Claudio Bosio, Elisa Mensa
Ezio Sgrelli. Opere 1951-1990.
Rel. Michela Rosso, Augusto Rossari. Politecnico di Torino, Corso di laurea specialistica in Architettura (Costruzione), 2008
Abstract: |
Itaca ti ha dato il bel viaggio, senza di lei mai ti saresti messo in viaggio: che cos'altro ti aspetti? E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso. Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso Già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare."1 Constantinos Kavafis, 1911 Foucault ha scritto che all'autore di un'opera si deve chiedere di "rendere conto dell'unità dei testo che va sotto il suo nome; gli si chiede di rivelare, o almeno di portarsi appresso, il senso nascosto che li [i testi] attraversa; gli si chiede di articolarli sulla sua vita personale, sulla storia reale che li ha visti nascere"2. In queste pagine vorremmo fare proprio questo, cercare di spiegare il nostro percorso rivelando, non tanto il risultato finale cui si è giunti, ma piuttosto le nostre inquietudini, le riflessioni, in altre parole i presupposti ideologici che ci hanno guidati durante lo svolgimento della tesi, consapevoli del fatto che la ricerca è un processo "tanto più fecondo quanto più è cosciente dei propri limiti"3. È proprio sui nostri limiti, più che sui temi da trattare, che tante volte ci siamo fermati a riflettere, tant'è vero che non abbiamo mai rinunciato al piacere di dialogare con noi stessi e con l'altro, di interrogarci, talvolta di tormentarci a proposito dei motivi che ci spingevano a scrivere determinate cose, o in merito all'esattezza del metodo che stavamo seguendo. Che cosa ci ha spinti ad interpretare in questo modo un dato documento? Cosa abbiamo tralasciato nella nostra analisi storica? Corrisponde davvero a verità ciò che pensiamo? Sono queste le domande che affollavano, e affollano tutt'ora, la nostra mente, e ogni volta che ce le poniamo ci sembra di intraprendere una lotta contro l'irrazionale. Sempre abbiamo tentato di capire se stessimo giungendo alla verità oppure stessimo semplicemente tentando di dare conferma alle nostre ipotesi preliminari, a costo di rinunciare alla verità. "Non sempre si trova quel che si cerca, ma molto difficilmente si trova quel che non si vuol trovare"4, è proprio questo il nodo della questione, ma è un nodo che forse noi non siamo ancora in grado di sciogliere, se ci domandassero se quel che abbiamo trovato è solo ciò che avremmo voluto trovare sarebbe molto difficile rispondere con un secco no. Questo perché abbiamo notato, leggendo e rileggendo il nostro lavoro, una incapacità ad essere sempre oggettivi, le nostre passioni, le nostre predisposizioni e ancora le nostre conoscenze pregresse sono diventate il filtro tra noi e la storia. Seppur ci sforzassimo di osservare i problemi da più punti di vista sapevamo che c'era sempre qualche cosa che sfuggiva al nostro controllo, qualche dettaglio che probabilmente ci avrebbe fatto sorgere forti dubbi su tutto quello che sino a quel momento avevamo elaborato5. È però necessario sottolineare che, coscienti di questi nostri limiti, non abbiamo mai rinunciato a cercare nella storia, nei documenti e negli archivi, le prove, le risposte alle nostre domande ed è proprio per questo motivo che alcune strade, inizialmente intraprese con entusiasmo, sono state in seguito abbandonate. Così il