Oltre un polo associativo. Un progetto di riconversione per l’ex caserma M.Ar.Di.Chi, già Lanificio Fratelli Piacenza. = Beyond an association centre. A conversion project for the former M.Ar.Di.Chi barracks, previously Lanificio Fratelli Piacenza.

L’idea di base che ha guidato la ricerca ed il progetto, da intendersi come processo e serie di obiettivi, ha tra gli aspetti chiave il concetto di “apertura”. La volontà alla base della progettualità è stata quella di generare un’architettura che si ampliasse verso il contesto, che dialogasse con il costruito storico e diventasse anch'essa parte della complessa stratificazione dell’area. La ricerca si è concentrata su sunti teorici, metodologici e progettuali. L'identificazione dell’area di progetto è da ricercare nella storia del luogo, uno spazio ricco di stratificazioni storiche e culturali, prima fabbrica, poi presidio militare ed infine luogo privo di una funzione ed abbandonato a se stesso. L’ ex-caserma M.Ar.Di.Chi, già Lanificio Fratelli Piacenza, si trova in prossimità dello scalo Vanchiglia, un’area di Torino oggetto di attenzione da parte di soggetti pubblici e privati. La dimensione del lotto, lo stato di fatto e l’interessamento da parte di diversi enti, vengono considerati appropriati per lo scopo della ricerca. L’intero complesso è stato studiato come una successione di luoghi, una serie di spazi multinodali e polifunzionali; gli spazi pubblici sono pensati in modo da diventare un polo di riferimento per il vicinato e per i fruitori, un lotto che con i suoi edifici e con lo spazio pubblico annesso possa diventare un polo culturale ed aggregativo, flessibile ed inclusivo. Un progetto di trasformazione, restauro e rifunzionalizzazione può essere visto come uno strumento di indagine e di progettazione, che abbia come scopo la salvaguardia del patrimonio. Tale obiettivo può essere raggiunto con diversi approcci, uno dei quali è l’esplicitazione di azioni e ricerche che siano sostenibili, concetto che non riguarda i soli aspetti tecnologici ma anche quelli progettuali. Nell’ambito del restauro architettonico il concetto di sostenibilità si rafforza. Il restauro ha, tra i suoi scopi ultimi, la salvaguardia del bene, che può essere identificato come risorsa territoriale. Lo spazio, occupato o meno, non è più pensabile come un quid di consumabile in modo arbitrario senza guardare alle conseguenze che questa scelta può provocare. Il concetto di restauro va identificato come un «processo di conservazione, salvaguardia ambientale e tutela sociale.» (‘Ananke (2017), a cura di DEZZI BARDESCHI C., Cento voci per il restauro, Altralinea Edizioni Milano, p.186) La ricerca si è concentrata sia su aspetti tecnologici sia su visioni concettuali utili a tracciare future prospettive per gli spazi pubblici esterni ed interni. Gli spazi collettivi e privati sono stati pensati in modo tale da garantire un’adeguata flessibilità e variabilità degli stessi, ripensando e progettando spazi adattabili, siano essi formali o informali. Durante tutto il processo di stesura della Tesi è stato adottato un approccio indirizzato alla multidisciplinarietà, motivo per il quale non si tratta di una Tesi specialistica su un singolo tema o materia. L’obiettivo che ci si è posti durante l'elaborazione della Tesi è stato quello di analizzare ed integrare nella ricerca il maggior numero possibile di discipline e competenze.