Rita Giovanazzi
Il granito rosa di Baveno nell'architettura ottocentesca in ambito torinese:il caso della cancellata d'ingresso del castello del Valentino.
Rel. Maurizio Gomez Serito, Annalisa Dameri. Politecnico di Torino, Corso di laurea specialistica in Architettura (Restauro E Valorizzazione), 2009
Abstract: |
La presente tesi di laurea ha come oggetto il granito rosa di Baveno, uno tra i più conosciuti materiali lapidei estratti in Piemonte, utilizzato diffusamente in ambito architettonico. La trattazione si sofferma in modo particolare sulla grande diffusione che questa pietra da costruzione ha avuto nella città di Torino nella seconda metà del XIX secolo, e la analizza `Specificatamente tramite il caso studio della cancellata d'ingresso del Castello del Valentino. Innanzitutto viene esaminato il materiale in quanto tale, attraverso le sue caratteristiche, le tecniche e i luoghi di estrazione e lavorazione storici e attuali, per poi schedare in modo sistematico i sui principali utilizzi architettonici torinesi. Successivamente l'attenzione si sposta sulla cancellata del Castello del Valentino, approfondendo la sua storia e ricercando, nella' casistica simile in ambito piemontese e nella prassi dell'epoca, un possibile modello che possa aver ispirato il progettista. La tesi assume poi un carattere maggiormente applicativo tramite un'analisi molto dettagliata dello stato di consistenza del manufatto, descrivendone la particolare morfologia e le forme di degrado che oggi lo interessano. L'attenzione si focalizza in particolare sui dissesti che affliggono la cancellata e sulle conseguenze che questi hanno sul lapideo, attraverso una specifica analisi dei punti critici della struttura, al fine di ipotizzare le cause più probabili del fenomeno. In ultimo, alla luce dei dati raccolti, vengono espresse brevemente le linee guida per un intervento di restauro, senza avere in questa sede la pretesa di formulare uno specifico progetto: lo scopo precipuo della tesi è infatti quello di fornire una conoscenza approfondita dell'elemento architettonico, indispensabile e preliminare a qualsiasi futura opera di conservazione dello stesso. La scelta di occuparmi di un materiale lapideo per l'elaborato finale del corso di laurea specialistica, proviene da una mia curiosità personale per l'argomento, che ha origine nei miei studi passati a livello liceale, e dall'interesse suscitato dal contributo specifico tenuto dal professor Gomez nell'ultimo anno del mio percorso formativo universitario. La decisione invece di concentrarmi sul granito di Baveno e in particolare sul caso della cancellata del Castello del Valentino, ha una causa del tutto fortuita, coincidente con l'avvio delle procedure preliminari per l'effettivo restauro della stessa, a completamento della lunga opera di conservazione dell'intero complesso. Non nascondo però che la possibilità di lavorare su una porzione, seppur limitata, di uno degli edifici storici più rilevanti e caratteristici della città di Torino, nonché sede della mia facoltà, abbia avuto per me delle implicazioni a livello di scelta, che definirei affettive, non irrilevanti. Inizialmente la tesi avrebbe dovuto possedere un carattere maggiormente applicativo, proprio in