Silvia Guglielmetto, Vincenzo Moreno Pisapia
Il nuovo Centre Pompidou Metz: CPM.
Rel. Roberto Apostolo, Cesare Griffa. Politecnico di Torino, Corso di laurea in Architettura, 2005
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Abstract: |
SOMMARIO II progetto per la costruzione del nuovo Centre Pompidou a Metz, in Francia, nella regione della Lorena, è stato oggetto di concorso intemazionale di architettura vinto dall'architetto Shigeru Ban e dai suoi collaboratori. Abbiamo simulato di partecipare a questo concorso così prestigioso attenendoci alle indicazioni del bando sia in materia urbanistica che di progettazione degli ambienti nelle caratteristiche richieste e nelle dimensioni. La scelta di costruire una sorta di seconda "filiale" del centro d'arte moderna e contemporanea più importante d'Europa è dovuta all'esigenza di poter esporre le opere d'arte e le istallazioni che oggi hanno raggiunto delle dimensioni notevoli in ambienti adeguati ad accoglierli. Il Beaubourg di Parigi infatti pur essendo dotato di spazi considerevoli, non ha sale sufficientemente ampie ed alte per accogliere le opere contemporanee che sono sempre più imponenti. E la città destinata per questa missione è Metz che trovandosi a nord della Francia e a circa 300 km da Parigi è anche in una posizione geografica a scala europea strategica per la sua vicinanza con altri centri d'arte importanti come Lussemburgo, la Svizzera e la Germania. Metz assumerà quindi una nuova veste e si sottoporrà a cambiamenti significativi sia sul piano urbanistico che in termini di nuova immagine di polo d'arte, e non solo, europeo. Nel quarto capitolo abbiamo affrontato il tema della "città nodale" attribuendo alla città di Metz i caratteri propri della maggior parte delle metropoli europee. Tra questi la presenza del nodo infrastrutturale, la ferrovia, catalizzatore di flussi e fonte di suggestioni che abbiamo poi cercato di tradurre in potenziali sviluppi planimetrici, fino a generare il volume museale del Centre Pompidou Metz. Il museo dunque partecipa ad accrescere la complessità che pervade attualmente il sito, si evolve infatti estendendosi orizzontalmente collegando aree distanti fra loro, o semplicemente si offre come piattaforma sulla quale sostare ad osservare la città di impianto antico. Da qui deriva l'esigenza di una struttura che sia simbolo ed opera d'arte di se stessa, all'interno della città; per farlo il Centre Pompidou Metz si pone come "apertura ai margini" e riattiva una porzione urbana fino a questo momento esclusa dalla vitalità accentuata che pervade le aree centrali storiche. Nella fase di elaborazione progettuale spesso ci siamo confrontati con il tema del progetto urbano, concetto che presenta oggi nuove complessità alla luce della continua evoluzione delle metropoli. Progetto urbano vuoi dire che l'architettura parte da dati esistenti nella città, resti, memorie, frammenti, direttrici, scegliendoli quali vincoli al proprio progetto, nel momento in cui questo viene proposto come risposta e soluzione ad uno stato di cose percepito già in precedenza come incompiuto, spezzettato, irrisolto. Il sito di progetto si trova nel quartiere dell'Anfiteatro, un'area nei pressi della stazione ferroviaria e prossima al centro della città. Nonostante la sua posizione favorita questa porzione di città aveva un carattere quasi periferico, ma in occasione della realizzazione del Centre Pompidou verrà rivalutata sotto ogni aspetto attraverso anche la costruzione di nuovi edifici residenziali, commerciali e uffici e sarà attrezzata con servizi ed opportuni parcheggi multipiano o sotterranei. Un primo edificio realizzato che segna l'avvio di questo nuovo processo di trasformazione del quartiere è stato il Palazzo degli sport Les Arènes nel Parco della Seille, uno dei due fiumi che attraversano la città. Tra le costruzioni future, il Palazzo Congressi, una Mediateca, il Palazzo della Comunità d'Agglomerazione ed un Centro Congressi. Il nuovo Centre Pompidou sorgerà in una fazione di terreno trapezoidale che confina a nord con la stazione ferroviaria e commerciale dove gode di una splendida vista sul centro della città, mentre a sud e ad ovest si affaccia sui quartieri residenziali limitrofi e ad est costeggia l'attuale ramo di traffico commerciale della ferrovia, il Parco ed il fiume Seille. Dal punto