polito.it
Politecnico di Torino (logo)

Il futuro del centro storico come problematica di conservazione. Un'indagine sulle dinamiche e prospettive di Ragusa. = The future of historic urban centres as preservation issue. An analysis on dynamics and perspesctives of the city of Ragusa.

Alessia Mare

Il futuro del centro storico come problematica di conservazione. Un'indagine sulle dinamiche e prospettive di Ragusa. = The future of historic urban centres as preservation issue. An analysis on dynamics and perspesctives of the city of Ragusa.

Rel. Monica Naretto. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Costruzione Città, 2019

[img]
Preview
PDF (Tesi_di_laurea) - Tesi
Licenza: Creative Commons Attribution Non-commercial No Derivatives.

Download (79MB) | Preview
Abstract:

Città e società si condizionano a vicenda poiché sono parti dello stesso processo di costruzione della cultura. Per meglio comprendere gli aspetti della città è bene conoscere le spinte sociali che ne determinano nel tempo la forma fisica e i processi. A partire da questa premessa, il lavoro di ricerca trova fondamento negli studi sulla società contemporanea e ne riconoscere i segni nella conformazione della città. La nostra è una società improntata al consumo frenetico delle cose e delle esperienze. Il successo del turismo è perfettamente concorde ad una società che predilige la spettacolarizzazione dell’immagine pittoresca della città, e le azioni della valorizzazione seguono le mosse del marketing per rendere la città più attrattiva. Così, viene assunto un atteggiamento nostalgico e riduzionista rispetto alla complessità della realtà. Indaffarati nelle azioni di promozione turistica e interessati agli immediati benefici economici, diventa meno rilevante occuparsi del benessere locale dei cittadini. I centri storici delle città d’arte, divenuti musei a cielo aperto, spesso si caratterizzano per l’espulsione dei cittadini. Da qui, la necessità di riflettere su alcune delle contraddizioni generate dalla conservazione del patrimonio culturale. La recente assunzione della “qualità” come prerogativa di ogni azione di conservazione della città esistente si inserisce nella constatazione di tali contraddizioni. Un secondo fenomeno causa di sofferenza di molti centri storici è quello dell’abbandono da parte dei cittadini a causa di un tessuto costruito degradato e inadeguato alle esigenze del vivere contemporaneo. Una città per essere conservata ha bisogno anche di mutamento. È necessario garantire la continuità temporale, poiché l’identità, fissata in un determinato momento, esclude la possibilità di uno sviluppo della città coerente con l’evoluzione della contemporaneità. Il centro storico cristallizzato risulta anacronistico rispetto all’uso contemporaneo. Sia nel caso dell’eccessiva attenzione alla valorizzazione del patrimonio storico, sia nel caso opposto di carenza di interesse e cura, si verifica la perdita di un tessuto sociale stabile, che attraverso abitudini e relazioni, ne manterrebbe vivo il senso degli insediamenti storici. La città di Ragusa rappresenta un caso significativo di lettura delle problematiche relative alla conservazione e alla gestione dei centri storici. Ragusa, patrimonio dell’Umanità dal 2002, si compone di due centri storici, a cui corrispondono due fenomeni opposti: da un lato il centro storico di Ibla a misura di turista, dall’altro il centro storico di Ragusa Superiore affetto dal progressivo abbandono da parte di abitanti, attività commerciali e servizi. A ciò consegue il fenomeno dell’espansione disordinata nella campagna incontaminata. L’insieme di questi fenomeni è l’esito dello stesso problema di dequalificazione delle aree marginali dello spazio urbano. Alla valorizzazione di superficie, il cui unico scopo è l’incremento del turismo, deve sostituirsi un’azione di messa in valore attraverso lo studio profondo di tutti gli aspetti della città. Insieme alla derivazione economica, deve essere ricercata anche la ricchezza culturale e lo sviluppo della città, la diffusione di informazione e trasparenza, per riattivare la partecipazione e il coinvolgimento delle persone. Non solo architetti, ingegneri e politici, ma tutti sono, e devono sentirsi, responsabili della costruzione della qualità dell’ambiente.

Relatori: Monica Naretto
Anno accademico: 2019/20
Tipo di pubblicazione: Elettronica
Numero di pagine: 142
Soggetti:
Corso di laurea: Corso di laurea magistrale in Architettura Costruzione Città
Classe di laurea: Nuovo ordinamento > Laurea magistrale > LM-04 - ARCHITETTURA E INGEGNERIA EDILE-ARCHITETTURA
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/13339
Modifica (riservato agli operatori) Modifica (riservato agli operatori)