UTOPIA REALIZZATA: POTERE SUSSIDIARIO E SPAZI CONDIVISI = REALIZED UTOPIA: SUBSIDIARY POWER AND SHARED SPACES

La progettazione è un processo in continua evoluzione, non un’azione imperativa e conclusa. Si plasma in base alle necessità dei diversi soggetti coinvolti: i bisogni umani, dunque, rappresentano la materia viva necessaria per dare forma fisica a una società e a un territorio adeguati alle esigenze di ogni specifica comunità. Può un progetto avere successo se non è generato da una collaborazione tra progettisti e coloro cui è destinato? Può l’architettura contribuire a rimarginare la ferita causata dalla mancata integrazione sociale? Ho cercato di identificare possibili risposte a tali interrogativi, in parte risalendo alle fonti teoriche e in parte attraverso la partecipazione a un'esperienza empirica condotta all’interno del quartiere Aurora a Torino: il progetto Scandagli, promosso da In/Arch Piemonte a partire dal 2018. L'obiettivo del progetto è riattivare le energie, materiali e immateriali, già presenti sul territorio, prevedendo interventi minuti ma diffusi nell’area – utili alla guarigione dell'intero organismo – dove cittadini, amministrazione e enti collaborano per l’intero processo. Il nodo nevralgico dell'iniziativa è l'azione sui beni comuni urbani che contribuiscono all'identità del territorio.