Mauro Morisciano
BUDAPEST ELETTRICA Progetto di riqualificazione della sotto-stazione elettrica di Erzsebétváros, storico quartiere ebraico della Capitale.
Rel. Silvia Gron, Paolo Cornaglia. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Progetto Sostenibile, 2018
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Abstract: |
Il mio primo viaggio nella capitale magiara risale al luglio 2016, momento in cui ho iniziato a pensare di esplorare la città e di scrivere una tesi di storia e progetto che avesse avuto come oggetto Budapest. Da quel giorno sono stato in Ungheria altre quattro volte, compreso il periodo più lungo da maggio a settembre 2017. Sono rimasto subito affascinato dalle possibilità infinite che la città può offrire agli architetti come terreno di studio e allo stesso tempo di sperimentazione, pur non attraversando un periodo politico ed economico del tutto favorevole. L’aspetto che di più mi ha colpito è la presenza di continui vuoti urbani (non nell’immediato centro cittadino), all’interno dei quali si presentano molteplici possibilità di intervento. La popolazione locale si è dimostrata estremamente creativa e intraprendente nell’utilizzare questi spazi per dare vita a giardini e realtà per lo svago e il tempo libero oltre che associazioni culturali e di quartiere. Alla luce di queste considerazioni decisi di iniziare il mio percorso di ricerca, con l’appoggio dei miei relatori e della mia tutor all’estero Zsuzsanna Ordasi, professoressa associata di Storia dell’arte presso l’Università Pannon (Veszprém, Ungheria), studiosa dei rapporti culturali, in campo architettonico e artistico, tra l’Italia e l’Ungheria nei secoli XIX-XX. Durante i miei mesi di permanenza a Budapest ho avuto la fortuna di incontrare numerose persone, locali e non, che mi hanno fornito il loro aiuto nel percorso di ricerca. Mi ha stupito, tra le altre cose, la grande disponibilità di testi e di informazioni in ambito accademico e culturale in merito alla storia della città. Nonostante la difficoltà linguistica iniziale, sono riuscito a consultare numerose fonti e pubblicazioni di autori locali, cercando di immergermi il più possibile all’interno del dibattito architettonico contemporaneo. Posso con certezza affermare che l’aspetto più importante del mio lavoro è stato il periodo trascorso all’estero nel rapporto con una cultura differente e con le istituzioni culturali del posto. Ho senza dubbio potuto usufruire dei consigli dei miei supervisori, profondi conoscitori della città, ma ho dovuto impegnare la maggior parte del mio tempo a raccogliere le fonti bibliografiche alla base del mio lavoro. A proposito di ciò ho frequentato assiduamente le istituzioni culturali locali, in particolare Istituto Italiano di Cultura, la Collezione Budapest della Biblioteca Metropolitana Szabo Ervin, la Biblioteca Nazionale di Budapest e l’Archivio Metropolitano di Budapest (BFL), oltre che librerie e il centro di architettura contemporanea (Fuga). Le ricerche sono state condotte grazie all’aiuto dei funzionari delle istituzioni citate, e – per quanto riguarda l’edificio oggetto di progetto – grazie all’amicizia del giovane architetto Bence Lestyán, mio coetaneo, nipote del deceduto architetto che progettò l’edificio su cui la mia ricerca si è focalizzata nella sua fase progettuale. Grazie a lui ho potuto accedere alla struttura per un rilievo dello stato di fatto nell’estate del 2017. Durante il primo sopralluogo di febbraio 2017, la scelta del sito di progetto è caduta sulla sottostazione per la trasformazione e la distribuzione elettrica, costruita nel 1969 su progetto dell’architetto Ernö Lestyán nel cuore di Erzsèbetváros (VII distretto). Si tratta di un fronte in laterizio, estremamente stretto e alto, interrotto solamente da due finestre a nastro. La singolarità dell’edificio, la sua attualità, la collocazione in un tessuto urbano caratterizzato da una storia complessa, insieme alla sfida stimolante in merito alla possibile riqualificazione funzionale, hanno svolto un ruolo fondamentale nella scelta dell’argomento di tesi. L’analisi ha quindi in primo luogo trattato lo sviluppo urbanistico e architettonico della città a partire dal XIX secolo, per concentrarsi in seguito sulla storia e sull’architettura del VII distretto, caratterizzato da una diffusa tradizione ebraica. Il tema centrale emerso è quello di un’architettura, passata e contemporanea, fortemente influenzata dal rapporto con la cultura e la politica locale; all’interno di questa tendenza, rivolta a fare di Budapest una moderna capitale, alcuni architetti hanno dimostrato un carattere regionale originale e degno di nota. Molti edifici per la trasformazione elettrica degli anni ’30 sono stati oggetto di rinnovamento e ospitano funzioni del tutto diverse da quella originale, ovvero cinema, palestre, centri culturali, sale espositive ecc… Sono esempi di questo tipo il Merlin Theatre, la scuola di arte in via Liliom, il museo dell’elettrotecnica in via Kazinczy e altri. L’edificio di Lestyán, che appartiene alla seconda generazione di trasformatori, è una sintesi tra tecnica e architettura, svolge la funzione di una macchina, senza trascurare la forma. Il gesto dell’architetto è schietto, di ispirazione all’architettura moderna finnica; oltre che per il contrasto volumetrico con il contesto e le sue proporzioni – un parallelepipedo alto 30m, lungo 50 e profondo 8 – stupisce per il respiro sovranazionale e moderno. A fianco dell’analisi del tessuto storico del quartiere e delle vicende di questa particolare tipologia architettonica, si sviluppa parallelamente una seconda parte del lavoro, interessata dall’elaborazione di un progetto di riqualificazione che immagini una nuova funzione per la sottostazione in un futuro prossimo in cui, in un’ottica di rigenerazione del centro cittadino, l’attività di trasformazione potrà essere dislocata. L’obiettivo della ricerca è stato di delineare una base di conoscenza per poter affrontare consapevolmente un progetto architettonico di rinnovamento e riuso di uno spazio urbano complesso, contraddistinto da una molteplicità di attori e volti, soprattutto architettonici e da un passato ricco e caratterizzante. Gli aspetti principali del progetto sono il rapporto con il manufatto e la conservazione della sua memoria storica e immagine. L’intento della nuova costruzione è quello di utilizzare lo spazio attraverso la costruzione di appartamenti caratterizzati da un’alta qualità della vita e contemporaneamente valorizzare la sottostazione con cui dialogare compositivamente e funzionalmente. Per ulteriori informazioni contattare: Mauro Morisciano, e-mail: mauro.morisciano@gmail.com
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Relatori: | Silvia Gron, Paolo Cornaglia |
Anno accademico: | 2017/18 |
Tipo di pubblicazione: | Elettronica |
Numero di pagine: | 409 |
Soggetti: | A Architettura > AO Progettazione |
Corso di laurea: | Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Progetto Sostenibile |
Classe di laurea: | Nuovo ordinamento > Laurea magistrale > LM-04 - ARCHITETTURA E INGEGNERIA EDILE-ARCHITETTURA |
Ente in cotutela: | Eötvös Loránd University of Budapest (ELTE) (UNGHERIA) |
Aziende collaboratrici: | NON SPECIFICATO |
URI: | http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/6703 |
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