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Riappropriarsi della città esistente : valutazione di scenari per la realizzazione del progetto di riqualificazione della caserma Bochard di San Vitale a Pinerolo

Stefano Damiano, Boyanon Djarov Gueorgui

Riappropriarsi della città esistente : valutazione di scenari per la realizzazione del progetto di riqualificazione della caserma Bochard di San Vitale a Pinerolo.

Rel. Antonio De Rossi, Marta Bottero, Francesca Governa. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Costruzione Città, 2017

Abstract:

1.1-STRUTTURA E OBIETTIVI

Dal titolo della tesi si può intuire che i temi che verranno affrontati riguardano diversi ambiti e diversi aspetti del vasto mondo dell'architettura. Nello svolgimento del nostro lavoro parleremo per l’appunto di progettazione architettonica a diverse scale, di analisi economiche e demografiche e di studio della città.

Il nostro lavoro parte da un lato da contesto reale, sul quale è aperto un dibattito pubblico per cercare una soluzione al problema del grosso vuoto urbano nel centro della città creatosi per la dismissione di una caserma militare, e dall’atro dallo studio e dall'analisi di nuovi metodi e percorsi progettuali per la realizzazione di un progetto architettonico.

Il tassello urbano lasciato in eredità risulta essere una di quelle parti strutturanti dell'impianto urbano, e dunque di fondamentale importanza per la vita e l'organizzazione della città. Andremo quindi a eseguire un progetto utilizzando il patrimonio immobiliare esistente cercando di riorganizzarlo e modificarlo per le attuali esigenze.

Il primo problema che si vuole affrontare è quello della percezione, da parte dei cittadini, dell'area d’intervento che deve essere riconoscibile come spazio

pubblico e dunque come uno spazio a loro disposizione, di loro proprietà.

La caserma nella quale andremo ad intervenire infatti, rispetta i canoni funzionali e tipologici dell’architettura militare, che ne determinano una netta separazione tra ciò che vi è all’interno e ciò che succede all’esterno di essa. Un muro corre lungo tutto il perimetro dell’area e la rende un'isola all'interno del tessuto della città, un pezzo separato e non percepito come parte integrata nel tessuto cittadino.

Per superare questo problema identitario non adotteremo una tattica di semplice abbattimento delle cinta murarie, cercheremo anzi di mantenere l'aspetto fisico del lotto integro, e di risolvere la questione attraverso un approccio al progetto che si basa sulla collaborazione tra le diverse figure preposte alla realizzazione dell'intervento. I progettisti collaborano con i futuri utenti del luogo rendendoli partecipi del processo. Gli utenti passano da essere cityusers a essere citymakers, dove per "makers" in questo caso non s’intendono solamente coloro che realizzano materialmente alcune parti del progetto, ma anche coloro che riescono a creare il senso di luogo pubblico e il senso di proprietà del luogo.

Il percorso di ricerca può essere diviso in tre grandi momenti. Il primo passo consiste nello studio del Tactical Urbanism come percorso progettuale e delle sue caratteristiche principali. Successivamente verranno eseguite tutte le analisi e le interviste agli attori locali per supportare la scelta dello scenario migliore da sviluppare. Infine, dopo aver individuato lo scenario migliore, verrà realizzato il progetto architettonico.

Nel primo capitolo scomporremo e analizzaremo le azioni alla base degli interventi di Tactical Urbanism, per comprenderne le peculiarità, ma soprattutto per verificarne l'efficacia in medie e piccole città, come Pinerolo. Infatti per la quasi totalità di interventi di tactical urbanism si tratta di progetti che avvengono in grandi metropoli o comunque in luoghi interessati da agitazione e presenza di molte persone. Raramente si possono trovare casi in città medio piccole caratterizzate da una scarsa propensione alla trasformazione.

Il secondo capitolo cercherà, attraverso la documentazione recuperata, di inquadrare la nostra area di progetto

e il territorio nella quale si trova, di comprendere le evoluzioni storiche del tessuto urbano e le operazioni di trasformazione in atto oggi.

Successivamente il lavoro si concentrerà sull’analisi dei singoli edifici, dei vincoli ai quali sono soggetti e alle loro caratteristiche strutturali.

Nel capitolo successivo metteremo in luce un aspetto che a nostro avviso conferisce un valore aggiunto a questo lavoro, rendendolo calato nella realtà, ovvero l'analisi del dibattito pubblico e politico che si è sviluppato attorno a quest'area in trasformazione attraverso lo studio della documentazione di quanto è stato detto e fatto negli ultimi anni. Inoltre andremo a confrontarci direttamente, attraverso una serie di interviste, con gli attuali attori del processo decisionale e con alcuni dei rappresentanti dei differenti gruppi di cittadini interessati alla trasformazione dell'area.

