Davide Franchina, Claudio Gerenzani
Berlino: al confine del suo centro: tra narrativa e architettura ipotesi di progetto dal frammento urbano alla città del XXI secolo.
Rel. Evelina Calvi, Franco Lattes, Lidia Re. Politecnico di Torino, Corso di laurea in Architettura, 2005
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Abstract: |
Punto di partenza di questa tesi di laurea è la partecipazione al concorso "International Competition for Students Berlin 2002" indetto dalla Unione Internazionale degli Architetti (UIA) sotto il patrocinio dell'UNESCO e in occasione del XXI Congresso Mondiale dell'architettura tenutosi a Berlino nel luglio 2002. L'area sulla quale si chiedeva di intervenire con una proposta progettuale è localizzata a nord del Reichstag e in diretta vicinanza con la nuova stazione centrale di Berlino, la Lehrter Bahnhof, uno dei più grossi cantieri attualmente aperti nella città tedesca. La della tesi è suddivisa in tre sezioni: 1. Racconto 2. Appendice 3. Progetto Racconto Suddivisa in capitoli, ognuno per un singolo bezirk (quartiere) di Berlino o un cammino tra differenti quartieri. Il percorso tra le architetture della città è presentato come percorso dell'attenzione sia visivo che narrativo che possono esser letti sia separatamente che uniti. Il reperimento di informazioni e dati sull'area è avvenuto direttamente in loco. Lo scontro - incontro con una realtà molto differente da quella delle città italiane ha condizionato notevolmente il corso della nostra ricerca. Partiti dall'Italia con in testa quelli che Gianni Vattimo ridefinisce come pregiudizi (intesi non come negativi ma derivandoli direttamente dall'etimologia giudizi anticipati, a priori) ci siamo imbattuti in immagini e fotografie di una città a noi precedentemente sconosciute che andavano oltre le icone universalmente riconosciute di Berlino quali il Reichstag, Potsdamer Platz, la Bahnhof Zoologhischer Garten o Alexander Platz. Quello che avrebbe dovuto essere un rilievo narrativo dell'area di progetto, simile a quelli sviluppati nel corso di Progettazione Architettonica con la Professoressa Calvi, si è trasformato in una vastissima raccolta di informazioni sull'intera città. Dalla necessità di dare un ordine ed una struttura al materiale e agli innumerevoli input che una città in continuo divenire come Berlino ci ha messo a disposizione è nata l'idea di raccogliere gli appunti di viaggio in quello che inizialmente avevamo pensato come una guida architettonica della città. Ma il continuo raffrontarci con Berlino, la città in cui gli opposti si scontrano e si incontrano, in cui i vuoti e pieni si scambiano ciclicamente di ruolo, ha determinato l'evolversi della semplice guida in una complessa struttura narrativa accuratamente studiata e progettata in tutte le sue sfaccettature. Appendice Intesa come bibliografia ragionata ed illustrata. Presenta una raccolta articoli ed estratti da riviste e saggi di architettura, suggestioni letterarie e cinematografiche accompagnate da una breve descrizione delle opere stesse. La logica è stata quella di inserire ciò che costituiva il nostro background conoscitivo di Berlino attraverso le parole di scrittori o gli occhi di registi che esplicitamente o indirettamente potessero far riferimento alla città stessa. Progetto Divisa in due capitoli. La parte riferita alla "International Competition for Students Berlin 2002" dello UIA nella quale trovano posto la documentazione, il bando di concorso e gli elaborati finali presentati alla giuria. Il capitolo conclusivo in cui è inserita la proposta progettuale sviluppata, successivamente al concorso, attraverso una relazione di progetto e l'inserimento delle riduzioni in formato A4. Il Progetto è inteso come conclusiva integrazione e interazione tra le prime due sezioni Racconto e Appendice. Elementi descrittivi nostri, mediazione tra fantasia e realtà autobiografica, immagini e riferimenti biblio-cinematografici forniscono la chiave interpretativa che guida e permea la fase di progettazione architettonica vera e propria. "Berlino è il suo eterno divenire!" Questa semplice frase dà una idea immediata della concezione strutturale e morfologica sulla quale si basa la genesi urbana e sociale di Berlino; ed è da questa frase che ha