Ristabilire i contatti con il territorio. Esercizi di rigenerazione urbana nel borgo marinaro di Scoglitti (RG) = Re-establish contacts with the territory. Urban regeneration exercises in the seaside village of Scoglitti (RG)

Nell’ambito del lavoro di ricerca, il progetto si è interrogato in merito al tema della rigenerazione urbana nei territori costieri del sud Italia colpiti da abusivismo edilizio e cresciuti nella logica dell’urbanistica informale. Alla lunga, questi processi hanno dimostrato come i limiti in termini di qualità urbana influiscano negativamente anche sulla qualità della vita e dell’ambiente sociale e, oggi più che ieri, la pandemia da Sars-Covid-19 ci ha insegnato quanto e come la forma delle città incida sulle nostre vite. Questa tesi invita a mutare la prospettiva sui contesti informali e/o abusivi per assumere la condizione esistente come opportunità in potenza, come espressione di un processo culturale che merita di essere riconosciuto per poter bloccare il progressivo degrado e invertire la rotta. La ricerca prova a dimostrare che un tessuto sociale coeso, cosciente e consapevole dei bisogni della collettività è la chiave per il successo di un progetto di rigenerazione urbana, in quanto capace di porsi come interlocutore dell’amministrazione pubblica e, quindi, di avviare un dialogo utile a costruire una visione sulla città. Il lavoro valuta le esperienze raccolte negli anni nel mondo dell’urbanismo a livello europeo e nazionale evidenziando come le politiche sociali di coesione siano la conditio sine qua non per intraprendere processi di trasformazione urbana riconoscendo, quindi, il primato dei valori sociali sulla consuetudinaria visione economica per il progresso. Su questa base insorge la necessità di formare nuove figure professionali in grado di raccordare e coordinare il dialogo tra collettività ed ente pubblico per tradurre in progetto gli esiti del confronto, ma anche per ridurre la distanza tra ente pubblico e politiche di programmazione in modo da rendere effettive le possibilità offerte dall’Europa. Lo “sviluppatore” è, quindi, colui che, grazie alle sue conoscenze in ambito urbano e architettonico, media tra i diversi interessi in gioco, talvolta opposti, tra pubblico e privato in nome di una ampia e condivisa visione strategica per il territorio. L’analisi del borgo marinaro di Scoglitti (RG) ha inaspettatamente messo in evidenza l’elevato tasso di complessità di questo tratto costiero che, ai fini della ricerca, rappresenta solo uno dei casi presenti in Italia. Una volta individuati i problemi e le possibilità a scala territoriale sono stati definiti la strategia e gli obiettivi e, solo dopo aver costruito un quadro dettagliato della situazione, è stato possibile proporre linee di intervento e progetti coerenti con le competenze acquisite e con le specificità dell’area d’intervento. Le prospettive aperte dalla pandemia a nuovi modelli di vita, l’entità del fenomeno dell’abusivismo nei territori costieri e la loro ambizione turistica, le città informali del Mezzogiorno e il patrimonio edilizio disponibile, il divario esistente tra pianificazione e realizzazione delle opere sono alcuni dei temi per cui vale la pena portare alla ribalta il dibattito sui territori costieri più marginali.