In seguito verranno sviluppati diversi scenari di trasformazione che verranno poi valutati dagli stessi attori del processo decisionale, per poi una volta scelto quello migliore andarlo a trasformare in un progetto architettonico.

1.2 - IL TACTICAL URBANISM COME PERCORSO PROGETTUALE

Questo saggio di ricerca vuole essere un tentativo di analisi delle caratteristiche proprie del movimento definito come Tactical Urbanism, attraverso la lettura critica di alcuni interventi realizzati in città di tutto il mondo.

Uno dei problemi con cui oggigiorno bisogna confrontarsi più spesso è la sovente mancanza delle necessarie risorse economiche e politiche per realizzare un progetto di pubblica utilità.

Come afferma David Harveg "Siamo nel mezzo di un enorme crisi - ecologica, sociale e politica - di urbanizzazione planetaria, senza che, almeno cosi sembra, ce ne rendiamo conto." (Harvey, 2014-)

Ciò che ne consegue è la mancata realizzazione di interventi urbani e il successivo aumento di vuoti o aree pubbliche abbandonate e degradate. Quale potrebbe essere una possibile soluzione a tale problema?

Tra i vari metodi che oggi dimostrano una buona efficacia per la realizzazione di interventi pubblici, è possibile individuare un insieme di pratiche contraddistinte dalla temporalità limitata e dalla predilezione per la piccola dimensione, quella dell'edificio, del piccolo spazio urbano o del lotto inutilizzato. (Lyndon, 2011] Questo approccio prende il nome

di "Tactical Urbanism" e consiste in un insieme di azioni che, pur essendo mirate e dimensionalmente contenute, proprio come nell'agopuntura, hanno lo scopo di migliorare una situazione a più larga scala. I cittadini e le amministrazioni locali di tutto il mondo infatti, hanno cercato nuove strade per sviluppare e realizzare progetti a basso costo e di rapida realizzazione, ne sono un esempio il Do-lt-Vourself urbanism o il Planning-by-Doing, in grado di migliorare la qualità della vita urbana. A volte inoltre, non è necessario costruire qualcosa per riqualificare uno spazio, basta aprirlo e, renderlo accessibile affinché s'inneschino una serie di processi spontanei di riuso e il luogo venga così riattivato.

L’obiettivo del nostro testo sarà quello di scomporre questo approccio, e determinare le componenti che

lo costituiscono andandole poi ad esaminarle singolarmente. Questa analisi ci consente di osservare lo stesso fenomeno di volta in volta con una lente differente, a seconda delle componenti prese in considerazione. Tutto questo al fine di creare degli strumenti e una terminologia che ci permetta successivamente di esaminare e comparare progetti realizzati ed etichettabili come Tactical Urbanism.

Il Tactical Urbanism è un movimento recente che nasce a cavallo del nuovo millennio soprattutto in città del Nord America e in Europa. Nasce come tentativodirinnovareesuperare, tramite interventi di rapida realizzazione e che prediligono la piccola dimensione, le consolidate pratiche urbanistiche di realizzazione di grandi e onerosi progetti urbani. Queste pratiche, soprattutto negli anni più recenti, non hanno saputo stare al passo con le rapide dinamiche di trasformazione e di cambiamento di assetto che hanno coinvolto molte città del mondo occidentale; lasciando così in eredità spazi abbandonati, spesso interi lotti. Sovente questi vuoti risultano essere in posizioni strategiche per la vita della città; ne sono un esempio le caserme e gli edifici dismessi

Il termine Tactical Urbanism è stato introdotto per la prima volta da Mike Lydon e da un gruppo di giovani urbanisti all'interno dell'opera "Tactical Urbanism. Short-term Action for Long- term Change" pubblicato nel 2011. In questo libro si può trovare una raccolta di interventi volti al miglioramento dello spazio pubblico urbano in alcune città del nord America.

L'opera ha raggiunto in pochi anni la pubblicazione di altri volumi, fino

al quinto, perché, essendo il tema in questione di attualità e di conseguenza in continua evoluzione, la sua pratica si sta continuamente aggiornando e consolidando, creando nuovi spunti di analisi.

