Catia La Grotta
Per una nuova fabbrica: considerazioni sull'architettura industriale: analisi e prospettive.
Rel. Antonio Carlin, Stefano Invernizzi. Politecnico di Torino, Corso di laurea specialistica in Architettura, 2008
Abstract: |
INTRODUZIONE
A partire dall'industria
Per inquadrare l'argomento del presente studio, l'architettura industriale, è necessario partire da una ricostruzione storica delle sue origini e del suo sviluppo: tale ricostruzione, che vuole essere sintetica e non pretende di essere esaustiva, servirà poi a rientarsi meglio nello studio dell'architettura industriale oggi. Il punto di partenza è perciò una domanda, la cui risposta è tutt'altro che scontata: che cos'è l'industria? "Industria: dal latino indústriu(m) attivo operoso e industria(m) zelo attività, un composto di endo (dentro) e strúere (costruire), per cui il senso originale doveva essere quello di colui che agisce segretamente; moderno modo di produrre merci su larga scala, mediante macchinari e operai". Questa breve definizione dà già l'idea di quanto sia tutt'altro che semplice delineare con precisione cosa sia l'industria, sebbene nel pensare ciò comune sia abbastanza chiaro. Nella definizione di industria coesistono l'industriosità umana e l'attività industriale in senso stretto. Così, le varie definizioni sottolineano l'uno o l'altro aspetto, evidenziano determinate caratteristiche, ma mancano di cogliere il fenomeno industriale nel suo complesso. L'industria,infatti, anche nel linguaggio quotidiano, è al tempo stesso l'attività produttiva, il metodo di produzione e il luogo dove si produce. Anche da un punto di vista storico l'industrializzazione è un fenomeno sfuggente: se oggi � come nel XIX secolo - la presenza dell'industria è un fatto evidente, mentre non si può parlare propriamente di industria nel medioevo e nella prima era moderna, non si sa, però, esattamente quando essa sia comparsa, per quanto gli storici siano tendenzialmente concordi nel collocarne l'origine durante il XVIII secolo2. Anche il termine industria, a partire dal Settecento assume un significato più specifico, direttamente correlato a un sistema di produzione di beni caratterizzato da un miglior rapporto costi/benefici. Vediamo ora nei suoi tratti salienti il percorso storico che dalle prime esperienze industriali ha condotto alle attuali condizioni dell'industria. L'industrializzazione muove i primi passi in Inghilterra a causa di un concorso di circostanze favorevoli. Uno dei punti di partenza è la cosiddetta Rivoluzione agricola del secolo XVIII, che ottimizza la resa delle colture rendendo disponibile una maggiore quantità di beni la quale favorisce il trasformarsi dell'agricoltura tradizionale in agricoltura di mercato. Questa, associata a un notevole aumento demografico determina un surplus di manodopera nelle campagne che si riversa in città ed è perciò disponibile per la nascente industria. Il surplus di popolazione non trova più occupazione nelle campagne, ma nei laboratori cittadini, produttori tra l'altro dei macchinari che fino ad allora erano costruiti dai soli artigiani. La nuova manodopera senza specializzazione deve quindi essere impiegata in processi produttivi non specifici, che grazie alla grande mole di operai e alla grande richiesta proveniente dalle stesse campagne si svilupperanno più velocemente che in passato. Tutti questi fenomeni � maggior popolazione, maggior richiesta di macchinari per l'agricoltura, minor richiesta di mano d'opera agricola -, risultano correlati tra loro e stanno alla base della trasformazione delle produzioni artigianali in produzioni industriali.L'industria all'inizio del Settecento non è quindi troppo dissimile all'artigianato e la sua diffusione non sarà molto ampia, almeno fino agli ultimi decenni del Secolo, quando nel ciclo produttivo viene introdotta la macchina a vapore.In un certo senso si può quindi intendere l'industria come un'evoluzione dell'artigianato, come d'altronde suggerito dagli stessi termini: "fabbrica: dal latino fàbrica(m) arte mestiere lavorazione negozio dell'artigianato, da faber artigiano".L'industria ai suoi esordi non fu effettivamente concepita come una trasformazione radicale del sistema, piuttosto come un graduale inserimento di nuovi mezzi produttivi, tanto che si fatica a inquadrare questo passaggio.Quel che è certo è che i cambiamenti economici e sociali del XVIII secolo, le cui conseguenze si fanno sentire ancora oggi, vennero ben