Francesca Famularo, Giorgia Vaglio
Esplorare il territorio : la Puglia in una geografia delle reazioni.
Rel. Francesca Governa, Matteo Robiglio. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Costruzione Città, 2015
Questa è la versione più aggiornata di questo documento.
Abstract: |
Premessa La Puglia negli ultimi trent' anni è stata investita, secondo quanto rivelato dai dati Istat, da un numero crescente di turisti, tanto che il settore turistico è ad oggi uno dei principali motori dell' economia di questa Regione. Di conseguenza, tale settore è sempre più al centro degli interessi pubblici e privati. Gli organi amministrativi della Regione sono attivati avviando programmi e strategie per costruire un percorso che miri, attraverso il turismo, all' incrementi dello sviluppo economico. Esemplificative sono, a tal proposito, le politiche per lo sviluppo turistico del 2007/2013 indirizzate alla promozione di un'immagine unitaria della Regione sotto un unico brand (Puglia Promozione). D'altro canto sono stati elaborati dei piani territoriali che regolano l'uso del territorio tenendo in considerazione anche Ie esigenze e le aspettative del turista. Parliamo in tal caso di strumenti di pianificazione quali: PUTT (Piano Urbanisti Territoriale Tematico), PPTR (Piano Paesaggistico Territoriale), PRC ( Piano Regionale delle Coste). Ciò che ci preme trattare è la questione di come tali strategie abbiano segnato e continuino a segnare il territorio e tutto quello che strettamente legato ad esso: le attività economiche, le relazioni tra gli abitanti e il territorio, gli stili di vita, l'ambiente naturale e l'ambiente antropico. Ma verso quale modello di sviluppo sta andando la Puglia? Come si legge sul territorio questo sviluppo e che cambio menti materiali esso ha provocato? Da tali riflessioni scaturisce la nostra tesi: ciò che ci ha spronato ad intraprendere un cammino di ricerca risiede proprio nel voler osservare come il territorio pugliese sta cambiando e di cosa esso si compone. Crediamo che i piani e Ie politiche per lo sviluppo turistico, nonostante pongano il territorio come elemento centrale, nella realtà dei fatti non lo considerino come tale. Abbiamo l'impressione che si stia andando verso dei modelli di sviluppo omologanti in cui le peculiarità dei luoghi non vengono realmente osservate e valorizzate. In tutti i comuni si ripropongono le stesse strategie e si ricreano le medesime situazioni. Il rischio, perciò, è che il territorio diventi esclusivamente il supporto su cui si materializzano le dinamiche di domanda e offerta turistica. Tali considerazioni ci portano a pensare che ci sia un distacco tra i piani, elaborati dalla Regione, e il territorio dovuto come i piani stessi concepiscono e guardano quest' ultimo. Questa osservazione è fondamentale per la nostra ricerca perché ci pone in evidenza il modo con cui la Regione guarda il territorio: cosa mettere in luce e quali elementi reputare come dei problemi o dei punti di forza è determinate al fine di indirizzare le strategie politiche. Il limite è quello di leggere il territorio solo come una potenzialità da impiegare per arrivare a definire uno sviluppo locale e da preservare per non sminuirne il suo valore economico. Secondo tale prospettiva gli elementi del territorio, siano essi materiali e non, vengono "utilizzati" e ritenuti degli strumenti utili per raggiungere un determinato obiettivi. Come suggerisce Jonas, le cose hanno una loro precisa esistenza che è diversa dallo scopo che gli viene dato. Vorremmo partire da tale considerazione cioè mostrare il territorio non come "strumento", ma in quanto "essere" indipendentemente dal fine con cui viene visto. "Il territorio è un soggetto vivente ad alta complessità, prodotto dall' interazione di lunga durata fra insediamento umano ed ambiente, ciclicamente trasformato dal succedersi delle civilizzazioni". La sua complessità, quindi, deriva dal susseguirsi di "atti territorializzanti" da parte di diversi modelli di civilizzazione che definiscono il territorio come esito di un lungo processo di co-evoluzione tra comunità insediata ed