nostro lavoro è proceduto per sottrazioni, nel timore di divagare, di andare fuori tema dal momento che il materiale bibliografico raccolto sull'architetto non era molto, perlomeno nelle fasi iniziali della ricerca. Proprio dalla volontà di circoscrivere il più possibile i temi da trattare sono nati i quattro capitoli della tesi, capitoli che, forse per questo stesso motivo, potrebbero sembrare quasi indipendenti l'uno dall'altro. Questa frammentarietà è stata però ricercata, ciò che ci ha spinti ad andare in questa direzione è stata l'idea di fornire quattro chiavi di lettura differenti che permettessero di comprendere la vasta produzione di un architetto sconosciuto ai più. Ci spieghiamo meglio, la nostra intenzione, per quanto ingenua possa apparire, è stata quella di fornire al lettore la possibilità di scegliere da quale punto di vista avvicinarsi all'opera di Sgrelli svincolandolo dall'obbligo di seguire il nostro stesso percorso, lasciandogli quindi il privilegio di crearsi, pagina dopo pagina, un'opinione personale sull'architetto. Leggendo la tesi si può notare infatti che ogni parte è stata scritta in maniera sensibilmente diversa, perché diverse erano le nostre intenzioni e le fonti su cui basavamo le riflessioni. Il primo capitolo è dedicato allo studio della formazione dell'architetto e alla delineazione della sua attività professionale. Abbiamo affrontato questo tema cercando di immergerci nella storia6, studiando e ripercorrendo i dibattiti sulle riviste lette da Sgrelli, i libri da lui studiati, ricostruendo i rapporti con i docenti e con i maestri dell'architettura con cui venne in contatto, per comprendere in che modo tutte queste vicende potessero averlo influenzato nella sua personale ricerca sul mestiere dell'architetto. L'intenzione era quindi leggere l'architettura come una stratificazione di relazioni, di esperienze, di studi, di occasioni talvolta anche dettate dal caso, per poter costruire un percorso logico che collegasse l'intera opera di Sgrelli in modo tale da creare una solida base per l'analisi puntuale delle singole realizzazioni. Delineato brevemente l'evolversi dell'attività professionale di Sgrelli ci siamo resi conto che la maggior parte dei lavori da lui eseguiti, almeno tra gli anni '50 e la prima metà degli anni '60, avevano un denominatore comune, la committenza. La Montecatini, infatti, rivestì un ruolo centrale nella carriera dell'architetto, non solo per la straordinaria quantità di opere che gli commissionò7, ma anche perché attraverso essa Sgrelli ebbe modo di entrare in contatto con altre Società e imprese edili che furono, a loro volta, future committenti8. Definito il quadro della situazione ci sembrava però impossibile scrivere di opere di cui non si conosceva il contesto9, ed è proprio da questa esigenza che ha preso corpo il secondo capitolo della tesi. Qui l'obiettivo era comprendere le vicende aziendali per giungere a delineare i rapporti che la Montecatini allacciò con il mondo dell'architettura. L'analisi, piuttosto complicata data la mancanza di una consistente bibliografia, si è sviluppata a partire dallo studio della rivista «Due più due» e dai testi fatti pubblicare dal gruppo milanese. A ricerca avviata ci siamo trovati di fronte un quadro totalmente diverso da quello che avevamo immaginato, dalla rivista non emergeva il ritratto di