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Identità ortodossa : eredità del passato verso l'integrazione: progetto per la prima chiesa romena a Torino

Florin Alexandru Rausanu

Identità ortodossa : eredità del passato verso l'integrazione: progetto per la prima chiesa romena a Torino.

Rel. Paolo Mellano. Politecnico di Torino, Corso di laurea specialistica in Architettura, 2013

Abstract:

Il presente lavoro si è sviluppato intorno al principio d'identità delle comunità umane migranti, espresso tramite un modello architettonico che si radichi sul territorio d'arrivo, e che dia senso di appartenenza, ricordando le radici ed al contempo generando le condizioni per il dialogo fra le comunità.

Venuto a conoscenza della volontà del Comune di Torino insieme al limitrofo comune di Settimo Torinese, di dare alla comunità romena di fede cristiana ortodossa, la possibilità di erigere partendo da zero, una propria chiesa, si è presentata l'opportunità di contestualizzare la forma ed il contenuto del tema scelto, uscendo dal mero studio teorico, per progettare un edificio di culto che andrà a legarsi necessariamente con gli altri edifici con la stessa vocazione, nel più ampio tessuto dei complessi ecclesiastici della città.

Innanzitutto si è partiti dal concetto di luogo metafisico, che rispecchi le tradizioni della comunità, una chiesa ortodossa che rimandi al vissuto millenario di gruppi raccolti intorno all'edificio principale vissuto come casa raccolta, piazza aperta cuore pulsante collettivo.

Tale luogo deve contenere gli spazi adibiti alle molteplici attività proprie della comunità: un centro sociale, una biblioteca multilinguistica, una mensa per gli indigenti, una scuola materna, sale d'incontro, dove in una modalità non individualista, le persone possano incontrarsi ed affrontare insieme i problemi che vanno dalla sicurezza alla formazione di una nuova identità che affonda le radici nel passato comune.

La città di Torino è diventata, nel corso degli ultimi vent'anni, la sede di una delle più grandi comunità di migranti provenienti dalla Romania, caratterizzata dalla presenza di interi nuclei famigliari spesso sviluppatisi e cresciuti dopo l'emigrazione. La nascita e scolarizzazione dei figli, ha evidenziato, fin dai primi anni di tale flusso, la necessità di luoghi per il culto.

Tuttavia, nella prima fase di arrivo in città, gli spazi adibiti alla preghiera all'accoglienza dei nuovi arrivati erano collocati in locali originariamente nati per altri culti o addirittura con altre funzioni. Questi spazi risultano inadeguati sia da un punto di vista pratico sia dal punto di vista di quella difficile trama che è la coesione delle comunità.

Per una una città, Torino, che è simbolo in Italia di aggregazione, avendo già assorbito nel passato forti flussi migratori, principalmente nazionali, i numeri di questa nuova comunità di cittadini europei rappresentano, come ogni nuovo flusso massivo di immigrazione, una sfida in questa Europa formalmente riunita nell'UE ma tanto poco integrata.

Le 60.000 persone ufficialmente residenti in città, facenti parte di una più ampia presenza in Piemonte di ben 160.000 soggetti, si ritrovano oggi in piccole chiese cattoliche riallestite, che non possono rispondere alle necessità di un tale gruppo etnico-culturale. La costruzione di una chiesa ortodossa è una delle grandi necessità e probabilmente una priorità attuale della comunità romena a Torino.

La comunità proveniente dalla Romania che rappresenta il popolo erede della romanità orientale di lingua latina, non è tuttavia culturalmente omogeneo. A causa anche dell'estensione e varietà del territorio d'origine - dal Mar Nero alla Transilvania infatti il paese si sviluppa per 700 Km con una superficie di 238.391 kmq - le differenze regionali sono molto simili a quelle dell'Italia del XIX e XX secolo. Il socialismo reale poi ha determinato ulteriori modifiche alla percezione collettiva di sé dei Romeni, che pur costretti ad apparire come una nazione uniforme, rivendicavano sommessamente l'appartenenza ad identità regionali negate dallo Stato.

