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Un'antica dismessa fortificazione della Val di Susa : dal rilievo all'ipotesi di rifunzionalizzazione e valorizzazione compatibile con la sua collocazione nell'area protetta del Gran Bosco di Salbertrand

Aleramo Maria D'Angelo

Un'antica dismessa fortificazione della Val di Susa : dal rilievo all'ipotesi di rifunzionalizzazione e valorizzazione compatibile con la sua collocazione nell'area protetta del Gran Bosco di Salbertrand.

Rel. Giuseppe Orlando. Politecnico di Torino, Corso di laurea in Architettura, 2005

Abstract:

Capitolo I, "Una valle fortificata" L'alta Valle Susa conta il maggior numero di fortificazioni dell'Arco Alpino occidentale: se si escludono quelle antiche, di cui non rimangono che scarse tracce. La maggior parte di queste opere fu realizzata nella seconda metà del XIX sec., quando divenne necessario provvedere alla difesa del territorio. Il Piano Generale di Difesa (1871) prevedeva per la Val di Susa la creazione di sei piazze militari: Altopiano del Moncenisio, la piazza di Susa, la piazza di Exilles, la piazza dell'Assietta, la piazza di Bardonecchia, la piazza di Cesana Torinese. L'ingresso dell'Italia nella Triplice Alleanza, la Francia divenne il potenziale diretto nemico favorita da una linea di confine strategicamente a lei favorevole. Tutto ciò aumentò questo processo di adeguamento difensivo dell'Alta Valle che prevedevano la messa a punto di numerosi capisaldi a carattere difensivo, ma di trasformarsi al momento opportuno in basi di appoggio per operazioni controffensive da condursi nel territorio d'oltralpe. Capitolo II "Le strade militari" Le strade militari dell' arco alpino occidentale, furono realizzate tra la fine del XIX sec. e la seconda metà di quello successivo a servizio delle numerose fortificazioni e oggigiorno costituiscono un patrimonio di eccezionale rilevanza. Per ovviare alla maggiore portata e potenza delle artiglierie rigate e a retrocarica, le fortificazioni dovettero guadagnare i siti dominanti spesso a quote considerevoli anche oltre i duemila metri. La necessità di trasferire a quote alte o medio alte i materiali necessari per la costruzione delle batterie e l'esigenza di trasportare legna, ferramenta, mattoni, calce, varie attrezzature ma soprattutto i pesanti cannoni in sicurezza, truppe di soldati e artiglieri, spinsero i genieri a realizzare le rotabili. Le strade militari erano praticamente invisibili. Le pendenze stradali variavano tra il 7 e il 12 % massimo. Lungo le strade, a distanza regolari, erano situati i posti tappa. In queste piazzole di sosta vi era quasi sempre la presenza di una fontana e una vasca per l'abbeveraggio delle bestia da soma, talvolta nei pressi c'erano anche le case cantoniere. Lungo le rotabili, inoltre, si potevano incontrare baraccamenti; accanto ad esse vi erano cisterne, stazioni di telegrafo ottico, depositi e riservette per gli esplosivi. Alla fine dell' `800 lungo queste strade apparvero i pali telegrafici e telefonici. In questo capitolo si parla anche del telegrafo ottico per l'invio e la ricezione dei messaggi, tra un punto e l'altro della vallata. Per l'invio di messaggi si utilizzava l'eliografo e l'apparato diottrico. Per ricevere si usava il cannocchiale a basso ingrandimento. Se la distanza tra un forte e l'altro era elevata, vi erano le stazioni eliografiche, che fungevano da "ponte" tra i forti. Capitolo III "L'evoluzione delle fortificazioni" Tra forti e artiglierie si verificò un'evoluzione parallela: difese sempre più efficaci si oppongono a cannoni sempre più potenti. In questo periodo si passò dai cannoni ad avancarica a canna liscia ai cannoni a retrocarica a canna rigata, più potenti ma soprattutto molto più precisi e con maggiore rapidità di fuoco. Con l'innovazione del Capitano dell'Artiglieria Sarda Giovanni Cavalli, la tecnica era stata rivoluzionata: il proietto da sferico era diventato cilindro - ogivale, aumentando a parità di calibro, il proprio