Criteri di dimensionamento degli accumuli di acqua calda sanitaria = Sizing criteria for domestic hot water storage systems

Una delle più difficili sfide col quale la società contemporanea deve confrontarsi è sicuramente la drastica riduzione delle emissioni di CO2, e di gas serra in generale, in atmosfera al fine di contrastare gli effetti del cambiamento climatico che le comunità in tutto il Mondo subiscono. Una delle conseguenze più preoccupanti, oltre all’aumento globale della temperatura, è sicuramente la forte riduzione di acqua potabile. Essa, destinata per usi alimentari e igienici, è un bene primario per la sopravvivenza umana e per lo sviluppo socio-economico delle società. In un contesto storico, come quello odierno, la riduzione dei consumi energetici è di fondamentale importanza per raggiungere gli obiettivi riguardanti la riduzione di inquinamento a livello globale. Il consumo di acqua calda sanitaria (ACS) rappresenta una quota significativa del consumo energetico in diverse tipologie di edifici, per fornire un esempio nel settore residenziale la produzione di ACS rappresenta circa il 14 % del consumo totale di energia nell’Unione Europea. [1] In questo progetto di tesi si è andato prima di tutto a raccogliere alcuni dei criteri più utilizzati oggi dai progettisti e dagli installatori disponibili in letteratura nazionale ed internazionale e in un secondo momento è stato fatto un confronto con la norma italiana attualmente vigente. È stata posta anche l’attenzione sul pericolo batteriologico che potrebbe portare un accumulo che non opera in modo opportuno e sulle metodologie della disinfezione dell’acqua prima dell’uso. L’obiettivo ultimo è stato quello di evidenziare la differenza tra i risultati ottenuti utilizzando i differenti criteri di dimensionamento e di porre l’attenzione sulle possibili carenze presenti nella normativa italiana di riferimento. Un accumulo sottodimensionato causa disagi all’utenza che richiede volumi di acqua non disponibili mentre un accumulo sovradimensionato porta ad inutili sprechi energetici e possibile stagnazione di acqua con conseguente aumento di rischio batteriologico.