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L'utilizzo delle narrazioni come contributo alla pianificazione : il caso dei Murs à Pêches

Tommaso Gallinaro

L'utilizzo delle narrazioni come contributo alla pianificazione : il caso dei Murs à Pêches.

Rel. Alfredo Mela. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Pianificazione Territoriale, Urbanistica E Paesaggistico-Ambientale, 2016

Abstract:

INTRODUZIONE

La scelta di aprire questo lavoro con un testo di Calvino, tratto dalla sua famosa raccolta, le città invisibili, non è casuale. Innanzitutto in questo breve racconto emerge con forza il legame tra la memoria e lo spazio, in questo caso con la città di Zaira, uno spazio che trova forma nell'immaginazione dell'autore, ma che evoca allo stesso tempo elementi e storie che non sono lontani dalla realtà.

Inoltre il rapporto tra spazio e memoria riemerge non a partire da coincidenze o da una casualità, ma come parte di un processo conoscitivo che come specifica il narratore, è diretto a offrire una descrizione del presente di questa città. Un presente che guarda quindi verso un passato e che può essere rivelato solo dal momento in cui si decide di rinunciare all'autosufficienza del linguaggio delle "misure".

Queste misure ci possono anche apparire come tracce e segni di un passato, ma tuttavia, come questo racconto ci rivela, "per farle parlare", bisogna essere in grado di rimetterle in relazione con quegli eventi e quei processi che li hanno determinati. In questo modo il racconto sembra suggerirsi come strumento per ristabilire questo dialogo che spesso viene troncato in seno ai presupposti che oppongono il linguaggio della "misura", che rappresenta l'oggettività e la certezza del dato, alle "storie" che invece sono espressive di diversità e di significati che spesso vengono visti come inconciliabili.

Il racconto di Calvino in tal senso si offre come spunto per ripensare alcune posture che assumiamo quando vogliamo interrogare un territorio. Posture ed atteggiamenti che, riprendendo l'analisi critica di Lidia Decadia, spesso limitano coloro che li assumono "all'esclusiva attenzione al presente visibile" che funge da criterio autonomo nell'interpretazione della realtà fisica. (L. Decadia, 2000). Al contrario in alcuni casi diventa necessario rintrodurre il "parametro del tempo" in una lettura del territorio, che non si limiti all'osservazione dei segni e delle tracce, ma anche a quei significati e a quei valori che solo riquestionando il passato a partire dal presente, ci si rivelano.

Avvicinarsi ad un tema come quello della memoria, non è di certo un compito facile. Sono infatti molteplici le difficoltà e le problematicità che ci si pongono di fronte a noi, quando si intraprende un percorso che ha come obiettivo l'esplorazione di un tema così ampio.

Da subito ci si imbatte in un "concetto" polisemico, del quale sembra impossibile tracciare dei confini netti, e che al contrario risultano essere fortemente permeabili e porosi. La sensazione che si prova, è quella di trovarsi all'interno di una dimensione tematica, dalla quale in ogni istante possono apparirci nuovi spunti e nuove "tracce" che ci riportano ad altrettanti temi. Talvolta è la stessa astrattezza delle definizioni che vengono accostate al concetto di memoria, che le riserbano una sorta di "illimitata" ed incolmabile apertura esplorativa del tema. Concetto mobilizzato delle scienze sociali per descrivere e comprendere i fenomeni individuali e collettivi di riappropriazione del passato, questo termine, a partire dagli anni 1980, è stato ampiamente utilizzato nel dibattito pubblico della società Europea che iniziava ad interrogarsi sul proprio passato. Questo termine, che è stato al centro di una forte mediatizzazione, assume oggi significato all'interno di luoghi di referenza molto diversi: giuridici, politici, letterari o artistici.

Questo suo carattere, può essere sicuramente visto alla stregua di un suo grande pregio, la sua apertura ci permette infatti di sconfinare in ambiti molto diversi tra loro e talvolta anche "originali", ma allo stesso tempo ci si può riproporre come una forte complessità nel momento in cui decidiamo di addentrarci più profondamente nell'approfondimento dei suoi caratteri e dei sui funzionamenti. La difficoltà stessa che riscontriamo nel trovare definizioni che permettano di tracciare un perimetro di tale concetto, conduce spesso ad un senso di smarrimento.