un'azienda paternalista né tantomeno mecenatesca, e gli scritti ci sembra rivelino questa nostra ingenua delusione. Sovente dietro ai nostri giudizi severi, sempre comunque supportati dall'analisi dei documenti in nostro possesso, si nasconde un involontario paragone con altre realtà industriali del periodo che, contrariamente alla Montecatini, si sono distinte per il loro impegno nel campo del sociale10. Ora non possiamo fare a meno di chiederci "perché ci si affeziona a un'ipotesi di ricerca? E perché noi ci eravamo affezionati proprio a quella?"11 Cioè, perché siamo incappati nell'errore di voler sottolineare la distanza da questi illustri esempi e non ci siamo limitati a guardare oggettivamente i fatti? Forse perché "ciò che vediamo non è ciò che vediamo, ma ciò che siamo"12, probabilmente in questo caso non siamo riusciti a prendere le distanze delle nostre conoscenze pregresse e non siamo stati in grado di abbandonare le nostre opinioni personali in favore di una più logica oggettività, oppure semplicemente avevamo bisogno di un termine di paragone per valutare l'operato di un'azienda su cui la storia ancora non aveva indagato. Ma proprio a partire da un'attenta analisi delle nostre mancanze è maturata in noi una nuova riflessione. Nonostante l'indifferenza dell'azienda nei confronti del dibattito architettonico, testimoniata anche dal fatto che nessun architetto fu mai invitato a scrivere sulle pagine di «Due più due», la Montecatini contribuì a creare un patrimonio architettonico considerevole. Ma c'è di più, la Società, proprio perché non direttamente interessata all'architettura, non impose veti di carattere architettonico ai suoi progettisti13, lasciandoli liberi di seguire le proprie inclinazioni ed i propri metodi, ed è per questa ragione che la lunga serie di opere da essa promosse diventa preziosa anche per la storia dell'architettura. Studiati con attenzione gli sviluppi della ricerca professionale di Sgrelli sembrava importante soffermarci su un'analisi accurata di alcune opere, scelte come rappresentative delle tappe fondamentali della sua carriera. Leggere compositivamente i progetti ha permesso di calarci nell'architettura dall'interno per cogliere con più precisione lo spirito con cui Sgrelli concepì i suoi progetti, per comprendere cioè quello che le sue scelte potevano esprimere. Attraverso la nostra indagine abbiamo però anche voluto rivelare quali fossero stati i riferimenti seguiti dall'architetto per fare in modo che le opere in questione non fossero presentate come semplici icone del suo percorso, ma potessero essere intese come possibile specchio delle trasformazioni architettoniche che il Novecento ha conosciuto. Dopo questa serie di successive messe a fuoco su singoli argomenti era giunto il momento di allargare di nuovo lo sguardo su un panorama più ampio, per evitare di cadere nell'errore di un "illusorio faccia a faccia"14 tra noi e i singoli frammenti di storia analizzati, in altre parole, per poter verificare e mettere in relazione le ricerche svolte con l'intera produzione dell'architetto. La nostra tesi si conclude quindi con la schedatura di tutti quei progetti, circa un centinaio, di cui siamo riusciti a reperire materiale iconografico. Ogni scheda fornisce, attraverso dati tecnici, bibliografia e una essenziale descrizione del progetto un punto di