Prima Da Torino a Chiusa Pesio
1.1. Da Torino a Chiusa Pesio .. .10 1.2. La scelta di Chiusa Pesio .. . .18 1.3. La formazione della Società Reale e la struttura societaria ....................22 1.4. L'appalto .. ...............27 1.5. Il periodo napoleonico:la fabbrica di Torino trasferita ...35 1.6. Dal 1810: l'alienation des biens nationaux. Saroldi proprietario ...40 1.7. Giovanni Maria Avena e Giuseppe Avena: il magazzino di Torino ...41 1.8. La Restaurazione .47 1.9. Carolina Suaut-Avena .51 1.10. Le opere di Giuseppe Avena ...................53 1.10.1. L'asilo infantile Avena ....53 1.10.2. La palazzina di caccia di Mombrisone ....54 1.10.3. La Certosa trasformata in stabilimento idrotermale ....56 1.11. La fortuna e la presenza alle esposizioni .64
Parte Seconda IL CONTESTO
1.1. La vetreria e il suo rapporto urbanistico, economico e sociale con Chiusa Pesio: scenario demografico ed economico della Chiusa a metà Settecento .68 1.2. Le fabbriche di ceramica e di stoviglie a Chiusa e nel monregalese nei secoli XVIII e XIX 85 1.2.1. In Antico Regime .86 1.2.3. Dopo la Restaurazione .. ..88 1.3. L'abitato di Chiusa e la vetreria: i mutamenti della viabilità .. ..108
Parte Terza L'ARCHITETTURA
1.1. Le fasi della progettazione e della costruzione .113 1.2. La descrizione della fabbrica 117
Bibliografia 123
Archivi ...127 |
Bibliografia: | Abrate Mario, L'industria piemontese: 1870-1970: un secolo di sviluppo, Mediocredito piemontese, Torino, 1978, pp. 15-17. Albanese Roberto e Guiddo Monica, La Regia Fabbrica de' cristalli e vetri: di Chiusa e Torino ( 1759-1853) , Comune di Chiusa di Pesio, 2004. Albanese Roberto, Storia di una famiglia: i Suaut-Avena, in Opere del fuoco , Associazione Chiusa Antica di Pesio-Cuneo, 2004, pp.120-123. Albanese Roberto, La trasformazione del complesso architettonico della Certosa di Pesio da convento a stabilimento idropatico, in Chiusa Antica, periodico di informazione culturale,n. 1, anno 2002, cuneo. Annuaire statistique du département de la Stura pour l'an 1806, rédigé sur l'invitation de M.r P. Arborio, de la légion d'honneur, Cuneo, 1806. Annuaire statistique du département de la Stura pour l'an 1809, fesant suite à celui de 1806, rédigé sur l'invitation de M. 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ARCHIVI
Archivio Beria Mario, Chiusa Pesio, cartella blu n°VII. Atti ufficiali della Seconda Esposizione agraria, industriale, artistica della Provincia di Cuneo in Saluzzo 1874, Saluzzo, 1875, pp. 48-49, 150, Catalogo dei prodotti e dell'industria, Catalogo dei prodotti dell'industria de' R. Stati ammessi alla seconda triennale pubblica esposizione dell'anno 1832 nelle sale del R. Castello del Valentino e degli oggetti di belle arti che ne accrescono l'ornamento, Torino, 1832. Catalogo dei prodotti e dell'industria, Catalogo dei prodotti dell'industria de' R. Stati ammessi alla pubblica esposizione dell'anno 1844 nelle sale del R. Castello del Valentino e degli oggetti di belle arti che ne accrescono l'ornamento, Torino, 1844. Catalogo dei prodotti e dell'industria, Catalogo dei prodotti dell'industria de' R. Stati ammessi alla quinta pubblica esposizione dell'anno 1850 nelle sale del R. Castello del Valentino e degli oggetti di belle arti che ne accrescono l'ornamento, Torino, 1850. Documenti a firma Piccono di Santa Brigida, Istruzioni sulli materiali e sui lavori da farsi negli anni 1763-1764, A.S.To, , sez. Riunite, I^ archiviazione, Finanze (Commercio e manifatture), mazzo III, n°2. Lettere Patenti 23 luglio 1759 in, A.S.To, sez. Riunite, I^ archiviazione, Finanze (Commercio e manifatture), mazzo II, n°12. Lettera 25 maggio 1763 in, A.S.To, sez. Riunite, I^ archiviazione, Finanze (Commercio e manifatture), mazzo II, n°19. Lettera 10 settembre 1759 in, A.S.To, sez. Riunite, I^ archiviazione, Finanze (Commercio e manifatture), mazzo III, n°1. Parere del Congresso col quale si propongono i mezzi di promuovere lo sviluppo ed il funzionamento della fabbrica di Vetri in Piemonte, e di oviare al seguito deperimento di esse per l'ingordigia di guadagno degli impresari che ne ebbero l'esercizio ed altre accuse in esso indicate, conservato all'A.S.To, Sez. I^, Commercio, cat.4, Vetri, mazzo 18, n°8. Preventivo di spesa compilato dall'Architetto Giò Batta Ferroggio, accluso ad una lettera in data 14 giugno 1764 al notaio Valle da parte del marchese Solaro della Chiusa, in A.S.To, , sez. Riunite, I^ archiviazione, Finanze (Commercio e manifatture), mazzo III, n°2. Regie Lettere Patenti colle quali si prescrive il traslocamento ( di gran parte della fabbrica dei vetri esistente in Torino) nel luogo di Chiusa, 23 luglio 1759 in "Allegati" a La Regia Fabbrica de' cristalli e vetri: di Chiusa e Torino (1759).
Sono stati consultati documenti conservati in: Archivio di Stato - Sezioni Riunite - Torino Archivio di Stato di Torino Archivio Storico di Torino Archivio di Stato di Cuneo Archivio Storico di Cuneo - Dipartimento dello Stura Archivio Comunale di Chiusa Pesio Archivio privato di casa Beria - depositaria associazione Chiusa Antica - Chiusa Pesio Archivio del Museo della Regia Cristalleria e delle Ceramiche della Chiusa, Chiusa Pesio Archivio dell'agenzia del Territorio, Cuneo Biblioteca Reale di Torino Biblioteca Civica di Cuneo |
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