Come scrive Marita Rampazi "per tracciare almeno a grandi linee la logica di funzionamento dei meccanismi che presiedono a questo intreccio di esperienze, occorre avere degli strumenti teorici che consentano di governare una quantità di spunti di riflessione, suggeriti da ambiti disciplinari diversi, connessi come sono ad una zona di frontiera tra sociologia, psicologia, psicoanalisi ed analisi storica". (M. Rampazi, Memoria e biografia, in II senso del passato per una sociologia della memoria, 1991)

Nel contesto di questo lavoro, scegliendo di introdurre il tema della memoria come uno dei possibili aspetti da approfondire all'interno di una ricerca sul campo nell'ambito disciplinare dell'urbanistica e della pianificazione territoriale, ho avuto la possibilità di avvicinarmi al tema con un certo grado di "flessibilità" ed apertura rispetto alle tante letture ed analisi che le diverse discipline offrono su tale concetto. Una grande difficoltà riscontrata è stata quella di "orientarsi" al l'interno di una vastissima quanto eterogenea produzione teorica riguardante la memoria e il suo legame con gli ambiti più disparati: nell'ambito della storia, della sociologia dei media, del trauma in psicologia, sono solo alcuni esempi.

In un primo momento, l'obiettivo è stato quindi quello di farsi suggestionare da diverse letture e punti di vista offerti in alcune discipline, individuando e rielaborando degli spunti di riflessione, nell'ottica di poterli adottare in seguito come "lenti" attraverso le quali guardare un territorio e i prodotti dell'interazione che ha luogo tra questo e gli abitanti relazione, individuando così un campo di ricerca.

Proprio per una efficace esplorazione del tema della memoria, ma soprattutto per una sua possibile applicazione a livello empirico in un campo di ricerca più definito, è risultato presto necessario porre dei limiti e ristringere i campi di lettura, cercando di individuare così delle definizioni in grado di legarsi tra loro con una certa coerenza.

Il tema della memoria, nella sua enorme estensione, è apparso difatti come un ambito analizzabile da innumerabili angolazioni offerte da discipline diverse. Sono convinto che in ogni una di queste angolazioni siano presenti tracce e spunti di rilevante interesse per quei temi che sono vicini al mio ambito di ricerca, che in linea del tutto generale riguardano il territorio e la sua strutturazione come esito delle azioni e del pensiero umano che si realizzano nell'ambito di quell'interazione reciproca che si stabilisce tra uomo e l'ambiente. È inoltre nel contesto di questa rapporto biunivoco tra uomo e territorio, che prendono forma quei processi di formazione d'identità, all'interno dei quali gli elementi del sempre "nuovo", della trasformazione, si rimescolano costantemente con la riappropriazione e ritualizzazione di elementi che sono invece relativi ad un passato. Vediamo quindi che il processo di rammemorazione risulta essere un contenuto fondamentale all'interno di queste dinamiche.

Ciascuna angolazione che ci può apparire guardando al tema della memoria, si lega però a dei presupposti teorici e concettuali molto diversi, che spesso sono difficili da accostare tra loro, se non in chiave critica.

Non volendo essere questo un saggio e neppure un lavoro di ricerca esclusivamente incentrato sul tema della memoria, quanto piuttosto una riflessione più ampia riguardante un territorio e rivolta ad alcune dinamiche che lo interessano, all'interno delle quali il tema della memoria emerge di fatto rimescolato a tanti altri elementi, è stato necessario individuare delle angolazioni che mettessero in risalto la pertinenza della mobilitazione del concetto di memoria in un indagine del territorio.

Il mio interesse per la pianificazione territoriale e all'urbanistica, ha sempre fatto leva sull'importanza di un approccio interdisciplinare. E stato di fondamentale per me, imparare a saper accogliere ed assumere nel mio percorso teorico quanto pratico, contenuti e saperi che possono provenire dalle discipline più disparate, dall'analisi storica, all'antropologia, alla psicologia, fino al coinvolgimento della pratica artistica. A partire dai miei propri "nuclei" d'interesse e non in secondo piano, dal mio percorso di studi, (particolarmente indirizzato all'interno delle scienze sociali), anche intorno al concetto di memoria, mi sono trovato ad "abbracciare" letture che si sono sviluppate all'interno del contesto della sociologia e della filosofia, piuttosto che in altre discipline.