partenza per chi volesse approfondire lo studio di una singola opera, o di una determinata tipologia edilizia. L'organizzazione del regesto è stata da noi molto discussa dal momento che non ci appagava pienamente l'idea di seguire soltanto un ordine cronologico15, desideravamo invece mettere in luce, in maniera più efficace, l'enorme varietà di tipi architettonici con cui Sgrelli si è cimentato in quarantanni di attività. Inoltre seguendo questa impostazione ci sembrava si potesse cogliere con maggior facilità l'evoluzione del linguaggio architettonico per ognuna delle tipologie trattate e comprendere l'incidenza di ognuna nella ricerca architettonica portata avanti da Sgrelli. "Così ho messo tutto a posto. Sulla pagina, almeno. Dentro di me tutto resta come prima."16 |
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Relatori: | Michela Rosso, Augusto Rossari |
Tipo di pubblicazione: | A stampa |
Soggetti: | P Personaggi > PA Architetti A Architettura > AS Storia dell'Architettura |
Corso di laurea: | Corso di laurea specialistica in Architettura (Costruzione) |
Classe di laurea: | NON SPECIFICATO |
Aziende collaboratrici: | NON SPECIFICATO |
URI: | http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/1270 |
Capitoli: | Elenco delle biblioteche e degli archivi frequentati Introduzione Capitolo primo GLI ANNI DELLA FORMAZIONE E L’ATTIVITÀ PROFESSIONALE Gli studi al Politecnico di Milano La collaborazione con Franco Albini L’evoluzione del metodo progettuale: le prime opere 1954, Sgrelli e il Movimento di Studi per l’Architettura L’attività professionale Dagli esordi allo stabilimento di Brindisi: 1951-1960 L’evoluzione del linguaggio: 1961-1973 L’ultima fase: 1974-1990 Capitolo secondo LA COMMITTENZA INDUSTRIALE: IL CASO MONTECATINI La nascita della Montecatini ed il ruolo di Guido Donegani La creazione del “mito” Montecatini L’architettura come strumento di propaganda La Montecatini del dopoguerra La Montecatini e lo Stato L’architettura come mezzo La Montecatini e la sfida petrolchimica Il complesso petrolchimico di Brindisi Brindisi, laboratorio sperimentale: il piano urbanistico Il palazzo per gli uffici direzionali La mensa aziendale Capitolo terzo TRE CASI ESEMPLARI Un modello di sincerità costruttiva: le ville di Ferrara Esplorazioni nell’architettura organica: villa Mucciarelli L’antico e il nuovo: la Sertec di Ivrea Capitolo quarto OPERE E PROGETTI I luoghi del lavoro: edifici per la produzione I luoghi del lavoro: edifici per uffici I luoghi per la comunità di fabbrica Le centrali elettriche I luoghi dell’abitare: complessi residenziali I luoghi dell’abitare: ville Ristrutturazioni e sistemazioni degli interni I luoghi del loisir Esposizioni Progetti non realizzati Conclusioni APPARATI Regesto completo delle opere Bibliografia generale Bibliografia su Ezio Sgrelli Biografia |
Bibliografia: | BIBLIOGRAFIA GENERALE LIBRI 1923 Le Corbusier, Verso un'architettura, Longanesi, Milano 2004, (Parigi 1923); 1931 E. A. Griffini, La costruzione razionalista della casa, Hoepli, Milano 1931; 1935 Montecatini, La società Montecatini ed il suo gruppo industriale, Milano 1935; 1938 Montecatini, Il Palazzo per uffici Montecatini, Pizzi e Pizio, Milano 1938; 1940 A. Roth (a cura di), La Nouvelle Architecture, Girsberger, Zurigo 1940; 1945 B. Zevi, Verso un'architetturaorganica, Einaudi, Torino 1945; 1946 J. Hancock Callender (a cura di),, Time-saver standards. A Handbook of Architectural Design, McGraw-Hill Book Com-.' pany, San Francisco 1966, (San Francisco 1946); 1949 E. A. Griffini, Elementi costruttivi nell'edilizia, Hoepli, Milano 1949; Piano incremento occupazione operaia. Case per lavoratori, 1 Suggerimenti, norme e schemi per la elaborazione e presentazione dei progetti, Roma 1949; Piano incremento occupazione operaia. 