relazione all'imminente inizio dei lavori di restauro sulla cancellata, e alla disponibilità di collaborazione da parte del Settore Edilizia dell'Ufficio Tecnico del Politecnico di Torino,(organo preposto alla gestione del patrimonio architettonico dell'università). In realtà, a causa di una semplice e prosaica mancanza di sovvenzioni, ci si è dovuti indirizzare verso un'analisi maggiormente teorica, per certi versi per me un po meno formativa di un approccio maggiormente pratico alla questione. Ciò che però ritengo di grande validità per la mia esperienza personale, è l'avvenuto coinvolgimento in questa sede, per brevi consulenze o apporti più sostanziali, di una pluralità di qualificate figure professionali molto specializzate, ognuna delle quali ha apportato un indiscusso valore aggiunto al risultato finale. E' notizia recentissima l'erogazione degli attesi finanziamenti per l'avvio del progetto di restauro, e pertanto spero che il mio lavoro possa costituirvi un valido ausilio, nell'attesa di vedere la cancellata tornare finalmente al suo antico splendore. Ciò che in ogni caso desidererei che scaturisse da questo mio approfondimento, è un maggiore interesse per un manufatto che sembra essere percepito solo come strettamente funzionale, attraverso il quale tutti ammirano il Castello, quasi come la sua "leggerezza" fosse sinonimo di totale trasparenza, ed esso non fosse portatore di una sua propria dignità architettonica. |
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Relatori: | Maurizio Gomez Serito, Annalisa Dameri |
Tipo di pubblicazione: | A stampa |
Soggetti: | G Geografia, Antropologia e Luoghi geografici > GG Piemonte R Restauro > RA Restauro Artchitettonico |
Corso di laurea: | Corso di laurea specialistica in Architettura (Restauro E Valorizzazione) |
Classe di laurea: | NON SPECIFICATO |
Aziende collaboratrici: | NON SPECIFICATO |
URI: | http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/1537 |
Capitoli: | IL GRANITO ROSA DI BAVENO: MATERIALE, ESTRAZIONE, LAVORAZIONE E UTILIZZI IN ARCHITETTURA
1.1. INTRODUZIONE 1.1.1. Il granito 1.1.2. I graniti piemontesi: il Verbano Cusio Ossola 1.2. IL GRANITO ROSA DI BAVENO 1.2.1 Caratteristiche litologiche 1.2.2. Caratteristiche tecnico-applicative e utilizzi principali 1.3. ORIGINE GEOLOGICA E LUOGO DI ESTRAZIONE 1.4. NOTE STORICHE SULLE CAVE 1.5. LE CAVE OGGI ATTIVE 1.5.1. Cava "Scala dei Ratti" 1.5.2. Cava "Monte Camoscio" 1.5.3. Discarica Mineraria "Seula" 1.6. TECNICHE STORICHE DI ESTRAZIONE, LAVORAZIONE E TRASPORTO 1.6.1. Coltivazione delle cave 1.6.2. Lavorazione del grezzo 1.6.3. Trasporto 1.6.4. Lavorazione di finitura 1.7. TECNICHE ATTUALI DI ESTRAZIONE E LAVORAZIONE 1.7.1. Coltivazione delle cave 1.7.2. Lavorazione 1.8. ESEMPI DI UTILIZZI ARCHITETTONICI DEL GRANITO ROSA DI BAVENO IN ITALIA E NEL MONDO