Questa "aderenza" non è avvenuta in modo "arbitrario", ma si è piuttosto definita nel corso della ricerca e delle varie letture affrontate. E infatti verso una determinata concezione di memoria che a mano a mano la mia attenzione è stata attirata. Una memoria intesa non come semplice capacità di recupero di ricordi che si depositerebbero in modo del tutto stabile nella nostra mente, ma piuttosto in cui il materiale mnestico è oggetto di un costante lavorio di recupero e di riattualizzazione in relazione agli interessi e ai bisogni che si manifestano nel presente.

La rammemorazione così intesa, si compierebbe non solo attraverso un processo che dal presente volge verso il passato, ma tenderebbe a strutturarsi all'interno di un "percorso" che non sarebbe più delimitabile a delle funzione di matrice psicologica riguardanti il solo individuo, ma che al contrario si legherebbe a dei processi sociali complessi attraverso i quali i ricordi sarebbero sottoposti ad una costante selezione e mediazione all’interno di diverse arene sociali (individuale, familiare, professionale, associativa, istituzionale, etc.).

Alla base di questa "selezione" operata in relazione alla vasta disponibilità di definizioni ed approcci differenti riguardanti il tema della memoria, si possono individuare delle motivazioni fortemente teoriche, attraverso le quali è stata filtrato il materiale disponibile.

Queste motivazioni appariranno in modo più chiaro mano a mano ci si addentrerà nel lavoro qui proposto. A mano a mano l'attenzione rivolta verso la memoria, tenderà infatti a circoscriversi in modo più significativo verso alcuni caratteri specifici che prendono forma proprio nella sua natura di "processo" operativo. L'operatività della memoria, che si realizza attraverso la ricostruzione costante del ricordo, muove di fatto da un intenzione dei soggetti e dei gruppi che si incaricano di produrre un racconto del proprio passato. L'obbiettivo di questa intenzione di memoria, è quello di fornire al materiale mnestico rielaborato una certa forma di comunicabilità e un senso.

Analogamente, nel corso del lavoro verrà chiarito come questa "concetto" di memoria mi abbia permesso di costruire le domande di ricerca e di utilizzare la memoria come lente per analizzare la strutturazione di un territorio e alcune importanti dinamiche che hanno avuto luogo in esso.

Il lavoro di ricerca svolto in Francia, nel Comune di Montreuil, cittadina alle porte di Parigi, ha infatti avuto come obiettivo l'approfondimento del processo attraverso il quale una parte di storia del territorio, nella sua permanenza di tracce e segni che si sono via via stratificati nel tempo, nel corso degli ultimi anni viene fatta riemergere con forza da parte di diversi attori.

Questa memoria viene infatti individuata come depositaria di quegli elementi identitari a cui determinati attori ricorrono "intenzionalmente" nel presente, per riscrivere un passato ma anche per proporre un futuro.

L'intenzionalità con cui differenti attori ricorrono alla rielaborazione di specifiche tracce di storia, si compie in un forte processo comunicativo che per più di vent'anni ha pervaso la sfera pubblica, divenendo il caso dei Murs à Pèches. Tuttavia questo processo ha luogo all’interno di dinamiche molto complesse in cui il tema della memoria tende ad essere frammentato e rimescolato assieme a differenti elementi che riguardano la progettualità urbanistica, il dibattito e le sfide politiche.

Per rintracciare e ricostruire questa dinamica memoriale del territorio oltre ad una conoscenza generale dell’ambito, dei suoi elementi caratterizzanti, delle sue dinamiche in corso e della sua storia, è stato necessario compiere un immersione più profonda all'interno del campo di ricerca. È qui che la ricerca di tracce, l'esplorazione di archivi, ha raggiunto una forma "partecipativa" che si è concretizzata nel confronto diretto con alcuni degli attori che a differente titolo sono coinvolti nel " caso dei Murs à Pèches". L'incontro con le persone, ha dato vita ad un interazione incentrata sulla forma narrativa, che in modo spesso incontrollato e imprevedibile ha permesso di fare riemergere elementi particolarmente significativi e utili a questa esplorazione.