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In «Il Politecnico», n. 16, 12 gennaio 1946, p. 1; Paolo Succi, La Montecatini impresaria del fascismo in «Il Politecnico», n. 16, 12 gennaio 1946, p. 2; Paolo Succi, Storia operaia della Montecatini in «Il Politecnico», n. 16, 12 gennaio 1946, p. 2; Paolo Succi, Diamola all'Italia in «Il Politecnico», n. 17, 19 gennaio 1946, p. 2; Vita e potenza della Montecatini in «Il Politecnico», n. 20, 9 febbraio 1946, p. 2; 1949 Piero Bottoni m.s.a., Il punto sull'architettura in «Comunità», n. 3, maggio-giugno 1949, pp. 34-35; Giuseppe Samonà, Il Piano Fanfani in rapporto all'attività edilizia dei liberi professionisti in «Metron», n. 33-34, settembre-ottobre 1949, pp. 13-15; Mario Tevarotto, MSA Movimento di studi per l'Architettura in «Comunità», n. 2, marzo-aprile 1949, pp. 36-37; 1950 Eugenio Gentili m.s.a., Architettura delle industrie «Comunità», n. 8, marzo-aprile 1950, pp. 46-49; 1951 Gio Ponti, I mobili, l'insegnamento e la vocazione di Albini in «Domus», n. 263, novembre 1951 pp. 50-51; Rassegna di case economiche in Italia e all'estero in «Rassegna critica di architettura», n. 20-21, luglio-agosto, settembre- ottobre 1951, pp. 12-62; Giuseppe Samonà, Sull'architettura di Frank Lloyd Wright in «Metron», n. 41-42, maggio-agosto 1951, pp. 35-44; Frank L. Wright, La sovranità dell'individuo in «Metron», n. 41-42, maggio-agosto 1951, pp. 21-34; 1952 Giulio Risecco, La casa dell'uomo in «Rassegna critica di architettura», n. 26-27, luglio-agosto, settembre-ottobre 1952, pp. 7-88; 1953 Andrea Damiano, Irrespirabile ai microbi in «Due più due», n. 10, ottobre 1953, pp. 6-8; Romolo Donatelli, Max Huber, Un allestimento per l'alluminio in «Domus», n. 283, giugno 1953, p. 58; Lo sforzo per la casa in «Due più due», n. 4, aprile 1953, pp. 6-8; Anche quest'anno oltre 5000 alle colonie in «Due più due», n. 8, agosto 1953, p. 3; Dalle unità e dai Crai in «Due più due», n. 10, ottobre 1953, pp. 4-5; 1954 N. D., Case nuove per i minatori in «Due più due», n. 1, gennaio 1954, pp. 10-11; Ignazio Gardella, Problemi della prefabbricazione in «Casabella-continuità», n. 203, novembre-dicembre 1954 pp. 58-59; Federico Gorio, A proposito degli architetti Monti e Gandolfi in «Casabella-continuità», n. 217, dicembre 1954 pp. 56-69; Ernesto N. Rogers, Continuità in «Casabella-continuità», n. 199, dicembre-gennaio 1953-1954, pp. 2-3; Ernesto N. Rogers, Le preesistenze ambientali e i temi pratici contemporanei in Casabella-continuità», n. 204, febbraio-marzo 1954, pp. 2-3; Marco Zanuso, Decima Triennale di Milano in «Edilizia Moderna», n. 53, dicembre 1954, pp. 15-36 Poltrona in malacca in «Domus», n. 295, giugno 1954, p. 50; 1955 Felix Candela, Il guscio sinonimo della delimitazione dello spazio, in «Civiltà della Macchine», n. 5, settembre-ottobre1955, pp. 34-35; Romolo Donatelli, Stazione sperimentale della Montecatini ad Arenano