Ostuni: fotografie in itinere. Il progetto di una nuova rete di cammini e servizi nella linea d'azione del Gal Alto Salento = Ostuni: pictures on the way. The project of a new network of paths and services according to Gal Alto Salento Guidelines

Questa tesi nasce dall’esigenza di conoscere e far conoscere una regione i cui stereotipi ne mettono in luce solo porzioni edulcorate. La Puglia contiene in realtà spazi di valenza storica, architettonica, sociale, la cui analisi e narrazione questa tesi si è posta come obiettivi primari rispetto al progetto in sé. Il percorso universitario ha mostrato come il paradigma della sostenibilità non sia dominio esclusivo della tecnica e della progettazione, ma necessiti di uno spettro più ampio di strumenti capaci di esprimere le istanze della valorizzazione. Per questo motivo il lavoro presentato è stato guidato dal desiderio di far convivere due dimensioni, una progettuale, l’altra narrativa. ??Il lavoro si sviluppa su quattro direttrici: la prima riguarda gli assiomi del turismo lento, i suoi punti di contatto con l’architettura e la pianificazione territoriale, la storia del turismo sostenibile e i suoi sistemi di riferimento. Il secondo si sviluppa come analisi di contesto, esaminando prima la rete di itinerari presenti sul territorio pugliese per poi scendere nella geografia dell’Alto Salento, dei suoi sistemi di gestione locale e dei suoi ambiti paesaggistici.  Viene introdotta quindi la linea d’intervento del Gruppo di Azione Locale Alto Salento, i suoi piani relativi al turismo lento e il bando a partire da cui è stata sviluppata la componente progettuale del presente lavoro. Si passa così a un’analisi specifica del territorio della città di Ostuni, in cui si discutono dapprima il progetto di una nuova rete di itinerari per il turismo lento, quindi tre progetti su tre immobili rurali. ??La quarta sezione della tesi, infine, si sviluppa come narrazione fotografica del paesaggio e delle architetture lungo il cammino. Più di questo, però, è un tentativo di riportare all’interno di una forma d’arte non del tutto disciplinabile un mondo, quello dell’architettura e della sostenibilità, che ha invece bisogno di un linguaggio certo, mutabile ma regolato. Qui il problema e la soluzione. ??Credo che il più grande limite della narrazione della sostenibilità sia che questa non attinga adeguatamente a linguaggi semplificati, a dialoghi apparentemente distanti dal mondo del progetto. Questa tesi, soprattutto nella sua conclusiva narrazione fotografica, vuole essere una forma d’espressione in cui fondere progettazione e linguaggio fotografico, perseguendo l’atto del proteggere tutto ciò che è fragile. Cinque anni di studio dell’architettura e dieci anni di ricerca visuale, per poter affermare con estrema gioia, che fissato il problema, possono esserci soluzioni di ogni tipo, e che queste due discipline che prima vedevo lontane, hanno nutrito questo lavoro e  nutrono tutta la mia ricerca.