Ri-alp: riabitare le Alpi = Re-alp: re-inhabit the Alps

Il lavoro indaga la possibilità di valorizzare un sito minerario dismesso che lascia spazio ai pochi resti e ruderi di un’era ormai superata ma di grande valenza storica, parte integrante del patrimonio culturale della Valsesia. Rialp si pone come obiettivo la riqualificazione di quel “vuoto” non attrezzato ereditato, in cui la strategia progettuale prevede una logica polifunzionale nella quale le realtà pubbliche e private possano condividere le rispettive, differenti, forze trainanti. La progettualità coglie l’occasione per rivitalizzare un’area in stato di abbandono rispondendo alle attuali dinamiche che interessano i territori montani, proponendo delle linee guida alla cui base vi è una strategia di connessione interregionale. Questo concetto che oggi chiamiamo “mixitè” ha permesso la compresenza di attività le cui consistenze potessero articolarsi con flessibilità entro le categorie di destinazioni d’uso. Si è dunque attuato un percorso di approfondimento reso possibile attraverso la conoscenza della storia di questa terra e dei suoi abitanti, puntando l’accento su quelle che sono le dinamiche sociali che ad oggi caratterizzano i territori montani. Tutte le decisioni progettuali sono motivate dal contesto e dal suo sviluppo, Rialp sperimenta la possibilità di ricucire il territorio attraverso un grande hub dove le maestranze e le conoscenze dei paesi della Valsesia possano convivere in un unico spazio. La strategia progettuale mira a ristabilire rapporti equilibrati tra le genti che vivono quelle terre e indaga la possibilità di attirare nuovi abitanti per tornare ad abitare la montagna che non vive solo di turismo, ma anche delle sue genti, mantenendo dunque il legame tra tradizione e territorio. In questa direzione ogni luogo e ogni popolo ha davanti a se possibili traguardi, intersecando tematiche culturali ed esigenze funzionali importanti fino a distinguersi come un “unicum” nel suo genere.