L'impatto dello stretching sulle manifestazioni mioelettriche di fatica muscolare negli arti superiori degli Atleti di Acrobatica Aerea. = The impact of stretching on myoelectric manifestations of muscle fatigue in the upper limbs of Aerial Acrobatic Athletes.

L'acrobatica aerea è una disciplina sportiva che richiede un notevole sviluppo della forza negli arti superiori, con un’attenzione particolare ai muscoli degli avambracci, data la continua sospensione dell'atleta per compiere acrobazie. Per migliorare la performance e la resistenza degli atleti sono state pensate diverse preparazioni fisiche che potrebbero influenzare la fatica muscolare, che si traduce in una diminuzione della capacità del muscolo di generare forza, e di conseguenza, del tempo di sospensione. Questo studio ha l'obiettivo di confrontare diverse preparazioni fisiche (warm-up e stretching) precedenti al compito di sospensione su tessuto aereo. Si intende valutare, tramite i segnali sEMG monopolari prelevati, la suscettibilità del muscolo all'affaticamento rilevabile attraverso le manifestazioni mioelettriche di fatica, prima che si manifesti un calo prestazionale. In particolare, si vuole valutare se lo stretching possa portare ad una maggiore variazione delle manifestazioni mioelettriche di fatica. Diciotto atleti dell’Accademia di acrobatica aerea “Fly Royal Accademy ASD” di Torino, hanno partecipato al progetto, svolgendo l’esercizio di sospensione fino ad esaurimento. Sono state valutate tre preparazioni fisiche:(i) solo riscaldamento, (ii) riscaldamento seguito immediatamente da una sessione di stretching e (iii) dopo 30 minuti di recupero dalla prova (ii). Per verificare tale ipotesi, sono stati raccolti i segnali elettromiografici di superficie (sEMG), utilizzando una matrice circolare composta da due file di 32 elettrodi posizionata lungo la circonferenza dell'avambraccio. Da tali segnali sono state estratte due metriche, per epoche pari a un secondo: un descrittore di ampiezza, il valore RMS, e un descrittore spettrale, la frequenza mediana. Da queste due metriche vengono estratte le relative pendenze lungo le epoche come descrittori della fatica mioelettrica. In base ai valori di pendenza RMS e MDF per ogni canale della matrice sono state realizzate delle mappe 2D. Le regioni spaziali con la maggiore variazione di RMS e MDF sono state considerate rispettivamente valutando il numero di canali al di sopra del 70% del massimo e al di sotto del 70% del minimo (canali attivi). Da tali regioni sono stati identificate le coordinate del baricentro. La media delle pendenze, i canali attivi e le coordinate del baricentro di RMS e MDF e i tempi di sospensione sono stati confrontati tra le tre diverse preparazioni fisiche tramite il test non parametrico di Friedman. Inoltre, è stata valutata la correlazione tra le pendenze di MDF e il tempo di sospensione attraverso un'analisi di correlazione di Spearman. Le tre diverse preparazioni non hanno portato a differenze statisticamente significative dei tempi di sospensione. Questo implica che il riscaldamento e lo stretching non influenzano le performance degli atleti in sospensione statica su tessuto aereo. Anche i descrittori di fatica mioelettrica non hanno mostrato differenze statisticamente significative rispetto alle tre diverse preparazioni. In questo studio non si evidenzia un coinvolgimento centrale che limita le capacità del muscolo di generare forza dato dallo stretching. Le pendenze di MDF e il tempo di sospensione hanno mostrato una correlazione significative in tutte le prove. Quindi, considerando la variabilità tra soggetti, una maggiore manifestazioni mioelettriche di fatica corrisponde a un minor tempo di sospensione a prescindere dalla preparazione all’esercizio.