2. PRINCIPALI UTILIZZI DEL GRANITO ROSA DI BAVENO NELLA CITTà DI TORINO 2.1. Introduzione 2.2. UTILIZZI PER COLONNE IN EDIFICI CIVILI E RELIGIOSI- ESEMPI PRECOCI:SETTECENTO 2.3. UTILIZZI PER COLONNE IN EDIFICI CIVILI E RELIGIOSI - OTTOCENTO E INIZIO NOVECENTO 2.4. PORTICI TRA OTTOCENTO E NOVECENTO 2.5. ALTRI UTILIZZI TRA OTTOCENTO E NOVECENTO 2.6. MONUMENTI 3. LA SCELTA DEL CASTELLO DEL VALENTINO: RICOSTRUZIONE DELLE VICENDE STORICHE 3.1. INTRODUZIONE 3.2. L'EMICICLO CASTELLAMONTIANO 3.3. RICOSTRUZIONE DELL'EMICICLO 3.4. IL PROGETTO DI AMPLIAZIONE E RESTAURO DEL CASTELLO DEL VALENTINO 3.5. LA REALIZZAZIONE DELL'ATTUALE CANCELLATA 3.6. CANCELLATA TRA XX E XXI SECOLO 3.7. CENNI BIOGRAFICI SULL'ING. LUIGI TONTA 3.8. NOTE SULLE RICERCHE D'ARCHIVIO EFFETTUATE 4. ESEMPI DI CANCELLATA E RECINZIONE A TORINO E IN PIEMONTE: POSSIBILI MONUMENTI E INFLUENZE 4.1. INTRODUZIONE 4.2. CANCELLATA A CIELO LIBERO CON GRANDI PILASTRI DI SOSTEGNO 4.3. CANCELLATA MONTATA SU COLONNE E PILASTRI VINCOLATI 4.5. CASO PARTICOLARE: PARAPETTO DEL PONTE PRINCIPESSA ISABELLA SUL PO DI TORINO 5. ANALISI MORFOLOGICA DELLA CANCELLATA DEL CASTELLO DEL VALENTINO: RILIEVO ARCCHITETTONICO, MATERICO, E IPOTESI DI MONTAGGIO 5.1. PREMESSA 5.2. LOCALIZZAZIONE DELLA CANCELLATA ALL'INTERNO DEL CASTELLO DEL VALENTINO 5.3. DESCRIZIONE DELL'ARTICOLAZIONE GENERALE DEL MANUFATTO 5.4. ANALISI DELLE SINGOLE PARTI E COMPONENTI 5.4.1. STRUTTURA DI FONDAZIONE 5.4.2. LESENE E ATTACCO AI CORPI DI FABBRICA LATERALI 5.4.3. COLONNE 5.4.4. PANNELLI METALLICI FISSI 5.4.5. CANCELLO APRIBILE 5.5. IPOTESI DI MONTAGGIO E TECNICHE COSTRUTTIVE 6. LE FORME DI DEGRADO SUPERFICIALE A CARICO DELLA CANCELLATA DEL CASTELLO DEL VALENTINO 6.1. PREMESSA 6.2. DEGRADI A CARATTERE DIFFUSO 6.2.1. PRESENZA DI VEGETAZIONE SUPERIORE 6.2.2. AGGIUNTE INCONGRUENTI 6.3. DEGRADO DELLA MURATURA DI FONDAZIONE 6.4. DEGRADO DEGLI ELEMENTI METALLICI 6.5. DEGRADO DEGLI ELEMENTI LAPIDEI 6.6. ELEMENTI IN GRANITO ROSA DI BAVENO 6.7. ELEMENTI IN PIETRA DI LUSERNA 6.8. ELEMENTI DI CORONAMENTO 7. DISSESTI DELLA CANCELLATA DEL CASTELLO DEL VALENTINO E DEGRADI CONSEGUENTI 7.1. PENDENZA E TORSIONE DELLE COLONNE 7.2. DISLOCAZIONE E SPROFONDAMENTI 7.3. I GIUNTI METALLO-LAPIDEO: PUNTI SENSIBILI DELLA STRUTTURA 7.3.1. TIPOLOGIE DI MATERIALI UTILIZZATI PER IL RIEMPIMENTO 7.3.2. ANALISI DEGLI AMMALORAMENTI 7.4. LESIONI DEL GRANITO IN CORRISPONDENZA DEI GIUNTI METALLO-LAPIDEO 7.5. CONSIDERAZIONI SULL'EVOLUZIONE DEL TEMPO DI DEGRADI 8. CONSIDERAZIONI FINALI E LINEE GUIDA PROGETTUALI
BIBLIOGRAFIA |
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ROBERTO BUGINI, LUISA FOLLI (a cura di), Lezioni di petrografia applicata, CNR Istituto per la Conservazione e la Valorizzazione dei Beni Culturali, 2008 |
Tavole: | TAVOLA 1: RILIEVO ARCHITETTONICO E MATERICO (SCALA 1:50) TAVOLA 2: RILIEVO ARCHITETTONICO-PARTICOLARI (SCALA 1:20) TAVOLA 3: RILIEVO FOTOGRAFICO: BASI TAVOLA 4: RILIEVO FOTOGRAFICO: CAPITELLI E CORONAMENTI TAVOLA 5: RILIEVO FOTOGRAFICO: CAMPATE TAVOLA 6: RILIEVO DEL DEGRADO TAVOLA 7: RILIEVO DEI DISSESTI TAVOLA 8: RILIEVO FOTOGRAFICO GIUNTI METALLO-LAPIDEO- GIUNTI ALTI NORD TAVOLA 9: RILIEVO FOTOGRAFICO GIUNTI METALLO-LAPIDEO- GIUNTI ALTI SUD TAVOLA 10: RILIEVO FOTOGRAFICO GIUNTI METALLO-LAPIDEO- GIUNTI MEDIANI NORD TAVOLA 11: RILIEVO FOTOGRAFICO GIUNTI METALLO-LAPIDEO- GIUNTI MEDIANI SUD TAVOLA 12: RILIEVO FOTOGRAFICO GIUNTI METALLO-LAPIDEO- GIUNTI BASSI NORD TAVOLA 13: RILIEVO FOTOGRAFICO GIUNTI METALLO-LAPIDEO- GIUNTI BASSI SUD TAVOLA 14: RILIEVO DEI GIUNTI METALLO LAPIDEO TAVOLA 15: STORIA DEI DEGRADI TAVOLA 16: SINTESI E LINEE GUIDAPROGETTUALI |
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