Architettura e diplomazia a Torino (1850-1870). Ascesa e declino del ruolo internazionale della città = Architecture and diplomacy in Turin (1850-1870). Rise and decline of the international role of the city

A seguito della sconfitta nella Prima Guerra d’Indipendenza del 1848-49 ebbe avvio, per il Regno di Sardegna, un periodo, indicato dalla storiografia tradizionale come “decennio preunitario”, al termine del quale lo stato sabaudo, grazie all’incremento del proprio peso nella politica europea, riuscì a portare a compimento il progetto risorgimentale. La presente tesi verte, dunque, sull’analisi delle missioni diplomatiche, strumento principale della diplomazia per il raggiungimento dei suoi obiettivi, nonché elemento connotante le città capitali, presenti all’interno della scena torinese dal 1850 al 1864, data, quest’ultima, che ha segnato, a seguito del trasferimento della capitale a Firenze, il subentro delle istituzioni consolari. Utilizzando il concetto di “diplomazia” come chiave di lettura della città di Torino tra il 1850 e il 1870, tale elaborato finale ha l’obiettivo di indagare le relazioni spaziali, all’epoca presenti, tra le diverse sedi estere e i centri del potere sabaudo, suscettibili dei rapporti internazionali intercorrenti tra il governo dei Savoia e le altre nazioni, e i caratteri della pratica diplomatica del XIX secolo in riferimento alle architetture prescelte a ospitarne le funzioni. Dall’individuazione, grazie alla consultazione delle Guide della Città di Torino, Edizioni Marzorati-Paravia, degli edifici che ospitarono missioni diplomatiche, dal 1850 al 1864, e consolari, dal 1865 al 1870, punto di partenza dell’intero elaborato finale, il presente studio ha cercato di combinare tra loro tre differenti ambiti (giuridico, storico-politico e urbano) al fine di giungere alla selezione e analisi, per la scala architettonica, di due casi studio: palazzo Dal Pozzo della Cisterna e palazzo Graneri de la Roccia. Tale decisione è il risultato di ricerche bibliografiche e d’archivio e costituisce la fase conclusiva del processo preparatorio d’indagine condotto nei primi tre capitoli, indirizzato a mettere in luce, con particolare riguardo alle missioni diplomatiche, i caratteri e le forme tipiche delle rappresentanze estere nell’Ottocento, tenuto conto della loro evoluzione storica; a delineare un corretto inquadramento degli accadimenti storici di quel periodo, dando particolare risalto a tutti quegli accenti politici che hanno avuto una ripercussione in ambito diplomatico; e, infine, a illustrare, in modo completo ed esaustivo, la configurazione urbana della città di Torino, costituente, nell’arco temporale preso in considerazione, la scena all’interno della quale hanno trovato sede le delegazioni straniere. Lo studio interdisciplinare condotto dal capitolo I al capitolo III ha trovato conclusione nell’ultima parte della tesi, portando all’individuazione dei due casi studio citati in precedenza e ospitanti, rispettivamente, la missione diplomatica inglese, nel biennio 1851-52, e quella spagnola, nel 1858. Tenuto conto della documentazione scritta e iconografica, reperibile all’interno degli archivi torinesi e non solo, e dell’aspetto fondamentale della rappresentatività nella pratica diplomatica del XIX secolo, è stato condotto un confronto tra le due architetture, dalla loro costruzione al periodo risorgimentale, atto a mettere in risalto elementi comuni e discordanze che possano giustificare la scelta condotta dalle due nazioni straniere.