Nella breve parte introduttiva gli autori forniscono una definizione di urbanistica tattica, anch'essa rielaborata e aggiornata nel corso delle pubblicazioni, a partire da un’analisi e da una rilettura di un insieme di azioni che hanno come scopo quello di produrre trasformazioni urbane, a breve termine, a basso costo e facilmente replicabili. Definiscono infatti il TU come "un approccio alla trasformazione dei quartieri che predilige interventi e politiche a breve termine a basso costo e dimesionalmente scalabili per catalizzare cambiamenti a lungo termine'.' [Lyndon,2016]

Secondo gli autori “è necessario superare quelle strategie di pianificazione urbanistica che concepiscono la città, e con essa le singole persone che la abitano e la vivono, come un singolo organismo sociale, con le sue regole e le sue dinamiche perfettamente calcolabili e quantificabili, come se si trattasse di un insieme di dati matematici. Noi tutti sappiamo che non è proprio cosi. [Lyndon, 2011]

Si deve dunque considerare la città come un organismo complesso, in rapida evoluzione e trasformazione dove per poter agire su di esso si devono adottare tattiche flessibili e a breve termine in grado di adattarsi a situazioni e a contesti urbani sempre nuovi e diversi.

Questi interventi dovranno riguardare specifiche aree di cui abbiamo una perfetta conoscenza di tutti i suoi aspetti. I risultati di tali azioni dovranno essere visibili in tempi rapidi, senza però perdere di vista i benefici e i cambiamenti che si possono ottenere a più larga scala e in periodi temporalmente più ampi.

Le intenzioni dietro i progetti di urbanistica tattica sono diverse; alcuni sono destinati a stimolare la rivitalizzazione economica, come per esempio i Food Carts a Portland, mentre altri sono volti a migliorare la sicurezza dei pedoni o a creare nuove aree di aggregazione sociale offrendo l'opportunità ai i cittadini di collegarsi uno con l'altro come nel NYC Plaza Program. Varia anche notevolmente Il modo in cui gli interventi tattici si manifestano. Nonostante le intenzioni e modalità di costruzione di un intervento definibile come Tactical Urbanism siano molteplici, per essere effettivamente parte di questa

classificazione gli interventi devono presentare cinque caratteristiche:

-Un approccio deliberato e graduale per spronare il cambiamento; -Un'offerta di idee locali per le sfide di pianificazione locale;

-Impegno a breve termine e aspettative realistiche;

-Bassi rischi, con eventualmente una ricompensa elevata;

-Migliorare lo sviluppo del capitale sociale tra i cittadini e la costruzione della capacità organizzativa tra organizzazioni pubbliche/private.

Il primo punto di questa lista, ossia l'approccio graduale, fa si che si possano andare a determinare una serie di fasi che un intervento tattico deve rispettare. La prima fase viene chiamata dimostrativa in cui viene messo in luce il problema che si vuole affrontare e si inizia a dare un'idea di quelle che potrebbero essere le possibili soluzioni. In questa fase tutti gli interventi sono reversibili e nulla è definitivo. Solitamente questa fase ha una durata che può variare da una giornata fino ad arrivare a un mese.

La seconda fase è quella definita come periodo pilota dove si valuteranno le possibili soluzioni andando a operare delle modifiche sul contesto di partenza. Questa operazione può essere ripetuta più volte nel tempo e non comporta modifiche irreversibili, consiste piuttosto nello stabilire se la soluzione adottata sia efficace o meno valutandone direttamente l'operato. Per esempio se si ha un problema di viabilità in un incrocio tra più vie, si prova a installare una rotatoria composta da elementi removibili, se con questo intervento la situazione di partenza migliora allora si potrà passare alla fase successiva, altrimenti si rimuoveranno le modifiche operate e si cercherà una nuova soluzione. Il periodo di controllo dell'efficacia dell'intervento può variare da un mese fino a un anno.

La terza fase consiste nel definire le caratteristiche del progetto più nel dettaglio operando delle scelte tecniche e progettuali. Infine, la quarta fase vede la realizzazione dell'intervento definitivo. (Lydon, 2011] Unaltroaspettofondamentale datenere in considerazione è da chi vengono avviati e portati avanti gli interventi di TU. Brenner afferma che queste azioni sono principalmente promosse da gruppi culturali o sociali di persone che, anche se a volte sono ideologicamente distanti, si organizzano e sviluppano spontaneamente dei progetti a seguito di una condizione di base dove le politiche di governo locale hanno fallito.

