Un piano residenziale per la favela di Rio Das Pedras: infrastrutture verdi e blu come opportunità di riqualificazione degli insediamenti illegali a Rio De Janeiro

Considerando la rapida crescita demografica delle città in Brasile e le necessità sempre più attuali di una pianificazione territoriale resiliente che si confronti con i cambiamenti climatici in atto, la Tesi propone una rigenerazione urbana sostenibile della Comunità di Rio Das Pedras, un insediamento di occupazione illegale sviluppatosi nel bacino fluviale omonimo localizzato nella città di Rio De Janeiro. Questa comunità si localizza in una pianura alluvionale che ospita un complesso sistema lagunare che sfocia nell'oceano Atlantico. Essendo questa regione la principale area di sviluppo urbano della città, la Favela ha vissuto a partire dagli anni 70’ una crescita esponenziale. Negli ultimi vent'anni la sua popolazione è quasi raddoppiata, arrivando a circa ottanta mila unità, e si configura oggi come la terza Favela di Rio De Janeiro per numero di residenti. Questa crescita incontrollata, la mancanza di una gestione pubblica dei rifiuti, l'assenza diffusa di infrastrutture sanitarie e la progressiva occupazione dei margini fluviali, sta causando gravi problemi abitativi in termini di qualità della vita dei residenti e vulnerabilità ambientale del costruito; e sta inoltre contribuendo al collasso ambientale del sistema lagunare su cui gravitano anche altri quartieri della città. Per risolvere questi problemi la Municipalità di Rio De Janeiro ha all'interno del suo Piano Strategico di Sviluppo l'obbiettivo di redigere un piano urbanistico per Rio Das Pedras. Sebbene la comunità si trovi all'interno del Piano Direttore municipale in un'area di speciale interesse sociale; la proposta presentata nel 2018 dal Municipio mira ad una rivalutazione immobiliare dell'area con la costruzione di edifici multipiano attraverso la modifica degli standard urbanistici e prevede la quasi totale rimozione e delocalizzazione della comunità di Rio Das Pedras. Questo progetto ha incontrato forti opposizioni da parte dei residenti e dell'opinione pubblica e non sembra destinato a potersi attuare. Lo scenario progettuale sviluppato all'interno del lavoro di Tesi si pone quindi come una possibile alternativa al progetto della prefettura. Il progetto, o meglio processo di pianificazione urbanistica, prefigurato cerca di integrare alle diverse scale una progettazione sensibile alle dinamiche di gestione delle acque, condividendo la tesi di un’urbanistica inclusiva che consideri la regolarizzazione fondiaria dell’insediamento illegale e la sua integrazione alla città formale come mezzo primario di risoluzione ai problemi ambientali ed abitativi. La progettazione ecologica di infrastrutture blu e verdi mira a risolvere il problema delle inondazioni che colpiscono la comunità, riducendo la permeabilizzazione del suolo e generando il disegno urbano di nuove aree di sviluppo limitrofe in cui inserire una nuova offerta abitativa e di servizi. Per attuare queste strategie si prevede un limitato numero di rimozione rispetto al progetto municipale, con una conseguente riallocazione in loco piuttosto che una loro delocalizzazione territoriale, secondo modelli insediativi e tipologie residenziali accessibili agli abitanti interessati dalle rimozioni.