in «Casabella- Continuità», n. 208, novembre-dicembre 1955, pp. 68-69; Costruzioni nel Parco alla X Triennale in «Domus», n. 303, febbraio 1955, pp. 1-6; 1956 Carlo Faina, Auguratemi buon lavoro in «Due più due», n. 5 maggio 1956, p. 3; Roberto Guiducci, Fascia dei servizi sociali della Olivetti a Ivrea in «L'architettura monache e storia», n. 9, luglio 1956, pp. 178-181; R. Pozzo, Il Padiglione Montecatini alla XXXIV Fiera di Milano in «Materie plastiche», n. 6, giugno 1956, pp. 485-494; Heinz Waibl, Romolo Donatelli, Pubblicità per l'alluminio in «Stile Industria», n. 6, febbraio 1956, p. 47; Alti i colori Montecatini alla Fiera di Milano in «Due più due», n. 5 maggio 1956, p.14; Nuove case sorgono a Ferrara in «Due più due», n. 7 luglio 1956, p.3; Il Ministro del lavoro Vigorelli in visita alla sede centrale Montecatini in «Due più due», n. 12, dicembre 1956 p. 3; 1957 Ugo Andrei, Case nuove per l'anno nuovo in «Due più due», n. 1, gennaio 1957, pp. 8-10; Franco Buzzi Ceriani, L'insegnamento dell'architettura: problemi e responsabilità della scuola di Milano in «Casabella-cantinuità», n. 214, febbraio-marzo 1957, pp. 37-38; Gian Luigi Giordani, Studio di architetti in «Domus», n. 329, aprile 1957, pp. 46-47; Ernesto N. Rogers, Continuità o crisi? in «Casabella-continuità», n. 215, aprile-maggio 1957, pp. 2-3; Gino Sferza, Che cosa è e cosa rappresenta l'accordo del 14 gennaio fra la Montecatini e i rappresentanti della Cisl e della UH? in «Due più due», n. 2, febbraio 1957, p. 11; Una mensa modello in «Edilizia Moderna», n. 60, aprile 1957, pp. 9-18; Donegani e la Montecatini un cuore solo in «Due più due», n. 4, aprile 1957, pp. 8-9; Il discorso del Presidente in «Due più due», n. 5 maggio 1957, pp. 4-5; 35a Fiera campionaria di Milano in «Stile Industria», n. 12, giugno 1957, pp. 2-12; Intervista con Amintore Fanfani in «Architettura-Cantiere», n. 12, 1957, pp. 3-5; 1958 Giulio Ballabio, Qui Ferrara idrocarburi in «Due più due», n. 1, gennaio 1958, pp. 8-11; Romolo Donatelli, Due allestimenti in «Domus», n. 338, gennaio 1958, p. 52; Silvano Tintori, Problemi di linguaggio nella recente edilizia milanese in «Casabella-continuità», n. 222, novembre 1958, p. 2; 1959 Ugo Andrei, Si chiama Montecatini uno dei polmoni di Ferrara in «Due più due», n. 7 luglio 1959, pp. 8-11; Andrea Damiano, Ogni anno l'impegno e l'ansia della prima in «Due più due», n. 5, maggio 1959, pp. 14-15; Giuliano Guiducci, Rassegna di elementi costruttivi: Volte sottili in laterizio in «Casabella-Continuità», n. 224, febbraio 1959, pp. 53-54; Giuliano Guiducci, Rassegna di elementi costruttivi: copertura a volte sottili triangolari in «Casabella-Continuità», n. 227, maggio 1959, pp. 52-53; Ernesto N. Rogers, L'evoluzione dell'architettura, Risposta al custode dei frigi-daires in «Casabella-continuità», n. 228, giugno 1959, pp. 2-4; Ernesto N. Rogers e Felix Candela, Strutture e strutturalismo, «Casabella-Continuità», n. 232, ottobre 1959, pp. 46-51; Ernesto N. Rogers, Professionisti o maestranti nelle nostre Scuole di Architettura? in «Casabella-continuità», n. 234 dicembre 1959 pp. 2-3; Filippo Sacchi, Wright e l'opinione comune in «Casa¬bella-Continuità», n. 227, maggio 1959, p. 18; Renato Salvatori, Nuove abitazioni per lavoratori in «Due più due», n. 6, giugno 1959, pp. 4-5; L'insegnamento dell'architettura nella