Sabrina Saldo
Case sul mare: la palazzata di Borgo Prino, Porto Maurizio.
Rel. Piergiorgio Tosoni. Politecnico di Torino, Corso di laurea specialistica in Architettura, 2007
Abstract: |
Tra gli elementi che concorrono, o hanno concorso, a definire un profilo anche sommario della Liguria, il prima fra tutti e indubbiamente la sua particolare conformazione fisica, quel suo esse re �una linea di paese", piegata ad arco, fortemente compressa tra mare e monti e articolata in una serie di piccole valli contigue eppure molto differenziate. Risulta certamente singolare, in rapporto all' indubbiamente esigua superficie, che le parole chiave attraverso cui la regione e stata letta e interpretata siano contrapposizione/divisione. Effettivamente, però, il quadro ambientale contiene già abbondantemente le premesse di ineguaglianze, suddivisioni e aspri contrasti. Innanzitutto la netta bipolarità dei confini a Nord e a Sud ha gettato le basi di un marcato dualismo tra una fascia costiera, dal clima temperato, disponibile per colture specializzate e attività legate al mare, ed una fascia montana, selvaggia e impervia, costretta nei limiti di una stentata agricoltura di sopravvivenza. Nella percezione storica della regione questa dicotomia si e tradotta nella schiacciante fortuna di una parte sull'altra. Per chi percorre il mare la Liguria e una lunga striscia si terra, impregnata di profumi e di colori, che scorre lentamente alla vista. Per chi, invece, giunge nel capoluogo per strada, attraverso il Piemonte e la Lombardia, si profila evidentissimo il contrasto tra la Riviera, intensamente trafficata e umanizzata e I'aspetto squallido delle zone interne. Nell'Ottocento alla valenza di terra fertile e ridente si sostituisce quella di ((dolce e sublime scenario" per inquiete e solitarie meditazioni di artisti e poeti, I'immagine della Riviera ci viene restituita moltiplicata e stereotipata,in una seria di quadretti composti con tutti gli ingredienti 9datti ad appagare il gusto romantico del �pittoresco", che contemporaneamente influenza la stessa costruzione del paesaggio costiero. Nuove presenze, aristocratiche ville in forma di castelletti neogotici, si insediano nelle insenature piu nascoste, occupano gli speroni rocciosi1. La montagna e, invece, ancora meno percorsa e meno rappresentata. Il centro politico e amministrativo della nostra regione, coincide quasi con quello geografico: Genova capoluogo storico, ha sfruttato una collocazione strategica vicinissima alla chiave di volta dell'arco, un immaginario spartiacque Nord-Sud condotto per questo centro individua due meta quasi specula ri, storicamente indicate con illoro nome di direzione nautica, il Levante e il Ponente, che si offrono a uno sguardo anche sommario come sottoregioni geomorfologicamente ben distinte. IlLevante appare come un susseguirsi di catene con un andamento quasi parallelo alla linea di costa. Le montagne si inabissano bruscamente in mare, disegnando un confine di consistenza rocciosa, non privo di denti e insenature, con rari tratti di pianura e sabbia, per degradare alla sua estremità verso le forme più dolci del paesaggio toscano. Il rilievo del Ponente è invece tagliato da valli disposte perpendicolarmente alla costa, scarsamente articolata. Ma al di la della loro conformazione fisica e la vicenda storica che permette di leggere Levante e Ponente come due entità distinte, che hanno sviluppato anche una diversa qualità di urbanizzazione e hanno risposto diversamente all'espansione di Genova e alla sua affermazione come capitale. Per quanto concerne il Levante la colonizzazione romana era stata debole e scarsamente incisiva, tanto da esse re praticamente irrintracciabile all'inizio dell'eta comunale; inoltre una feudalità molto debole e frammentata insieme all'assenza di centri urbani di rilievo costituiscono un terreno estremamente fertile per I'espansione di Genova, avvenuta sia attraverso operazioni militari sia con vere e proprie acquisizioni commerciali. Nel secolo XII la conquista si può dire completata, ed è Genova stessa a promuovere I'urbanizzazione della fascia costiera, con nuove fondazioni come Portovenere e Chiavari in funzioni di avamposto