I cittadini che sono più vicini a questa condizione di disagio e che quindi conoscono meglio le problematicità del luogo, sono coloro che, mettendo in gioco le loro conoscenze e assumendosi le proprie responsabilità, spesso a titolo completamente gratuito, agiscono da catalizzatori innescando processi di trasformazione urbana con l'obiettivo di migliorare la loro condizione. I professionisti, gli organi di governo o gli enti privati, possono poi decidere di affiancare e sviluppare queste tattiche, ma la loro genesi rimane sempre al di fuori del loro controllo.

Proprio per la natura così spontanea di queste azioni per Brenner il TU non può essere considerato un movimento o un approccio sistemico, ma una rubrica nella quale andare ad inserire una serie di progetti con delle caratteristiche simili. (Brenner, 2015]

All'interno del TU il cittadino riveste un ruolo centrale; edifici, strade, piazze, quartieri e città sostenibili, vengono modellati e studiati a sua misura, sulla base delle sue esigenze. Il principale protagonista di questi interventi e azioni è quindi la persona che abita il luogo, sia in quanto punto di riferimento per il dimensionamento dell'intervento, sia in quanto primo promotore della tattica. [Paba, 2007]

Queste tipologie di azioni che nascono dal basso sono spesso caratterizzate da una componente ludico-ricreativa che invita alla partecipazione, richiamando e includendo al suo interno persone di età differenti con diverse posizioni sociali, andando così a determinare un'ampia approvazione.

A questo punto risulta chiaro che un primo aspetto chiave da esaminare negli interventi classificabili come TU è la natura della tattica, come essa nasce e quelle che sono le relazioni tra chi la promuove e gli organi di governo che ne regolamentano gli sviluppi.

Il secondo aspetto che a nostro avviso è importante andare a scomporre e studiare è la temporalità dell'intervento, come si va a relazionare con le attività e le funzioni preesistenti e di come le può influenzare.

Questi due aspetti non sono gli unici a poter essere presi in considerazione, ma a nostro avviso sono quelli che maggiormente caratterizzano un processo di riqualificazione urbana di TU.

LE TATTICHE

Le tattiche che si possono trovare analizzando esempi di TU sono molteplici e non è facile, o forse non è giusto, data la loro natura di essere

un insieme di modi di agire ritenuti più adatti al raggiungimento di un determinato scopo, classificarli e confinarli in categorie chiuse.

Si può però cercare di andare a definire quelle che sono le relazioni e i rapporti tra i promotori delle azioni tattiche e gli organi incaricati della pianificazione a lungo termine. [Alberti, Scamporrino, Rizzo, 2016]

1° tipologia

Nella prima categoria si possono inserire tutte quelle tattiche promosse da cittadini o associazioni che sono ignorate dall'amministrazione comunale e non vengono utilizzate dai pianificatori per sviluppare i futuri piani urbani. Spesso queste azioni sono al limite della legalità, se non effettivamente illegali. Esse hanno come scopo, più che creare dei cambiamenti sulla pianificazione urbana a lungo termine, quello di creare un dibattito e un discorso sulle esigenze della città e dei cittadini. Numericamente sono le azioni più frequenti, ma è difficile stabilirne un elenco dettagliato anche per via della loro natura sovversiva. Servono solitamente a migliorare la fruibilità degli spazi urbani attraverso azioni tipo □IV come il guerrilla gardening e il chair bombing.

2° tipologia

In questa seconda categoria le tattiche vengono sempre proposte dai cittadini

o da associazioni, ma a differenza della precedente, in questo caso gli organi di pianificazione urbana prendono in considerazione quanto proposto perché ne intravedono un’utilità strategica e sono le stesse amministrazioni a sostenere e promuovere tali azioni. Alcuni esempi di questi interventi possono essere le azioni proposte dal Rebar Group per la prima volta a San Francisco nel 2005, cioè la trasformazione temporanea di alcuni posti adibiti alla sosta delle autovetture come aree dove installare arredi urbani per farli diventare così luoghi di condivisione sociale. Oppure gli interventi di riqualificazione di edifici del collectif Etc in Francia. Questi tipi di intervento anche se si riferiscono a parti della città differenti, hanno come unico obiettivo quello di migliorare la vivibilità degli spazi urbani.

3° tipologia

Anche questa terza categoria è caratterizzata da interventi e azioni promosse dai cittadini oda associazioni. La differenza con le precedenti due classificazioni sta nel fatto che le amministrazioni in questo caso fanno

delle vere e proprie modifiche ai loro programmi di sviluppo andando a cambiare le destinazioni d'uso in base a quelle che sono le azioni proposte da questi interventi.

