LABORATORIO CLIMA – Experiencing performative matrices in the city of Rome

Lo spostamento di latitudine delle città europee ipotizzata dall’European Environment Agency suggerisce il punto di partenza della ricerca. Lo slittamento di Roma verso Tunisi stimola dunque interrogativi sul futuro della capitale: allontanandosi dai toni drammatici di scenari catastrofici spesso assunti nelle risposte al cambiamento climatico, ci si interroga sui cambiamenti già in atto e su come lo spazio pubblico possa diventare laboratorio di sperimentazione per strategie di mitigazione del surriscaldamento globale, in cui la tensione tra straordinario e ordinario trova la sua massima espressione. Una prima parte costruisce una cornice teorica entro cui la ricerca si muove, indagando le investigazioni attorno alla questione climatica e alle sue ricadute in termini operativi. Ci si è interrogati sulle accezioni del cambiamento, ripercorrendo condizioni spaziali e non che hanno determinato le trasformazioni più radicali nella città di Roma. Nel tentativo di strutturare la domanda di ricerca, la seconda parte sperimenta modalità attraverso cui è possibile rendere visibile le implicazioni spaziali del cambiamento climatico e allo stesso tempo rivela le potenzialità inscritte nel territorio romano. Infine, inserendosi operativamente nel linguaggio progettuale, la ricerca esplicita in che modo un clima in continua evoluzione sia in grado di ridefinire gli approcci dell’architettura e dell’urbanistica, aprendo la strada a nuovi scenari di progetto. Attraverso tre episodi nella città, si predispongono molteplici prototipi che attraverso materiali urbani e naturali strutturano un linguaggio inedito per Roma, ristabilendo sinergie ecologiche tra lo spazio pubblico e il paesaggio della città.