peso. La polvere nera cominciò ad essere sostituita dai nuovi esplosivi con elevato potere dirompente. I forti più antichi, pur avendo murature imponenti, diventano vulnerabili alle nuove armi e sono ridotti alla funzione di caserme o magazzini. A partire dal 1885 ai grandi forti di sbarramento si preferiscono strutture più piccole, situate in posizioni dominanti e riparate da spessi terrapieni o da masse rocciose. Capitolo IV "Lo spionaggio in Val di Susa" Lo spionaggio francese, presente fin dal 1822, nell'Alta Valle Susa, aumentò dopo il 1870 con l'inasprimento dei rapporti tra i due stati e la ripresa dell'attività fortificatoria. Con l'innovazione tecnologica della macchina fotografica si poteva operare una ricognizione sul territorio in tempo reale e la ripresa di siti strategici e opere fortificate. Le fortificazioni erano osservate dalle creste di confine, fotografate più volte in modo da controllare la progressione dei lavori e le caratteristiche delle strutture. Se i fotografi rimanevano sul territorio francese non vi erano problemi salvo di essere visti e abbandonare le riprese; ma a volte occorreva sconfinare, anche di poche decine di metri, e ciò diventava pericoloso. Molto spesso le spie si travestivano da sciatori ed escursionisti, entravano in territorio italiano e raggiungevano, d'inverno, le opere più alte che non erano continuamente sorvegliate. II rischio di essere sorpresi era elevato, se catturati si rischiava la fucilazione. In pratica con queste limitazioni, ad andarci di mezzo furono gli escursionisti che vennero limitati nei movimenti e impediti nell'utilizzo delle attrezzature fotografiche. Capitolo V"La piazza militare di Exilles" Nella seconda metà dell'800 Exilles divenne un'importante piazzaforte. II Forte di Exilles: Grandioso complesso di fortificazioni posto sulle sommità di uno sperone roccioso a dominio della valle. L'origine della fortezza è antichissima, esisteva già nel 1155 sotto i Conti d'Albon. Nel 1339 presentava già una struttura complessa (pianta quadrata con due torri circolari), raro esempio di "Castello di strada" dalla struttura difensiva articolata in più circuiti murari a difesa del nucleo interno e da una barriera esterna a controllo della strada che univa il Piemonte alla Provenza. All'inizio del `600 modificò il suo aspetto da vecchio castello in fortezza bastionata Nel `700 la rocca fortificata, sotto la direzione del Bertola e del Willencourt, subisce imponenti lavori di ristrutturazione e ammodernamento tra cui il ribaltamento del fronte difensivo verso la Francia. Fatto radere a suolo dai Francesi in seguito al Trattato di Parigi, 15 maggio 1796. Il Forte venne ricostruito tra il 1818 e il 1829 dal Re di Sardegna, ritornato in possesso dei suoi territori. Vittorio Emanuele I affidò la ricostruzione a Giovanni Antonio Rana e Francesco Olivero che tra il 1821 e il 1829 completarono la struttura. II Forte Principale, secondo il progetto, doveva essere protetto da numerose opere fortificate secondarie: Sapè (a fossa), Fenil (in casamatta), Case Garde, Serre La Garde, Clot Riond, Vai Galambra, Irachette (questi ultimi tre non furono mai realizzati). Il compito di queste opere complementari era quello di tenere a distanza le artiglierie dell'attaccante, sulle quali sarebbe potuto intervenire il fuoco del Forte Principale le cui artiglierie erano di lunga gittata. A difesa del fianco sinistro della Piazza di Exilles, a quote notevolmente più elevate si trovavano le batterie del Gran Serin, Mouttas e Gran Costa. Capitolo VI "II Forte Sapè" Nel 1884, per ovviare ai limitati stanziamenti finanziari con una soluzione di compromesso, furono stilati nuovi progetti del Forte Sapè dal capitano del Genio Dardesio, che prevedevano l'unione della Batteria del Clot Riond (quota 1350) in barbetta, alla Batteria del Sapè (quota 1197) in casamatta. Il Forte Sapè, terminato nel 1886, è articolato su due livelli, ed fu affondato in una specie di voragine scavata in un erto pendio.