È in rapporto all'incontro tra questa molteplicità di temi che la tesi, ha assunto una particolare struttura. Al suo interno si possono infatti distinguere due sezioni. Una prima parte che è indirizzata al tema della memoria, all'interno della quale viene proposto un percorso che partendo da una posizione molto generica rispetto a tale concetto, cerca progressivamente di tracciare dei confini attorno ad alcuni concetti ed elementi che riguarda un tema così vasto. È innanzitutto a partire dal concetto di memoria collettiva proposta dal sociologo francese Maurice Halbwachs, che si è stato possibile in seguito approfondire parte di quei caratteri e di quelle funzioni che le sono attribuite, che sono determinanti di un certo modo di guardare alla memoria nelle scienze sociali.

Una seconda parte riguarda invece la ricerca del campo condotta in Francia, nel Comune di Montreuil, in cui il tema della memoria, si presenta come criterio di lettura per l'analisi del territorio e di alcune dinamiche in corso. Il lavoro di ricerca sul campo, incentrato sul sito dei Murs à Pèches, un settore ben delimitato all'interno di Montreuil, ha cercato di ricostruire il rapporto che intercorre tra questo sito il resto della città, non solo in termini prettamente spaziali, ma anche dal punto di vista significazione e di valorizzazione da parte dei Montreuillois. È qui che il tema della memoria entra in rapporto con quello del territorio, intrecciandosi con gli aspetti riguardati il riconoscimento di un patrimonio, l'identità, il progetto, la trasformazione e il passato.

Per l'esplorazione di questi temi la narrazione si è rivelata essere uno strumento utile a costruire una lettura indirizzata a rimettere in relazione determinati segni depositati nel territorio, non solo con la storia e con quei processi che gli hanno di fatto prodotti, ma anche con quei significati che rivivono a partire dal presente, proprio attraverso quella memoria che è esercitata dagli abitanti.

Tuttavia in questo lavoro, la narrazione non è solo uno strumento e una metodologia al quale sono ricorso per svolgere la ricerca, ma è allo stesso tempo la forma che ha assunto questa tesi. Proponendo al suo interno i frammenti dei racconti che sono stati raccolti, diventa in un certo modo possibile rivivere quella forma narrativa, che ha accompagnato significativamente la mia ricerca.

Relatori: Alfredo Mela
Tipo di pubblicazione: A stampa
Soggetti: U Urbanistica > UG Pianificazione del paesaggio
Corso di laurea: Corso di laurea magistrale in Pianificazione Territoriale, Urbanistica E Paesaggistico-Ambientale
Classe di laurea: Nuovo ordinamento > Laurea magistrale > LM-48 - PIANIFICAZIONE TERRITORIALE URBANISTICA E AMBIENTALE
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/6011
Capitoli:

INTRODUZIONE

1.SULLA MEMORIA

1.1.La memoria come nozione multidimensionale: trà difficoltà e possibili aperture

1.2.La memoria collettiva nella costruzione dell'identità

1.3.Operatività della memoria: intenzionalità e comunicazione

2.INQUADRAMENTO TERRITORIALE

3.TRE GRANDI ENTITÀ URBANE ED UN EREDITÀ COMUNE

3.1.Le bas Montreuil

3.2.Le centre de la ville

3.3.Le haut Montrueil

4.SCELTA DEL TERRENO E METODOLOGIA

5.IL PASSATO AGRICOLO

5.1.La frutticoltura e lo sviluppo del "système à la Montrueil"

6.IL MURS A PECHES

6.1.L'origine del sistema dei muri e la loro estensione tra storia e racconto

6.2.II declino dei Murs à Pêches

6.3.La rinascita dell'interesse per I Murs à Pêches,

6.3.1.tra nuove intenzioni di memoria e progettualità urbanistica

6.3.2.Murs à Pêches: da enclave a chiave dell'identità montrueilloìse

6.3.3.La patrimonializzazione del sito:

tra "enjeux politiques" e interessi di memoria

6.3.4.La memori dei Murs à Pêches oggi: memoria pubblica o memoria collettiva?

CONCLUSIONI

ANESSI: trascrizioni interviste

BIBLIOGRAFIA

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