L'occupazione del distretto portuale abbandonato di NDSM Werf ad Amsterdam, è un esempio di tale tattica. Infatti un gruppo di giovani artisti ha occupato abusivamente questo luogo, per poi veder l'amministrazione cittadina concedergli l'uso di tale area in concessione per 25 anni. Oggi si trovano strutture temporanee dove si svolgono attività culturali, artigianali, start-up etc.

4-° tipologia

In questa classificazione non sono più i cittadini a proporre attività, bensì sono le amministrazioni locali a proporre alle associazioni di svolger il loro operato in determinati spazi. Queste attività sono dunque inserite nel piano di sviluppo della città, e solitamente avvengono in luoghi di trasformazione. Spesso il loro impiego è temporaneo o prevede una rotazione di più attività nello stesso luogo. Il loro scopo principale è quello di essere dei catalizzatori per l'area.

Il progetto di redevelopment dell'area di King's Cross a Londra è un chiaro esempio di questa tattica. La ricostruzione dell'area procede per fasi e per non avere un cantiere di grosse dimensioni e chiudere quindi per molto tempo un'area ai cittadini, alcune attività temporanee sono state inserite all'interno di edifici destinati alla demolizione, permettendo così al luogo di essere "mantenuto in vita" fino alla realizzazione del nuovo progetto. Questo tipo di tattica viene anche utilizzato in lunghi processi di transizione, come per esempio le riqualificazioni di grandi aree o la trasformazione della mobilità urbana. Spesso queste azioni vengono rallentate o addirittura bloccate dato che l’opinione pubblica non condivide le scelte adottate. In questo senso gli interventi tattici servono per dimostrare e far capire con mano il reale bisogno di quelle trasformazioni.

LA TEMPORALITÀ'

Diventa importante a questo punto cercare di analizzare e classificare diversi tipi di interventi temporanei e studiarne la loro relazione con il luogo, inteso sia come dimensione spaziale, sia come l'insieme di usi e attività presenti sul territorio. In Urban Catalys (Oswalt, 2013] gli autori definiscono nove tipologie differenti di interventi temporanei: il rimpiazzo, il flusso libero, l'impulso, il consolidamento, la coesistenza, il parassita, il pioniere, la

sovversione e il trasferimento. Rlimpiazzo

Questa prima tipologia è l'unica a non avere, e a non instaurare nemmeno successivamente, una relazione con il luogo nel quale va ad inserirsi. Essa consiste infatti nell'utilizzare uno spazio nell'intervallo di tempo che trascorre tra l'uso precedente e quello che sarà un uso futuro.

Questo uso temporaneo si può ritrovare nel progetto che ha portato alla realizzazione del Public Colf Center a Berlino. La capitale tedesca si candidò per ospitare le olimpiadi del 2000 senza riuscire a vincere. La città però aveva già iniziato la demolizione di vecchi impianti per far posto alle nuove strutture. Lo stadio □er Weltjugend fu demolito nel 199^, ma i lavori di costruzione del nuovo impianto vennero bloccati e per molto tempo l'area rimase inutilizzata. Venne presentato un progetto di realizzazione di un complesso residenziale che però non trovò persone interessate ad investirci denaro e l'area rimase abbandonata nell'attesa di trovare degli investitori. Il vuoto lasciato iniziò a essere utilizzato come campo da golf selvaggio, in cui il terreno veniva lasciato nel suo stato naturale. Questo uso passò dall'essere illegale a legale nell'arco di un anno a seguito di un'iniziativa privata, divenendo il Öffentliches Golfzentrum Mitte [Centro campo da golf pubblico]. Nei successivi anni le attrezzature vennero migliorate. Aperto tutto l'anno, ha ricevuto più di U0.000 visitatori l'anno. Questo nuovo uso ha portato alla realizzazione nell'area di altri complessi sportivi come un campo di atletica gestito da un'associazione sportiva popolare. Per tutto il tempo, tuttavia, il contratto di locazione è rimasto un accordo di impiego temporaneo a tempo determinato senza alcun diritto da parte degli operatori.

Nel 200 3, però,è stata presa la decisione di spostare il Bundesnachrichtendienst [BND, servizio di intelligence federale] in quell'area. Con l'inizio dei lavori nell'autunno del 2006 fu messa fine all'uso temporaneo della zona.

