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Piazza Mirafiori.

Marco Francesco Pippione

Piazza Mirafiori.

Rel. Giovanni Durbiano, Alessandro Armando. Politecnico di Torino, Corso di laurea specialistica in Architettura (Costruzione), 2011

Abstract:

Il lavoro proposto in queste pagine non si occupa solamente di progettare una soluzione per le aree di Piazza Mirafiori ma cerca di sviluppare una riflessione teorica sulla progettazione architettonica. Il progetto, presentato a margine e nelle ultime pagine, non è che l'esplicitazione di alcune questioni teoriche che sono invece alla base di questa tesi.

Nel rapido processo di mutamento che investe gli strumenti, le competenze, la domanda, e lo stesso mandato sociale del progetto e dei soggetti coinvolti nella trasformazione fisica di uno spazio, la tesi si propone di indagare quali scenari si possano aprire nella ridefinizione di un ruolo attivo e consapevole del progetto architettonico. Seguendo le vicende che hanno portato alla definizione dei disegni sulle aree di Corso Marche e Piazza Mirafiori, l'intento è quello di sviluppare una riflessione sulla mutazione degli stessi statuti scientifici a cui fa riferimento la progettazione architet¬tonica, riconcettualizzando il ruolo del progetto senza cadere nelle facili riduzioni offerte dal paradigma autoriale o meramente tecnico dell'architetto.

I presupposti di questa riflessione si possono ritrovare nelle ricerche che, a partire dalle indicazioni contenute nello scritto di Roberto Gabetti Progettazione architettonica e ricerca tecnico scientifica nella costruzione della città [1983), hanno indagato la legittimità di un raccordo tra scienza e tecnica all'interno del progetto di architettura, segnando la definitiva presa di distanza dal Progetto moderno.

La critica che, grazie anche all'apporto del dibattito italiano del dopoguerra, era riuscita a rompere il cortocircuito ideologico tra il linguaggio dell'architettura moderna, il programma di trasformazione sociale e un orizzonte etico, è stata però incapace di proporre un ruolo che andasse oltre ai confini della rappresentazione linguistica dell'idea politica.

Le mutazioni che il dibattito sulla condizione postmoderna, a partire dagli anni '80, ha introdotto in ambito architettonico è stata in realtà una traduzione sin troppo rapida di complesse questioni filosofiche, economiche e sociologhe1 in scontati stilemi formali.

All'impegno etico e ideologico dell'architetto moderno sembra sostituirsi il realismo e il disincanto del progettista postmoderno. In realtà, nella condizione postmoderna, con l'apertura dei mercati internazionali della globalizzazione, trovano spazio nuove preccupazioni e attenzioni: verso le differenze locali; per le analisi sulle difficoltà di comunicazione, sulla complessità e le sfumature degli interessi.

I mutamenti della pratica professionale, già peraltro visibili a partire dal secondo dopoguerra, vengono in questi anni bruscamente accelerati; sia con la nascita dei grandi studi di fama mondiale, sia nelle strategie di comunicazione del progetto, diventato vero e proprio oggetto di marketing, dai caratteri esportabili e riconoscibili.

Più voci, anche tra coloro che più si erano battuti nella critica della koinè moderna, si sono levate contro quello che è stato definito come il tradimento della missione dell'architettura. Tuttavia negli ultimi decenni il modello produttivo delle grandi fìrm ha riscosso successo e interesse mediatico anche al di fuori delle riviste di settore, confermando la sua vitalità perfino di fronte ai temi dell'ecologia, "candidata ideale per l'ideologia egemone" del XXI secolo.

Di fronte al quadro sintetico sino a qui delineato la tesi si pone in una prospettiva critica rispetto al modello dello star-system e del ruolo autoriale dell'architetto, ma anche del suo opposto, la marginalizzazione e la riduzione del progettista alla figura del tecnico di servizio. Nel segno di una visione scientifica della progettazione architettonica, si vuole proporre una riflessione che riporti il progetto e il progettista al centro del processo di trasformazione della città, partendo dalle considerazioni che più volte sono state espresse proprio nelle ricerche di questo ateneo.

L'indicazione di Gabetti a guardare al progettista, non più al vertice di una piramide, ma come "operatore all'interno di un lavoro di staff è stata recentemente ripresa e aggiornata da importanti srudi sul tema del progetto urbano (Bianchetti, De Rossi, Macchi Cassia, Olmo, Secchi, Viganò) che propongono una differenziazione rispetto alla figura dell'artista-autore, sia sul piano del ruolo sociale e produttivo, sia su quello della responsabilità politica. In particolare è stato suggerito il passaggio dalla figura del "tecnico intellettuale" a quella del "progettista traduttore", partecipe dei consessi decisionali che si sviluppano sul modello delle pratiche argomentative linguistiche. Emerge in queste riflessioni, e nello stesso lavoro della tesi, una visione del progettista-architetto come mediatore e produttore di "figure"; strumenti essenziali nel controllo e nel disegno della forma fìsica sono le codificazioni disciplinari, le tradizioni linguistiche e le ricerche compositive, al pari dei saperi tecnico-scientifici.

