Sharing Economy - La discriminazione razziale sulle piattaforme = Sharing Economy - Racial discrimination in the platforms

Nel corso degli ultimi anni il modo di fare economia tradizionale è stato stravolto dall’arrivo della sharing economy. Grazie alle nuove piattaforme che vengono messe a disposizione dei consumatori è diventato molto più semplice per gli individui scambiare beni e servizi. Vengono, infatti, semplificati al minimo i meccanismi di interazione necessari per permettere a individui in possesso di beni, o che offrono un certo tipo di servizio, di accontentare chi li sta cercando. Tra queste piattaforme le due che spiccano principalmente per fama e fatturato sono Airbnb e Uber. La prima è leader nel settore per quanto riguarda l’home sharing, ovvero permette a dei privati di mettere a disposizione una stanza del proprio appartamento o un intero alloggio di proprietà a terzi che ne hanno bisogno. Uber, invece, domina soprattutto negli Stati Uniti nel mercato del ride sharing. In questo caso, registrandosi alla piattaforma è possibile offrire dei passaggi con la propria vettura nella città a coloro che ne hanno bisogno senza possedere una licenza come nel caso dei taxi. Dopo un’analisi della letteratura esistente che studia il fenomeno della sharing economy e della discriminazione razziale su queste piattaforme principalmente negli Stati uniti, verrà esaminato un caso reale e si valuterà se ci siano degli impatti razziali o meno sulle piattaforme in seguito a degli eventi di un certo tipo. Avendo a disposizione dei dati relativi agli annunci di alloggi da Airbnb nel presente lavoro si analizza come sia cambiato il mercato degli affitti di breve termine in seguito a un attacco terroristico in un arco di tempo di quattro anni. In particolare, dopo aver selezionato la città di Parigi si analizzerà l’impatto dell’etnia degli host dal punto di vista degli annunci e del prezzo dal 2015, anno in cui ci sono stati numerosi attentati all’interno della città, ad oggi.