Flusso libero

In questa seconda tipologia di intervento la funzione o attività viene spostata continuamente da un posto all'altro cercando nuove opportunità di sviluppo. Ogni volta che si verifica uno spostamento si cerca miglioramento o un ampliamento dello spazio a disposizione. Gli interventi temporali inseriti in questa categoria possono anche essere considerati

dei "rimpiazzi", ma a differenza della precedente categoria, hanno uno sguardo proiettato nel futuro, e alle migliori opportunità che un luogo ha da offrire rispetto a un altro.

Per esempio intorno al 1990 un gruppo di ragazzi ha iniziato ad utilizzare una ex fabbrica di metalli preziosi come luogo di ritrovo per le loro feste. Inizialmente l'edificio era stato occupato in maniera illegale, ma successivamente, dato il successo dell’iniziativa, è stato legalizzato e nel 199^+ venne fondata la società addetta alla gestione di questi eventi, che prese il nome dalla fabbrica stessa, il Club WMF.

Negli anni successivi il club si è spostato in 10 diversi edifici nel raggio di qualche chilometro all'interno di Berlino. Ma pur non avendo un indirizzo fisso, è riuscito a diventare un appuntamento permanente nella scena dei club della città. Tutti i vari spostamenti sono stati utili per migliorare la qualità del servizio offerto e modificare l’aspetto del club, divenendo un punto di forza per l’attività e non una debolezza.

Impulso

L'uso temporaneo può generare impulsi decisivi per lo sviluppo del luogo. Questi impulsi creano nuove attività che continuano nel tempo anche dopo l’uso temporaneo.

Un esempio chiaro di questa tipologia di uso temporaneo può essere la creazione di un luogo di eventi e ricreazione all'interno di una ex fabbrica a Monaco, in Germania, dove l'imprenditore Wolfgang Noth affittò tale stabile per collocarci discoteche, club, bar, ristoranti, studi di artisti e piccole imprese. Questo centro prese il nome di Kunstpark, ed esercitava sul territorio una grande capacità attrattiva, tanto da contare circa 25000 visitatori al mese.

Quando il contratto di locazione finì, l'ex fabbrica venne convertita in palazzo per uffici, facendo così chiudere il Kunstpark. L'attività aveva però creato un impulso sul territorio che venne ripreso in seguito. Fu così che poco dopo nacque nelle immediate vicinanze la Kultfabrik, la più grande area di divertimento d'Europa con più di 60.000 metri quadrati di spazio adibito allo svago.

Consolidamento

Questo uso temporaneo consiste nel andare a definire un iniziale uso temporaneo del luogo fino a renderlo permanente. Ciò può avvenire sia attraverso la costruzione di un manufatto sia tramite stipulazione di contratti di locazione o di permessi di esercitare un'attività.

Ad esempio la multinazionale Nokia dopo la dismissione di un suo stabilimento ha deciso di affittare una parte dell'area per ricavare i soldi necessari alla manutenzione ordinaria dell'edificio. Un gruppo di cittadini, dato il basso canone d'affitto e la grande quantità di spazio a disposizione, ha deciso di creare all'interno di questa area un grande centro per la produzione e promozione di attività culturali. Successivamente, visto il grande successo dell'iniziativa, questo gruppo di cittadini e il comune hanno creato una società per l'acquisizione dell'immobile, garantendone così il mantenimento in vita e anche il decoro. Oggi la Cable Factory è la principale arena culturale della regione finlandese, con 53.000 metri quadrati di spazio. Il suo obiettivo è quello di rendere disponibili e accessibili spazi per produttori artistici e per associazioni legate al settore creativo. Oggi trovano spazio uffici e negozi, stazioni televisive e radiofoniche, strutture teatrali, educative e atletiche e luoghi adibiti alla ristorazione.

Parassita

L'uso temporaneo denominato "parassita" sfrutta il potenziale di un'attività a lungo termine già presente e consolidata sul territorio in modo tale da poter operare attaccata a essa. Questa tipologia di usi non è sempre facilmente identificabile siccome spesso coincide con un'attività ai limiti della legalità o che trae vantaggio sfruttando un'altra attività. Ad esempio davanti ai centri di riciclaggio di Berlino aveva luogo il commercio informale di apparecchiature elettriche ed elettroniche dismesse.

In questi parcheggi, durante il giorno, si trovano cartelli con su scritto "VCR, TV Frigorifero, Hi-Fi, CD” che servivano a manifestare il proprio interesse per i vecchi elettrodomestici che gli utenti vanno a smaltire. Di notte si trovano costantemente solo i vecchi televisori e componenti elettronici che non superavano la seconda ispezione.

