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La città di Asti nel terzo millennio: punti di forza e criticità

Elena Tiraboschi

La città di Asti nel terzo millennio: punti di forza e criticità.

Rel. Fabio Minucci. Politecnico di Torino, Corso di laurea in Architettura, 2006

Abstract:

Introduzione

1.1 La questione delle città all'inizio del terzo millennio

Nel corso degli ultimi anni la questione delle città è tornata al centro dell'attenzione delle politiche nazionali, mentre è possibile riconoscere una nuova vitalità progettuale che investe non solo la città fìsica, ma soprattutto il campo delle strategie e delle politiche per lo sviluppo urbano.

È evidente non solo la ripresa di interessanti processi di costruzione della città e di riqualificazione delle sue diverse parti, ma soprattutto l'avvio di diversi percorsi di sperimentazione di nuove pratiche di intervento e di programmazione che stanno sostanzialmente cambiando modalità e contenuti dell'azione pianificatoria sulla città e sul territorio. Una fase indubbiamente in evoluzione e di incerte prospettive, con momenti di altalenante tensione progettuale e realizzativa, ma sicuramente una fase differente rispetto al più recente passato. Ad una stagione segnata da difficoltà tecniche e normative nella definizione degli assetti insediativi e nel controllo dei processi di trasformazione urbana e ad un periodo di evidente crisi di efficacia delle politiche urbane, segue oggi in molte città un diverso dinamismo nella stesura e realizzazione di programmi di riqualificazione urbana, nella formulazione di proposte di rilancio politico ed economico delle città, di definizione formale e politica di progetti urbanistici, che in molti casi risultano non solo di nuova concezione, ma soprattutto arricchiti delle più recenti istanze di carattere partecipativo, ecologico e sostenibile.

A questo processo si accompagna una ormai radicata presa d'atto della profonda trasformazione dei processi di accrescimento urbano, contraddistinti da un costante rallentamento dei processi demografici e da una trasformazione delle funzioni e delle forme insediative - tra processi di dispersione e di urbanizzazione diffusa e rafforzamento dei centri di minore dimensione - che si traducono in nuove gerarchie spaziali ed in nuove relazioni territoriali: un ulteriore fattore che spinge a cambiare anche i tradizionali rapporti d'interazione tra le città e le regioni, in un clima di relativa competizione territoriale, stimolando nuove forme "protagonismo" istituzionale. Per quanto ormai da tempo si fosse riconosciuto il profondo cambiamento delle dinamiche dello sviluppo urbano, è solo negli anni più recenti, a fronte della crescente autonomia dei governi locali, che si sono prodotte modifiche significative nelle politiche di intervento urbano. «È sicuramente possibile riconoscere tra i motori di questo cambiamento il dinamismo mostrato da alcune Regioni nella promozione di una nuova stagione normativa nel settore dell'urbanistica e della pianificazione territoriale che ha prodotto procedure e strumenti di intervento diversi e più innovativi per garantire una risposta più adeguata alle nuove esigenze di sviluppo e crescita della città e del territorio. Un processo che si traduce in un'interessante fase di sperimentazione di nuove forme di intervento, in parte sollecitate da direttive ed indicazioni dell'Unione Europea, in parte dettate dalla necessità di rivedere in chiave ecologia e sostenibile le tradizionali azioni di trasformazione della città e del territorio. Forti stimoli provengono anche da nuove iniziative ministeriali che, a partire dagli anni '90, hanno promosso non solo nuovi incentivi finanziari, quanto l'introduzione di nuove pratiche di pianificazione e soprattutto di nuovi strumenti di intervento urbanistico che - dai Programmi integrati di recupero ai Programmi di riqualificazione urbana e sviluppo sostenibile del territorio e ai rinnovati Contratti di quartiere - hanno rappresentato un momento importante per la riqualificazione di ambiti urbani interessati da fenomeni di degrado sociale ed economico, per il rilancio della progettazione urbana e l'azione di rigenerazione di tessuti urbani particolarmente compromessi dalla dismissione industriale e dal degrado edilizio e per la modemizzazione della città, non solo in termini di attrezzature ed infrastnitture, ma anche in termini di nuove funzioni strategiche, di forme ed architetture contemporanee.