contro la minaccia dei più forti comuni toscani. Più difficile, invece, il controllo del Ponente, dove accanto ad una feudalità più robusta si era sviluppata una consistente armatura urbana; alle spalle dei numerosi comuni costieri si era costituita una fitta rete di centri legati al controllo dei traffici dell' entroterra, in questo scenario una vera e propria conquista militare e spesso stata sostituita da patti e forme di associazione. In questo assetto di equilibrio precario, la Liguria si configura abbastanza precocemente come la �regione" di Genova e fin dalla meta del sec. XIII la scala gerarchica degli insediamenti si stabilizza in un disegno destinato a resistere fino all'epoca moderna: al vertice un unico polo di rilevante potenza economica e identità culturale, nettamente emergente su un tessuto di centri urbani di rango notevolmente inferiore e, a un livello ancora più in basso, di piccoli borghi rurali; nei secoli successivi le singole comunità, in cambio della decisa subordinazione otterranno di volta in volta protezione garanzie di rispetto della loro individualità , liberta di sfruttamento delle risorse agricole locali e gestione di attività economiche a corto raggio: il tutto fino a una soglia tale da non entrare in concorrenza con la città dominante o metterne in discussione I'autorità. Per secoli il territorio di Genova è stato il mare, I'occhio della cartografia ha ritratto così la città e la Liguria: il mare con i suoi sentieri, le sabbie , gli scogli, gli approdi, e poi la costa, approccio privilegiato; infine le valli e le quinte dei monti, solcate dalle strade che saliva no verso i valichi. Una raggiera o un ventaglio aperto da sud a nord. Con il secolo scorso la direzione di percorrenza è stata ribaltata: la costruzione di un'armatura di infrastrutture a lungo raggio (strade, autostrade e ferrovie) in direzione Est--Ovest a sostegno del sistema costiero, e venuta a sottolineare la storica bipolarità delle due fasce, quasi come un confine fisico. Da allora in poi la trasformazione e cresciuta in modo estremamente veloce spesso incontrollata, andando ad incrinare quel dialogo di antagonismo equilibrato tra costa ed entroterra, creando profondi squilibri e, data la contiguità delle zone interessate, i contrasti sono esplosi in maniera più drammatica che altrove; I'entroterra veniva penalizzato e progressivamente abbandonato a causa dell�industrializzazione, dell'agricoltura intensiva, del turismo balneare, che invece soffocavano la fascia costiera, attivando I'espansione selvaggia dei poli urbani negli esigui spazi disponibili. Ambedue nei loro diversi destini erano esposte al pericolo della perdita della propria identità storica: la seconda per lo sfruttamento intensivo dl suolo, la prima per fatiscenza e degrado: si sono poste così, in maniera esplosiva, le premesse per gli attuali problemi di conservazione e recupero dell'una e dell'altra, se pur con diverse esigenze ed obiettivi. |
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Relatori: | Piergiorgio Tosoni |
Tipo di pubblicazione: | A stampa |
Numero di pagine: | 175 |
Soggetti: | A Architettura > AH Edifici e attrezzature per l'abitazione G Geografia, Antropologia e Luoghi geografici > GF Italia |
Corso di laurea: | Corso di laurea specialistica in Architettura |
Classe di laurea: | NON SPECIFICATO |
Aziende collaboratrici: | NON SPECIFICATO |
URI: | http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/1015 |
Capitoli: | CAP. 1 ABITARE IN LIGURIA 1.1 LIGURIA: IL TERRITORIO 1.2 LIGURIA: LA MORFOLOGIA 151.3 LIGURIA: I TIPI DELL' ABITAZIONE 1.3.1 LA PALAZZATA DI PORTOVENERE 1.3.2 LA PALAZZATA DI GENOVA CAP.2 L' AREA DI STUDIO 2.1 IL CONCORSO 2.2 IL BORGO PRINO CAP. 3 PORTO MAURIZIO NELLA STORIA 3.1 L'INDAGINE CARTOGRAFICA 3.2 L'INDAGINE STORICA SUL TERRITORIO 3.3 L'INDAGINE STORICA SULLO SVILUPPO URBANO CAP. 4 IL PROCESSO TIPOLOGICO 4.11L TIPO EDILIZIO E IL SUO SVILUPPO 4.2 LA SCHEDATURA DEL BORGO PRINO CAP. 5 CONCLUSIONI: LA GUIDA AGLI INTERVENTI 5.1 LA GUIDA AGLI INTERVENTI 5.2 LA DESCRIZIONE DEI CARATTERI DEL TESSUTO 5.3 LE DIRETTIVE 5.4 GLI INDRIZZI PROGETTUALI BIBLIOGRAFIA |
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