ospitalità diffusa: proposte di rifunzionalizzazione per la borgata Alpisella = widespread hospitality: proposals for recasting for the hamlet Alpisella

Alla base del lavoro vi è la definizione di un progetto di rigenerazione e restauro della borgata Alpisella, sita all’interno del comune di Garessio (CN) in Alta Val Tanaro, collocata a 1000 m.s.l.m. ed abbandonata da circa dieci anni, realizzando un polo capace di attirare turisti, interessati al tema della natura, dell’architettura, della storia e della convivialità. Dall’analisi condotta è emerso che la Val Tanaro presenta un ricco patrimonio storico-architettonico ma un esiguo numero di strutture ricettive legate al tempo libero ed alla ristorazione, in grado di attrarre turisti. Questa situazione ha portato, con il passare del tempo, ad una condizione di abbandono dei territori con il conseguente progressivo degrado del patrimonio edilizio ed ambientale. La concretizzazione di questo scenario si manifesta con la trasformazione della borgata in struttura ricettiva che si pone l’obiettivo di rispondere a diverse esigenze di turismo, portando con sé i temi legati alla formazione di nuove economie che contribuiscono allo sviluppo locale. Inoltre, l’estate 2020, in cui vi è stata una significativa crescita del turismo montano estivo, e la pandemia Covid-19 hanno evidenziato come le nuove sensibilità di fruizione dei luoghi possano determinare opportunità di sviluppo anche per territori secondari, rispetto a un modello di crescita fondato sulla monocultura dello sci alpino. Il contesto post pandemico ha risvegliato il turismo di prossimità e porrà un rinnovato interesse per alcune aree interne capaci di offrire qualità della vita: salubrità, ambiente di qualità, distanziamento, tranquillità, servizi e infrastrutture. Questo percorso di tesi si prefissa la volontà di dimostrare come l’insieme di questi fattori possa essere l’occasione per sfuggire all’abbandono delle zone interne e del degrado degli ambiti paesaggistici e architettonici che ne consegue, recuperando un luogo ormai abbandonato e riattivando il turismo presente nella valle fino a pochi anni fa, sfruttando la vicinanza con aree turistiche già fortemente consolidate a livello nazionale come Langhe e Roero, Monregalese, Riviera Ligure di ponente e Costa Azzurra, raggiungibili anche in giornata, e al patrimonio locale della valle. In questi termini il progetto non si pone in un’ottica di operazione isolata quanto piuttosto come prima tappa di un nuovo modo di operare sul territorio, capace di far coesistere aspetti di recupero del patrimonio rurale tradizionale a diverse scale. La scelta del caso studio e dei temi nasce da un’iniziativa promossa e parzialmente già realizzata dallo studio di architettura Officina82, che, fin dalla sua fondazione, opera all’interno del territorio montano locale. Attraverso il progetto per alcuni ruderi della borgata, Officina82 sperimenta nuove forme e nuovi modi di fare architettura. E’ una sperimentazione che tocca l’elaborazione di nuovi linguaggi, tema estremamente delicato per le sue relazioni con gli immaginari collettivi e le convenzioni culturali, come anche il rapporto tra società e architettura, tra sviluppo locale e qualità del paesaggio e dell’abitare. All’interno di tale contesto non risulta quindi banale sottolineare come siano spesso le attività che crescono dal basso a consentire di leggere le caratteristiche di un luogo, interpretandone adeguatamente problematicità e potenziali e, di conseguenza, creando qualità architettonica.