Università italiana in «Architettura Cantiere», n. 22, 1959, pp. I-L; Sorge a Brindisi il più grande stabilimento petrolchimico d'Italia in «Due più due», n. 4, aprile 1959, pp. 12-17; Lavoro della Montecatini in «Due più due», n. 10, ottobre 1959, p. 7; 1960 Leonardo Benevolo, L'architettura dell'Ina-Casa in «Centro sociale», n. 30-31, 1960, pp. 60-67; Romolo Donatelli, Casa prefabbricata in alluminio e legno in «Domus», n. 368, luglio 1960, pp. 45-50; Roberto Guiducci, Appunti sulla progettazione di Gardella, in «Casabella-Continuità», n. 235, gennaio 1960, pp. 7-13; Lino Martinoli, Già il 38% delle maestranze di Crotone è al¬loggiato in civili abitazioni so¬ciali in «Due più due», n. 6, giugno 1960, pp. 6-8; Ernesto N. Rogers, La Mensa Olivetti a Ivrea, di Ignazio Gardella in «Casabella-Continuità», n. 235, gennaio 1960, p. 4; Kenzo Tange, Kurashiki City Hall in «The Japan Architect», ottobre 1960 pp. 20-39; Da 43 anni nel sud d'Italia in «Due più due», n. 6, giugno 1960, pp. 4-5; 1961 Pier Luigi Nervi, Struttura e forma in architettura in «Do¬mus», n. 374, gennaio 1961, pp. 3-8; Luigi Vacchi, 12 architetti e le presenze della Montecatini nel sud e nel mondo in «Due più due», n. 4, aprile 1961, p. 10; Il Palazzo comunale di Kurashiki di Kenzo Tange in «L'architettura cronache e storia», n. 9, gennaio 1961, pp. 624-625; Nuovi alloggi per lavoratori in «Due più due», n. 1, gennaio 1961, p. 6; 1962 Alberto Cavallai, Piero Giustiniani in «Due più due», n. 1, gennaio 1962, pp. 2-4; 1963 Eugenio Gentili Tedeschi, Alcune opere recenti dell'architetto Luigi Caccia Dominioni in «Abitare», n. 13, gennaio-febbraio 1963, pp. 2-3; Dino Dalla Valle, Vivere insieme in «Due più due», n. 11, novembre 1963, pp. 6-7; Antonio Miotto, Prima l'uomo poi la macchina in «Due più due», n. 1, gennaio 1963, p. 20; AA. VV. Allestimenti: il padiglione della Montecatini e la mostra della RAI alla Fiera di Milano, 1963; lo stand della Montecatini della Rassegna della Chimica, 1963 in «Domus», n. 407, ottobre 1963, pp. 17-23; Allestimenti: lo stand Montecatini alla Rassegna della Chimica Milano, 1963, Costantino Corsini, Giorgio Wiskemann arch.tti, grafica Bob Noorda in «Domus», n. 407, ottobre 1963, pp. 24-26; Microfilm di 75 anni Montecatini in «Due più due», n. 1, gennaio 1963, pp. 6-7; Presenza della Montecatini in «Due più due», n. 5, maggio 1963, p. 7; 1964 Vittorio Notarnicola, La storia di una goccia di petrolio in «Due più due», n. 5, maggio 1964, pp. 8-10; Ove Arup, Felix Candela in «Domus», n. 410, gennaio 1964, pp.4-8; Gio Ponti, Su Felix Candela in «Domus», n. 410, gennaio 1964, p. 4; L'essenza dell'arte grafica: lasciare parlare l'oggetto in «Due più due», n. 1, gennaio 1964, p. 16; Psicologia e tecnica: le due redini che guidano il grafico in «Due più due», n. 2, febbraio 1964, p. 16; La grafica deve evitare le "secche" del tecnicismo in «Due più due», n. 3, marzo 1964, p. 16; Il grafico parla il linguaggio dei segni in «Due più due», n. 4, aprile 1964, p. 16; 1965 R.M., I film industriali della Montecatini in «Due più due», n. 4, aprile 1965, p. 16. 