Silvia Leone
Barcellona e la fabbrica: Can Ricart e proposta di riuso.
Rel. Elena Tamagno, Agata Spaziante, Maurizio Momo. Politecnico di Torino, Corso di laurea specialistica in Architettura (Costruzione), 2009
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Abstract: |
Non vi è alcun dubbio sul fatto che Barcellona sia la città che nel corso degli ultimi venti anni sia stata attraversata da una incredibile azione di rinnovamento urbano. Questo costituisce, su scala mondiale, un esempio ed un riferimento operativo per quanti considerino la disciplina del progetto architettonico strumento per la definizione di una rinnovata identità e consapevolezza dell'abitare metropolitano. La città, le sue trasformazioni, la sua politica amministrativa, le decisioni strategiche, la presenza e il ruolo degli architetti locali e internazionali e conseguentemente la qualità dei singoli manufatti costituiscono un assieme che universalmente è riconosciuto come un modello studiato, rappresentato e descritto, oltre che dalla critica e dalla cultura architettonica, anche da sindaci e politici di altre città desiderosi di intraprendere un percorso analogo. I libri, le riviste di architettura, ma anche di moda, di fotografia, di design, hanno dedicato a Barcellona un'eccezionale attenzione ed un entusiasmo che alla luce dei risultati che complessivamente non possono non essere riconosciuti come straordinari, sfocia spesso nell'agiografia acritica. La città ha assunto un ruolo emblematico proponendosi come modello comportamentale di processi di modificazione che interessano oggi la maggior parte delle città europee. Non è in discussione il passaggio dall'economia industriale ad una visione post-industriale della città, quanto i modi e l'impostazione culturale delle scelte operative, il ruolo dell'azione pubblica in relazione allo spazio decisionale (anche in termini morfologici) lasciato alle forze private, la capacità della città di rispondere, rinnovandosi, alle nuove esigenze abitative. Ne consegue il risultato di una diversa conformazione urbana dove, abbandonato il disegno tradizionale dell'isolato e della dimensione conforme, prende corpo l'ipotesi di edifìci disegnati autonomamente sia planimetricamente che in altezza, rispetto al tessuto esistente. Tali condizioni, che ad alcuni paiono il segno indelebile della resa, l'abbandono di un disegno organico e condiviso dello spazio urbano, il compromesso con le pressioni esercitate da un'aggressiva imprenditoria immobiliare, per altri confermano l'evolversi di una visione contemporanea della città, secondo un agire di cui Barcellona interpreta le istanze più attuali e concrete, confermando quel ruolo di riferimento e guida politico-culturale in ambito urbanistico che in oltre vent'anni non è mai venuto meno. Il lavoro di ricerca da me proposto mira all'analisi di questa realtà, dove la presenza di numerose aree industriali dismesse ha posto in contrasto tra loro i vari poteri decisionali in gioco (pubblici e privati), a scapito di una progressiva trasformazione dell'antico tessuto urbano industriale, il quale ci appare oggi come una realtà completamente diversa rispetto al resto della città catalana: il Poblenou è diventato il quartiere dei nuovissimi esperimenti architettonici di personalità mondiali, i quali approdano a Barcellona dando sfogo alla propria fantasia. E' naturale pensare che ci sia qualcosa che non va alla base di tutto, come se quella pianificazione globale che era stata offerta da Cerdà sia stata messa completamente da parte per dar spazio a una nuova forma di città. In tutto ciò le ex aree industriali dismesse, quali frammenti di storia urbana, ne pagano le conseguenze.
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Relatori: | Elena Tamagno, Agata Spaziante, Maurizio Momo |
Tipo di pubblicazione: | A stampa |
Soggetti: | U Urbanistica > UK Pianificazione urbana G Geografia, Antropologia e Luoghi geografici > GD Estero |
Corso di laurea: | Corso di laurea specialistica in Architettura (Costruzione) |
Classe di laurea: | NON SPECIFICATO |
Aziende collaboratrici: | NON SPECIFICATO |
URI: | http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/1662 |
Capitoli: | 1. introduzione 1.1 la città contemporanea 1.2 la cultura delle città 1.3 presentazione del tema e gli obiettivi
2. il "modelo Barcelona" 2.1 il Plan Cerdà 2.2 l'Esposizione Universale del 1888 2.3 il Plan Jaussely 2.4 la via Laietana 2.5 l'Esposizione Universale del 1929 2.6 il Plan Macià 2.7 l'ondata migratorio del postguerra e il Plan Comarcal 2.8 i poligoni residenziali, il Plan Dìrector e il Plan 2000 2.9 il risveglio democratico e il Plan General Metropolitano
3. Barcellona contemporanea 3.1 continuità di un "modelo" attraverso l'innovazione 3.2 la città delle grandi trasformazioni
4. quando Barcellona era una grande fabbrica 4.1 un museo industriale all'aria aperta 4.2 Barcellona e il suo spazio industriale 4.3 il gas e la formazione del tessuto industriale a Barcellona 4.4 il valore didattico del suo patrimonio industriale 4.5 intervenire sul passato industriale 4.6 mattone, ferro e cemento: forma ed estetica della fabbrica
5. le aree industriali dismesse 5.1 "vuoti" da salvare 5.2 il recupero dei vuoti come "occasione" di rinnovamento urbano 5.3 l'esempio di Barcellona 5.3.1 costruire sul costruito 5.3.2 rottura tra piano e progetto? 5.4 il Poblenou, trasformazione storica del "barrio" 5.4.1 il Poblenou e il piano22@Barcelona 5.4.2 conclusioni sul piano 22@Barcelon
6. can Ricart, presentazione della fabbrica 6.1 perché conservarla? 6.2 sviluppo del complesso industriale 6.2.1 evoluzione della fabbrica secondo la planimetria 6.2.2 inventario degli edifìci costruiti 1853 1855 1866 1871 1877 1888 1922-1923 1927-1930 1988 2006 2008 - stato attuale 6.3 Can Ricart e l'industria catalana del XX secolo 6.4 il valore di Can Ricart
7. il parc central del Poblenou 7.1 valutazioni positive e negative del progetto
8. l'intervento proposto sul recinto industriale di Can Ricart 8.1 i criteri guida del progetto 8.2 TAVOLA 1 : fotopiano del poblenou 8.3 TAVOLA 2: stato di fatto 1:1000 8.4 TAVOLA 3: piano 22@ e progetto 8.5 TAVOLA 4: la connessione col Parc Central 1:500 8.6 TAVOLA 5: il museo delle lingue 1:200 8.7 TAVOLA 6: il museo delle lingue 1:200 8.8 TAVOLA 7: il museo delle lingue 1:200 8.9 TAVOLA 8: degradi e dissesti dell'edificio storico 8.10 TAVOLA 9: caratteristiche di facciata 1:20 8.11 TAVOLA 10: la struttura aggettante 1:20 8.12 TAVOLA 11: la struttura aggettante 1:20 8.13 TAVOLA 12: l'auditorio 1:20 8.14 TAVOLA 13: la passerella 1:20
riferimenti bibliografici (in ordine alfabetico)
riferimenti bibliografici (per capitoli) |
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fonti internet
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