inizio la nostra ipotesi concettuale di progetto, lo scopo era di sviluppare una fotografia reale e concreta di Berlino attraverso una lettura architettonica dei suoi luoghi d'appartenenza, una macchina fotografica in grado di interpretare lo stato attuale in cui versa il divenire di Berlino. Il bando di concorso dello UIA aveva un titolo alquanto significativo: definizione di una nuova architettura per la città del XXI secolo. Il concorso bandito nel 2001 dall'Unione Internazionale Architetti aveva come tema di progetto della ridefinizione di un'ampia area situata ai margini del cuore di Berlino: un'area che, nelle intenzioni del PLANINWERK, si ritrovava ad essere una zona della città in stretto contatto con la nuova distribuzione politica culturale e sociale della nuova capitale della Germania riunificata, avendo come elemento di confronto la nuova e volumetrica stazione centrale di Berlino, Lehrther Bahnhof. Il bando di concorso si prefiggeva di definire l'area prescelta ad una scala urbana, dando un'impaginazione architettonica di massima. Il Bando aveva poche richieste: il ristabilimento di un contatto con il canale e il mantenimento di un vecchio granaio, lasciando libero arbitrio agli studenti. Le analisi che abbiamo effettuato sull'area la ponevano come zona di semplici scambi commerciali, con molte zone stoccaggio delle ferrovie e aree sul canale usate fino a pochi anni fa per scambi di merce. Nel quotidiano urbano della città le poche preesistenze sono semplici edifici provvisori che fanno da contorno alla B96, strada di scorrimento veloce che congiunge il nord al sud della città; il cuore dell'attuale area, che sarà ulteriormente potenziato con l'innesto della strada sotterranea proveniente da Potsdamer Platz. Esistono comunque altri oggetti molto importanti per la nostra ricerca progettuale come la stessa area di stoccaggio dei Container, che tracciano sull'area la propria presenza in modo continuo; importante ai margini è la vecchia stazione della Hamburger Bahnhof dove ora è stato inserito il nuovo museo d'arte contemporanea di Berlino. La nostra analisi progettuale partiva da questi pochi elementi di base per spingerci fino a dare forma e interpretazione ad una parte della città, attraverso i suoi stessi stilemi architettonici e i suoi eventi rivisitati, per trovare il collegamento tra la definizione di Berlino, una città in continuo movimento, e la sintassi della narrazione dei suoi luoghi, attraverso le tracce delle loro identità, rigettando e riadattandone i contenuti. Durante il nostro percorso conoscitivo della città, nella città, abbiamo cercato di recepire e ritrovare quegli elementi che identificavano, per noi, l'idea di Berlino. La trama del nostro racconto descrive proprio questo processo di scomposizione che ha avuto il merito di farci individuare gli elementi propri della città; i quartieri e le tipologie degli edifici a corte che disegnano il tessuto del centro di Berlino. Il dialogo che i suoi abitanti hanno con questi ambienti diviene l'identità del luogo forte e prorompente dal quale non si può prescindere. Poter percorrere interi quartieri semplicemente muovendosi all'interno dei cortili, senza mai uscire all'aperto della città, quasi come fosse una metropolitana alternativa, diventa un processo usuale e divertente nel quale si può rintracciare l'apparente e caotico disegno di percorsi nascosti. Il dialogo tra gli spazi pubblici e gli spazi privati si mescola e assume un'importanza fondamentale nella ricerca delle funzioni sociali di questa parte della città. I cortili berlinesi possono essere rapportati alla idea di piazza come luogo di ritrovo, come centro attrattivo di attività sociale e di aggregazione. La loro presenza nell'involucro costruttivo della città disegna un vuoto materiale e sensoriale. Difficile non essere colpiti dalla loro ritmata sequenza; all'interno dei solidi degli isolati la loro presenza è ancora più forte e leggibile attraverso il vuoto materiale che creano. Il vuoto, nelle sue varie accezioni, diventa un elemento importante nella nostra ricerca architettonica. Il vuoto si muove dentro Berlino, lo si può rintracciare nei cortili, lo si può incontrare nell'assenza, nella fitta densità urbana di edifici presenti e visibili, ma solo con