Matteo Annovi
Parco del Real Castello di Racconigi, il “Giardino dei Principini”, analisi dello stato di fatto e proposte per un nuovo piano di manutenzione.
Rel. Michela Benente, Carlo Amedeo Reyneri di Lagnasco. Politecnico di Torino, Corso di laurea specialistica in Progettazione Di Giardini, Parchi E Paesaggio, 2011
Abstract: |
Il giardino storico «Un giardino storico è una composizione architettonica e vegetale che dal punto di vista storico o artistico presenta un interesse pubblico. Come tale è considerato come un monumento». Questa definizione viene data dalla Carta di Firenze del 1981 all'articolo 1. Ciò che ha portato alla realizzazione della "Carta di Firenze" è stato, senza dubbio, il pensiero che il giardino storico sia «"un'opera d'arte", avente valore culturale, espressione di una determinata civiltà». Un giardino è un luogo dove, molto frequentemente, è presente un stretto legame tra l'architettura e la vegetazione e, pertanto, risulta in continua evoluzione. Questo mutamento, tuttavia, non avviene in modo parallelo tra le componenti del giardino in quanto la vegetazione, assoggettata alle regole e tempistiche biologiche, evolve più rapidamente che il costruito. Un giardino storico è quindi il risultato di anni di evoluzione e come tale deve essere mantenuto e preservato. In seguito a quanto detto si può definire il giardino come elemento polimaterico. La materia vegetale di un giardino è l'elemento più caratteristico di questo ed è ciò che ne garantisce l'unicità. Vi sono molteplici varianti che influenzano sulla crescita, il portamento e la longevità delle piante, perciò è praticamente impossibile creare una copia esatta di un giardino. Altra caratteristica peculiare dei giardini storici è il loro complesso dinamismo dovuto non soltanto al naturale evolversi della vita delle piante, ma anche alle modifiche volute dall'uomo in seguito al mutare del gusto botanico. È molto difficile, se non del tutto impossibile, datare un giardino storico considerandolo come manufatto complessivo in quanto il materiale vegetale presente possiede età completamente diverse. Tutto ciò che si può fare è risalire alla datazione dell'impianto del giardino, oppure all'ideazione formale di esso. Ne consegue quindi che un giardino storico oggi non è che il risultato dell'interazione di molteplici fattori in un ambiente, già complesso alla nascita, nel corso dei secoli. 1.2 I principi della conservazione, del restauro e della manutenzione Il giardino è il risultato di un processo di interazione di diversi valori, a partire da quelli del paesaggio urbano o extraurbano di cui esso fa parte. Conservare un giardino significa tener conto di questa sua peculiarità e del suo sistema d'interazione con ciò che lo circonda. Si deve inoltre cercare di preservare o, se necessario, ricreare quell'equilibrio proprio del giardino, considerando che il "tempo" della natura è diverso da quello degli uomini. Data la grande complessità di questo particolare monumento, occorre acquistare il massimo della conoscenza del sistema e delle sue singole parti. A tal scopo la Carta definisce i modi e i metodi di intervento da applicare a tali beni così complessi. "L'intervento di restauro dovrà rispettare il complessivo processo storico del giardino, poiché tale processo materializza l'evoluzione della struttura e delle configurazioni via via assunte nel tempo. Pertanto ogni operazione che tendesse a privilegiare una singola fase assunta in un certo periodo storico e a ricrearla ex novo, a spese delle fasi successive, comporterebbe una sottrazione di risorse e risulterebbe riduttiva e decisamente antistorica. L'intervento perciò dovrà identificarsi con un intervento di conservazione, e tale obiettivo dovrà essere conseguito e garantito nel tempo attraverso un processo di continua, programmata, tempestiva manutenzione". L'articolo 2 della Carta italiana del restauro dei giardini storici sancisce chiaramente come ogni "momento storico" della vita del giardino vada rispettato e mantenuto nel tempo, proprio per poter proteggere la sua unicità. Di conseguenza chi si occupa del restauro di un bene così "particolare" dovrà aver cura rispettarlo in tutte le sue sfaccettature. «Quello che un secolo chiamò giardino non lo è più per un altro secolo», scrive Christian C. Hirschfeld nel 1781, spiegando come «lo stesso giardino possa assumere una tale connotazione, da non lasciar più sussistere neppure una somiglianza lontana col quadro precedente)». Preso atto della