ambiente. Pertanto, crediamo sia limitante affrontare lo studio del territorio pugliese solamente attraverso i piani, che si stanno costituendo per promuovere e favorire lo sviluppo locale, e gli impatti che ne derivano sul territorio. La pianificazione non è uno strumento esauriente per capire il territorio e non è altrettanto corretto riferirci agli impatti come conseguenze dirette da essa provocati. Affermando che il territorio sia un essere vivente, non uno strumento per raggiungere determinati obiettivi e supporto passivo di scelte progettuali, dobbiamo pensare che più che di impatti stiamo parlando di reazioni. Ogni intervento, indipendentemente dalla sua natura, provoca delle reazioni sul territorio. Dovremmo, quindi, provare a concentrarci maggiormente sull' osservazione del territorio, concepire quest' ultimo come un "essere", descriverlo nelle sue componenti e relazioni che gli uomini instaurano tra di loro e con il territorio stesso. Verso un cambiamento teorico Punto uno: cosa osservare In questo scenario, in cui si pone al centro di ogni riflessione la concezione del territorio come un sistema complesso, quello che ci proponiamo come obiettivo è quello di guardare da un lato, con occhio critico ai piani e alle strategie per lo sviluppo locale; dall' altro osservare come nella realtà il territorio stia cambiando per capire che tipo di relazione si instaura tra ciò che si progetta e quello che si fa. I piani e le politiche per lo sviluppo turistico hanno come obiettivo quello di modificare il territorio pugliese presentando un unico modello di sviluppo valido in tutta la Regione. Il modello proposto viene ritenuto "giusto" in virtù di una conoscenza scientifica attraverso la quale si analizza il territorio nei suoi punti di forza e di debolezza. Le azioni politiche servendosi di tale conoscenza scelgono di valorizzare alcuni aspetti del territorio, riconoscendoli come risorse potenziali per lo sviluppo locale. Il risultato è un'omologazione delle specificità locali in quanto gli elementi che vengono riproposti sono resi "validi" per ogni luogo (es: bellezze naturali, artigianato locale, tradizioni popolari, monumenti architettonici..). Riteniamo che non sia possibile affermare che si possa adottare sul territorio un' unica forma di sviluppo locale, perché vorrebbe dire che tutti i territori sono uguali. Al contrario, lo sviluppo locale, secondo gli studi da noi affrontati, non è unico e le uniche forme possibili non sono quelle dettate dai piani: nel territorio, in realtà, si avviano diverse forme di sviluppo, alcune visibili e altre no, alcune "controllate", pianificate ed altre spontanee e incontrollate. Quello che vorremo far emergere è proprio questo aspetto complesso del territorio che si compone di diversi percorsi di sviluppo. Pertanto, per capire quali forme di sviluppo stia seguendo il territorio pugliese, ci serve prima di tutto trovare un metodo di osservazione e di studio del territorio che guardi proprio alle relazioni che si instaurano tra le persone, tra esse e il territorio e ciò che esse generano. Vorremmo capire ciò che si manifesta sul territorio, come esso si stia modificando o nel caso in cui resti invariato capirne il perché. Per essere in grado di fare ciò, abbiamo bisogno di un cambiamento teorico nell' approccio alla conoscenza del territorio che sia in grado di fornirci le basi per costruire una nostra geografia. Punto due: verso un valore aggiunto Abbiamo sempre creduto che "la buona progettazione" derivi da una meticolosa analisi. Più conosciamo un territorio, con le sue potenzialità e i punti deboli, più siamo convinti che il nostro progetto sia "giusto" perché risponde a delle domande oggettive che non seguono il volere del progettista ma le esigenze di quel luogo e di chi vi abita. In questo metodo, la conoscenza "oggettiva" del territorio viene impiegata come strumento di progettazione. In una prima fase si procede, dunque, con I' analisi mentre il progetto appartiene ad una fase successiva, conseguenza di un momento di conoscenza dello spazio e delle sue dinamiche, una conoscenza "scientifica", tanto da far