Agatina Bonanno
LA PLACA DE LA GARDUNYA : LA RIQUALIFICAZIONE URBANA TRA PARTECIPAZIONE E NUOVE TECNOLOGIE DI PREFABBRICAZIONE.
Rel. Andrea Bocco, Sandra Bestraten Castellas. Politecnico di Torino, Corso di laurea specialistica in Architettura (Costruzione), 2010
Abstract: |
Il Raval è un quartiere del centro storico di Barcellona nato dall'ampliamento medioevale della città e si suppone che abbia avuto origine da insediamenti già presenti e precedenti all'ampliamento. Il quartiere si trova dall'altra parte della Rambla rispetto al quartiere gotico e in prossimità del porto, fattore che lo ha reso fin dalla sua nascita luogo preferenziale per l'immigrazione e scenario dei commerci ( più o meno leciti ), che da secoli caratterizzano i quartieri in prossimità di porti, o importanti arterie viarie, e ospita infatti tutt'ora alcuni dei mercati più antichi della città, la Boqueria e il Mercat de Sant Antoni. È delimitato dalla Rambla, da Calle Pelayo, dalla Ronda de Sant Antoni, Ronda de Sant Pau, Avenida del Paralelo y Paseo de Josep Carner e dal porto. Tra le vie più importanti si trovano la Calle del Carme, la Calle Nou de la Rambla (dove si trova il Palau Geli primo edificio realizzato da Gaudi a Barcellona) e la recente Rambla del Raval. Nell'epoca medioevale la città di Barcellona sperimentò importanti cambiamenti economici che la portarono ad una crescita smisurata. Il nuovo quartiere nasce al di fuori delle mura cittadine e da qui l'origine del suo nome; "Arrabar" infatti era un termine che identificava un quartiere che nasceva fuori dalla città. Il quartiere fu annesso alla città solo nel XVIII con l'abbattimento delle mura cittadine. Fino ad allora, il Raval aveva avuto molte zone agricole dove abbondavano piccoli corsi d'acqua e zone paludose; questa situazione e là lontananza dall'amministrazione centrale fecero sì che il quartiere si caratterizzasse come una zona insana e residenza per le fasce di popolazione più povere. Tale situazione perdurò e peggiorò con l'avvento dell'industria; infatti, con l'industrializzazione del XIX secolo e il sorgere delle fabbriche tessili arrivò anche una moltitudine di immigrati e la conseguente edificazione del territorio. Come accadde in molte città europee, la nascita dell'industria portò a una rapida espansione urbana, che non accompagnata da norme urbanistiche e criteri igienici, portò alla nascita di quartieri operai spesso soggetti a gravi epidemie. Stessa sorte toccò dunque al Raval; a cui il degrado e la forte immigrazione gli valsero addirittura il soprannome di "Barrio Chino" per le similitudini con la Chinatown di San Francisco. Con l'arrivo delle fabbriche, che sorsero prevalentemente nella zona nord del quartiere, arrivarono anche le prime famiglie borghesi di classe che costruirono le proprie residenze nella vicinanze del Raval. Fu costruito anche il primo mercato coperto della Spagna, "la Boqueria". Con il rafforzarsi dei commerci marittimi, la zona sud del quartiere vedeva l'arrivo giornaliero di marinai ma anche di artisti che hanno dato al quartiere il carattere Bohemien che tutt'ora lo identifica. Storicamente è stato sede di residenza per la comunità dei gitani* molti dei quali hanno abbandonato la Catalogna durante la Guerra Civile Spagnola, per emigrare in Francia. Il quartiere ha mantenuto le caratteristiche di luogo di immigrazione e rifugiò per le fasce emarginate di popolazione, per molto tempo è stato luogo di degrado e di commerci illegali, oltre che quartiere famoso per l'esercizio della prostituzione. Per questi fattori fino all'inizio degli anni '80 del '900 ha mantenuto lo stigma di quartiere marginale e a rischio. Attualmente il quartiere del Raval rappresenta un grande spazio di scambio sociale, di creazione e di "mescla" culturale; allo stesso tempo è anche il quartiere più controverso della città, con la doppia fama di quartiere artistico, fattore che genera il suo successo turistico, e di quartiere a rischio, come testimoniano le varie azioni di protesta degli abitanti soprattutto negli ultimi anni. Negli ultimi venti anni ha subito una serie di trasformazioni mirate a cambiare "El Chino" nel "Raval" ovvero a eliminare l'immagine stigmatizzante del degrado e della marginalità, sviluppando attraverso un processo di riqualificazione l'aspetto culturale e di richiamo sociale. Ma perché parlare di "barrio chino" e di "Raval"? Che cosa fa la differenza tra le due denominazioni?? I toponimi descrivono due immagini distinte del quartiere e soprattutto memorie storiche differenti. Con il termine "Chino" in realtà non si definirebbe tutto il quartiere ma la zona meridionale dello stesso anche se il termine in genere identifica tutta l'area. Per capire la moltitudine di aspetti che il quartiere racchiude in se (probabilmente più di altri ), basti pensare che già il termine "Chino" racchiude due immagini se non contrapposte almeno distinte:
- La prima evoca la Bohème e l'ambiente canalle, un'immagine alquanto romantica e nostalgica e se vogliamo anche un po' populista fatta di café-concìerto e ambiente internazionale, - La seconda evoca invece un'immagine se vogliamo "collaterale" alla prima, come l'altra facciadella medaglia, una visione miserabilista e pessimista di deliquenza, povertà e prostituzione
Se la prima descrizione ha reso il quartiere famoso a livello internazionale all'epoca della Grande Guerra, la seconda è relativa agli anni del dopoguerra del franchismo. La denominazione Raval ha invece un'origine medioevale, ma è tornato in uso solo di recente volendo evitare l'immagine stigmatizzante che dava il nome "Chino" per molto tempo si usavano i termini: "El barrio de las Drassanes" o del "Districto V" denominazione dell'amministrazione. Il fatto stesso che siano esistite tante controversie sul nome di quest'unico quartiere mostra chiaramente i suoi problemi di identità, che hanno trovato le loro motivazioni nel fatto che esso è sempre stato una "zona di transito", che ha assorbito i flussi migratori e le attività tipiche delle zone limitrofe a un porto. L'origine stessa del quartiere, fusione di territori differenti che avevano in comune solo il fatto di trovarsi tra la seconda e la terza muraglia e di essere stati urbanizzati nel XIX secolo, testimonia come esso sia nato dalla necessita di espandersi della città e di raccoglierne i flussi migratori. Per molti lo stesso nome Raval rappresenta di per sé la riqualificazione di questi ultimi venti anni, quasi un nome imposto come marchio del processo. Si parla della denominazione "Raval" come "toponomia della riqualificazione" o almeno così la definisce ironicamente Rafael Vallbona nell'articolo "Adiós al Barrio Chino" {El Mundo, La Revista, nùm. 85, 13-5-2001). "Si hay una ruta sentimental que debe hacerse con urgencia en la Barcelona fìnisecular del diseno urbano corno argumento de ventas, està es sin duda la del viejo barrio Chino. Pero sean politicamente correctos, por favor, y llàmenle Raval, que es el nombre fijado por la toponimia de la rehabilitación... El Raval hoy es un mondo de contrastes..." Si può anche dire che questa denominazione abbia origine da alcuni movimenti di vicinato ( di cui parleremo più avanti ) che volevano prendere parte ai processi di riqualificazione presentandosi però come unici interlocutori, con l'intento, sembra, di riqualificare l'immagine del quartiere. Inutile cercare di definire quale delle due immagini descritte (o delle seguenti che verranno descritte) rappresenti maggiormente il quartiere; nel Raval di oggi persistono tutte queste caratteristiche, che si sono mescolate con i cambiamenti degli ultimi anni e con la perenne evoluzione. Il vero problema sono i pregiudizi e l'immagine stagnante che ha la città, e anche qualche amministratore pubblico, su un quartiere in continuo cambiamento e ricco di potenzialità. |
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Relatori: | Andrea Bocco, Sandra Bestraten Castellas |
Tipo di pubblicazione: | A stampa |
Soggetti: | A Architettura > AO Progettazione U Urbanistica > UG Pianificazione del paesaggio |
Corso di laurea: | Corso di laurea specialistica in Architettura (Costruzione) |
Classe di laurea: | NON SPECIFICATO |
Aziende collaboratrici: | NON SPECIFICATO |
URI: | http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/1887 |
Capitoli: | PARTE PRIMA CAPITOLO 1: Il Raval - Introduzione - Le trasformazioni - La riqualificazione urbana - Conflitti e cambiamenti derivanti dalla riqualificazione urbana - I cambiamenti sociali - Gli investimenti nella cultura
CAPITOLO 2: La Placa de la Gardunya Il programma per la riqualificazione della Plaga de la Gardunya La situazione attuale L'ambito di intervento e gli obiettivi generali Il processo di informazione e partecipazione della cittadinanza Il programma del concorso di progettazione Gli edifici della piazza L' escola Massana Il mercato della Boqueria L'Hospital de la Santa Creu
PARTE SECONDA CAPITOLO 3: II progetto: Scelta dell'area Gli enti coinvolti Le scelte progettuali compositive
PARTE TERZA
CAPITOLO 4 Introduzione La prefabbricazione stratificata a secco La prefabbricazione con pannelli di legno Il KLH El Til.ler Allegato, particolari costruttivi
CAPITOLO 5: Le tecniche del propetto Caratteristiche costruttive dell'involucro opaco Valori limite di riferimento per le trasmittanze degli elementi di chiusura Involucro trasparente I consumi dell'edificio Modelli per l'illuminazione naturale con Dialux |
Bibliografia: | Alistar G.F, Offsite fabbrication, prefabbncation, pre-assembly and modularisation, Latheronwheel: Whittles Publishing, Roseleih House 1999.
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