Metodologie, tradizioni e significati nell’uso del colore in ambito architettonico nella cultura giapponese. = Methodologies, traditions and meanings in the use of color in architecture in Japanese culture.

Colore e percezione visiva nelle architetture extraeuropee: Il caso del Giappone Questa tesi volta a mettere a punto un quadro generale comparativo circa l’uso e i significati del colore, all’interno di una cultura extraeuropea, come quella nipponica, soffermandosi con particolare attenzione al campo dell’architettura. Fra le matrici storico-culturali, fondamentali si confermano i quattro colori base della tradizione (bianco, nero, rosso e blu, con la relativa – variabile - terminologia) visti anche come caratteristiche ancora riconoscibili nella tradizione giapponese. Nel contributo, la lettura specialistica affronta anche il tema della presenza di teorie sul colore, con i profili di Akira Kitabatake e Shingo Yoshida: Sarà inoltre presente il confronto con il contesto urbano, attraverso l’analisi di tipologie edilizie, cromie caratterizzanti, materiali e tecniche, come le piastrelle ceramiche e gli intonaci, fino agli standard del colore adottati in Giappone (JSA). In tale sezione, verranno esaminati gli esempi cromatici di Sapporo, Tokyo, Kyoto, Hiroshima, Osaka e Kobe, e quelli di alcune realtà minori, ma estremamente significative, come Kawasaki, Tokoname (la città nera) e Uchiko (la città gialla). Fra i Protagonisti contemporanei infine, verranno ricordati architetti e designers come Kenzo Tange, Tadao Ando, Arata Isozaki, Toyo Ito e Shiro Kuramata, oltre a due grandi architetti italiani come Aldo Rossi e Renzo Piano, analizzando il loro linguaggio cromatico nel progetto architettonico, per rivelare analogie e difformità tra le due realtà.