grande complessità dell'opera "giardino" ne consegue che «[...] nel restauro, sia di un giardino come di una qualunque altra opera, si può aggiungere valore, con aggiornamenti funzionali o estetici, ma non distruggere. In altre parole ciò significa salvaguardare scrupolosamente quanto la storia ha trasmesso, rispettandone la processualità e quindi senza "sbucciare" il giardino, in nome di un presunto assetto originale. Eventuali interventi legati a nuove destinazioni d'uso, o quant'altro, potranno soddisfare i più generali principi del restauro, della riconoscibilità e reversibilità». I professionisti che si occupano di restaurare un giardino storico devono quindi aver ben chiaro qual è stata l'evoluzione dello stesso, comprendere le scelte progettuali fatte e le sue peculiarità, solo successivamente possono ideare un progetto volto a preservarle nel tempo per le generazioni future. Tale lavoro non è cosa facile, proprio per quanto detto fin ora, ma è responsabilità del professionista realizzare un progetto volto alla conservazione delle "testimonianze" portate dal giardino. Il restauro è l'insieme di quelle operazione effettuate per garantire la permanenza della fisicità del monumento il più a lungo possibile nel futuro, secondo le guide concettuali della conservazione. «L'applicazione delle tecniche del restauro ai giardini storici è cosa relativamente recente e la teoria non ha la robustezza e la ricchezza di esperienze di quelle relative al restauro dell'opera pittorica od edilizia, pur se certamente afferisce agli stessi principi, essendo anche il giardino un bene culturale». Importante è essere coscienti del fatto che le scelte effettuate «comunque interferiranno sulla conservazione e sul destino dell'oggetto che si vuole tramandare ai posteri)». Le operazioni di restauro che si effettuano su un giardino storico si svolgono prevalentemente sulla materia vegetale che, in quanto tale, è materia vivente ed evolve nel tempo. Tali operazioni devono essere svolte al fine di curare e salvaguardare il giardino stesso a volte anche sostituendo o integrando le piante presenti. Il termine manutenzione è entrato in uso nel XVI secolo con il significato di manu-tenere: «atto, effetto del mantenere qualcosa efficiente e in buono stato» (dizionario enciclopedico italiano alla voce manutenzione). Un giardino storico richiede una manutenzione continua e inderogabile come nessun'altra opera d'arte. Realizzare un programma di manutenzione è certamente uno degli obiettivi da raggiungere dopo aver predisposto e realizzato un intervento di restauro in quanto la mancanza di un'adeguata manutenzione può pregiudicare o addirittura annullare in breve tempo un grande lavoro di restauro. Per poter quindi conservare e tutelare al meglio un giardino storico è necessario adottare un piano di manutenzione che preveda sia interventi di tipo ordinario, come lo sfalcio periodico dei tappeti erbosi, la potatura, la pulizia del sottobosco e il controllo delle infestanti, che interventi straordinari, mirati a prevedere il degrado della vegetazione che, per natura della materia vivente, è inevitabile. Da quanto fin ora scritto si evince come la realizzazione di un piano di manutenzione di un giardino storico sia un compito arduo, che necessita di una conoscenza accurata del luogo in studio e la capacità di tenere in considerazione tutti gli aspetti di un giardino. Proprio per questo sono numerose le leggi, sia nazionali, sia internazionali, che, nel corso degli anni, hanno cercato di dare ai professionisti delle linee guida per la realizzazione di piani di manutenzione. Il Ministère de la Culture et communication, il corrispettivo francese del nostro Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ha realizzato un vero e proprio documento, Le Pian de Gestion Jardin, rivolto ai professionisti, che formsce delle linee guida per la realizzazione di un piano per la gestione dei giardini storici. |
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Relatori: | Michela Benente, Carlo Amedeo Reyneri di Lagnasco |
Tipo di pubblicazione: | A stampa |
Soggetti: | G Geografia, Antropologia e Luoghi geografici > GF Italia U Urbanistica > UC Giardini U Urbanistica > UG Pianificazione del paesaggio |
Corso di laurea: | Corso di laurea specialistica in Progettazione Di Giardini, Parchi E Paesaggio |
Classe di laurea: | NON SPECIFICATO |
Aziende collaboratrici: | NON SPECIFICATO |
URI: | http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/2260 |