quasi "sparire" il ruolo del progettista (in un certo modo anche la responsabilità del progettista). Crediamo che tale concezione del progetto porti ad una serie di rilevanti problematiche, sia in termini di percorso progettuale che in termini di obiettivi e interessi proiettati sul territorio. Con la separazione tra le fasi di analisi e di progetto, si ha un distacco tra la conoscenza del territorio ed il progetto con il rischio di astrarre il progetto dalle dinamiche del territorio stesso. Affermare che il progettista studia il territorio attraverso una conoscenza oggettiva, quindi, non è una questione che varia da soggetto a soggetto: lo solleva dalla responsabilità delle sue scelte progettuali che andranno ad organizzare il territorio. Inoltre, tramite una conoscenza oggettiva (del territorio), I' approccio non è volto all' osservazione del territorio, ma ad una valutazione critica di tutto ciò di cui esso si compone in cui il compito del progettista è quello di conoscere nel dettaglio il luogo, per poi, da tale valutazione globale estrarne i punti principali su cui costruire un progetto. Il criterio che lega le linee guida del progetto e l'analisi svolta, ci sembra poco chiaro, comunque capiamo che non si tratta di un atto oggettivo, ma soggettivo. Ciò che ci domandiamo è: come fa il progettista a conoscere tutto e in base a quali criteri seleziona i punti da sviluppare nel progetto? Non crediamo che si possa avere questo tipo di conoscenza globale e oggettiva delle cose. Il modo in cui si guarda il territorio influenza la rappresentazione che si fa di esso e nell' osservare il territorio influisce anche l'interesse dell' osservatore in cosa guardare. Inoltre, crediamo che la rappresentazione del territorio avvenga attraverso l'occhio dell' osservatore per cui la sua descrizione non potrà mai essere una fedele riproduzione della realtà né tantomeno una riproduzione oggettiva, ma una personale rappresentazione. Più che una conoscenza globale dovremmo costruirci un percorso di osservazione personale. Affermare questo cambia la posizione del progettista, la responsabilità di ciò che guarda: non potendo osservare e studiare tutto, egli deve essere in grado di giustificare perché ha osservato una cosa rispetto ad un' altra. Teniamo a precisare che l'osservazione soggettiva non sia più giustificabile di quella oggettiva, al contrario, essa è più attaccabile in quanto è il progettista che pone dei criteri propri con cui guardare il territorio assumendosi la responsabilità delle sue scelte. Perciò riteniamo necessario abbandonare la strada secondo cui il progettista conosce e poi agisce. Il nostro percorso di ricerca, intende superare la separazione fra descrizione e progetto in quanto il progetto stesso è descrizione. La descrizione e il progetto non dovrebbero essere slegati in quanto costruire un proprio percorso di osservazione è già parte del progetto, è una "progettualità descrittiva". La costruzione dello sguardo è già progettazione per questo si parla di fase di progettazione insieme all' analisi e per questo le due fasi non possono essere separate. Vorremmo, come punto di arrivo della tesi, provare ad unire l'analisi al progetto, attraverso il nostro percorso di esplorazione del territorio, in cui siamo noi a costruire le nostre scelte e i criteri con cui osservare il territorio in modo che le nostre decisioni progettuali possano essere il risultato di tale percorso. E' una nostra assunzione di responsabilità in cui le nostre scelte non derivano da un' analisi globale, ma da un nostro percorso di ricerca costruito sulla base di un obiettivo preciso. Pertanto, vorremmo osservare il territorio in modo diverso, soggettivo per costruire un nostra geografia, una nostra lettura del territorio capace, attraverso il progetto, di mettere in evidenza la sua complessità, ricchezza e diversità. L'obiettivo ultimo è quello di realizzare un progetto che si inserisca all' interno dei cambiamenti che investono il territorio al fine di aggiungere valore ad esso, partendo dal fatto che il compito del progettista non è quello di controllare lo spazio e le dinamiche, ma