Una realtà che ha sovvertito approcci, ideologie e prassi di pianificazione che nel tempo hanno ampiamente dimostrato i loro limiti, individuando nell'ambiente la variabile strategica per riorganizzare il territorio. Un'evoluzione che sembra aprire nuove prospettive per una pianificazione che sappia leggere, interpretare ed adeguarsi alle diverse realtà economiche, sociali ed ambientali rispettandone le diverse identità culturali.

1.2 L'importanza strategica delle città Le radicali innovazioni nell'approccio e nelle metodologie di intervento sulle città e sui sistemi territoriali costituiscono il più chiaro sintomo di quanto le città abbiano assunto una rilevanza strategica nelle politiche di sviluppo territoriale.

D'altronde la dilatazione del fenomeno metropolitano, la crescita delle relazioni economiche e sociali tra le città e tra differenti territori (come mostra anche la mobilità crescente di merci e persone), la domanda crescente di infrastnitture e grandi opere pubbliche sovra-locali, così come le emergenze ambientali, delineano nuove "geografie" territoriali e producono nuove identità spaziali che richiedono - se non nuove istituzioni territoriali e nuovi livelli di intervento - sicuramente nuove forme di governo dei processi insediativi per affrontare le sfide del nuovo millennio.

Le città costituiscono infatti l'infrastnittura portante dello sviluppo territoriale di molti paesi, e certamente del nostro, sostenendo la proiezione estema dei sistemi territoriali di cui fanno parte. Esse competono tra loro, attraverso la concentrazione di professionalità e di infrastnitture avanzate che le contraddistingue e il patrimonio di valori storici e culturali, i quali chiedono di essere non solo conservati ma anche valorizzati come risorsa al servizio delle collettività nazionali.

1.3 Le città di media e piccola dimensione

La rilevanza strategica delle città come fattori di sviluppo territoriale ha messo in luce, in questi ultimi anni, l'importanza delle città di media dimensione. Proprio in ragione delle loro dimensioni, esse godono di vantaggi ambientali, sociali ed istituzionali rispetto alle grandi metropoli, che si traducono in grandi potenzialità in grado di compensare meglio gli svantaggi che le loro stesse dimensioni Le città di media e piccola dimensione, soprattutto là dove sono integrate in sistemi regionali a rete, sono spesso i luoghi dell'innovazione incrementale, delle specializzazioni di "nicchia", della competitivita raggiunta attraverso sinergie locali. Ma vi sono tuttavia molti ostacoli alla realizzazione delle opportunità disponibili. Se le città metropolitane richiedono interventi prioritari nel campo dell'efficienza dei sistemi di mobilità, che sono alla base della competitivita e della vivibilità dei tenitori, le città medie e medio-piccole vanno invece "accompagnate" nel loro processo di evoluzione virtuosa. A vocazioni e funzioni differenti corrispondono anche problemi e difficoltà di natura diversa: i sistemi di città piccole e medie richiedono invece di essere meglio strutturati nella loro articolazione multiregionale, rafforzando le relazioni di complementarità e sinergia tra i singoli centri e le connessioni con le reti globali (ad esempio delle infrastnitture di trasporto).

Una recente indagine, finalizzata a definire i punti di forza e di debolezza del sistema urbano italiano nello spazio unificato europeo*, esprime chiaramente la necessità di valorizzare il sistema delle città di media e piccola dimensione, per le grandi opportunità che possiede come elemento di ulteriore rafforzamento del nostro assetto territoriale rispetto all'Europa. I dati raccolti dal dipartimento Aree urbane nel merito di indicatori rappresentativi del benessere socioeconomico consentono di sottolineare le migliori performance attualmente conseguite, da ogni punto di vista, dal sistema delle città medie italiane, nei confronti, rispettivamente, delle città grandi e piccole. Le città medie fanno cioè registrare i più forti incrementi relativi negli indicatori del benessere economico, della sicurezza urbana e della qualità della vita.

La compattezza di comportamento del sistema delle città di media dimensione suggerisce di guardare a tale patrimonio come dotazione preziosa, da valorizzare attraverso azioni orientate a rafforzare le sinergie esistenti e a completarne la funzione di "infrastruttura" strategica.

1.4 Contenuti e obiettivi della tesi

L'obbiettivo di questo lavoro è di esaminare gli aspetti più significativi che caratterizzano la realtà territoriale e socio-economica di Asti al fine di identificare i suoi punti di forza e le sue criticità e valutare le sue opportunità di sviluppo rispetto alle sfide che i sistemi urbani si trovano ad affrontare all'inizio del nuovo Nel tracciare un percorso di lettura della realtà locale, non mancheranno le comparazioni dei dati statistici e delle fonti informative sia con il contesto della provincia astigiana che con quello del Piemonte allo scopo di delineare il ruolo che questa città occupa oggi e che potrà svolgere nel prossimo futuro nel sistema Il presente lavoro si compone di quattro parti.

