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Indagine sulle fattorie didattiche : fra letture tipologiche, strategie di comunicazione e didattiche, progettualità sociali : caso studio di Cascina Graziella Campagna

Stefania Piccolo, Chiara Vergnano

Indagine sulle fattorie didattiche : fra letture tipologiche, strategie di comunicazione e didattiche, progettualità sociali : caso studio di Cascina Graziella Campagna.

Rel. Andrea Del Piano. Politecnico di Torino, Corso di laurea specialistica in Architettura, 2012

Questa è la versione più aggiornata di questo documento.

Abstract:

Sono finiti i tempi in cui, complice il boom economico, il progresso tecnologico ed industriale, tanti bambini, nati e cresciuti in città e cittadine, restavano convinti, sino all'età della ragione, che la frutta nascesse sui banchi del supermercato e le uova fossero fabbricate chissà secondo quale strano procedimento (....) così come gli adulti riscoprono il benessere del contatto con la natura con una permanenza in agriturismo così per i bambini sono nate e si stanno sempre più diffondendo le Fattorie Didattiche.

Siamo diventati troppo cittadini, non riusciamo a staccarci un attimo dai cellulari, dal notebook, a uscire dai percorsi obbligati che ci portano da casa all'ufficio, si può dire che la campagna sia rimasta un ricordo lontano.

La modernità, l'urbanizzazione e l'industrializzazione ci hanno inevitabilmente allontanato dalla campagna, dalle attività agricole. I nostri bambini pensano che il tonno nasca all'interno di una scatoletta o i pezzi di formaggio sugli alberi, ma non solo i bambini, anche noi adulti non abbiamo idea dei processi e delle trasformazioni che i prodotti subiscono prima di arrivare sui banconi dei supermercati.

Grazie a questo nuova tendenza, l'educazione delle nuove generazione ha cambiato direzione e risulta essere molto attenta ad educare i bambini al rispetto della natura ed al piacere di imparare anche fuori dalle aule degli istituti scolastici; proprio all'interno di questo quadro, si è sviluppato l'aspetto didattico nelle aziende agricole. Questo fenomeno è contrario a quanto accadeva nel secondo dopoguerra, periodo di migrazione verso la città e inevitabile abbandono delle campagne, per motivi lavorativi ed economici, in cui lo sviluppo industriale ha contribuito alla nascita della Grande Distribuzione Alimentare portando poi al processo della Globalizzazione. La snaturalizzazione dei prodotti è quindi derivata da:

- vendita senza criteri di stagionalità (in qualunque periodo dell'anno si possono trovare tutti i prodotti alimentari);

- poca trasparenza sull'origine dei prodotti;

- forme di packaging dei prodotti (privazione del legame con il contesto d'origine);

- minor dispendio di lavoro e di tempo nella realizzazione del prodotto (poca qualità).

Ma perché si è arrivati a ciò? Sicuramente lo stile di vita frenetico e incentrato sul lavoro, ha portato al gradimento, da parte dei consumatori, dei prodotti pre-confezionati, fast-food, quelli pronti all'uso. Il minor tempo di preparazione e il costo dei cibi, ne hanno incentivato l'acquisto, favorendo così le grandi catene di produzione, a discapito dei piccoli produttori. D'altronde il consumatore si trova a dover fare i conti con il continuo aumento del costo della vita, preferendo un prodotto di lunga durata, di facile consumo con un prezzo inferiore.

Un'altra tendenza riguarda il forte interessamento da parte dei consumatori nei confronti dei prodotti e della cucina tipica di altri paesi, preferendo frequentare locali e ristoranti etnici, allontanandosi così dalla cultura e cucina tradizionale italiana. In contrapposizione a quanto detto ora, perché oggi stiamo assistendo a questo fenomeno di riscoperta della natura? La presa di coscienza dei cambiamenti climatici, delle problematiche ambientali rivestono una delle motivazioni principali, ma anche la ricerca del benessere fisico, impedito da una vita sempre più sedentaria e la crisi economica che ormai interessa la maggior parte della popolazione, hanno posto le basi per un nuovo avvicinamento alla campagna. Forse proprio le catastrofi naturali hanno messo in luce la questione del corretto sfruttamento del suolo, problematica che attualmente è oggetto di dibattito in tutti gli ambiti.