Il meccanismo risulta vantaggioso per entrambi, i commercianti ottengono la merce e i proprietari dei rifiuti elettronici non devono nè pagare il servizio del centro di riciclaggio nè osservare le conformità normative. Invece di diventare rifiuti, i vecchi apparecchi trovano nuovo uso; i "collezionisti" riparano gli apparecchi che sono ancora relativamente dignitosi e poi li rivendono. Questo tipo di attività non è illegale; mentre è illegale l'accumulo delle componenti non più utilizzabili al di fuori del centro di riciclaggio.

Pioniere

Un territorio inutilizzato viene inizialmente occupato da un uso temporaneo che successivamente, incrementandosi e migliorandosi, prende forma permanente sul luogo.

Un esempio di uso temporaneo di tipo pionieristico riguarda gli Arizona Market, comparsi nella città di Belgrado agli inizi degli anni '90 del novecento. Come nel resto dell'Europa orientale, le nuove aree residenziali della capitale serba erano caratterizzate da spazi aperti molto grandi e spesso inutilizzati, da una carenza di infrastrutture e da centri per lo shopping.

Con la crescita economica, si svilupparono le infrastrutture. Proprio nei punti strategici individuati da queste ultime (incroci, fermate dei bus, ecc) iniziarono a sorgere piccole attività di commercio. All'inizio si trattava perlopiù di donne povere che offrivano oggetti da vendere, come frutta e verdura, maglioni fatti a mano e scarpe. Tenevano la merce in vendita in mano, sparse a terra oppure la lasciavano nei bauli aperti delle loro automobili. Non molto tempo dopo iniziarono a comparire le prime bancarelle e i primi chioschi, a indicare così il consolidamento del commercio di strada. Negli anni a seguire, queste attività furono ampliate

o addirittura sostituite da veri e propri negozi, talvolta anche piccoli centri commerciali. In questi casi l'uso è comparso sul territorio prima ancora della sua costruzione.

Sovversione

L'uso temporaneo s'insedia strategicamente in un luogo occupato da un uso a lungo termine in modo tale da disturbarlo e trasformarlo. Anche se queste azioni e sit-ins sono tipicamente di breve durata, esse segnano il territorio e l'istituzione interessata in maniera più duratura dell'azione stessa. Questo uso temporaneo è solitamente legato agli avvenimenti e proteste socio-politiche. Un esempio è quella che fu definita la Rivoluzione Arancione, avvenuta a Kiev nell'inverno tra il 2004- e il 2005 e più precisamente le proteste a seguito delle elezioni del 21 novembre. Infatti alcuni gruppi politici volevano che le operazioni di voto fossero ripetute, perché accusavano il neoeletto governo di una condotta elettorale antidemocratica e di aver costretto al voto ampie parti di popolazione. Iniziò così una pacifica e lunga protesta. L'Independence Square venne utilizzata come punto base della ribellione rimanendo bloccata e occupata da tende per intere settimane.

La posizione della piazza era strategica, favorendo una migliore comunicazione con il territorio e allo stesso tempo una buona visibilità ai media stranieri, dando eco alla protesta in tutto il mondo. L'occupazione durò più di quattro settimane ottenendo infine lo scopo richiesto ovvero quello di far ripetere le elezioni. Sotto la pressione internazionale e con una decisione approvata dalla Corte Suprema il 2 dicembre, le elezioni vennero ripetute e il candidato dell'opposizione Viktor Vushchenko venne eletto presidente.

Trasferimento

L'uso permanente viene trasferito temporaneamente in un luogo diverso in modo tale da poter mantenere la propria funzione fino a quando non sarà possibile tornare a occupare il posto iniziale. Questo spostamento della funzione può creare delle nuove opportunità di sviluppo e di miglioramento dell'attività.

Questo è quello che è avvenuto durante i lavori di ristrutturazione e manutenzione dello Stedelijk Museum. Durante i lavori il museo non poteva ospitare le proprie collezioni, che furono così trasferite in parte nell'ex edificio postale di Amsterdam che ha potuto ospitarle con un piccolo intervento di adattamento. Nella nuova

collocazione la funzione espositiva è entrata in contatto con altre funzioni presenti all’interno della struttura, come il Club 11, uno dei più grandi centri di design di Amsterdam. Fu anche grazie a questa temporanea collocazione che l'esposizione cambiò, passando da una raccolta di opere degli anni '60 riguardanti il periodo di rivolta studentesca ad una raccolta di arte contemporanea.

Questa relazione tra le funzioni presenti nell'edificio e le opere del museo ha portato grande stimolo e innovazioni anche nella successiva riapertura del Stedelijk Museum.