1966 Costantino Corsini, Giorgio Wiskemann, Uno spettacolare allestimento in «Domus», n. 442, settembre 1966, pp. 36-37; Vittoria Girardi, Tre opere di Walter Di Salvo a Punta Ala, in «L'architettura cronache e storia», n. 125, marzo 1966, pp. 721-724; 1969 Romolo Donatelli, Un centro per i marmi a Massarosa in «Domus», n. 470, gennaio 1969, pp. 12-14; Paolo Portoghesi, Editoriale in «Controspazio» n. 1, giugno 1969, p. 7; Paolo Portoghesi, Una casa a Napoli di Aldo Loris Rossi in «Controspazio» n. 4-5, settembre-ottobre 1969, pp. 36-39; 1973 Paolo Portoghesi, Perché Milano in «Controspazio», n. 1, giugno 1973, pp. 6-9; 1982 Nicola Marras, Una logica della rappresentazione. Gli elementi della struttura espositiva in «Rassegna», n. 10 (n. monografico Allestimenti/Exhibit Design), giugno 1982, pp. 12-13; Gaddo Morpurgo, Lo spettacolo da visitare. Allestimento e comunicazione in «Rassegna», n. 10 (n. monografico Allestimenti/Exhibit Design), giugno 1982, pp. 64-65; Pierparide Vidari, L'allestimento e l'industria. L'effimero e il suo contrario in «Rassegna», n. 10 (n. monografico Allestimenti/Exhibit Design), giugno 1982, pp. 66-73; 1984 Giovanni K. Koenig, Immersi nel terreno in «Ottagono», n. 74, settembre 1984, pp. 18-23; 1990 Ignazio Gardella, Materiale e immateriale in «Materia», n. 5, settembre-ottobre-novembre-dicembre 1990, pp. 26-33; 1993 Sergio Pace, Una solidarietà agevolata: il Piano INA-Casa, 1948-1949 in «Rassegna», n. 54 (n. monografico La ricostruzione in Europa nel secondo dopoguerra), giugno 1993, pp. 20-27; 1995 O..Selvafolta, La centrale, il committente, l'architetto, in «Rassegna», n. 63 (n. monografico Elettricità. Stati Uniti e Urss, Francia e Italia), settembre 1995, pp. 36-45; 1996 Fulvio Irace, Maestri milanesi in «Abitare», n. 349, marzo 1996, pp. 139-143; 1999 Federico Bucci, La mensa. Un'architettura sociale perduta in «Ottagono», n. 131, marzo-aprile 1999, pp. 60-63; 2008 Jean-Marie Martin, Che ne a-vrebbe detto Loos? in «Casa-' bella», n. 766, maggio 2008, p. 80. TESI DI LAUREA 1994 Stefano Moltrasio, Marco Vantusso, Il progetto espositivo per la grande industria: allestimenti Montecatini 1935-1967, rel. Francesco Trabucco, co-rei. Giampiero Bosoni, Milano, 1994-1995; 1998 Francesca Magliulo, L'immagine fotografica della Montecatini. Documentazione tecnica e propaganda durante il Fascismo, rel. Duccio Bigazzi, Giulio Spinelli, Milano 1998. FILM 1955 Miracolo a Ferrara, Alessandro Blasetti, Giorgio Lanzillo (soggetto), Alessandro Blasetti (regia), Giovanni Ventimiglia (fotografia), Roman Vlad (musiche), lingua italiana, 35/16 mm, durata 9', a colori; 1956 Lo stabilimento di Ferrara, Giorgio Lanzillo (soggetto), Sandro Giusti, Giovanni Ventimiglia (realizzazione), lingua italiana, 35/16 mm, a colori, agosto 1956; 1964 Quattro volte Brindisi, Giovanni Cecchinato (soggetto e regia), Luciano Milesi, Vincenzo Paradiso (fotografia), Ugo Alberico, Renato Cepparo (sceneggiatura), lingua italiana, francese, inglese, spagnola, tedesca, 35/16 mm, durata 18', a colori, 1964; 1968 Nerviano, Luciano Milesi (regia e fotografia), lingua italiana, francese, inglese, spagnola, 35/16 mm, durata 12', a colori, 1968; Itinerario Industriale, Relazioni pubbliche Montedison (realizzazione e fotografia), Luigi Giudici (musiche), lingua italiana, inglese, 35/16 mm, durata 29', a colori, 1968; 1972 Farmitalia, Giorgio Davolì (regia), Giorgio Davoli, Luciano Milesi (fotografia), Luigi Giudici (musiche), lingua italiana, francese, inglese, spagnola, tedesca, 35/16 mm, durata 16', a colori, 1972. |
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