l'immaginazione e la percezione della sua materia invisibile. Il vuoto lo si riconosce come manifestazione storica dell'evento bellico, come un'esplosione, ancora presente e decifrabile attraverso la presenza del nulla nella trama degli edifici. Elementi con i quali confrontarsi. Il vuoto è definito dall'assenza di un volume e con l'apparizione di semplici muri ciechi, schermi con i quali gli edifici della città comunicano la loro presenza nell'assenza di qualcosa. Ulteriore elemento di confronto è la tipologia edilizia dei monolitici palazzi popolari della Berlino del XX secolo che ripercorrono la crescita di analisi architettonica sociale dal Bauhaus alle costruzioni dei palazzi della Germania socialdemocratica e attraverso tutte le sue varie interpretazioni fino alla costruzione di monolitiche espansioni territoriali, nell'esaltazione della privazione delle proprie identità. Case tutte uguali che si ripetevano in altezza, su svariati piani senza la possibilità di riconoscimento reciproco, in una costruzione matriciale di n colonne in m righe. Alti palazzi di sette, otto piani che si stagliavano dentro invisibili corti. Così, rintracciando sull'intera piattaforma della città alcuni semplici e comuni segmenti dalle svariate identità che una città come Berlino genera dentro i suoi angoli più remoti, è nato il nostro concetto di città in divenire. Il Frammento Urbano si disloca attraverso un movimento di piani lungo la green belt (cintura verde). Partendo dalla zona adiacente alla nuova Stazione di Lehrter Bahnhof arriva fino alla riva del Berlin Spandauer Schiffartihriskanal per poi dirigersi verso il Granaio unico elemento conservato di archeologia industriale ed ora orientamento della nuova area. Nonostante le dimensioni, abbiamo cercato di salvare una prospettiva familiare e umana della città, cercando di mediare tra le grandi aree di intervento sparse su tutta Berlino e il modulo dei container, elemento molecolare onnipresente nell'area. Il Frammento Urbano, risultante di elementi di verde apparentemente casuale, si scompone in diversi eventi: vuoti, passaggi pedonali, aree di land art, verde zen. Si ottiene una sorta di labirinto, al cui interno è facile perdersi per poi ritrovarsi grazie al movimento verticale dei frammenti posizionati a diverse altezze, che danno un orientamento a tutta l'area. Il disordine tende a scomparire allontanandosi dal Frammento Urbano, riorganizzandosi ed interagendo con gli edifici che dettano la trama dei nuovi isolati. Operazione chiave nella ridefinizione dell'area è la futura ma certa traslazione della B96 nelle strette vicinanze del passaggio ferroviario per la creazione di una dellei arterie dell'intera città. La B96 fortemente impattante, si definisce come elemento veloce della zona fatto di impulsi e di messaggi che trovano nell'area, da noi destinata al terziario, il loro naturale approdo. Una lettura verticale può essere utile in quanto è possibile capire come il vuoto entri a far parte della nostra concezione dell'architettura. L'alternanza di architetture vuote che inquadrano muri trasparenti di comunicazione, chiarisce la nostra intenzione di modificare la lettura del vuoto non solo tramite spazi fisici e tangibili ma anche sensoriali e incorporei. La parte sul canale Spandauer Schiffartihriskanal al contrario si definisce come area lenta di riflessione, tranquillità ed elementi naturali, adatta all'inserimento di un'area residenziale, nascosta dal Frammento Urbano. Muovendosi verso sud, il tentativo è quello di ottenere una ricomposizione di funzioni e ambienti passando dalla fascia centrale fino ad arrivare alla Hamburger Bahnhof che ospita il Museo di Arte Contemporanea. Quest'ultima sarà divisa dall'area residenziale attraverso l'interposizione di una zona di aggressione culturale composta da gallerie, laboratori d'arte e residenze, la Kunsthalle. Ultima è la parte che si trova a destra dell'uscita del tunnel della strada B96, un'area a prevalenza Commerciale, con negozi e Gallerie Commerciali, oltre a un buon numero di residenze. Quest'area tenta di formare con gli isolati già previsti dal piano di Progetto di Berlino, un fronte sulla città che faccia da transizione tra un il nuovo paesaggio e ciò che lo contorna. Kunsthalle Letteralmente "Casa dell'Arte". Elemento già presente nel panorama artistico culturale di Berlino raggiunge nel nostro progetto una dimensione e definizione con un proprio statuto nell'ottica di sviluppare appieno le potenzialità di una interazione tra arte e creatività per giovani artisti. Valutate le richieste dei pretendenti all'esperienza nella Kunsthalle, la commissione giudicatrice assegna gli spazi nei laboratori e le residenze fino all'esaurimento dei posti disponibili. Agli artisti vengono devoluti a titolo gratuito temporaneo gli spazi per "creare", comprensivi di fornitura elettrica e idrica e un alloggiamento posto in corrispondenza del proprio laboratorio. Con un ciclo che potrebbe variare dai 6 ai 12 mesi, la nostra idea è quella di alternare la presenza degli artisti al lavoro nei laboratori facendo concludere le singole esperienze con un happening finale in cui esporre e presentare i lavori prodotti durante la permanenza nella kunsthalle. La velocità e la facilità di movimentazione delle residenze, composte dall'assemblaggio modulare dei container, permette la personalizzazione delle residenze in base alle esigenze dei singoli artisti. Spetterà alla Kunsthalle, intesa come comitato organizzatore, allestire e gestire le aree di Land Art della Green Belt. L'Info-box, elemento di collegamento tra la Hamburger Bahnhof e la Kunsthalle, oltre a fornire un punto di riferimento dell'intera area, si occuperà della logistica e della promozione sul territorio delle iniziative culturali. La zona dell'expo sarà dedicata all'esposizione finale di ogni singolo ciclo creativo. Nel restante periodo dell'anno potrà essere utilizzata per esposizioni temporanee gestite in collaborazione con la Hamburger Bahnhof. Il container II progetto urbano-architettonico è l'ultima tessera di questa intricata trama. La nostra semplice intenzione era quella di ridefinire gli archetipi già presenti nell'area, i Container, prendendone possesso e tramutandoli nel tessuto del nostro tema architettonico, di rapire i suoi elementi e ricomporli attraverso la maschera fornitaci dalla lettura accumulata su Berlino. L'area era governata da una fitta densità di container e dei necessari strumenti usati per il loro stoccaggio, oltre alle immancabili gru che contornavano il cielo di Berlino, quasi fosse il suo codice genetico. La città ora si sarebbe ricomposta in quest'area. Il container così diventa un'ulteriore scomposizione del frammento urbano, porzione della città nel suo divenire con il suo potenziale di costruzione mai esaurito e allo stesso tempo traccia della memoria del luogo. Le unità abitative, sostenuta da altri blocchi per i servizi, ricavati sempre dalla struttura in acciaio del container, compongono gli edifici disegnando uno skyline del tutto autonomo e individuale: un lieve contrasto tra le asettiche unità abitative della Germania dell'Est, totalmente impersonali e usuali nel panorama di una parte della città, e le nostre strutture. I nuovi alloggi saranno progettati tramite misure minime dello spazio utile, per consentire al meglio l'utilizzo dei due tipi di container Hi20 e Hi40. Ognuno degli abitanti potrà intervenire direttamente nella composizione e nella scelta della propria abitazione. I berlinesi hanno questa particolarità di voler e di dover intervenire nella progettazione e nelle scelte progettuali relative ai loro luoghi d'appartenenza, per ottenere il miglior assetto, la migliore composizione e densità del luogo, a secondo delle loro esigenze. Il nostro progetto ha anche la volontà di gestire queste situazioni tipiche della cultura di Berlino, ottenendo così la massima flessibilità e non impedendo all'utenza...
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Relatori: | Evelina Calvi, Franco Lattes, Lidia Re |
Tipo di pubblicazione: | A stampa |
Parole chiave: | Berlino - progetto |
Soggetti: | A Architettura > AO Progettazione G Geografia, Antropologia e Luoghi geografici > GE Geografia G Geografia, Antropologia e Luoghi geografici > GD Estero |
Corso di laurea: | Corso di laurea in Architettura |
Classe di laurea: | NON SPECIFICATO |
Aziende collaboratrici: | NON SPECIFICATO |
URI: | http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/489 |
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