di vista urbanistico ci sono molti sviluppi interessanti e la sua collocazione è visivamente ed accessibilmente strategica. Per chi giunge dal centro della città e dalla stazione attraverso il "passage de l'Amphithéatre" avrà una visione frontale del museo. Importanti provvedimenti urbanistici che riguardano le strade che portano al "Centre" saranno effettuati a partire proprio da questo "passage", attualmente destinato al traffico veicolare, che diverrà uno dei punti pedonali e di transito dei mezzi di trasporto pubblico e a due ruote più importanti. Alcuni interventi riguardano l'apertura di nuove vie tra le quali quella che costeggerà il museo allo scopo di far defluire il gran numero di persone e di veicoli previsto dai quartieri vicini e da ogni altra direzione della città. Il nostro progetto nella scala richiesta tratta in prima approssimazione gli aspetti appena elencati con in aggiunta una piccola variante, il progetto di un collegamento mediante passerella pedonale tra il museo ed il Parco della Seille. Ma il sito di progetto presenta oltre ad interessanti spunti di riorganizzazione urbana, soprattutto un "vincolo" assoluto da rispettare: in corrispondenza dell'incrocio stradale adiacente al museo esistono le rovine del più grande esempio di anfiteatro gallo-romano in Francia, queste occupano un' ampia parte del sito sul quale non si può tassativamente costruire. Questo imponente anfiteatro non è purtroppo visibile perché ne rimangono solo le fondazioni ed i suoi resti sono interamente sotterrati. Risale alla fine del I secolo d.C. circa, ma ha avuto vita breve in seguito alle invasioni di diverse civiltà ed è stato interamente distrutto. Durante gli scavi per i lavori di sistemazione del quartiere della stazione, agli inizi del 1900, si è fatta questa importante scoperta. I nuovi sondaggi eseguiti nel 1984 si stabilì con certezza che i resti ritrovati corrispondono alle fondazioni del monumento e alle murature dei locali sotterranei. L'imposizione da parte dell'amministrazione di Metz è quella di non costruire in corrispondenza dell'ellisse che determina l'ingombro dell'anfiteatro ed al tempo stesso viene data la possibilità eventualmente di effettuare nuovi scavi e far riemergere questo monumento così importante della storia romana. A differenza dei progetti che hanno concorso per la realizzazione del Centre Pompidou Metz, noi abbiamo rispettato queste indicazioni. La porzione di ellisse è diventata parte integrante del progetto e le rovine dell'anfiteatro riemerse comunicano con la piazza e con il museo stesso. La piazza è uno degli elementi imprescindibili richiesti dal bando, sul modello del Beaubourg di Parigi in cui assolve pienamente al compito di mediare il rapporto con la città; avrà dunque funzione di invito, accoglienza e introduzione al museo. Ci sono altri elementi che interagiscono con l'area di progetto, tra questi quello al quale abbiamo dedicato maggiore attenzione è il tracciato ferroviario. E' una presenza forte ed incisiva e soprattutto il suo sviluppo in pianta con la trama delle linee che rappresentano il percorso dei binari ha indotto in noi molte suggestioni e stimoli progettuali, Il risultato è stato quello di esaminarne il tracciato e di riproporlo in scala ridotta sull'area. L'intreccio di questi segni con la prosecuzione immaginaria delle linee radiali dell'ellisse dell'anfiteatro ha generato una prima imbastitura di pianta del museo ed alcune intersezioni significative sono diventale all'interno dei veri e propri spazi o elementi progettuali. Parallelamente a questa fase abbiamo preso come modello di ispirazione le architetture di Zaha Hadid che abbiamo studiato sia nei segni in pianta che a livello volumetrico. I segni che caratterizzano i progetti di Zaha Hadid generano il movimento come le linee della ferrovia e creano energie e sinergie come l'incrontro di queste con le curve dell'anfiteatro. E' un'architettura sensuale piena di punti di massima tensione ed il nostro progetto non vuole emularne i pregi, ma far percepire le sensazioni che noi stessi riceviamo guardando le sue opere e dovrebbe essere prova di un attento studio su questo tipo di architettura sia per quanto riguarda l'approccio che la resa finale, dalla quale poi però ci si distacca per renderla propria. L'ispirazione continua anche nei materiali da costruzione