al contrario di inserirsi al loro interno. Capire di cosa si componga il territorio, quali relazioni si instaurino tra esso e i soggetti sono una parte fondamentale della progettazione. Crediamo che l'architettura non debba astrarsi dal territorio, seguendo dei propri percorsi di sviluppo ed essere applicata su di esso in un secondo momento, ma al contrario crediamo che essa debba svilupparsi all' interno dei meccanismi di cui il territorio si compone come contributo per migliorare il territorio stesso. Organizzazione del percorso di ricerca Abbiamo deciso di strutturare la ricerca in tre parti: 1. Strategie del Turismo 2. Osservare il territorio che cambia 3. Osservazioni finali Queste tre parti rappresentano le fasi del nostro percorso di ricerca. Con la prima parte affrontiamo e studiamo "quello che si dice": le proposte di azioni, gli obiettivi e le strategie della Regione trasposte in politiche per lo sviluppo turistico. La seconda parte rappresenta la nostra indagine sul campo, su quello "che si fa", in cui viene riportato il nostro percorso di esplorazione volto a capire non solo cosa c'è sul territorio ma di cosa esso si compone. Infine, la terza parte rappresenta un momento di riflessione, in cui cerchiamo di capire che tipo di sviluppo sta avendo la Puglia e le metodologie che abbiamo utilizzato per rispondere a questa domanda attraverso il nostro percorso di esplorazione del territorio. 1. Strategie del turismo In questo capitolo si studia il fenomeno del turismo attraverso i "Turisti" e i "Turismi". Con Turisti intendiamo l'analisi del mercato turistico in Puglia (il ruolo economico che riveste il settore del turismo nell' economia pugliese attraverso le entrate economiche portate dai turisti). Con Turismi, invece, lo studio del fenomeno turistico avviene attraverso le politiche regionali, i piani e i programmi per analizzare la relazione che sussiste tra turismo e sviluppo locale. Riporte¬remo da un lato come la Regione Puglia, attraverso gli strumenti di pianificazione, le politiche di promozione turistica e i programmi di sviluppo, favorisca il settore turistico; dall' altro le forme di sviluppo generate. A conclusione di questa parte verranno elaborate delle "Mappe di Sintesi". Tali mappe riporteranno una geografia costituita dalle aree di intervento generate da ogni documento: ambiti territoriali per i programmi di sviluppo, le con¬centrazioni turistiche sul territorio e le aggregazioni dei comuni inclusi negli strumenti di pianificazione. 2. Osservare il territorio che cambia La nostra esperienza di esplorazione del territorio viene strutturata in questa parte attraverso: _ l'Esplorazione: una raccolta grafica di quello che abbiamo osservato; _ il Diario di Viaggio: si compone di una serie di scritti che documentano e spiegano come abbiamo osservato il territorio, i progetti a cui abbiamo partecipato, le organizzazioni e le altre figure che abbiamo incontrato; _il Progetto: riporta I' esperienza del concorso di idee "Che-Fare" avuta attraverso la collaborazione con le associazioni locali (Salento Bici Tour e Laboratorio Linfa); 3. Osservazioni finali Questa parte contiene le nostre considerazioni finali che pongono in relazione ciò che abbiamo studiato e ciò che abbiamo visto per cercare di capire verso quale modello di sviluppo sta andando la Puglia. Con questa parte vorremo porre il caso della Puglia e del suo sviluppo locale come la questione iniziale che ha avviato il nostro percorso di tesi e i metodi che successivamente abbiamo impiegato nella ricerca. Vorremmo che le nostre osservazioni finali siano in grado di riassumere da un lato la questione dello sviluppo locale come elemento promotore dei piani e dei programmi emanati dalla Regione e dall' altro fornire la nostra esperienza attraverso la costruzione di una nostra metodologia di esplorazione. In questo modo, al lettore della tesi, vorremo lasciare i criteri e le tecniche che abbiamo adottato per descrivere il territorio che si trasforma, inserite nel loro contesto di sviluppo locale in Puglia, come dimostrazione di uno tra tanti, possibili modi di osservazione.