La prima parte è riferita ad un'analisi delle tendenze demografiche e dei mutamenti della struttura economica che rappresentano un punto di partenza da cui non si Può prescindere per conoscere l'identità di un territorio. I processi socio-economici che hanno caratterizzato negli ultimi decenni la storia dell'Italia e del Piemonte costituiscono un riferimento costante per fornire un quadro generale entro cui collocare i mutamenti avvenuti nella città di Asti. I dati a cui si attinto per condurre questo studio sono prevalentemente riferiti ai censimenti ISTAT integrati con i dati rilevati dall'Ufficio Statistica del Comune di Asti e della Banca Osti della Regione Piemonte, per quanto riguarda l'analisi demografica, e con i dati di Infocamere e della Camera di Commercio di Asti, per quanto riguarda l'analisi economica.

Gli esiti territoriali delle dinamiche demografìche e dei mutamenti socio-economici rappresentano il contenuto della seconda parte. La tematica affrontata riguarda il forte impatto che il consumo di suolo e il fenomeno della diffusione urbana - conseguenti al processo di urbanizzazione - hanno avuto negli ultimi decenni sul sistema ambientale. Lo studio riferito a questa parte è stato condotto con il supporto degli elaborati grafici degli ecotessuti esaminati in relazione alla "mosaicatura" del PRG - quale riferimento per documentare la situazione La terza Parte comprende l'analisi del sistema infrastnitturale di Asti in rapporto alle grandi direttrici di traffico europeo. Il tema viene approfondito con un dettaglio dei più significativi interventi infrastnitturali che rientrano in parte nel programma delle grandi opere avviate in questi ultimi anni dalla Regione Piemonte e che potranno in un prossimo futuro avvantaggiare la città di una posizione strategica nell'ambito regionale ed europeo.

La quarta parte conclude il lavoro di analisi esaminando l'evoluzione del processo di pianificazione al fine di mettere in luce i nuovi approcci della politica locale per promuovere lo sviluppo di Asti valorizzando le sue risorse endogene. Sulla base di queste analisi inerenti gli aspetti più significativi della realtà locale - che mirano ad evidenziare i punti di forza e di criticità - verranno tratte infine delle conclusioni sulle sfide e sui possibili scenari che si prospettano per Asti nel corso del terzo millennio.

* Dipartimento per le Aree urbane presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri su fonti Centro Studi Confindustria, Censis-Rur, Istat, Annuario Immobiliare, Lega Ambiente, II Sole240re.

Relatori: Fabio Minucci
Tipo di pubblicazione: A stampa
Numero di pagine: 145
Soggetti: U Urbanistica > UN Storia dell'Urbanistica
U Urbanistica > UM Tutela dei beni paesaggistici
G Geografia, Antropologia e Luoghi geografici > GG Piemonte
U Urbanistica > UJ Pianificazione rurale
Corso di laurea: Corso di laurea in Architettura
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/862
Capitoli:

INDICE

1. PREMESSA

1.1 La questione delle città all'inizio del terzo millennio

1.2 L'importanza strategica delle città

1.3 Le città di media e piccola dimensione

1.4 Contenuti e obiettivi della tesi

2. INTRODUZIONE

2.1 Inquadramento generale dell'area

3. PARTE PRIMA - Tendenze socioeconomiche

3.1 I mutamenti socioeconomici

3.1.1 L'evoluzione demografica

3.1.2 La struttura demografica

3.1.3 Previsioni demografìche al 2015-2030

3.1.4 La popolazione e il lavoro

3.1.5 La popolazione e la struttura dell'occupazione

3.2 Punti di forza e criticità

3.3 II sistema produttivo

3.3.1 La dinamica delle imprese

3.3.2 La forma giuridica delle imprese

3.3.3 La dimensione delle imprese

3.3.4 La dinamica dei settori produttivi

3.3.5 La dinamica occupazionale nei settori di attività economica

3.3.6 II settore manifatturiero

3.3.7 II terziario qualificato

3.3.8 I servizi qualificati

3.4 Punti di forza e criticità

4. PARTE SECONDA - Processi territoriali

4.1 Le forme del territorio

4.2 Il consumo di suolo

4.3 L'organizzazione territoriale della diffusione urbana

4.4 La situazione attuale: il Piano Regolatore

4.5 Gli squilibri della progettazione urbanistica

4.6 La diffusione urbana: costi e sostenibilità

5. PARTE TERZA - Il sistema infrastrutturale

5.1 Le reti transeuropee

5.2 II ruolo di Asti nel contesto europeo

5.3 La dotazione infrastrutturale

5.4 II sistema viario

5.5 I progetti della viabilità

5.5.1 S.S. 10 -Variante Quarto

5.5.2 Raccordo tra la S.S. 231 e la S.S. 456 "del Turchino"

5.5.3 Variante di Castell'Alféro-Moncalvo-Casale M.to

5.5.4 Collegamento autostradale Asti-Cuneo

5.5.5 Tangenziale Sud-Ovest di Asti

6. PARTE QUARTA - Politiche e processi di pianificazione

6.1 L'attività pianificatoria nel comune di Asti

6.2 Le fasi evolutive della pianificazione di Asti

6.3 Il P.R.G. e i Programmi complessi

6.3.1 II P.R.U. del Quartiere San Lazzaro

6.3.2 Contratti di Quartiere II

6.3.3 Programma Integrato di Sviluppo Locale (Asti.Uni.Fer.Expo)

6.3.4 Asti 2010: la città del futuro118

7. SINTESI E CONCLUSIONI

7.1 Le sfide di Asti nel terzo millennio

7.2 Dalle sfide agli scenari

7.2.1 Lo scenario statico

7.2.2 Lo scenario competitivo

7.2.3 Lo scenario della "autosostenibilità"

7.2.4 Conclusioni

Bibliografìa di riferimento

Indice delle tabelle

Bibliografia:

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- ISTAT, Censimento della Popolazione e delle Abitazioni 1971, Comune di Asti, Vol. 5, Roma, 1971.

- ISTAT, Censimento della Popolazione e delle Abitazioni 1981, Comune di Asti, Vol. 5, Roma, 1981.

- ISTAT, Censimento della Popolazione e delle Abitazioni 1991, Comune di Asti, Vol. 5, Roma, 1991.

- ISTAT, Censimento della Popolazione e delle Abitazioni 2001, Comune di Asti, Vol. 5, Roma, 2001.

- ISTAT, Censimento dell'Industria e dei Servizi Popolazione 1971, Comune di Asti, Vol. 5, Roma, 1971.

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Tavole:

INDICE DELLE TABELLE

INRODUZIONE

-Tabella 1 - Sup. in ettari e densità delle Circoscrizioni del Comune di Asti

PARTE PRIMA

- Tabella 1 - Dinamica della popolazione residente

- Tabella 2 - Movimento naturale e migratorio di Asti dal 1955 al 2004

- Tabella 3 - Movimento anagrafico dal 1980 al 2003

- Tabella 4 - Movimento migratorio

- Tabella 5 - Popolazione residente nel comune di Asti per classe di età

- Tabella 6 - Indicatori demografici

- Tabella 7 - Previsioni della popolazione di Asti al 2015-2020

- Tabella 8 - Tasso di attività

- Tabella 9 - Popolazione attiva

- Tabella 10 - Indicatori dell'occupazione

- Tabella 11 - Popol. attiva in condizione professionale per attività economica

- Tabella 12 - Dinamica della struttura produttiva

- Tabella 13 - Dinamica delle imprese periodo 2000-2005

- Tabella 14 - Dinamiche d'impresa

- Tabella 15-Imprese per forma giuridica

- Tabella 16 - Dinamica delle imprese per forma giuridica

- Tabella 17 -Dinamica dei settori produttivi

- Tabella 18-Settori produttivi

- Tabella 19 - Unità locali e addetti nel comune di Asti

- Tabella 20 - Unità locali e addetti in provincia di Asti

- Tabella 21 - Dettaglio comparto manifatturiero

- Tabella 22 - Terziario qualificato

- Tabella 23 - Unità locali e addetti al terziario privato

PARTE SECONDA

- Tabella 1 - Abitazioni occupate e abitazioni non occupate

- Tabella 2 - Ripartizione superficie nel comune di Asti

PARTE TERZA

- Tabella 1 - Indici di dotazione infrastnitturale

- Tabella 2 - Indice di centralità o perifericità regionale

- Tabella 3 - Flussi di traffico giornaliero

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