adottati, ma al tempo stesso ci si sbizzarrisce e si osa come lei stessa fa in ogni sua realizzazione e come fanno molti altri architetti contemporanei che ne hanno facoltà e che provano continuamente a sperimentare nuove fusioni. L'architettura di Zaha Hadid non è solo gestuale, anzi è molto sculturea, vi è uno studio attento dei corpi e questo come lei stessa dichiara è un atteggiamento che riguarda l'arte sotto ogni aspetto: pittura, scultura, architettura si plasmano fino a diventare una cosa sola, la differenza tra loro è sottile, impalpabile. In tal senso abbiamo inoltre condotto ricerche su altri architetti contemporanei ed artisti, pittori, scultori che hanno condizionato nello specifico le nostre scelte progettuali. Lo studio dei volumi è stato compiuto insieme all'analisi delle esigenze richieste dal bando di concorso che si presenta dettagliato nella descrizione degli ambienti. Principalmente si tratta di avere degli spazi molto ampi destinati ad accogliere le collezioni che nel Centre Pompidou di Parigi per esigenze dimensionali non possono essere esposte. L'ambiente principale è la Grande Navata che si sviluppa a tutta altezza per quindici metri. Non meno importanti sono le altre sale d'esposizione, il Forum che con le varie attività ha la funzione di accogliere i visitatori, il ristorante, una parte congressuale composta da un'auditorium, una parte amministrativa che accoglie la direzione e gli uffici del centro ed alcune zone panoramiche sulla città. Per tutte le funzioni che si possono svolgere nel centro e per le richieste architettoniche di progetto, il nuovo Centre Pompidou di Metz dovrà essere un punto dì riferimento incisivo per la città sia nell'estetica che per gli avvenimenti culturali che vi si svolgeranno ed avrà l'onore e la responsabilità di rappresentare l'arte in Europa. Il sito che ospita il nuovo Centre Pompidou rivela caratteri propri del modello urbano indicato con il termine di "città nodale", a partire dalla presenza del nodo infrastrutturale, precisamente la ferrovia ed i percorsi pedonali/veicolari che si sviluppano su due livelli distinti. Attorno residenze e attività commerciali che riceveranno nuovo vigore dalla realizzazione del progetto di quartiere urbano e che fanno da cornice all'innesto dell'edificio museale a grande scala, contenitore di spazi adibiti alle attività di intrattenimento, ristorante, tempo libero ed altro. L'ambizione del nostro progetto è di simulare al suo interno I' urbanità che si trova all'esterno, nello spazio ad atrio posto all'ingresso viene dunque riprodotta la "diversità urbana" in tutta la sua complessità. Carattere proprio della città nodale è il massimo sfruttamento delle superfici e il nuovo Centre Pompidou muove in tale direzione; a questo va associato il concetto di estensione orizzontale, ovvero la propensione a collegare anche aree non contigue attraverso "macro connettori", cioè sistemi di trasporto di massa di cui si è dotato il progetto urbanistico elaborato dal comune di Metz e che interesserà principalmente l'area a sud dell'impianto museale. Secondo la definizione dello psicologo Mihaly Csikszentmihaly il flusso è l'esperienza intensa situata tra la noia e la sovrastimolazione; è caratterizzato da immersione, coscienza e senso di armonia, significato e scopo. Sebbene sia un concetto generalmente inteso per il miglioramento di attività individuali, risulta utile per considerare come si potrebbero avere dei luoghi "in flusso" o "luoghi integrati". Un luogo in flusso ottiene equilibrio tra noia e sovrastimolazione combinando per esempio monumenti con edifici di sfondo, elementi stranianti con altri familiari e una grande varietà di persone e attività. Inoltre tali luoghi consentono un movimento relativamente semplice a persone, merci e informazioni. Offrono una scelta e una serie di "letture multiple". Poiché il significato di movimento si è rafforzato è logico che il flusso divenga ancora più importante. Il concetto di flusso rappresenta la forma di questo movimento- ragnatele e reti tridimensionali- in contrasto con il modello tradizionale di località centrale e hinterland. Quando si imbattono in un luogo "non in flusso" i francesi dicono generalmente che manca d'anima (il n'a pas d'àme); i luoghi "in flusso" sono caratterizzati dai francesi come "anime" (animati, dotati di spirito).