La chiesa ortodossa di Romania rappresenta dunque, assieme alla lingua, l'unico elemento costante sia nel tempo sia nello spazio, il bagaglio culturale che più o meno coscientemente tutti i migranti hanno portato con sé.

La costruzione di tale luogo di culto appositamente concepito diventa quindi la realizzazione della nuova identità collettiva lontana dalla patria. L'appartenenza a tale identità è la prima risposta allo smarrimento, allo sradicamento e al rischio dell'emarginazione.

Bisogna tener presente inoltre, per capire la peculiarità della comunità romena, che rispetto alla comunità cattolica, che si riconosce in una chiesa universale e transterritoriale, le chiese ortodosse sono autocefale, radicate sul territorio d'origine, di solito identificabili con uno stato o una lingua: chiesa ortodossa bulgara, greca, russa ecc.

La sfida rappresentata dalla costruzione di una chiesa ortodossa in un altro paese è quindi duplice: da un lato, infatti, essa potrà rinvigorire il senso d'appartenenza collettivo, ma nello stesso tempo potrà diventare il nuovo polo di aggregazione per chi non si riconosce più soltanto come proveniente da un contesto chiuso perché intanto ha modificato, anche inconsciamente, il proprio mondo, integrandosi nella nuova realtà.

Progettare un luogo di culto, di una comunità legata alle proprie origini ed insieme proiettata in un nuovo contesto più ampio, può fornire la risposta concreta ai bisogni degli individui, che sempre pagano un prezzo molto alto, in termini di dignità della persona, di fronte alle persone del paese accogliente.

La chiesa dunque, specialmente in un contesto di mondo globalizzato, rappresenta la possibilità reale di essere parte di qualcosa di più grande, rende la voce a chi non l'ha e, nell'affrancare i singoli dalla loro solitudine e sensazione di emarginazione, svolge anche un ruolo di catalizzatore di energie che altrimenti possono sfociare in episodi di violenza o intolleranza che minano la sicurezza collettiva.

Il lavoro qui presentato parte dunque da considerazioni sociologiche sulla comunità romena in Italia e a Torino. Segue un'analisi di alcune chiese ortodosse tra le più rappresentative della Romania: ad esempio la chiesa di Voronet, definita la "Cappella Sistina dell'Oriente" e riconosciuta dall'UNESCO nel 1993 come patrimonio mondiale dell'umanità, o la chiesa di Dragos-Voda, risalente al 1360 e miracolosamente preservatasi nei secoli, che rappresenta il più antico esempio di costruzione lignea in perfetto stato di conservazione.

Il progetto della nuova chiesa che infine qui si presenta vuole coniugare il patrimonio storico della tradizione edificatoria romena con le diverse necessità di carattere energetico e funzionale. Se la forma e struttura della pianta ortodossa deve rimanere invariata, così come la forma del tetto che si trasforma in portico per le cerimonie esterne, si è colta la necessità di integrarle con strutture che siano sostenibili da un punto di vista sia strutturale sia economico. Si è tenuto conto della necessità di pensare a spazi satelliti che ricuciono la chiesa con il territorio urbano in cui vanno a porsi, premessa necessaria per quell'integrazione oggi difficoltosamente vissuta dai singoli.

Un luogo che rispecchi le tradizioni di questa comunità, una chiesa ortodossa vera e propria, che comprenda un centro sociale, una biblioteca, una mensa, una scuola materna, vari spazi adibiti ad attività culturali, aggregative, ludiche o politiche, che portano a socializzare, può essere davvero utile per risolvere molti dei problemi della comunità romena, accrescendo allo stesso tempo la sua apertura all' integrazione nella città.

I maestri dell'architettura che maggiormente hanno influenzato il percorso progettuale sono Nervi, Calatrava, Baldeweg e Foster, in particolare avendone approfondito come riferimenti progettuali il Palazzetto dello Sport di Roma, La Città delle Arti e delle Scienze di Valencia, Palazzo del Congresso di Salamanca e il Campus Luigi Einaudi di Torino.