|
---|---|
Relatori: | Francesca Governa, Matteo Robiglio |
Tipo di pubblicazione: | A stampa |
Soggetti: | U Urbanistica > UG Pianificazione del paesaggio U Urbanistica > UH Pianificazione regionale U Urbanistica > UM Tutela dei beni paesaggistici |
Corso di laurea: | Corso di laurea magistrale in Architettura Costruzione Città |
Classe di laurea: | NON SPECIFICATO |
Aziende collaboratrici: | NON SPECIFICATO |
URI: | http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/4263 |
Capitoli: | INDICE INTRODUZIONE STRATEGIE DEL TURISMO (Piani, programmi e strategie politiche) 1. SISTEMI TURISTICI IN PUGLIA E SVILUPPO ECONOMICO 1.1. INTRODUZIONE (Verso quale modello di sviluppo sta andando la Puglia?) 2. TURISTI 2.1. EVOLUZIONE DEL TURISMO IN PUGLIA 2.2. DOMANDA 2.3. OFFERTA 3. TURISMI 3.1. PROGRAMMI DI PROMOZIONE TURISTICA 3.1.1. Agenzia Puglia Promozione 3.2. STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE 3.2.1. DRAG - Documento Regionale di Assetto Generale 3.2.2. PUTT - Piano Urbanistico Territoriale Tematico 3.2.3. PPTR - Piano Paesaggistico Territoriale Regionale 3.2.3.1. Progetti Integrati Sperimentali 3.2.3.2. Progetti territoriali per il paesaggio regionale 3.2.4. PRC - Piano Regionale delle Coste 3.3. PROGRAMMI DI SVILUPPO 3.3.1. SAC - Sistemi Ambientali e Culturali 3.3.2. GAL - Gruppi di Azione Locale 3.4. MAPPE DI SINTESI OSSERVARE IL TERRITORIO CHE CAMBIA (La geografia dei mutamenti) 1. RACCONTARE L' ESPLORAZIONE (Diario di viaggio) 1.1. INTRODUZIONE 1.2. OSSERVARE 1.3. STRUMENTI DI ESPLORAZIONE 1.4. GLI INCONTRI 1.5. IL PROGETTO 2. L' ESPLORAZIONE 2.1. ELABORATI 2.1.1. Lo sguardo 2.1.2. La geografia OSSERVAZIONI FINALI (Il nostro percorso) 1. DA DOVE SIAMO PARTITE 1.1. PUGLIA, TURISMO E SVILUPPO LOCALE 1.2. STUDI SUL METODO DI ESPLORAZIONE (osservare il territorio che cambia) 2. QUELLO CHE ABBIAMO FATTO 2.1. L' ESPLORAZIONE 2.1.1. Lo sguardo 2.1.2. La geografia dei mutamenti, Indagare i fatti 2.1.3. Descrivere/ Rilevare 2.2. IL PROGETTO 3. COSA ABBIAMO TROVATO 3.1. NEL TERRITORIO 3.2. LE TAVOLE DELLE AZIONI 3.3. ELABORATI BIBLIOGRAFIA SITOGRAFIA |
Bibliografia: | BIBLIOGRAFIA Alagia, A., Chiusaroli, C., La gestione del turismo come politica territoriale, DAEST, Venezia, 1999. Berger, J., Sul Guardare, Mondadori, Milano, 2003. Bodini, V., Tutte le poesie, a cura di Oreste Macrì, BESA, Lecce, 1997 Boeri, S., Lanzani, A., Marini, E., Il territorio che cambia, Abitare Segesta Cataloghi, Milano, 1993. Calcagno Maniglio, A., Paesaggio costiero, Sviluppo Turistico Sostenibile, Gangemi Editore, Roma, 2009. Dansero, E., Giaccaria, P., Governa, F., Lo sviluppo locale al Nord e al Sud. Un confronto internazionale, FrancoAngeli, Milane 2008. De Carlo, M., Dubini, P., Valorizzazione delle destinazioni (LA). Cultura e turismo, Egea, Milano, 2008 Dematteis, G., Le metafore della Terra. La geografia umana tra mito e