Nuovi spazi per abitare la città produttiva. Il Comprensorio del cuoio di Santa Croce sull'Arno = New spaces to inhabit the productive city. The leather district of Santa Croce sull'Arno

Questa tesi indaga questioni di carattere sociale e ambientale in un contesto in cui vi è una forte compresenza di spazi residenziali e produttivi, osservando in modo particolare come questa coesistenza abbia generato, e continui a generare, condizioni abitative problematiche. Il contesto indagato è il Comprensorio del cuoio di Santa Croce sull’Arno in Toscana, tra le province di Pisa e Firenze, dove la radicata e solida presenza della produzione di cuoio e calzature di importanza internazionale ha influenzato, e continua a influenzare, la qualità della vita e le modalità abitative. La macchina produttiva conciaria in questo particolare territorio ha infatti modellato l’intero assetto urbano provocando numerose criticità socio-ambientali. Se da una parte la produzione ha generato condizioni economiche favorevoli alla crescita urbana, dall’altro è stata, ed è, causa di inquinamento e diseguaglianze sociali particolarmente evidenti se andiamo ad osservare le condizioni abitative dei lavoratori, soprattutto operai e stranieri. In considerazione di questo problema, questa tesi si propone di delineare un quadro sufficientemente esaustivo delle condizioni abitative a Santa Croce sull’Arno, al fine di proporre uno scenario progettuale in grado di rispondere alle emergenti necessità, migliorando le attuali condizioni di vita degli abitanti. La tesi si struttura in quattro parti. La prima descrive alcune specificità della produzione conciaria in Italia e a Santa Croce sull’Arno, mostrando l’assetto distrettuale di tale produzione e i caratteri delle urbanizzazioni che essa genera, evidenziando alcuni dei più ricorrenti effetti economici, ambientali, sociali. Nella seconda parte, attraverso un’indagine quantitativa e qualitativa, fatta di mappe, dati e fatti di cronaca, la tesi discute il modo in cui la produzione abbia nel corso del tempo generato un territorio “doppio”, ovvero fortemente polarizzato, fatto di spazi ricchi e poveri, fortemente inquinati e apparentemente ameni, case e quartieri per abitanti ricchi (per la maggior parte imprenditori dell’attività conciaria) e poveri (operai delle concerie prevalentemente stranieri), modi di usare la città stessa segnati da contraddizioni e conflitti. La terza parte prende in considerazione quattro spazi urbani dove la coesistenza di produzione e residenza si presenta in modalità differenti, determinando numerose criticità accanto ad alcune opportunità che il progetto intende valorizzare. In particolare, si descrive il caso in cui le residenze si trovano immediatamente a ridosso del comparto industriale, quello in cui le abitazioni sono sparse all’interno delle aree produttive, il caso in cui gli spazi agricoli funzionano come dispositivi di separazione tra residenza e industria, e infine quello in cui all’interno del tessuto residenziale si trovano edifici industriali in stato di abbandono. La quarta e ultima parte della tesi propone degli scenari progettuali per ognuna delle quattro aree selezionate, ritenute esemplari in quanto assimilabili ad altre aree con caratteristiche simili, per le quali si possono prevedere interventi analoghi. Ovvero: aumentare l’offerta di alloggi stanziali e temporanei, conferire migliore qualità agli spazi abitativi esistenti, potenziare l’offerta di quelli pubblici attraverso la bonifica e la riqualificazione degli spazi industriali abbandonati e il potenziamento degli spazi agricoli entro il tessuto urbano.