Fabio Agaliati, Gianluca Galfo
Nuovi usi e prospettive per la Real Certosa di Collegno = New uses and perspectives for the Real Certosa of Collegno.
Rel. Monica Naretto, Chiara Devoti, Gelsomina Spione. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Restauro E Valorizzazione Del Patrimonio, 2020
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L’area del Parco Dalla Chiesa costituisce un patrimonio storico, architettonico e ambientale di certo valore per la città di Collegno. Le molteplici fasi che hanno caratterizzato la trasformazione del complesso, da villa di campagna, a Certosa Reale, a Regio Manicomio di Torino e le dismissioni e i nuovi usi successivi, hanno contribuito alla complessità architettonica dell’impianto, definendone l’unicità. All’indomani della Legge Basaglia (1978), che ha previsto la chiusura delle strutture manicomiali in Italia, il bisogno di riappropriarsi di questi spazi, troppo a lungo negati alla città, è cresciuto esponenzialmente, diventando quasi una priorità per la comunità collegnese e non solo. Pertanto, in seguito a questa presa di coscienza, negli ultimi decenni, la compresenza di interesse da parte di diversi enti pubblici e attori locali ha portato a iniziative volte al recupero e alla valorizzazione dell’area. Tuttavia, la mancanza di una visione d’insieme sottesa a un progetto organico, ha innescato l’inserimento di molteplici funzioni apparentemente sconnesse tra loro, il cui risultato ha visto concretizzarsi un’eccessiva frammentazione degli usi. Al fine di delineare rifunzionalizzazioni e prospettive per gli scenari irrisolti, un tema molto sentito attualmente dai portatori d’interesse, si è impostato il lavoro, che si snoda tra progetto di conoscenza e progetto di riuso, partendo dal confronto diretto con gli stakeholders, in modo da comprendere e documentare il quadro generale attuale. In tal senso, è stata condotta una fase preliminare di analisi territoriale, seguita dallo studio della stratificazione storica, nonché dello stato patrimoniale attuale e degli usi attivi all’interno dell’area. I risultati di questa fase hanno portato all’individuazione dei nodi irrisolti all’interno del complesso, ovvero gli spazi attualmente dismessi, che costituiscono l’opportunità per sviluppare nuove ipotesi progettuali. Lo sviluppo del metaprogetto ha permesso di affrontare il tema tramite una visione d’insieme che conferisce una certa indipendenza ai singoli settori, risolti in maniera diversa a seconda dell’occorrenza, senza però tralasciare l’importanza di una rilettura organica, ragionata e contemporanea, che si integra alle funzioni già in atto. Nel particolare, mediante un lavoro di ricucitura dei tessuti architettonici e ambientali, l’obbiettivo è quello di rendere il parco parallelamente attivo come connettivo di un insieme di attività e servizi, ben distribuiti e connessi fra loro, e dei settori fruibili come “museo di se stesso”. Nella visione progettuale, il complesso dell’ex Certosa assumerebbe, così, un’organicità di funzioni e di identità culturale che è anche quella auspicata attualmente dai portatori di interesse e dagli enti locali, con i quali lo studio in itinere ha dialogato diacronicamente. |
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Relatori: | Monica Naretto, Chiara Devoti, Gelsomina Spione |
Anno accademico: | 2019/20 |
Tipo di pubblicazione: | Elettronica |
Numero di pagine: | 136 |
Soggetti: | |
Corso di laurea: | Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Restauro E Valorizzazione Del Patrimonio |
Classe di laurea: | Nuovo ordinamento > Laurea magistrale > LM-04 - ARCHITETTURA E INGEGNERIA EDILE-ARCHITETTURA |
Ente in cotutela: | UNIVERSIDAD POLITECNICA DE MADRID - ETS ARQUITECTURA (ETSAM) (SPAGNA) |
Aziende collaboratrici: | NON SPECIFICATO |
URI: | http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/15047 |
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