Capitoli: | 1 Introduzione 1.1 Il giardino storico 1.2 I principi della conservazione, del restauro e della manutenzione 2 Il Real Parco del Castello di Racconigi 2.1 Inquadramento territoriale di Racconigi 2.2 Inquadramento storico 2.2.1 XIII secolo, la fortezza medievale di Racconigi 2.2.2 XVII secolo, il giardino di Le Nôtre per Racconigi 2.2.3 XVIII secolo, Giuseppina di Lorena e i primi passi verso un giardino paesaggista 2.2.4 XIX secolo, il grande progetto di Xavier Kurten 2.2.5 XX secolo, dalla "Real Villeggiatura" all'abbandono 2.3 Il giardino dei principini: dal progetto di Xavier Kurten al recupero post-abbandono 2.4 Marcellino e Giuseppe Roda, giardinieri a Racconigi 2.4.1 Il Gran Tour in Europa, "viaggio studio" finanziato dalla Real Casa Savoia 2.4.2 Il lavoro dei fratelli Roda per il Regno d'Italia 2.4.3 Gli elementi compositivi caratteristici dei fratelli Roda: parallelismi con altri giardini realizzati 2.5 Gli interventi di recupero del Giardino dei Principini, dal 1998 al 2011 2.6 La manutenzione del Parco di Racconigi 4 Il lavoro di tirocinio: la fase di conoscenza 4.1 Analisi dell'intervento del 1998 sul Giardino dei Principini 4.1.1 Le aiuole e i sentieri 4.1.2 L'impianto di irrigazione 4.2 Le grandi praterie del Parco 5 L'area A 5.1 Primo livello: il tappeto erboso 5.1.1 Le specie erbacee presenti nei parterres 5.1.2 La manutenzione dei parterres 5.1.3 Il degrado del tappeto erboso 5.1.4 Proposte d'intervento sul degrado del tappeto erboso 5.1.5 Proposta di manutenzione a medio termine 5.1.6 Piano di concimazione 5.2 Secondo livello: gli arbusti 5.2.1 La manutenzione degli arbusti ornamentali 5.2.2 Il degrado degli arbusti 5.2.3 Proposta di manutenzione a medio termine 5.3 Terzo livello: le piante ad alto fasto 5.3.1 La manutenzione delle piante ad alto fasto 5.3.2 Il degrado delle piante ad alto fasto 5.3.3 Proposta d'intervento sul degrado delle piante ad alto fasto 5.3.4 Proposta di manutenzione a medio termine 5.3.5 Proposta di manutenzione e interventi a lungo termine 6 L'area B 6.1 Primo livello: il sottobosco e l'aiuola fiorita 6.1.1 La composizione vegetale 6.1.2 La manutenzione del sottobosco e dell'aiuola fiorita 6.1.3 Le osservazioni 6.1.4 Proposta di manutenzione 6.2 Secondo livello: gli arbusti 6.2.1 La manutenzione del boschetto di bossi 6.2.2 Il degrado del boschetto 6.2.3 Proposte d'intervento sul degrado e manutenzione a medio e lungo termine 6.3 Terzo livello: gli alberi 6.3.1 La manutenzione sulle piante ad alto fasto 6.3.2 Il degrado delle piante ad alto fasto 6.3.3 Proposte d'intervento sul degrado delle piante ad alto fasto 6.3.4 Proposta di manutenzione a medio termine 6.3.5 Proposta di manutenzione a lungo termine 7 L'area C 7.1 Primo livello: il tappeto erboso, diverse gestioni a seconda delle diverse aiuole 7.1.1 La composizione vegetale 7.1.2 La manutenzione del tappeto erboso 7.1.3 Il degrado del tappeto erboso 7.1.4 Proposta d'intervento sul degrado del tappeto erboso 7.2 Secondo livello: gli arbusti e il meleto storico 7.2.1 La manutenzione 7.2.2 Il degrado degli arbusti e del meleto storico 7.2.3 Proposta d'intervento sul degrado e manutenzione 7.3 Terzo livello: le piante ad alto fusto 7.3.1 La manutenzione 7.3.2 Il degrado delle piante ad alto fusto 7.3.4 Proposta d'intervento sul degrado delle piante ad alto fusto 7.3.5 Proposta di manutenzione a medio e lungo termine 8 L'area perimetrale 8.1 La cancellata 8.1.2 La manutenzione 8.1.3 Il degrado dell'area adiacente alla cancellata 8.1.4 Proposta d'intervento sul degrado 9. Inquadramento economico Bibliografia Sitografia Articoli |
Bibliografia: | Bibliografia: - E. SILVA, Dell 'arte dei giardini inglesi, Stamperia e fonderia al Genio tipografico, Milano, 1801 - G. RODA, M. RODA, Corso teorico- pratico sopra la coltivazione e potatura delle principiali piante fruttifere, Unione Tipografico-Editrice, Torino, 1869 - G. RODA, M. RODA, Giardinaggio ornamentale ossia coltivazione delle piante per la decorazione dei giardini, delle verande, degli appartamenti, dei balconi e delle finestre, Ermanno Loescher Editore, Torino e Roma, 1880 - G. RODA, M. RODA, Manuale del Frutticoitore italiano contenente la descrizione e la coltivazione delle piante fruttifere che allignano in Italia unitamente alla coltivazione del Gelso, Stamperia Reale di Torino G.B. Paravia, Torino, 1881 - G. RODA, M. RODA, Manuale del giardiniere floricoltore, Unione Tipografico-Editrice, Torino, 1891 - G. 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