Riccardo Dondana
La demolizione urbana come spettacolo.
Rel. Giuseppe Dematteis, Matteo Robiglio. Politecnico di Torino, NON SPECIFICATO, 2007
Abstract: |
La demolizione in Italia, a differenza degli altri paesi come Francia, Germania o Stati Uniti, è vista sempre sotto una valenza negativa. L�Italia infatti possiede gran parte del patrimonio internazionale protetto, si è fatta, dagli anni Sessanta in poi, meritevole promotrice, attraverso organismi nazionali appositamente istituiti, di una politica di tutela dei centri storici maggiori e minori, e ha sempre sostenuto una eccessiva mitizzazione dell�esistente a discapito del moderno, rischiando una paralisi dello sviluppo controllato delle città. È vero che non ci sarebbero città se non si fosse conservato, ma il patrimonio del passato lo si è sempre conservato selettivamente. Il Rinascimento e il Barocco hanno distrutto parte del tessuto medievale, così come la città ottocentesca ha demolito parte di quella rinascimentale e barocca (Capuano, 1997). Si è cercato di invertire questa tendenza nel 1990 al convegno ANCSA a Palermo, quando si presentò la tesi della demolizione intesa come risarcimento, ripristino o restauro ambientale. Si sosteneva che lo Stato italiano avrebbe eguagliato, se non superato, le stesse glorie delle opere parigine di mitterandiana memoria. Il nuovo Rinascimento sarebbe stato rappresentato non più dalla costruzione, ma dalla demolizione dei più simbolici misfatti del nostro dopoguerra (Gabrielli, 1997). Nonostante questi buoni intenti in Italia si continua a demolire poco. Obiettivo di questa tesi è quello di dimostrare come in realtà la demolizione non sia solo quel mero atto meccanico che porta, dopo mesi di lavoro, a rendere un�area pronta per la riedificazione,ma anche un atto carico di significati e di simbologie che vanno a toccare non solo la sfera progettuale in senso stretto, ma anche quella artistica e rimandano a quelli che sono definiti processi di riterritorializzazione (Dematteis, 1995), ossia processi di riappropiazione identitaria e materiale dello spazio. A tale scopo un breve excursus storico che parte dall�antichità per arrivare fino ai giorni nostri permette di mettere in risalto come la demolizione, intesa molte volte come distruzione e devastazione, ma anche come catastrofe, concetto chiave che ritornerà molte volte, abbia avuto sempre dei risvolti simbolici: la demolizione come strumento per cancellare i segni di un passato che si vuole dimenticare o per esaltarne uno che si vuole celebrare. Oggi lo spirito di rinnovamento delle municipalità si manifesta in un intenso programma di demolizioni che colpiscono non solo i grossi fabbricati industriali del periodo fordista, ormai dismessi, ma anche, e come sarà approfondito nel corso della tesi, le periferie, sede, nell�immaginario collettivo, dei disagi e delle tensioni sociali della città intera. Successivamente si cercherà di motivare le demolizioni e di descrivere quello che è il processo demolitivo sia nelle sue fasi progettuali che nelle sue fasi più prettamente tecniche cercando di evidenziare quali sono le tecnologie esistenti e quali sono più convenienti. Con particolare dettaglio viene analizzato l�uso dell�esplosivo per usi civili, presentando le tecniche e le tecnologie che portano all�implosione di un edificio. Un accento particolare verrà messo sulle valenze simboliche di questo particolare processo demolitivo e sul ruolo fondamentale che i media possono avere. Infine si andrà ad analizzare come la demolizione, la distruzione e, nella sua accezione positiva, ma anche negativa, la catastrofe, abbiano influenzato sia il pensiero dell�uomo, dalla politica alle arti figurate, per concludere con la musica e il cinema. La simbologia della demolizione si lega infatti, già di per sè, all�idea di catastrofe, archetipo molto sedimentato nell�immaginario collettivo, e l�utilizzo dell�esplosivo amplifica questa visione catastrofica. |