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Relatori: | Roberto Apostolo, Cesare Griffa |
Tipo di pubblicazione: | A stampa |
Numero di pagine: | 241 |
Parole chiave: | progettazione architettonica - Centre Pompidou Metz |
Soggetti: | A Architettura > AO Progettazione A Architettura > AF Edifici e attrezzature per il tempo libero, le attività sociali, lo sport G Geografia, Antropologia e Luoghi geografici > GD Estero |
Corso di laurea: | Corso di laurea in Architettura |
Classe di laurea: | NON SPECIFICATO |
Aziende collaboratrici: | NON SPECIFICATO |
URI: | http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/566 |
Capitoli: | INDICE GENERALE 1. BANDO di concorso 2. CENTRE POMPIDOU Parigi 3. STORIA di Metz-Sito 4. URBANISTICA 5. ANFITEATRO 6. PROGETTO 7. Riferimenti ARCHITETTONICI - Zana Hadid 8. Riferimenti ARTISTICI 9. Relazione TECNICA BIBLIOGRAFIA |
Bibliografia: | ARTE Elio Grazioli, Chiara Negri, Alberto Giacometti. Scritti, Abscondita, Milano 2001 Richard Serra, Margit Rowell, Joseba Zulaika, Jorge Oteiza, catalogo della mostra, Haim Chanin Fine Arts.New York 2003 Danilo Eccher, Francesco Poli, Lisa Parola, Marco Gastini, Hopeful Monster editore,Firenze 1993 Francesco De Bartolomeis, Francesco Preverino, Opere 1994-1997, catalogo della mostra, Graficat Torino, Torino1997 Francesco De Bartolomeis, Giuseppe Mantovani, (a cura di), Francesco Preverino, catalogo della mostra, Mario Astegiano, Marene 2000 Ferdinando Albertazzi, Francesco De Bartolomeis, Francesco Preverino. Compresenze, catalogo della mostra, "l'artigiana", Alba 2004 Enrico Crispolti, Franco Fanelli, Dario Trento, Piero Ruggeri, Umberto Allemandi, Torino 1997 Mirella Bandini, (a cura di), Tapié. Un art autre, catalogo della mostra, Edizioni d'Arte Fratelli Pozzo, Torino 1997 ARCHITETTURA Pippo Ciorra, Peter Eisenman, Opere e progetti, Electa, Milano 1998 Kurt Forster, Daniel Libeskind, Radix-Matrix, Prestel, 1997 Aaron Betsky, Zaha Hadid. The Complete Buildings and Projects, Thames and Hudson Ltd, 1998 AA.VV., Lf One. Landscape Formation one in Weil am Rhein, Birkhauser, 1999 Margherita Guccione, (a cura di), Zaha Hadid. Opere e progetti, Umberto Allemandi, Torino 2002 Luigi Prestinenza Puglisi, Zaha Hadid. Progetti e Opere, Edilstampa 2000 Walter Nageli, En Tiempos de Hastio, in Zaha Hadid. 1996-2001, "EL Croquis", n.103,2002 Sanford Kwinter, Marco Riano, Rem Koolhaas. Verso un'architettura estrema, Postmedia Srl, Milano 2002 Prestinenza Puglisi, Rem Koolhaas: trasparenze metropolitane, testo e immagine, Torino 1996 AA.VV., Frank Gehry, Architect, Fiona Ragheb editar ,2001 Frank O. Gehry, Michael Sorkin, Mildred Friedman, (a cura di), Gehry Architettura+Sviluppo, Rizzoli, 2002 Philip Jodidio, Buildìng a New Millennium, Taschen, Parigi 2000 Anthony Vidler, Arte, Architettura e disagio nella cultura moderna, Postmedia 2002 AA.VV., Sensori del futuro. L'architetto come sismografo, catalogo della mostra, Electa, la Biennale di Venezia, Venezia 1996 Sophie Curtil, Le Centre Georges Pompidou, Centre Georges Pompidou, Parigi 1996 Italo Calvino, Le città invisibili, Mondadori Editore 1993, pp.129-130 Aaron Betsky, John Chase, Leon Whiteson, Experimental Architecture in Los Angeles, Rizzoli, Milano 1990 |
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