Relatori: Paolo Mellano
Tipo di pubblicazione: A stampa
Soggetti: A Architettura > AE Edifici e attrezzature per il culto
G Geografia, Antropologia e Luoghi geografici > GG Piemonte
ST Storia > STN Storia
Corso di laurea: Corso di laurea specialistica in Architettura
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/3410
Capitoli:

PREMESSA

INTRODUZIONE

1. IL FENOMENO MIGRATORIO ROMENO

1.1 LE MIGRAZIONI LOCALI IN ROMANIA

1.2 I FLUSSI MIGRATORI ROMENI IN EUROPA

1.2.1 LA FASE SUCCESSIVA ALLA CADUTA DEL COMUNISMO IN ROMANIA

1.2.2 LA FASE SUCCESSIVA ALL'INGRESSO DELLA ROMANIA NELL'AREA SCHENGEN

1.2.3 LA FASE SUCCESSIVA ALL'INGRESSO DELLA ROMANIA NELL'UE

1.3 L'IMMIGRAZIONE ROMENA IN ITALIA

1.3.1 PARTICOLARITÀ DEL FENOMENO MIGRATORIO ROMENO IN ITALIA

1.3.2 PROBLEMATICHE DELLA COMUNITÀ ROMENA IN ITALIA

1.4 LA COMUNITÀ ORTODOSSA ROMENA A TORINO

1.4.1 COMUNITÀ ORTODOSSE A TORINO

1.4.2 CENNI STORICI SULLA CHIESA ORTODOSSA ROMENA IN ITALIA

1.4.3 LA CHIESA ORTODOSSA ROMENA A TORINO

2. L'ARCHITETTURA RELIGIOSA ORTODOSSA DELLA BUCOVINA

2.1 L'ARTE MEDIEVALE NELLA BUCOVINA

2.2 VORONET, LA CAPPELLA SISTINA DELL'ORIENTE

3. IL SIMBOLISMO RELIGIOSO

3.1 LA CHIESA NEL SIMBOLISMO RELIGIOSO PALEOCRISTIANO

3.1.1 LA PIANTAGIONE, L'ALBERO DELLA VITA, LA VITE

3.1.2 ALTRI SIMBOLI FIGURATIVI PALEOCRISTIANI

3.1.4 SIMBOLI NUMERICI

3.2 ELEMENTI SIMBOLICI NELLA CHIESA ORTODOSSA

3.2.1 ICONA E ICONOGRAFIA

3.2.2 L'ICONOSTASI

3.2.3 LA LUCE NELLA LITURGIA

4. RIFERIMENTI PROGETTUALI

4.1 LE CHIESE DELLA BUCOVINA

4.1.1 DRAGOS-VODA

4.1.2 BOGDANA

4.1.3 PÀTRÀim

4.1.4 VORONEJ

4.1.5 ARBORE

4.1.6 HUMOR

4.1.7 PROBOTA

4.1.8 SUCEAVA

4.1.9 MOLDOVITA

4.1.10 SUCEVIJA

4.2 ARCHITETTURE CONTEMPORANEE

4.2.1 PALAZZETTO DELLO SPORT DI ROMA

4.2.2 LA CITTÀ DELLE ARTI E DELLE SCIENZE DI VALENCIA

4.2.3 PALAZZO DEL CONGRESSO DI SALAMANCA

4.2.4 IL CAMPUS LUIGI EINAUDI DI TORINO

5. IL PROGETTO

5.1 INQUADRAMENTO TERRITORIALE

5.2 PERCORSO PROGETTUALE

5.3 ELABORATI GRAFICI

5.3.1 MASTERPLAN

5.3.2 P LAN IVO LU METRICO

5.3.3 PIANTA PIANOTERRA

5.3.4 SEZIONI

5.3.5 PROSPETTI

5.3.6 SPACCATO ASSONOMETRICO

5.3.9 MODELLI 3D

BIBLIOGRAFIA

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