Martina La Hara
La Casa Rossa ad Alberobello. Arte e cultura in difesa della Memoria. = Casa Rossa in Alberobello. Art and culture in defence of Memory.
Rel. Carla Bartolozzi. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Costruzione Città, 2020
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La Puglia è la terra del caso studio trattato. Più precisamente la Murgia dei Trulli, luogo dai paesaggi sgargianti, in cui l'intervento antropico è un tutt'uno con l'ambiente naturale, anzi lo ingentilisce, ma senza snaturarlo. Lo stesso però non si può dire degli insediamenti locali: i trulli, le casedde, le tipiche abitazioni rurali in pietra, umili ricoveri dove i contadini conducevano una vita frugale, sono state trasformate con gli anni in graziosi packaging per visitatori, contenitori svuotati della loro vera indole modesta, a cui spesso sono accostati elementi contemporanei per niente rispettosi dell'esistente, come piscine e prati all'inglese. L'arte della costruzione in pietra riesce a raggiungere la sua massima espressione nelle masserie, possenti architetture organiche, frutto dell'assemblaggio spontaneo di diversi tipi di fabbricati, ai quali, a seconda della fattezza e della dimensione, venivano associate specifiche funzioni. Centri dell'economia rurale, le masserie erano i fulcri intorno a cui ruotava il lavoro e la vita della popolazione locale date le enormi proprietà fondiarie possedute. Se si osservano con attenzione le masserie ci raccontano la loro storia. Tante storie messe in pericolo e sradicate per dare spazio ad un turismo liquido, di massa, vittime della speculazione dei privati che le costringono in usi ricettivi. Nel bel mezzo della Valle d'Itria, a pochi chilometri da Alberobello, sorge la Casa Rossa, chiamata così per il colore porpora delle sue pareti. Nasce nel XIV secolo come Masseria Albero della Croce, ma la storia degli anni a venire la porterà ad essere testimone di vicende per nulla banali. Da semplice masseria l'edificio venne ampliato e convertito in scuola. L'Istituto Agrario Francesco Gigante, dal nome del suo fondatore, durò dal 1906 al 1939 e rappresentò per Alberobello e i paesi limitrofi una ventata d'innovazione. Nel 1940 il Ministero degli Interni affitta lo stabile e lo adibisce a Campo di Concentramento. Rimarrà tale fino al 1949, dieci lunghi anni che lo definiranno come Campo più longevo d'Italia. Seguiranno nel tempo vari usi, come Casa di Rieducazione minorile maschile. Nonostante incoraggianti tentativi degli ultimi anni di risvegliare nella coscienza della comunità il sentimento di responsabilità nei confronti di questo luogo tramite eventi artistici, la Casa Rossa versa ancora in condizioni di abbandono, potenzialmente soggetta ad atti vandalici. Nel 2007 la Casa Rossa venne dichiarata dal Ministero dei Beni Culturali edificio di interesse storico-artistico. Dovere etico e morale è la salvaguardia di questo patrimonio, non solo dell'Italia, ma di tutta l'Europa, in quanto migliaia sono stati gli internati provenienti anche da paesi esteri a varcare la soglia del Campo, alcuni dei quali, nonostante le sofferenze e le condizioni di disagio si sono impegnati ad impiegare le ore di prigionia, con grande dignità, ad esercitare, per quanto possibile, il loro mestiere. Altri hanno avuto l'orgoglio e la forza di non snaturare il loro animo e di lasciare ai posteri tracce di sé con opere d'arte di diversa natura. L'intento di questa tesi è quello di proteggere l'architettura della Casa Rossa e con essa la Memoria che testimonia, proponendo come nuova destinazione d'uso un centro museale e artistico, nuovo punto di aggregazione e di scambio culturale, dove il ricordo sia uno strumento di costante confronto con l'attualità. |
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Relatori: | Carla Bartolozzi |
Anno accademico: | 2020/21 |
Tipo di pubblicazione: | Elettronica |
Numero di pagine: | 74 |
Soggetti: | |
Corso di laurea: | Corso di laurea magistrale in Architettura Costruzione Città |
Classe di laurea: | Nuovo ordinamento > Laurea magistrale > LM-04 - ARCHITETTURA E INGEGNERIA EDILE-ARCHITETTURA |
Aziende collaboratrici: | NON SPECIFICATO |
URI: | http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/15573 |
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