Un Territorio Spugna. Abitare la siccità in Calabria = A Sponge Territory. Inhabiting drought in Calabria

La tesi si occupa della siccità come tema di progettazione territoriale. In particolare si concentra su un caso esemplare in Italia: la Calabria, territorio in cui la carenza stagionale d’acqua e il suo sfruttamento e dispersione sono molto rilevanti. Il lavoro propone una lettura spaziale del fenomeno e individua una possibile strategia progettuale che è definita come “territorio spugna”. La tesi propone un’ipotesi, che cioè lo sfruttamento della risorsa idrica possa essere studiato come forma di estrazione. Per questa ragione, nella prima parte si indagano le modalità di estrazione calabresi, fra le quali si pone particolare attenzione a quella idrica. L’estrazione dell’acqua avviene attraverso almeno quattro diverse forme spaziali, ovvero quella delle acque minerali, quella dell’energia idroelettrica, quella dell’agricoltura e, in modo meno materiale ma più connesso allo sfruttamento del valore della risorsa idrica, quello del turismo. Il punto di vista è quello dell’acqua come assenza: paesaggi dell’acqua dove l’acqua non c’è più o non ce n’è abbastanza, e che proprio per questa assenza genera un rischio: siccità, sete, aridità, desertificazione. Nella seconda parte del lavoro ci si concentra su uno specifico bacino, quello del fiume Lao, indagando dapprima le modalità attraverso cui l’estrazione dell’acqua ha generato un paesaggio, ma proponendo poi una strategia di progetto del territorio che provi a convivere con la questione della siccità. Il “territorio spugna” che ne emerge viene poi messo a confronto con attori e decisori locali per indagare l’impatto sociale del progetto. L’obiettivo della tesi è quello di mettere al centro del dibattito urbanistico una questione spesso considerata come rischio estremo per provare invece a considerarla come una opportunità di trasformazione sostenibile del territorio.