Conclusioni

Il nostro tentativo di raccogliere, in questo breve testo, classificazioni e prove di scomposizione di alcuni aspetti del Tactical Urbanis è stato fatto con l’obiettivo creare gli strumenti necessari alla comparazione di diversi esempi di progetti.

4. pianificatori e i progettisti stanno iniziando a intravedere il potenziale dell’utilizzo di progetti tattici e temporanei all'interno di progetti di sviluppo e pianificazione del territorio. La loro utilità deriva dal fatto che spesso risulta più semplice, anche agli attori

non del settore, dimostrare l'utilità di un intervento attraverso un progetto pilota piuttosto che leggerlo e interpretarlo su carte o documentazioni scritte, e dall'altra parte, è più facile anche per gruppi di cittadini dimostrare i propri bisogni e le proprie necessità.

Tuttavia se il valore di queste pratiche non viene condiviso sia dalla comunità sia dalle amministrazioni il rischio è che queste azioni siano limitate nel tempo, senza esercitare un effettivo miglioramento sul territorio a lungo termine. Le tipologie di azioni partecipate o bottom-up spesso rischiano di diventare manifesto di un completo rifiuto delle istituzioni e delle figure professionali specializzate quasi come se volessero dimostrare che le figure di esperti e urbanisti non servano a niente.

Il vero compimento di un progetto di TU avviene quando vi è un riconoscimento di utilità da entrambe le parti e le azioni tattiche possono diventare così interventi destinati a modificare e segnare il territorio.

Relatori: Antonio De Rossi, Marta Bottero, Francesca Governa
Tipo di pubblicazione: A stampa
Soggetti: A Architettura > AM Estimo
A Architettura > AO Progettazione
U Urbanistica > UK Pianificazione urbana
Corso di laurea: Corso di laurea magistrale in Architettura Costruzione Città
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/6295
Capitoli:

1. INTRODUZIONE

1.1 Struttura e obiettivi

1.2 Tactical Urbanism come percorso progettuale

2. PINEROLO E IL SUO TESSUTO URBANO

2.1 Pinerolo

2.2 Inquadramento territoriale

2.3 Struttura insediativa di Pinerolo

2.4- Il sistema dei luoghi di aggregazione aperti

2.5 II sistema dei luoghi di aggregazione chiusi

2.6 II disegno dei vuoti urbani

2.7 Storia della trasformazioni urbane di Pinerolo

2.8 Edifici significativi nell'area d'intervento

3. LA CASERMA BOCHARD DI SAN VITALE

3.1 II quartiere militare pinerolese

3.2 La posizione strategica

3.3 Edifico "A"

3.4 Edifico "ET

3.5 Edifico "C"

3.6 Edifico "D"

3.7 Analisi strutturale

3.8 L’iter per l'acquisizione

3.9 Le tipologie di vincolo

3.10 II dibattito pubblico

4-. LE ANALISI PRELIMINARI

4-.1 Strutturazione del modello di analisi

4-.1.1 I dati e l’analisi secondaria

4-.2 L’analisi socio-demografica

4-.3 L'analisi SWOT

4-.4 L'analisi degli Stakeholder

4-.5 L'analisi immobiliare

5. LE AZIONI

5.1 Atto preliminare

5.2 La costruzione delle azioni

5.3 La dimensione spaziale

5.4 La dimensione temporale

5.5 Gli utenti

5.6 Azione 1 : produttiva

5.7 Azione 2 : culturale/produttiva

5.8 Azione 3 : artistica

5.9 Azione 4 : produttiva (demolizioni)

5.10 Azione 5 : culturale (demolizioni)

6. L'ANALISI MULTICRITERI

6.1 Definizione dell'analisi multicriteri

6.2 I criteri

6.3 Descrizione dei criteri

6.4 Le funzioni di preferenza

6.5 La pesatura dei criteri

6.6 Le interviste ai Decision Maker

6.7 SRF

6.8 La comparazione delle azioni con il software Promethee

6.9 La scelta delle azioni

7. IL PROGETTO

7.1 Ispirazioni progettuali

7.2 Masterplan di progetto

7.3 La piazza

7.4- Le fasi di sviluppo

7.5 Gli accessi

7.6 Nuovi spazi di connessione

7.7 Rumorosità

7.8 Funzioni itineranti

7.9 Le terrazze

7.10 I materiali

7.11 Le partizioni interne

7.12 La Cavallerizza Caprilli

7.13 II Progetto

8. CONCLUSIONI

9. BIBLIOGRAFIA

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