L’urbanistica della neve. I casi delle stazioni sciistiche di Artesina, Prato Nevoso, St. Gréé e Garessio-Valle dei Castori = Urban planning and snow. The cases of the ski resorts of Artesina, Prato Nevoso, St. Gréé and Garessio-Valle dei Castori

Le stazioni sciistiche di Artesina, Prato Nevoso, St. Gréé e Garessio-Valle dei Castori, situate nelle Alpi Marittime piemontesi, rappresentano esempi significativi di sviluppo insediativo in aree montane, dove architettura e infrastrutture si adattano tanto all’ambiente naturale quanto alle esigenze turistiche. Ciascuna stazione possiede caratteristiche uniche in termini di progettazione, storia e integrazione con il territorio, rispondendo a differenti epoche e visioni architettoniche. La stazione di Artesina, situata nel comune di Frabosa Sottana, si sviluppa sin dai primi anni Sessanta in un fondovalle dalle condizioni geografiche sfidanti per la costruzione di un centro urbano esteso. Tuttavia, grazie a un gruppo di imprenditori savonesi, che tuttora gestiscono gli impianti e alcune proprietà, Artesina è cresciuta seguendo la morfologia del luogo e sfruttando appieno le caratteristiche del territorio. Negli anni Novanta, le piste di Artesina sono state collegate a quelle di Prato Nevoso, ampliando così l’offerta sciistica. Prato Nevoso, nata a metà degli anni Sessanta in una conca naturale, è nota per la sua capacità di fornire ampi servizi alla clientela. La sua architettura riflette uno stile alpino ritenuto "classico", in contrasto con Artesina, che presenta uno stile architettonico influenzato dai canoni francesi dell'epoca. Questo approccio diversificato risponde a una strategia turistica più ampia, che vuole attrarre un pubblico eterogeneo offrendo diverse esperienze di soggiorno in montagna. La stazione di St. Gréé, situata nel comune di Viola, si trova a un’altitudine inferiore rispetto ad Artesina e Prato Nevoso ed è anch’essa frutto di una visione avanguardistica degli anni Sessanta. Ideata dall’ingegnere genovese Fedriani, St. Gréé è un esempio di architettura organica che si armonizza con il territorio. La costruzione della “Porta della Neve,” un centro commerciale oggi in stato di abbandono, riflette l'adozione della teoria delle stazioni integrate, un modello urbanistico già sperimentato in alcune località sciistiche francesi, con l’obiettivo di creare un ambiente autosufficiente che ospitasse negozi e servizi accessibili agli sciatori. La stazione di Garessio – Valle dei Castori, collocata sul colle di Casotto, è stata oggetto di un intervento significativo ad opera degli architetti Sergio Jaretti e Carlo Caramellino negli anni Settanta e Novanta. Sebbene l’idea iniziale fosse quella di sviluppare una stazione pienamente integrata con il paesaggio, questo obiettivo è stato raggiunto solo in parte, preservando comunque gli elementi naturali del territorio. Gli edifici di Garessio rispecchiano un grande esempio di modernità dell’architettura enfatizzando il legame con la natura circostante. Oggi, tutte e quattro le stazioni affrontano le sfide poste dal cambiamento climatico, che influisce non solo sulla quantità di neve e sulla durata della stagione sciistica, ma anche sui costi e sulla sostenibilità a lungo termine delle infrastrutture. Di conseguenza, il futuro sviluppo e mantenimento di queste località montane dipende sempre più dalla capacità di adattarsi e innovare per rispondere a queste nuove condizioni ambientali e climatiche.