La riscoperta del cibo genuino è stata preceduta dalla ricerca di una stile di vita che fosse diverso da quello cittadino, portando ad un ripopolamento delle campagne e delle zone limitrofe alla città. Vivere fuori dal centro urbano significa, rompere gli schemi frenetici cittadini (in cui solitamente si lavora) e respirare aria pulita, garantendo inoltre ai propri figli uno stile di vita più sano. Il problema dunque permane non nei paesi o nei centri rurali, in cui è stata possibile una riscoperta della storia locale e del mangiar sano, ma nelle città dove queste conoscenze ancora difficilmente riescono ad inserirsi. Ed ecco che, in questo scenario, il ruolo della fattoria didattica assume un ruolo tutt'altro che marginale, diventa lo strumento capace di sanare questa profonda rottura che le ultime generazione hanno subito nei confronti della natura e del sapere contadino. Un fenomeno che è nato come accessorio alle aziende agricole ora diventa uno strumento didattico indispensabile affinchè la memoria della storia dei luoghi venga preservata e tramandata, così come si possa attraverso di essa, prendere conoscenza di quelle che sono le nozioni base riguardante gli alimenti: ciclo produttivo legato alle stagioni, nascita e coltivazione di frutta e verdura, specie animali. Tutti questi aspetti consentono ancor più al consumatore di fare scelte migliori, o comunque più consapevoli, rispetto alla propria salute, acquistando gli alimenti seguendo la stagionalità (il prodotto di stagione ha un costo inferiore a quello fuori stagione), la provenienza (scelta della filiera corta) e il tipo di produzione (no OGM, e trattamenti chimici).

In questo scenario l'Architettura come può trovare spazio? Riteniamo che la forte necessità di comunicazione dettata dal bisogno di raccontare la memoria di un luogo possa trovare nell'Architettura un valido strumento capace di trasmetterla in modo semplice e chiaro. La figura dell'architetto subentra nello studio e nell'organizzazione degli spazi per permettere una loro corretta fruizione e comprensione. Lattento studio della storicità delle aziende e di ciò che esse sentono il bisogno di trasmettere, possono portare a scelte progettuali nuove e con una forte capacità comunicativa, che può portare all'acquisizione di un valore aggiunto e raro nello scenario architettonico.

Queste Fattorie Didattiche cosa sono esattamente? Si tratta di vere e proprie aziende agricole ed agrituristiche che si aprono al pubblico (in particolare a bambini e gruppi organizzati) ed ospitano nelle loro cascine, attività didattiche per ragazzi, bambini e scolaresche (dagli asili nido sino alle classi di scuola media). Ciò non significa che tutte le aziende agricole e tutti gli agriturismi siano anche Fattorie Didattiche e (molte persone ancora non sanno dell'esistenza di questi luoghi). La volontà di far conoscere ad un numero più ampio di persone l'esistenza delle Fattorie Didattiche, unita ad grande amore per la natura, ha portato alla creazione di questo sito internet, interamente dedicato a questa realtà. Guidati da veri agricoltori, all'interno delle Fattorie Didattiche, i più pìccoli imparano a conoscere la campagna e ad entrare in contatto con gli animali della fattoria; i più grandi a conoscere i valori della cultura contadina, e l'importanza delle tradizioni e delle produzioni tipiche legate al territorio.

Le attività svolte all'interno delle Fattorie Didattiche cambiano in base alla locazione della struttura e con il susseguirsi delle diverse stagioni e molto spesso è possibile, previo accordo fra struttura ed insegnanti, concordare diverse tipologie di attività, anche in relazione all'età dei piccoli ospiti. Queste aziende agricole offrono alle scuole la possibilità di approfondire la propria conoscenza sulla salvaguardia delle tradizioni contadine attraverso diverse attività: laboratori nei campi, corsi di educazione ambientale, passeggiate e giochi all'aria aperta, il tutto rispettando la natura e l'ambiente circostante. Non solo per bambini: anche per i più grandi, questi luoghi sono ideali per imparare a dare il giusto valore alla semplicità ed alla serenità della vita contadina e a gustare i sapori genuini dei prodotti della terra. Le Fattorie Didattiche coinvolgono i ragazzi, tramite laboratori, giochi ed "esperienze pratiche" e li fanno incontrare con gli animali della fattoria, il suolo, le piante coltivate e selvatiche, accrescendo il rispetto dell'ambiente e dei ritmi della natura

Relatori: Andrea Del Piano
Tipo di pubblicazione: A stampa
Soggetti: A Architettura > AO Progettazione
G Geografia, Antropologia e Luoghi geografici > GF Italia
Corso di laurea: Corso di laurea specialistica in Architettura
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/2819
Capitoli:

Prefazione

Introduzione

1. FATTORIE DIDATTICHE

1.1. Come nascono e perché

1.2. Agricoltura sociale

1.3. Km zero

1.4. Last minute Market

1.5. Orti Urbani

1.5.1.Guerrila Gardening

1.5.2.Architettura take-away 1.6. European Smart Cities 16.1. Torino Smart City

1.7. Casi studio Fattorie didattiche Bibliografia

Sitografia

Elenco delle figure

2. BENI CONFISCATI

2.1. La confisca dei beni

2.2. Associazioni e Cooperative: UBERA e ACMOS

2.3. Iter dei beni confiscati

Bibliografia

Sitografia

Elenco delle figure

3. GRAZIELLA CAMPAGNA: UN PROGETTO SOCIALE

3.1. Cascina Graziella Campagna

3.2. Progetto RiNascita Donne

3.2.1.Evoluzione del progetto

3.2.2.Finalità del progetto

3.2.3. Operatività del progetto

3.2.4. Gli aspetti di innovazione e ie ricadute

3.3. Piano economico: reperimento fondi

Sitografia

Elenco delle figure

4. CASCINA DIDATTICO-SOCIALE GRAZIELLA CAMPAGNA

4.1. Volontà di riscatto sociale: la meta di una fattoria didattica

4.2. E'un progetto economicamente sostenibile?

4.2.1. Altre forme di finanziamento

4.3. Proposta progettuale

Bibliografia

Sitografia

Elenco delle figure

Bibliografia:

Bibliografia Capitolo 1:

• VINIA BOSIO, Agricoltura a Km zero: i vantaggi di fare la spesa dal contadino, GreenMe.it [online], n.77, 2010. < http://www.greenme.it/mangiare/filiera-corta/1515-agricoltura-a-km-zero-i-vantaggi-di-fare-la-spesa-dal-contadino> [Data di accesso: 2/03/2012]

• FRANCESCO DE IACOVO, Agricoltura sociale: innovazione multifunzionale nelle aree rurali europee, in AgriRegioniEuropa [online], anno 5, n.19 (2009), <www.agriregionieuropa.univpm.it> [Data di accesso: 15/03/2012]

• MONICA DI BARI, Mangiare a chilometro zero: la dieta delle 100 miglia, Vivi Consapevole [online], 2008, agg. 2009. < http://www. viviconsapevole.it/articoli/mangiare-a-chilometro-zero-la-dieta-della-100-miglia.php> [Data di accesso 3/03/2012]

• LUCA INDEMINI, II futuro è adesso, Torinosette - La Stampa [online] 2012 http://www.lastampa.it

• ROBERTO FINUOLA, ALFONSO PASCALE, L'Agricoltura Sociale nelle politiche pubbliche. ATI INEA - Agriconsulting [online], 2008, <www.1inea.it>

• FRANCESCA GIARE, STEFANO TRIONE,. Esperienze di agricoltura sociale in Piemonte. Quaderni della Regione Piemonte Agricoltura [online], n.72, Torino 2010, pagg.20-22, <www.regione.piemonte.it> [Data di accesso: 15/03/2012]

• TIZIANA NASOLINI, Tante "city farms” in tutta l'Europa, Divulgatore, n.9 (2002), p.1 sg.

• GIUSEPPE OREFICE, MARGHERITA RIZZUTO, Fattoria didattica: come organizzarla, come promuoverla, ed. Agra, Roma 2012.

• ANDREA SEGRÈ, Last Minute Market. La banalità del bene e altre storie contro lo spreco, Pendragon ed., Bologna 2010

• SMITH ALISA, MACKINNON J. B., The 100-Mile Diet: A Year of Local Eating. [online], National Bestseller, 2007, <http://www.nytimes.com/best-sellers-books/overview.html> [Data di accesso: 3/03/2012]

• WEBER C, MATTHEWS H. S., Food-Miles and the Relative Climate Impacts of Food Choices in the United States. Environmental Science & Technology, 2008.

• Il vero km zero? sano e di qualità, Magior Domus [online], 2011, <http://www.regione.piemonte.it/agri/comunicazione/quaderni/num72/dwd/16.pdf> [Data di accesso: 25/03/2012]

Sitografia:

• www.alimos.it

• www.agriregionieuropa.univpm.it

• www.architetturatakeaway.blogspot.i

• www.comune.torino.it

• www.effettoterra.org

• www.fattoriadidattica.it

• www.googleimmagini.it

• www.guerrillagardening.net

• www.lastminutemarket.it

• www.nutritionecology.org

• www.prodotti-a-km-zero.it

• www.sofar.unipi.it

• www.sugrabiolu.it

• www.veneto.coldiretti.it

• www.trafioriepiante.it

• www.wikipedia.org

Bibliografia Capitolo 2:

• LORENZO FRIGERIO, La confisca dei beni alle mafie. Luci e ombre di un percorso civile, Fatti e commenti AS, 2009, pagg. 38-48

• Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie (ed.), La mafia restituisce il maltolto. Guida all'applicazione della Legge 109/1996 sull'uso sociale dei beni confiscati ai mafiosi, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1998.

Sitografìa:

• www.acmos.net

• www.libera.it

• www.liberapiemonte.it

• www.googleimmagini.it

Bibliografia Capitolo 3:

Sitografia:

• www.laperfettaletizia.com

• www.acmos.net

• www.liberapiemonte.it

• www.atnews.it

• www.aslal.it

Bibliografia Capitolo 4:

• VALENTINA ARCHIMEDE (a cura di), PAOLO GIACOMELLI (a cura di), Comunicare lo sviluppo rurale ai cittadini: la multifunzionalità in agricoltura come strumento di azione culturale. Tracce dei progetti educativi e di comunicazione del PSR, in "Coltiviamo valori", pag.6-9.

• OTTAVIO REPETTI (a cura di), Pref. GIANFRANCO CORGIAT LOIA (a cura di), Multifunzionalità e nuove prospettive per il settore, Non solo agricoltori, supp. Agrisole n. 25, Torino 2010. Disponibile anche su http://www.regione.piemonte.it/europa/psr/dwd/non_solo_agricoltori.pdf

Sitografia:

• www.provincia.asti.it

• www.regione.piemonte.it

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