scienza, Feltrinelli, Milano, 1985. Dematteis, G., Progetto implicito. Il contributo della geografia umana alle scienze del territorio, Franco Angeli, Milano, 1995. Dematteis, G., Il radicamento territoriale dei sistemi locali, Franco Angeli, Milano, 2005. Dematteis, G., Governa, F., Territorialità, sviluppo locale, sostenibilità: il modello SLoT, FrancoAngeli, Milano, 2009. Farinelli, F., La crisi della ragione cartografica, Einaudi, Torino, 2009. Ferraris, M., Documentalità. Perché è necessario lasciar tracce, Laterza, Bari, 2009. Ginzburg, C., Spie. Radici di un paradigma indiziario in "Miti, emblemi, spie. Morfologia e storia", Einaudi, Torino, 1986. Governa, F., La dimensione territoriale dello socio- economico locale in "Rappresentare i luoghi", Alinea Editrice, Firenze, 2001. Governa, F., Tra geografia e politiche, Donzelli Editore, Roma, 2014. Innocenti, P„ Geografia del turismo, Carocci Editore, Roma, 2007. Jonas, H., Il principio responsabilità, Piccola Biblioteca Einaudi, Torino, 1979. Lanzani, A., Ipaesaggi italiani, Maltemi editore, Roma, 2003. Magnaghi, A., Il progetto locale. Verso la coscienza di luogo, Bollati Boringhieri, Torino, 2000. Montanari, A., Turismo urbano. Tra identità locale e cultura globale, Mondadori, Milano, 2008 Navarra, M., In Walkabout city, Hoepli, Milano, 2002. Perec, G., Espèces despaces, Galilée, Paris, 1974. Peirce, C.S., Opere a cura di M.A. Bonfantini, Bompiani, Milano, 2003. Pericoli, M., Finestre sul mondo, EDT, Torino, 2015 Pericoli, T., Pensieri della mano, Adelphi, Milano, 2014. Pollice. F., Territori del turismo. Una lettura geografica delle politiche del turismo, FrancoAngeli, Milano, 2002. Varraso, I., Turismo e dinamiche territoriali di sviluppo, valorizzazione delle risorse e organizzazione sistemica degli spazi garganici, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 2004. Viganò, P., I territori dell’urbanistica. Il progetto come produttore di conoscenza, Officina Edizioni, Roma, 2010. Vitiello, V., Lethos della topologia. Un itinerario di pensiero, Le lettere, Firenze, 2013. Ruggiero, L., Scrofani, L., Turismo e competitività urbana, FrancoAngeli, Milano, 2011. Sistu, G., Vagamondo. Turismi e turisti in Sardegna, CUEC, Cagliari, 2007. Trillo, C., Territori del turismo. Tra utopia e atopia, Alinea, Firenze, 2006. Viterbo, D., Turismo e territorio, contributi per una geografia del turismo pugliese, Argo, Lecce, 1995 SITOGRAFIA www.ipres.it www.ilsole24ore.com www.ojs.unica.it www.comune.pinerolo.to.it www.agenziapugliapromozione.it www.sporteliounicomolfetta.it www.regione.puglia.it www.sit.puglia.it www.paesaggio.regione.puglia.it www.sac.regione.puglia.it www.urbanisticainformazioni.it www.laterradipuglia.it www.costaweb.it www.che-fare.com www.salentobicitour.org www.laboratoriolinfa.com www.urkaonline.it www.bollentispiriti.regione.puglia.it |
Modifica (riservato agli operatori) |