presto riconosciuti nella loro portata epocale: già all'inizio dell'Ottocento c'è chi parla di "Rivoluzione industriale"5, termine ricalcato su Rivoluzione francese, a sottolineare la radicalità delle trasformazioni in corso. La "prima Rivoluzione industriale" (tra i secoli XVIII e XIX) come la "seconda" (1870-1914) sono inoltre profondamente connesse a uno sviluppo tecnologico senza precedenti: il motore a vapore nel primo caso, l'elettricità e la catena di montaggio nel secondo. L'Inghilterra, grazie alle sue ' particolari condizioni � orientamento liberista in economia, disponibilità di capitali investibili, facile accesso a risorse quali il carbone - è il terreno fertile per il primo sviluppo industriale, ma ben presto l'industrializzazione supererà i confini nazionali diffondendosi dapprima nell'Europa settentrionale, successivamente nel resto del Continente, e durante il XX secolo in buona parte del mondo. Le conseguenze di questo fenomeno sono immense e spaziano dai radicali cambiamenti sociali ed economici a un'evoluzione tecnologica senza precedenti, al punto che, solo per citare un aspetto, oggigiorno la quasi totalità dei manufatti utilizzati dall'uomo è di origine industriale e non più artigianale. Si può affermare con certezza che senza l'industria la società sarebbe profondamente differente da come ora è, e con essa il territorio � città e campagna � e, non per ultima, l'architettura. L'industria e i suoi spazi Il fenomeno industriale nel suo complesso, come si può intuire dai pochi cenni precedenti, è estremamente vasto e non è l'argomento di questa tesi: si preferisce quindi soffermarsi meglio sul problema di cosa sia l'edificio industriale, la fabbrica. Poiché la produzione industriale ha delle esigenze specifiche gli edifici che la ospitano sono rigidamente caratterizzati: ha perciò senso parlare di architettura industriale, un'architettura più o meno specificamente adeguata alle esigenze produttive, ma che in ogni caso da esse deriva. Si proverà quindi, ripercorrendo per sommi capi la storia degli spazi industriali, dalle origini ai giorni nostri, a delineare meglio gli esiti dell'incontro tra industria e architettura. La cronologia che segue vuole essere più un'esposizione di casi notevoli che non un esauriente elenco enciclopedico, allo scopo di illustrare il problema senza la pretesa di risolverlo. |
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Relatori: | Antonio Carlin, Stefano Invernizzi |
Tipo di pubblicazione: | A stampa |
Soggetti: | A Architettura > AO Progettazione A Architettura > AS Storia dell'Architettura A Architettura > AK Edifici e attrezzature per l'industria |
Corso di laurea: | Corso di laurea specialistica in Architettura |
Classe di laurea: | NON SPECIFICATO |
Aziende collaboratrici: | NON SPECIFICATO |
URI: | http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/1322 |
Capitoli: | Indice
I. Attraverso lo sviluppo industriale Il percorso storico, sociale e architettonico dell'industria
- A partire dall'industria - L'industria e i suoi spazi - La fabbrica: i primi esempi - L'industria supera i confini inglesi - Diffusione dell'industria: l'impatto sociale e urbanistico - Il ferro da prodotto industriale a scheletro dell'industria - Un nuovo materiale: il cemento armato - La fabbrica orna la sua immagine Secolo XX: il nuovo volto dell'industria - L'industria automobilistica - La fabbrica esalta la sua immagine - Cool boxes: la nuova efficienza dell'industria - La fabbrica oggi
II. L'industria attraverso le sue caratteristiche I fattori che definiscono la fabbrica, dalle funzioni agli elementi strutturali - Prime considerazioni - Logistica industriale - I fattori esterni: localizzazione e mercato - I fattori interni: flussi e plani layout - Tipologie industriali: le fabbriche e i loro moduli compositivi - Sistemi costruttivi - Flessibilità: l'industria come luogo di cambiamenti rapidi - L'illuminazione naturale - La fabbrica e la sua immagine: supporto estetico e promozionale - Magazzini
III. Strategie progettuali per la fabbrica Flessibilità e modularità nell'architettura industriale
- Per progettare la fabbrica - Il modulo come strumento progettuale - Variabilità di volumi e altezze - Da spazio a involucro: tra opaco e trasparente - Dal layout alla fabbrica: un esempio di disposizione modulare
IV. Appendice
Schedesintetiche di fabbriche odierne
Bibliografia |
Bibliografia: | Testi
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