Le indicazioni del dibattito sociologico, urbanistico, letterario, filosofìa) e soprattutto dell'analisi delle realtà trasformative contemporanee come quella di Corso Marche e Piazza Mirafiori, sembrano essere in grado di mettere in di¬scussione le competenze e le pratiche, definendo nuovi confini e spazi per la figura del progettista.

Un progettista che definisce la sua specificità a partire dalla sua funzione di mediazione attraverso il disegno, tornando a confrontarsi con la dimensione politica del progetto.

Relatori: Giovanni Durbiano, Alessandro Armando
Tipo di pubblicazione: A stampa
Soggetti: A Architettura > AO Progettazione
U Urbanistica > UK Pianificazione urbana
Corso di laurea: Corso di laurea specialistica in Architettura (Costruzione)
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/2448
Capitoli:

I. LA PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA E IL RUOLO DEL PROGETTISTA

II. CORSO MARCHE

III. PIAZZA MIRAFIORI

IV. I DISEGNI SULL'AREA

V. GLI ATTORI E LE RAZIONALITÀ

V.I ATTORI PUBBLICI

V.II ATTORI PRIVATI

VI LE IPOTESI DI PROGETTO

VI.I L'ATTORE DI RIFERIMENTO

VI.I LE AREE COINVOLTE E GLI INDICI

VII. BIBLIOGRAFIA

Bibliografia:

AA.VV. (2009) "Tra Torino e le Alpi. Il progetto "Corso Marche" per la Provincia di Torino", monografia in allegato a Il giornale dell'architettura, n.72. Armando A, (2008)

La soglia dell'arte. Peter Eiseman, Robert Smithson e il problema dell'autore dopo le nuove avanguardie, Torino, SEB 27.

Bianchetti C. (2008) "Spina 3 e i paradossi della politica urbana", in Torino 011. Biografia di una città, a cura di A.Bagnascoe C.Olmo, Milano, Mondadori, pp. 47-53.

Bianchetti C. (2008) Urbanistica e sfera pubblica, Roma, Donzelli.

Bianchetti C. (2011) II novecento è davvero finito, Romam Donzelli.

Bobbio L. (1996) La democrazia non abita a Gordio. Studio sui processi decisionali politico-amministrativi, Milano, Franco Angeli.

Ceserani R. (1997) Raccontare il postmoderno, Torino, Bollati Boringhieri.

De Rossi A. (2009) "L'architettura della Grande Scala", in Grande Scala (2009), a cura di A. De Rossi, Barcellona, List, pp. 10-26.

De Rossi A. (2008) TO-morrow", in Torino 011.

Biografia di una città, a cura di A.Bagnascoe C.Olmo, Milano, Mondadori, pp. 65-74.

De Rossi A. e Durbiano G. (2006) Torino 1980-2011. La trasformazione e le sue immagini, Torino, Umberto Allemandi

Durbiano G. (2000) I Nuovi Maestri. Architetti tra politica e cultura nell'Italia del dopoguerra, Venezia, Marsilio

Durbiano G. e Armando A. (2009) "Davanti ai valori degli altri", in Grande Scala (2009), a cura di A. De Rossi, Barcellona, List, pp. 30-57.

Gabetti R. (1977) Architettura Industria Piemonte negli ultimi cinquantanni, Torino, Cassa di Risparmio di Torino.

Gabetti R. (1983) "Progettazione architettonica e ricerca tecnico-scientifica nella costruzione della città", in Storia e Progetto, Gabetti R. Musso E. Olmo C. e Roggero M. F., vol. 6, Milano, Franco Angeli

Gabetti R. (1990) "Sapere enciclopedico e sapere politecnico", in Atti e Rassagna tecnica della società Ingegneri e Architetti in Torino, nn. 6-7.

Gregotti V. (2008) Contro la fine dell'architettura, Torino, Einaudi.

Habermas J. (1998) L'inclusione dell'altro. Studi di teoria e di politica, Milano, Feltrinelli.

Harvey D. (1993) La crisi della modernità, Milano, II Saggiatore.

Olmo C. (2010) Architettura e Novecento, Roma, Donzelli.

Tafuri M. (1986) Storia dell'architettura italiana 1945-1985, Torino, Einaudi.

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