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Relatori: | Giuseppe Dematteis, Matteo Robiglio |
Tipo di pubblicazione: | A stampa |
Soggetti: | T Tecnica e tecnologia delle costruzioni > TE Tecnologia dei materiali U Urbanistica > UM Tutela dei beni paesaggistici G Geografia, Antropologia e Luoghi geografici > GG Piemonte G Geografia, Antropologia e Luoghi geografici > GD Estero |
Corso di laurea: | NON SPECIFICATO |
Classe di laurea: | NON SPECIFICATO |
Aziende collaboratrici: | NON SPECIFICATO |
URI: | http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/1031 |
Capitoli: | 1. Introduzione 2 Le demolizioni nella storia 2.1 La protostoria 2.2 Le grandi trasformazioni nel mondo Parigi Central park e il Bronx a New York Pechino 2.3 Italia Torino e napoleone Torino nell�800 Il caso della cittadella sabauda Le demolizioni in via Roma a Torino negli anni trenta Torino dopo i danni della guerra Roma e le sue trasformazioni Il monumento nazionale a Vittorio Emanuele li Roma e il ventennio fascista 2.4 Dagli anni �50 fino ai giorni nostri Francia: Quàtre mille de la Courneuve 2.5 Italia 2,6 Alla ricerca di un metodo 2.7 I casi particolari Valle dei Templi di Agrigento Fiume Simeto Hotel Fuenti Villaggio Coppola Punta Perotti Le Vele di Scampia Via Artom a Torino 3 Demolizioni: motivazioni e tecniche 3.1 Introduzione generale alla demolizione 3.2 Il processo demolitivo in Francia e in Italia 3.3 Il processo di demolizione: fasi progettuali 3.4 Tecniche di demolizione 4 Perché e come demolire con esplosivo 4.1 Esplosivi 4.2 Tecnologie di demolizione con esplosivi Abbattimento per formazione di una cerniera Abbattimento per implosione Abbattimento a più piani 4.3 Motivazioni simboliche 5 Demolizione e catastrofe nell�immaginario collettivo 5.1 Pensiero di filosofico e matematico 5.2 Motivazioni politiche e di propaganda I Muro XI settembre 5.3 Arte e distruzioni, gli artisti Gordon Matta-Clark Maurizio Cattelan Anne e Patrick Poirier Hans Haacke, 5.4 Mostre e pertormances Ce qui Arrive Catastrofi minime Pubblico Incidente 5.5 Musica: The Wall 5.6 Cinema �Le mani sulla città� Stili lite� �Fight Club� �Zabriskie point� �V for vendetta� �Io e il ciclone� �America oggi� �Hollywood Party� 6 Conclusioni 7 Bibliografia |
Bibliografia: | Aymonino A. (1997), �Ritorno in via Gluck�, in A. Terranova. (a cura di), op. cit., pp. 57-60 Augé M. (2006), Rovine e macerie, Il senso del tempo, Bollati Boringhieri, Torino Bairati E, (1987), Via Roma, 50 anni di storia immagini e vita di Torino, G. Mondadori e associati, Milano Barbieri G. (1997), �Tempo di demolire�, in A. Terranova. (a cura di), op. cit., pp. 29-32 Bardet G. (1951), Naissance et méconnaissance dell�urbanisme, Universitè de France, Parigi Bassi B. (1998), �Abbattere non è sufficiente�, in Costruire, aprile n° 178, pp. 130-135 Bassi B. (2001). �Buttiamoli giù�, in Costruire, gennaio n°212, pp. 70-73 Belpoliti M. (2005), Crolli, Giulio Einaudi editore, Torino Benincasa C. (1978), Architettura come dis-identità, Teorie de/le catastrofi e architettura, Dedalo libri, Bari Berman M. (1985), L�esperienza de//a modernità, edizioni del mulino, Bologna Braida A. (1995), �L�arte di rompere�, in Costruire, maggio n°1 44, pp. 73-76 Brull A. 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