Relatori: Giuseppe Orlando
Tipo di pubblicazione: A stampa
Parole chiave: fortificazione - val di susa - gran bosco - salbertrand - rifunzionalizzazione
Soggetti: A Architettura > AJ Edifici e attrezzature per l'amministrazione, il commercio e la difesa
A Architettura > AP Rilievo architettonico
G Geografia, Antropologia e Luoghi geografici > GB Aree protette
R Restauro > RA Restauro Artchitettonico
Corso di laurea: Corso di laurea in Architettura
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/23
Capitoli:

INTRODUZIONE PARTE PRIMA

CAPITOLO I

Una valle fortificata 1

Altopiano del Moncenisio 2

Forte Varisello 3

Forte Cassa 5

Forte Roncia 5

Caserma difensiva del Malamot 6

Forte Pattacroce 7

La Piazza di Susa 7

Forte Pampalù 7

Forte Combe di Giaglione 8

Caserma difensiva Santa Chiara 10

Batteria Madonna della Losa 11

Batteria dell'Olmo 12

Il Forte d'Exilles 15

La Piazza di Bardonecchia 16

Forte Bramafam 17

Forte Foens 20

Batteria Jafferau 21

Batteria Pramand 22

Cesana Torinese 22

Batteria Chaberton 23

Allegato fine capitolo:

v/ Forti e Batterie dell'Alta Valle di Susa e Chisone

CAPITOLO II

Le strade militari 28

La stazione eliografia 37

Allegati fine capitolo:

Piano dimostrativo dei ricoveri alpini situati nella Divisione Militare di Torino

La piazza di Cesana - Il Monte Chaberton

La piazza dell'Assietta

La piazza di Bardonecchia

La piazza di Cesana - li Monte Fraiteve

La piazza di Cesana - Champlas Seguin - Colle Sestrieres e Cima del Bosco

Il Forte Fenils e la Batteria del Pramand

La piazza dell'Assietta - Il Gran Serin

Carta riassuntiva riportante i confini di Stato a fine sec. XIX, le principali vie di comunicazione, le strade militari, i forti e le batterie, i ricoveri e gli osservatori.

CAPITOLO III

L'evoluzione delle fortificazioni 43

Norme per gli studi di fortificazione da montagna 44

Breve storia dell'artiglieria da fortezza 46

Le artiglierie ad avancarica 47

Le artiglierie rigate e a retrocarica 49

Il cannone modello Cavalli 50

Granata di ghisa (1870) 51

Granata mod. Shrapnel (1896- 1898) 52

Cannone da 149 53

CAPITOLO IV

Lo spionaggio in Valle Susa 55

Decreto sulla limitazione di accesso alle aree limitrofe alle fortificazioni da parte della Prefettura di Torino del 22 luglio

CAPITOLO V

La piazza militare di Exilles 68

ll Forte principale 70

I forti minori 74

Forte Fenil 75

Batteria Case Garde 79

Forte Serre La Garde 80

Batteria di Val Galambra 84

Batteria del Clot Riond 86

Batteria del Sapè 86

Batteria dell'Icharette 88

La piazza militare dell'Assietta 88

Forte del Gran Serin 89

CAPITOLO VI Il Forte Sapè 91

La Batteria Alta 93

La Batteria Bassa 94

Allegati fine capitolo:

Planimetrie del Forte Sapè ad opera finita con curve di livello

Sezioni trasversali e longitudinale del Forte Sapè

PARTE SECONDA

CAPITOLO I

Il Forte Sapè oggi 100

Le fotografie 101

Allegati fine capitolo:

n. 5 Planimetrie riportanti i punti fotografici

Schizzi

CAPITOLO II

Ipotesi progettuale 123

Il Parco Naturale del Gran Bosco di Salbertrand 124

Ipotesi progettuale 131

Conclusioni 135

GLOSSARIO MILITARE 136

BIBLIOGRAFIA 156

Tavola 1: Introduzione

Tavola 2: Il Forte Sapè: la storia

Tavola 3: Rilievo - sezioni orizzontali

Tavola 4: Rilievo - sezione orizzontale e prospetti

Tavola 5: Rilievo - sezioni verticali Tavola 6: Progetto - sezioni orizzontali

Tavola 7: Progetto - sezioni orizzontali e verticali e particolare scala di accesso al Forte

Bibliografia:

ALLAIS Giovanni - "La fortificazione e difesa della frontiera italo - francese", Tip. L. Roux e c., 1888, Torino.

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PATRIA Ettore - "Sulle antiche carte degli archivi di Exilles" - quaderni de "II Bannie", tip. S. Norse, 1967, Torino.

PATRIA Ettore -"ll forte di Exilles" - quaderni de "II Bannie", tip. S. Norse, 1970, Torino.

Cfr. PATRIA Ettore -"La galera del Forte di Exilles" - in "11 Bannie",1970, anno IX, n°3, tip. S. Norse, Torino.

Cfr. PATRIA Ettore -"La ridotta di Serre La Garde" - in "Il Bannie", 1973, anno XII, n°1, tip. S. Norse, Torino.

Cfr. PATRIA Ettore -"Le batterie in barbetta del Sapè e quelle in casamatta corazzata del Fenil" - in "11 Bannie", 1973, anno XII, n°2, tip. S. Norse, Torino.

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Museo Nazionale della Montagna - "Castelli e fortezze della Valle di Susa"- ed. M.N.M. "Duca degli Abruzzi"; 1983, Torino.

PATRIA Ettore, PATRIA Luca - "Castelli e fortezze in Val di Susa", ed. Cahier Museomontagna n°26, 1983, Torino.

Cfr. BRIOTTI Andrea, CARNISIO Rosanna - "Tra i forti della Triplice Alleanza" - in "Rivista della montagna", 1992, n°141, ed. C.D.A., Torino.

CORINO Pier Giorgio, Piero GASTALDO -"La montagna fortificata" - ed. Melli, 1993, Borgone (TO)

PATRIA Luca, GILIBERT Alberto -"La comba di Exilles, incisioni e disegni dal XVI al XIX secolo" - ed. Melli, 1994, Borgone (TO).

A. V. - "Col ferro, col fuoco: robe di Artiglieria nella Cittadella di Torino" - ed. Electa, 1995, Milano.

CORINO Pier Giorgio - "Fortificazioni e spie" - ed. Melli, 1996, Borgone di Susa.

MINOLA Mauro, ROCCO Beppe - "Fortificazioni nell'arco alpino: l'evoluzione delle opere difensive tra XVIII - XX secolo" - in "Quaderni di cultura alpina" n°60-61 - ed. Priuli & Verlucca, 1998, Ivrea (TO).

MINOLA Mauro - "Assedi e battaglie in Valle di Susa e Val Sangone" - ed. Susa libri, 1998, S. Ambrogio (TO).

MINOLA Mauro -"Il forte di Exilles" - ed. Susa libri, 2000, S. Ambrogio (TO).

GARIGLIO Dario -"Exilles, storia di una fortezza Piemontese" - ed. R. Chiaromonte, 2000.

BARRERA Francesco -"I sette forti di Exilles" - ed. Museo Nazionale della Montagna "Duca degli Abruzzi", 2002, Torino.

DI CHIO Alessandro, MASSOLA Rinaldo -"Porta di ingresso al parco Gran Bosco di Salbertrand: ipotesi di riuso del Forte Sapè" - tesi, relatore: ROMEO Cesare, correlatori: BORGHINI A.,

GIORDANINO G., GOMEZ SERITO M., 2003, II Facoltà di Architettura, Politecnico di Torino.

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